domenica 29 dicembre 2024

Romanzi epistolari

Sono già due i romanzi che ho letto, costituiti essenzialmente da lettere, inventate dall'Autore, ordinate in sequenza per costruire la trama.

Non mi piace.

Pur rendendo omaggio allo sforzo e al virtuosismo degli Autori, il formato epistolare di un romanzo sottopone il lettore ad uno sforzo per collegare autore, trama, personaggio, vicenda, soprattutto se i personaggi sono molteplici e la corrispondenza è tra una pluralità di protagonisti.

Comprendo la voglia, l'aspirazione di trovare nuove vie, ma quella dell'epistolario è un espediente che mette in primo piano il virtuosismo dell'Autore e non la trama.

Soprattutto quando questa è "gialla", con uno o più omicidi e con una inchiesta che deve scoprire, a beneficio del lettore, la verità e inchiodare il colpevole.


domenica 22 dicembre 2024

Imperversano le truffe telefoniche

Alcuni giorni fa ho ricevuto un sms apparentemente inviatomi dalla società con la quale ho in essere il contratto di fornitura del gas, che mi informava che sarei stato chiamato da un certo numero di telefono per comunicazioni urgenti in relazione alla fatturazione della bolletta.

Se avessi voluto avrei potuto richiamare direttamente ad un numero apparentemente verde, con l'800 iniziale.

In prima battuta sembrava tutto autentico, tranne la perplessità che ho avuto perchè il numero dal quale sarei dovuto essere chiamato, aveva le ultime cifre cancellate con XXXX.

Nel dubbio NON ho chiamato il numero verde indicato nell'sms ma un altro numero verde di ascolto dei clienti che ho trovato autonomamente in internet e dove una gentile operatrice mi ha informato che era una truffa e che ne erano già al corrente avendo avuto altre segnalazioni (effettivamente nel sito c'era una comunicazione generica in tal senso tra i "comunicati", ma non era di pronta consultazione).

Si raccomandava di cancellare il messaggio e segnalrlo come spam, cosa che ho puntualmente fatto.

Alcune ore dopo ho ricevuto comunque la telefonata dal numero 051 1993 7451, cui non ho risposto ma che, da una ricerca in internet, risultava essere segnalato come ingannevole (insieme ad altre varianti delle ultime quattro cifre, da lì forse la necessità di indicare nell'sms XXXX), con una voce registrata che informava di un prossimo aumento della bolletta che si poteva evitare seguendo una procedura guidata da un link che avrebbero inviato via e mail.

Nonostante da anni sia iscritto al registro delle opposizioni e rinnovi l'iscrizione ogni sessanta giorni per evitare di far passare eventuali, inavvertite autorizzazioni, continuano i tentativi di truffa.

Ho guardato nello spam del telefono ed ho visto decine di numeri che hanno cercato di chiamarmi e che nel tempo sono stati bloccati ma che continuano, imperterriti, a provarci.

Credo non sia mai abbastanza sollecitare attenzione nei confronti di questa tipologia di truffa e che il miglior atteggiamento sia quello di non dar corso a quanto ci viene comunicato se non previo contatto diretto con l'apparente mittente, da contattare attraverso recapiti appositamente ricercati a parte o già in ogni possesso.

Male che vada, poi, se anche una bolletta dovesse riportare un aumento, quell'aumento non sarà mai così sensibile che non si possa intervenire successivamente.


domenica 15 dicembre 2024

Il portale della cultura

La settimana scorsa, dopo una ricerca su alcuni siti, ho scoperto che un libro, prima edizione 1965, che desideravo per completare una raccolta (tre cofanetti, quattro volumi con l'opera omnia di Emilio De Marchi) era disponibile presso una libreria di Bologna, la Parolini in via de' Gombruti 3.

Mi ci sono recato e mi è sembrato di entrare in un tempo senza tempo, con quei richiami che solo il profumo della carta può risvegliare.

Un corridoio in mezzo a scaffali, fino al soffitto, pieni di libri, non so con quale criterio di suddivisione, per recuperare il cofanetto da me poi acquistato la "commessa" (una signora, forse la proprietaria) ha letto (su un modernissimo computer) un incomprensibile codice che poi ho visto annotato su un segnalibro (che mi ha ritirato), per poi inerpicarsi su una scala e trovare al primo tentativo, senza alcuna necessità di ulteriori ricerche, l'oggetto del mio desiderio.

Libri dall'aria antica, dall'aria usata, che sanno di "sapere", che hanno una storia, che hanno avuto dei proprietari precedenti, che li hanno trattati con quella cura che merita il frutto del sapere umano.

Non certo come sono stati trattati da eredi o acquirenti di un appartamento di un condominio vicino al mio, una volta proprietà di due professori deceduti negli anni scorsi, arrivati con un pick up, l'hanno parcheggiato sotto la terrazza (l'appartamento è al primo piano) poi vi hanno scaricato sopra anni di raccolte e di letture, senza alcuna cura, senza alcun rispetto, bracciate di libri scaraventati dalla terrazza sul pick up, una scena che mi ha fatto venire in mente quella del film Fahrenheit 451, quando vengono buttati i libri nel rogo  .

Mi sono poi fermato a parlare di libri con quella signora che, ad ogni evidenza, non considera la sua una attività da portare avanti stancamente con la mente rivolta alla pensione, ma una piacevole e gratificante professione.

Per quanto possa essere pratica la lettura digitale (soprattutto quando tutti gli spazi di casa sono occupati da librerire e colonne di librerie, con scaffali ormai pieni) il libro cartaceo, per quello che evoca anche al semplice sfogliarlo, non verrà mai meno.

domenica 8 dicembre 2024

Nessuno conosce LA Verità

Quando ero bambino, in casa, come nelle case dei miei amici di allora, in questo periodo si preparavano il presepe e l'albero di Natale.

Erano abeti veri e quelli che nei primi anni sessanta erano stati utilizzati dai miei genitori e dalla famiglia che abitava (e abita ... con gli eredi, ovviamente) di fronte, furono, alla fine del periodo natalizio, piantati nel giardino condominiale, allora solo prato.

Ricordo il nonno del mio coetaneo nonchè compagno di classe delle elementari che abitava di fronte, che, smoccolando come tradizione di tanti Veneti della sua generazione, dopo l'Epifania era venuto a piantare gli abeti che oggi danno ombra d'estate e hanno superato in altezza l'edificio.

Poi è arrivata la moda degli alberi "ecologici", fatti di legno, plastica o altro materiale, il tutto per risparmiare gli alberi.

Adesso l'ecologia ha fatto una giravolta e questa mattina ho ascoltato l'appello perchè nelle case gli alberi siano veri, per poterli poi piantare in funzione, manco a dire, "ecologica".

Insomma nel nome dell'ecologia siamo tornati agli anni sessanta, quando nessuno si poneva simili problemi, la parola "ecologia" era beatamente sconosciuta e vivevamo tutti meglio.

E mi è tornato in mente quel proverbio, non ricordo a chi attribuito quindi di solito in questi casi si dice "cinese", per cui esistono tre verità. La MIA verità. la TUA verità. E LA Verità (di cui nessuno è, però, il portavoce, nota personale).

 

domenica 1 dicembre 2024

Millennium, una saga gialla alla frutta

Millennium è una trilogia del giallo scandinavo scritta da Stieg Larsson, deceduto prima di poter scrivere altro (e ho letto anche interrogativi sul fatto che Stieg Larsson sia realmente esistito).

Sono tre romanzi gialli, di 600, 700 e 800 pagine, basati su una idea di fondo (le indagini giornalistiche che portano a scoprire reati ed omicidi) valida, infarcita però (per arrivare a quel numero di pagine)di una marea di banalità e di luoghi comuni del politicamente corretto made in Svezia (e in tutto il decadente Nord Europa).

Morto Larsson ne hanno fatto un altro per tenere in vita i personaggi di successo della trilogia.

Così è stato affidato a David Lagerkranz il compito di scrivere altri tre corposi volumi, più o meno sulla stessa lunghezza d'onda.

Karin Smirnoff è la scrittrice incaricata di proseguire la saga e a novembre è uscito il suo secondo contributo che ho comprato (digitale) e appena terminato di leggere.

L'idea di proseguire una saga con mani diverse mi era inizialmente piaciuta, perchè consentiva da un lato di proseguire a leggere le vicende di personaggi ai quali ci si era abituati più che affezionati e, per me che sono conservatore e abitudinario, ritrovarsi in ambienti conosciuti è un plus al piacere della lettura.

Il cambio periodico di una "mano" inoltre dovrebbe rinfrescare trama e personaggi.

Purtroppo non sembra che la Smirnoff riesca in tale compito.

"Gli occhi della lince", così si intitola l'ottavo volume di Millennium, procede stancamente verso la fine e che le idee scarseggino lo dimostrano le lunghe, noiose, ripetitive pagine che vorrebbero far conoscere al lettore i pensieri ed i ragionamenti dei vari personaggi che animano il romanzo, ma interrompono solo una trama che, come per tutti i precedenti sette volumi, sarebbe stata più intensa e più leggibile se avessero evitato certe descrizioni, certe rappresentazioni e certi virtuosismi come, appunto, l'esposizione senza fine dei pensieri dei personaggi.

Come ho già scritto, temo che quei romanzi, come tutti gli altri romanzi scandinavi, rappresentino meglio di qualsiasi indagine sociologica la decadenza di una società, quella del Nord Europa, che oggi ha esaurito ogni spinta propulsiva e che aspetta solo di scomparire, senza lasciare ai posteri nulla di particolarmente rilevante della sua esistenza.


domenica 24 novembre 2024

Gli Inglesi lo fanno meglio

Parlo del Giallo, del racconto o del telefilm seriale poliziesco, ovviamente.

E' una riflessione che mi è venuta guardando la programmazione dei vari canali ospitati da Sky sul satellite (comprensivo delle reti generaliste).

Il Giallo inglese ha sempre una marcia in più rispetto a quello francese (dove i protagonisti manifestano una finta esuberanza giovanilistica e femminista), a quello tedesco (tetragono, ma che faticaccia lavorare in Polizei !), a quello scandinavo (una totale deriva woke), a quello americano (troppo aggressivo, violento, basato sugli effetti speciali e sull'azione invece che sul ragionamento e la deduzione di una sana investigazione) e persino a quello italiano che, una volta, rappresentava in pieno il carattere nazionale (pensiamo solo alle splendide interpretazioni nel Nero Wolfe di Buazzelli e Ferrari o all'Ubaldo Lay del Tenente Sheridan o, ancora, al miglior Maigret degli schermi: Gino Cervi) ma oggi è ridotto a trame interrotte troppo da deviazioni intimiste e introspettive ed è malamente recitato tramite sussurri, spesso meno comprensibili persino dei soporiferi borbottii di Prodi.

Ultimamente si sono affacciati anche prodotti del nuovissimo mondo, australiani e neozelandesi, che hanno un po' dell'inglese e un po' troppo dell'americano, probabilmente affineranno lo stile e potrebbero diventare i prodotti del futuro.

Ma il Giallo inglese, per ora, è il numero uno, purtroppo viene prodotto in pochi episodi per stagione, a differenza degli americani che ne sfornano una ventina e più per ogni stagione e questo è indice di quel che già è accaduto per altri generi, con la mancanza di finanziamenti, anche i prodotti più accurati devono essere centellinati per evitare di sprecare denaro.


domenica 17 novembre 2024

Rai Play

Rai Play è il canale Rai per potersi guardare trasmissioni scegliendo, tra molte opzioni, al punto da potersi programmare una serata.

Ci sono autentiche pregiate edizioni, come tutte le stagioni di Spazio 1999 e tante trasmissioni degli anni sessanta e settanta (da Nero Wolfe a Sheridan, dalla Freccia Nera a Giamburrasca) ma anche più recenti e in corso.

Mi sono quindi scaricato ed ho cominciato a guardare quattro prodotti polizieschi, tre del 2024 e uno del 2003 e seguenti per tre stagioni in totale.

Non c'è gara.

Il prodotto del 2003 è tuttora gradevole, con una trama solida e interpreti di spessore e adatti al ruolo.

Si tratta di "Nebbie e delitti", la serie ambientata a Ferrara (televisivamente, perchè quella cartacea è ambientata a Parma) tratta dai romanzi di Valerio Varesi, con protagonista il Commissario Soneri, interpretato in televisione da Luca Barbareschi.

Un'ora e mezzo che non induce al sonno.

I tre prodotti contemporanei sono Brennero, Kostas e Stucky.

Brennero è da salvare, a parte i dialoghi sussurrati e il vizio di inserire protagonisti con sfighe (in questo caso l'ispettore di polizia è senza una gamba) la trama è interessante e i personaggi con i loro interpreti, credibili.

Ma Kostas e Stucky, ambedue tratti da romanzi di un autore greco il primo e italiano il secondo, mi sembrano la caricatura del telefilm poliziesco.

Interpreti bravi come Battiston e Fresi, catapultati in un ruolo che non si addice alle loro corde, rendono grottesca la figura del commissario, più il Clouseau di Sellers o lo Juve di De Funes che il Maigret di Cervi.

Ma soprattutto il lentissimo dipanarsi della trama, probabilmente per voler raggiungere un minutaggio ed un numero di episodi compatibili con la spesa, concilia il sonno che, infatti, mi ha colpito puntualmente in tutte le quattro occasioni in cui mi sono cimentato nel tentativo di guardare i primi due episodi di entrambi i programmi.

Magari, se i produttori contemporanei, senza andare a ripassare i classici degli anni sessanta e settanta, facessero un ripasso anche solo su programmi più recenti come Nebbie e delitti, riuscirebbero a presentare prodotti che non siano sostitutivi della rilassante camomilla serale.

domenica 10 novembre 2024

Protagonisti tristi e dimessi

Un nuovo telefilm poliziesco si è affacciato sugli schermi di Giallo: Van der Valk.

Produzione e ambientazione olandese è la tipica squadra omicidi, composta con il bilancino del farmacista (uomo bianco, immigrato nord africano, donna lesbica, medico legale burbero, superiore donna ligia ai regolamenti ...) ma con trame (circa 90 minuti di prodotto) interessanti.

Sennonchè non c'è un solo pèrsonaggio, tra quelli ricorrenti, allegro e burlone.

Hanno tutti problemi pregressi, sfighe in atto e in divenire.

Ma perchè ?

Non possono, visto che la trama poliziesca la sanno imbastire ed è l'unica cosa che conta, proporci il giallo e gli investigatori che richiamino i Derrick di una volta, di cui non si sapeva neppure se avessero necessità fisiologiche, tanto erano integrati nella trama ?

domenica 3 novembre 2024

Anni 90: ancora happy days ?

Incuriosito da alcuni commenti letti su X, contrariamente alle mie consolidate abitudini che mi portano a guardare in diretta solo un telegiornale e le partite di calcio e poi, registrati, solo film e telefilm western, di fantascienza e polizieschi, ho guardato il primo episodio (e quindi tutti gli altri sette) di una serie sulla nascita e i primi passi degli 883, vista, credo, attraverso gli occhi di uno dei due, Max Pezzali.

Gli 883 non mi sono mai particolarmente interessati, non ricordavo una sola loro canzone tranne quella che dà il titolo alla serie "Hanno ucciso l'Uomo Ragno" e non posso che confermare la mia sostanziale indifferenza a quel tipo di musica.

Ma, c'è un ma, i commentatori su X non avevano affatto torto quando scrivevano della ambientazione che ricreava, a loro parere, il clima di quegli anni.

E in effetti quella è la parte migliore e, dal mio punto di vista, più accattivante della serie.

Due, tre anni presi in esame (direi dal 1991 al 1993) con la vicenda di quei due ragazzi che sarebbero diventati gli 883 e sullo sfondo tutto il resto.

Con personaggi poi divenuti celebri, verso i quali suppongo si sia indirizzata anche la simpatia o l'antipatia di Pezzali.

Ad esempio la figura di Claudio Cecchetto che mi sembra così caricaturale da farmi supporre che tra i due non corra buon sangue.

Ma soprattutto una gioventù ancora non contaminata dall'eccesso tecnologico (il telefono cellulare appare solo di sfuggita alla fine della serie) e che ancora si ritrova fisicamente in un ambiente come quello di una sala giochi, ancorchè, se corrispondente alla realtà, già molto volgare nelle espressioni che si manifesta nella serie con un linguaggio particolarmente, ripetutamente sboccato anche a tavola con i propri genitori (cosa per noi adolescenti anni 60 e 70, inconcepibile).

Una gioventù che, a differenza della nostra, cominciava a ridere di meno, ad avere meno ambizioni o, meglio, ad avere ambizioni molto differenti rispetto a quelle che avevamo noi.

Una gioventù che sognava meno, o, almeno, diversamente da noi.

E non credo che quando ripercorranno gli anni duemila, il primo e il secondo decennio, troveremo nuovamente quello spirito che ha caratterizzato la gioventù degli anni sessanta, settanta e, in parte, ottanta.

 

domenica 27 ottobre 2024

L'ora naturale

E' noto, per averlo scritto più volte, che sono favorevole all'ora solare rispetto alla abnorme estensione di quella di stato.

Oggi, finalmente, inizia il breve periodo di cinque mesi nei quali, chi vuole, può esercitare il suo diritto a vivere secondo i tempi naturali e non cercare di adeguare la Natura alle proprie esigenze.

L'esposizione alla luce solare è sempre la stessa, che ci sia l'ora naturale o quella di stato.

La differenza sta nel fatto che l'ora di stato cerca di inseguire le pulsioni (e gli interessi) che portano a non rispettare i tempi di lavoro e quelli di riposo, come si faceva una volta, fondati sui tempi della Natura.

La estensione anomala del "nottambulismo" fino alle prime ore del mattino, costringe i protagonisti di tali dubbie performances ad estendere il periodo di riposo ben oltre l'alba.

Così abbiamo esercizi commerciali che aprono alle dieci, persino alle undici del mattino, salvo poi chiudere alle sette o alle otto spostando sempre di più gli orari verso periodi che dovrebbero essere meglio dedicati a riposo e famiglia.

In tanti parlano di recupero di un ritorno alla Natura.

Non sarebbe un bel primo passo se si ricominciasse a svolgere le proprie attività nel rispetto dei tempi del sorgere e del tramonto, invece di forzare artificialmente l'orario per adeguarlo a mode indotte ?

sabato 19 ottobre 2024

Tempo d'altri tempi

Questi giorni di pioggia, pioggerellina, nebbia, pallido sole, mi ricordano altri giorni, che colloco, forse mitizzandoli un po', nel periodo della mia infanzia e adolescenza, anni Sessanta e Settanta.

Grande è la sensazione di piacere che provo al mattino quando, sollevando la tapparella, vedo una nebbia in procinto di alzarsi e di svelare il paesaggio di casa mia, noto eppure diverso quando visto attraverso quel filtro naturale che mi ricorda la televisione in bianco e nero della mia infanza.

Questo è l'autunno d'altri tempi che mi si presenta oggi, anche se, forse, è il superamento della frenesia degli anni del lavoro che mi consente di recuperare le sensazioni di una volta.

Ma se fosse invece il cambiamento climatico che mi riporta le stagioni idealizzate nella staticità della memoria, allora ben venga il cambiamento climatico.

domenica 13 ottobre 2024

Alla riscoperta di Mickey Spillane

Spillane, Hammet, Chandler, il trio di autori gialli dell'America dei gangster e dei poliziotti rudi.

I loro Hammer, Spade e Marlowe sono gli antesignani dell'Ispettore Callaghan di Clint Eastwood e di Paul Kersey di Charles Bronson.

Duri, spietati, onesti.

Ce ne vorrebbero ancora, anche in Italia, soprattutto in Italia, di personaggi così, peccato che siano solo frutto dell'immaginazione di tre autori che sto riscoprendo in questi mesi.

Spillane lo avevo letto tanti anni fa, quando ancora, in estate, scambiavo libri con un mio amico di infanzia e lui mi consegnò due gialli di questo Mickey Spillane.

Allora non ne compresi la velocità dell'azione e la trama, senza fronzoli, in cui, alla fine, il Bene trionfa sul Male e non ci fu seguito.

Qualche mese fa, nella mia ricerca di gialli che non fossero inquinati dal politicamento corretto imperante nelle trame odierne, vidi che la Fanucci, casa editrice storica della letteratura fantastica e di fantascienza,  si era lanciata anche in altri settori.

Tra questi la ristampa (forse a diritti scaduti, chissà) dei romanzi di Mickey Spillane con protagonista Mike Hammer, detective tutto di un pezzo, il cui linguaggio e le cui considerazioni sulle donne oggi sarebbero oggetto di aspri commenti e censure.

Tali romanzi vengono anche pubblicati in edizione digitale e così, costretto dalle esigenze di spazio che non ho più per i libri cartacei comunque miei preferiti, ne ho acquistato uno.

Sono rimasto folgorato dalla bellezza delle situazioni, senza un solo briciolo di quelle paturnie che si leggono oggi, soprattutto nei romanzi gialli scandinavi.

Due-trecento pagine di trama, di scazzottate, di sparatorie, di morti e di belle donne.

Quasi immediato l'acquisto di un secondo, poi un terzo e, adesso, un quarto romanzo.

Consigliabilissimi.

domenica 6 ottobre 2024

Dopo il Liverpool

Come tifoso del Bologna vorrei vedere la mia squadra sempre vincente.

Ma la realtà è diversa e posso comunque ringraziare di aver visto, nel 1964, "LO" scudetto del Bologna (che poi sarebbe l'ottavo considerando anche quello che non ci fu mai riconosciuto nel 1927 e che, prima o poi, visti i precedenti a favore dell'Inter, dovrà esserci assegnato) e, dopo sessanta anni di attesa, la partita contro il Liverpool squadra per la quale, sin da bambino, dopo averla vista sconfiggere l'odiata Inter di Moratti, Herrera e Suarez, ho sempre tifato in campo europeo.

Una partita piacevole, con risultato giusto, che ha visto il Bologna uscire dignitosamente e, anzi, poter recriminare perchè almeno un golletto lo avremmo meritato.

Ma oggi si torna nei ranghi, tra i mortali, ci aspetta il Parma e sarebbe ora di cominciare a vincere regolarmente in Campionato per sperare di avere altre occasioni per giocare all'Anfield Stadium.



domenica 29 settembre 2024

Troppi "esperti" del nulla

Le trasmissioni radiofoniche sono imbottite dalle autoreferenziali "confessioni" di attori, cantanti, scrittori (o presunti tali), elevati al rango di filosofi, maitre a penser e di "esperti" della rava e della fava che ci dicono, con una sicumera invidiabile, cosa si deve fare e perchè un determinato evento negativo è accaduto.

Sono trasmissioni tutte uguali, cambia solo il conduttore, ma la banalità delle domande e delle risposte è sempre la stessa.

Abbiamo attori e cantanti che ci comunicano quanto sia stato difficile e faticoso realizzare quella canzone, quel libro, quel film e, tutti, lo hanno fatto per noi, per dare una indicazione di vita vissuta (forse) di cui non sentiamo alcun bisogno.

Purtroppo noto che molti comportamenti delle generazioni più giovani, sono improntate ai "drammi esistenziali" che ascoltano per radio e vedono in televisione e poi non sanno come comportarsi se forano una gomma.

La domanda che mi pongo sempre è come mai, con tutti i reggimenti di "esperti" che abbiamo, ancora non abbiamo risolto i problemi che ci coinvolgono.

Forse perchè quelli che straparlano davanti ai microfoni non sono veri "esperti" o forse perchè la loro è mera teoria che non trova alcun riscontro nella pratica ?

O forse perchè, invece di farli straparlare, sarebbe meglio mandarli a spalare fango o costruire ferrovie ?

Così si cresce una generazione che, per la prima volta, ha meno capacità, meno laboriosità, meno inventiva, meno forza di quella precedente.

Così si pongono le premesse per la decadenza della nostra Civiltà e ne precede il crollo.

domenica 22 settembre 2024

Il Bologna in Champions

Mercoledì scorso, dopo sessanta anni, il Bologna è tornato a giocare una partita nel massimo torneo calcistico europeo.

Allora vi partecipavano solo le vincenti dei rispettivi campionati nazionali e un posto di diritto era attribuito alla squadra che aveva vinto il torneo l'anno precedente e, infatti, quell'anno furono due le formazioni italiane, il Bologna vincitore dello Scudetto e l'Inter che aveva vinto la Coppa dei Campioni.

Oggi non è più Coppa dei Campioni, perchè sono ammesse anche le squadre arrivate seconde, terze, quarte e persino quinte nei rispettivi campionati, secondo una distribuzione per nazione che tiene conto dei risultati ottenuti.

Io ho un vago ricordo della delusione del primo e unico incontro della Coppa dei Campioni.

Tre partite, compresa la "bella", contro una squadra belga, l'Anderlecht che passò per il lancio di una famigerata monetina, al secondo lancio perchè il primo la monetina non ne volle sapere di prendere una parte.

Non credo che il Bologna andrà oltre il primo turno anche questa volta, ma almeno vedremo otto partite, una delle quali contro la squadra che sin da allora elessi come mia beniamina, il Liverpool, unicamente perchè la vidi sconfiggere l'odiata Inter.

La prima partita non ha avuto vincitori, quindi, essendosi giocata a Bologna, è una occasione persa per il Bologna, ma giunti a queste otto partite, il risultato assume una valenza marginale.

Godiamoci lo spettacolo a prescindere dal risultato che, comunque, se arrivasse, sarebbe come la classica ciliegina sulla torta.


domenica 15 settembre 2024

Il collezionista

Ho conosciuto in passato una persona che acquistava i libri, tutti, di una casa editrice, tutte le collane, spediti per corrispondenza, protetti da un bel cellofan e li sistemava, così come erano, senza neppure rimuovere il cellofan, in libreria, dicendosi e dicendo che li avrebbe letti una volta andato in pensione.

Non so se sia riuscito a coronare il suo progetto, certo è che non è la prima persona che ha comportamenti compulsivi verso un qualcosa che colleziona.

Io stesso, ho trovato, durante una ricerca durata anni di alcuni volumi di fantascienza editi da una casa non più in vita, due  volumi ancora incellofanati (copertura che ho rimosso subito con grande soddisfazione, visto che i volumi erano intonsi e li avevo pagati come usati).

Sempre per rimanere in ambiti di mia conoscenza, conosco persone che comprano pipe e non le usano per fumare, ma le tengono in una teca, mostrandole agli amici e si scandalizzano pure quando dico che un certo modello io lo uso regolarmente.

Altri fanno lo stesso con le stilografiche, poi ci sono quelli dei piatti ricordo, dei servizi di caffè, di piatti, posate, comprati e mai usati.

Per la gioia degli eredi.

Probabilmente io non avrò l'anima del vero collezionista, ma non usare un qualcosa di bello (o comunque che piace a me, non necessariamente deve piacere agli altri) che ho comprato, mi sembrerebbe uno spreco.

Perchè l'avrei comprato, allora, se non lo uso, ma mi limito a rimirarlo chiuso in una bacheca ?

E come la mettiamo con il fascino di un oggetto consunto dal proprio uso ?

In ogni caso, sempre siano lodati i collezionisti che ci lasciano oggetti pregiati, nuovi, da poter "conquistare" quando eredi venali ed ignoranti li rimettono in vendita per pochi spiccioli.

domenica 8 settembre 2024

Star Trek i film

Terminato il ripasso delle serie di Star Trek, mi sono dedicato ai film.

Tredici quelli usciti finora.

Sei con l'equipaggio della Serie Originale, quattro con quello della Next Generation e tre, gli ultimi tra il 2009 e il 2016, in cui si fantastica su come i protagonisti della Serie Originale si siano conosciuti in Accademia e quindi abbiano cominciato a lavorare assieme.

Gli ultimi tre sono, a mio parere, un "tradimento" dello spirito di Star Trek, non perchè siano disprezzabili, ma perchè somigliano più a Star Wars che a Star Trek.

Sono stati un errore, perchè i personaggi delle varie serie sono indissolubilmente legati ai loro interpreti e perchè non fanno riferimento ad alcuna serie sviluppate in una pluralità di stagioni ed episodi, tali da consentirci di conoscerne caratteri e di farceli sentire "nostri".

Molto ben fatti invece gli altri dieci che ripropongono i personaggi delle prime due serie con un passaggio del testimone nel settimo film (Generationi), tra la Serie Originale e Next Generation e, appena accennato, nel decimo film (Nemesi) tra Next Generation e Voyager attraverso la breve apparizione del capitano Janaway, divenuta nel frattempo ammiraglio.

Non so se altri si cimenteranno per realizzare un quattordicesimo film di Star Trek, di materiale ce ne sarebbe in abbondanza, ma è da vedere la risposta di un pubblico affezionato ai protagonisti di sempre.

Sì perchè anche per me, pur considerando Voyager la serie migliore, con un suo filo conduttore che ha condotto tutte le sette stagioni, il fascino della Serie Originale rimane intatto, con il suo entusiasmo adolescenziale (ricordiamoci che la Serie Originale è stata prodotta tra il 1964 e il 1966 !) e la fantasia galoppante per un mondo migliore, con l'ottimismo di una umanità che ancora scontava i rigori di una guerra e guardava al futuro con tanta speranza.

Una serie con protagonisti che si sono cuciti addosso il loro personaggio, quattro dei quali deceduti tra il 1999 e il 2022 (De Forest Kelley cioè il Dottor McCoy, James Doohan/Montgomery Scott, Leonard Nimoy/Spock e Nichelle Nichols/Uhura) e che i tre ancora in vita hanno 83 anni (Cecov e Sulu) e ben 93 il Capitano Kirk, al secolo William Shatner che alcuni anni fa coronò anche il sogno di viaggiare nella spazio ospite di uno dei primi lanci privati.

Nei film, come nelle apparizioni nelle serie successive, li ritroviamo invecchiati ma ancora interpreti di un sogno, perchè gli attori muoiono, ma i loro personaggi vivranno per sempre.

---

I FILM

1979 - Star Trek il film (Serie Originale)

1982 - Star Trek II l'Ira di Kahn (Serie Originale)

1984 - Star Trek III alla ricerca di Spock (Serie Originale)

1986 - Star Trek IV rotta verso la Terra (Serie Originale)

1989 - Star Trek V l'Ultima Frontiera (Serie Originale)

1991 - Star Trek VI Rotta verso l'ignoto (Serie Originale)

1994 - Star Trek VII Generazioni (Next Generation)

1996 - Star Trek VIII Primo contatto (Next Generation)

1999 - Star Trek IX L'insurrezione (Next Generation)

2002 - Star Trek X La Nemesi (Next Generation)

2009 - Star Trek XI L'inizio

2013 - Star Trek XII Into the darkness

2016 - Star Trek XIII  Beyond

domenica 1 settembre 2024

Il Bologna parla poco italiano

Il Bologna ha iniziato male il Campionato che andrà in parallelo con la partecipazione, dopo sessanta anni, alla Champions.

Ma non è sui risultati (siamo appena alla terza giornata) che scrivo, bensì sulla rosa della squadra che ho visto in una delle rassegne stampa sul Bologna e di cui ho cercato di recuperare l'elenco pubblicato con il nome del giocatore, il ruolo, l'anno di nascita e la cittadinanza (la nazionalità è altra cosa).

Così ho visto che su trentare giocatori in lista, SOLO DIECI sono Italiani: numero insufficiente anche per comporre una formazione !

Ventitre stranieri, provenienti da ogni parte del mondo, un melting pot al ragù, una Torre di Babele che accentua le difficoltà organizzative e tattiche per l'allenatore.

Ma, soprattutto, uno schiaffo alla Nazionale di cui ci si lamenta quando viene eliminata dalla fase finale dei campionati del mondo o agli ottavi degli europei, ma non si riflette abbastanza che se una squadra di terza fascia come il Bologna ha solo dieci Italiani in rosa su trentatre e in campo ne manda contemporaneamente, quando va bene, due ed a volte gioca senza Italiani, come si può sperare che crescano giocatori che diano lustro alla maglia Azzurra ?

Purtroppo la situazione dei vivai è quasi identica, come dimostra l'ingresso in pompa magna di un polacco come Urbanski nella rosa titolare, dopo essere stato allevato per due anni nel nostro vivaio.

Ma fosse solo il Bologna, potremmo anche chiudere un occhio, visto che, con una proprietà straniera, che ha anche una squadra in Canada, ci può stare il melting pot, il fatto grave è che, chi più chi meno, tutte le squadre, incluse in serie B, hanno imboccato la stessa strada.

E allora ?

Allora tocca alla Federazione, magari stabilendo che ogni squadra può comperare tutti gli stranieri che vuole, ma in campo, contemporaneamente, possono esserceno solo due o al massimo tre.

Allora torneremo a sorridere anche in Nazionale.


domenica 25 agosto 2024

Helgoland 513

Quando vidi la prima pubblicità che anticipava la messa in onda di uno sceneggiato di produzione tedesca intitolato "Helgoland 513", mi segnai la data per poi scaricare dall'on demand di Sky tutti i sette episodi che compongono la prima (e probabilmente ultima) stagione.

Ho sempre avuto una particolare passione per le storie del "dopo catastrofe", a cominciare dalle opere di John Wyndham, che non è solo "Il giorno dei Trifidi" e, in televisione, da "I sopravvissuti", eccezionale serie inglese di fine anni settanta, solo da pochi anni disponibile anche in dvd per poterla rivedere quando si vuole.

Helgoland 513, dalla pubblicità, sembrava poter rinverdire quei fasti.

Solito virus micidiale, in un'isola si rifugiano delle persone sane in numero non superiore a 513 per poter essere in grado di attendere tempi migliori senza ristrettezze.

Notare che l'idea del virus è ricorrente (cito solo "Contagio" di Eric Maine molto simile, pur essendo stato scritto ai primi degli anni sessanta, a quello che abbiamo vissuto con il covid) e che era anche la causa della strage ne I sopravvissuti.

Anche l'isola è una idea ricorrente (veggasi il citato Wyndham ne "Il giorno dei Trifidi", ma anche nei "Trasfigurati" e ne "Il risveglio del Kraken") perchè viene vista come una zona, protetta naturalmente dal mare, all'interno della quale è più facile gestire una situazione di emergenza.

Mi sono quindi messo a guardare, con favorevole predisposizione d'animo, Helgoland 513.

Dire delusione è poco e penso che non ci sarà un seguito, tanto la buona, ancorchè non originale, idea iniziale è stata vanificata da una trama inconsistente, da una recitazione piatta, da una tristezza che pervade tutta la narrazione come solo i tedeschi possono sviluppare quando ripiegano su se stessi (peraltro molto meglio, per noi, di quando si sentono invincibili e padroni del mondo).

Per me rappresenta la decadente Germania di oggi che, oltre ad aver perso da tempo ogni Valore, da due-tre anni batte in testa nel motore dell'economia e perde così l'unica medaglia che può far brillare sul suo petto.

Ogni paragone con la serie inglese anni settanta è improponibile.

I sopravvissuti anno 1977 resta ancora il miglior esempio di racconto televisivo su una Terra ed una Umanità che devono ricominciare il loro cammino.


domenica 18 agosto 2024

Alain Delon


Una domenica estiva sotto una refrigerante pioggia nell'attesa dell'esordio del Bologna in Campionato, viene scossa dalla notizia della morte di un mito del cinema degli anni settanta e ottanta.

Alain Delon ha sicuramente rappresentato uno stereotipo francese, ma è anche stato un attore capace di interpretare molteplici ruoli.

I giornali online sono pieni di quei coccodrilli dove si citano i film che sono nella manica della intellighenzia mondiale, la cui cappa tende a soffocare ogni libera coscienza, ma a me piace ricordarlo in un film che non ho ancora letto tra le tante citazioni.

Un film che, per me, appassionato del genere, rappresenta una delle pellicole più affascinanti, non la sola, ma una di quella decina che non mi stanco mai di rivedere e, infatti, ne posseggo una copia in dvd per poterl riprodurre ogni volta che ne abbia voglia.

Sole Rosso è un film dei primi anni settanta, un western epico, dove abbiamo i banditi, buoni e cattivi, il buono venuto dal Giappone, un inseguimento, la lealtà, l'amicizia, la rivalità e, ovviamente una bellissima donna contesa.

Charles Bronson, Toshiro Mifune, Ursula Andress furono i colleghi di Alain Delon che interoretava la parte del cattivo "Gauche", allo stesso modo con il quale Henry Fonda aveva interpretato qualche anno prima il cattivo "Frank" in "C'era una volta il West" di Sergio Leone, con la medeisma coerenza e crudeltà.

Ecco, quando si parla di Alain Delon, penso a Gauche ed a Sole Rosso, al piacere che continua a darmi la visione di un bel film, bene interpretato.

domenica 11 agosto 2024

Cosa è andato storto ?

Sto leggendo un romanzo giallo scritto nel 1919 e ambientato nella Londra del 1912.

E' uno degli oltre duecento titoli della collana Mystery I Bassotti della Polillo Editore, dalla caratteristica copertina rossastra, scritti tra il 1910 e mil 1960.

Si tratta di "Delitto a Middle Temple, di Joseph Smith Fletcher, il primo che ha come protagonista il giornalista investigativo Frank Spargo.

Il romanzo appare subito avvincente, con una trama solida, pulito, elegante, senza cadute, ma quello che mi ha fatto riflettere è: sono veramente esistiti giornalisti di qualità come quello dipinto dal personaggio di Spargo ?

Perchè sicuramente oggi non esistono, tutti proiettati come sono a scodinzolare davanti al padrone, trasformati in megafoni di propaganda.

E se sono realmente esistiti: cosa è andato storto ?

domenica 4 agosto 2024

Lavori in corso

Tornando a Bologna dopo alcuni giorni ho visto un nuovo cartello di lavori in corso lungo la strada di casa.

Da un paio di mesi hanno chiuso a rotazione, per qualche giorno o qualche settimana, le vie di accesso (due) alternative tra loro, ma questa volta il cartello indica nel 7, 8 e 9 agosto la chiusura di un tratto di strada "per asfaltatura" che non ha alternative, se non un lungo e tortuoso passaggio per i Colli.

Non c'è neppure l'indicazione "eccetto i residenti" e non viene indicata alcuna strada alternativa.

E' necessario asfaltare (anche se sarebbe più importante riaprire via degli Scalini chiusa dal maggio 2023 "per frana" all'altezza dei numeri 4 e 9 con un bel cartello, di fresca apposizione, "chiusa anche a pedoni e ciclisti") ma potrebbero benissimo asfaltare in tempi diversi le due carreggiate e far passare i mezzi, almeno quelli dei residenti, con un bel semaforo che alterni il passaggio, come vedo spesso in montagna (dove le frane sono di casa).

Condivisibile invece la scelta di effettuare i lavori dal 7 al 9 agosto, quando il traffico dovrebbe essere ridotto al minimo ed i disagi ricadere solo su pochi.

domenica 28 luglio 2024

Subdoli

Da quasi due anni mi sono piegato, per ragioni di spazio, all'acquisto di libri digitali.

L'esperienza è meglio del previsto, anche se non c'è paragone con il libro cartaceo nella fruizione di tutto ciò che è il contorno rispetto al contenuto del libro.

Alcuni libri, però non li vedevo in formato digitale, quindi li ho comprati cartacei, dandomi da fare per recuperare quel poco di spazio nelle librerie ancora disponibile e trasferendone alcuni in montagna.

Ho poi scoperto che all'uscita di un nuovo volume, non è immediata l'uscita del formato digitale, così ho cominciato ad attendere anche un mese per poter usufruire della copia e non appesantire le mie librerie.

Nei giorni scorsi ho scoperto, dopo aver visto che alcuni volumi proprio non annunciavano il formato immateriale, che, invece, lo avevano prodotto, ma non veniva indicato tra i formati (rilegato, brossura, economico) esposti.

L'ho scoperto per caso, andando a guardare l'elenco dei romanzi pubblicati di un autore e, nella lista, ad un certo punto ho visto che ricominciava con tutte le versioni digitali.

Per curiosità ho fatto altre ricerche con lo stesso criterio tra i volumi di cui sembrava non ci fosse quel formato e quasi sempre ho ottenuto il medesimo risultato.

Potebbe essere una politica di quella specifica casa editrice, anche se non sono sicuro che il libro cartaceo possa portare un maggior guadagno.

Certo è che, adesso che lo so, farò qualche ricerca in più per conquistarmi la mia copia digitale.

Purtroppo non ho un magazzino sotto casa da adibire a libreria ...

domenica 21 luglio 2024

Il tram a Bologna

Ho un lontano ricordo del tram che sferragliava a Bologna probabilmente quando avevo all'incirca quattro anni.

In particolare mi ricordo che nella parte posteriore del tram c'era un volante, che presumibilmente non aveva più alcuna funzione, che noi bambini ci contendevamo per sentirci dei piloti.

Poi il tram fu dimenticato, sostituito dagli autobus e dai filobus.

Le rotaie furono, nel tempo, divelte o coperte da strati di asfalto.

Oggi viene riproposto il tram.

Ovviamente sarà un tram moderno, ma ha una caratteristica che all'epoca veniva proposta per la sua rimozione: occupava un percorso fisso, non aveva la mobilità necessaria per districarsi dal traffico e diventava un ostacolo alla snellezza del traffico.

Anche oggi sarà così.

Per ragioni ideologiche Bologna ha rinunciato alla metropolitana, per la quale c'erano già i fondi, il progetto e le autorizzazioni.

Adesso ripropone il tram, aggravando e non alleggerendo il traffico cittadino.

La sommatoria di tram, con il suo percorso fisso e dei trenta all'ora (che nessuno più rispetta perchè sono state tolte dalle strade le pattuglie preposte alle sanzioni, forse una sorta di tarallucci e vino con il Ministro Salvini che aveva assunto provvedimento che rendeva illegale la generale imposizione di quel limite e quindi avrebbe provocato un ampio contenzioso con gli automobilisti sanzionati) non agevola certo il traffico e aumenterà l'inquinamento.

I tempi lunghi di realizzazione mi fanno sperare che da qui all'entrata in funzione del tram, possa accadere qualcosa che lo supererà.

Anche se sarà l'ennesimo sperpero del denaro dei cittadini ma, almeno, non ci sarà anche la beffa di dover intasare uk traffico privato per consentire al tram di percorrere la sua strada che non vuole ostacoli.

domenica 14 luglio 2024

La Roma dopo Costantino

E' un giallo, solo un giallo, "Delitto al Palatino" di Andrea Frediani.

Piacevole, ben costruito, ma è uno dei tanti gialli con una ambientazione storica che, a me, piaccionoi molto e di cui faccio incetta, soprattutto, prevalentemente, quando si tratta di Storia di Roma o della Serenissima.

Ma in questo giallo di Frediani, c'è quella che, per me, è una novità.

Una rivisitazione del mito costruito nei secoli dei "buoni" cristiani perseguitati e tolleranti, intelligenti e onesti, contro i feroci pagani, assassini e crudeli.

Non che le persecuzioni non ci siano state, ma Frediani, portandoci nella Roma del 350 dopo Cristo, ci mostra come, dopo l'Editto di Costantino che legalizzò la pratica della religione cristiana, questi ultimi abbiano gradualmente preso il sopravvento, agendo esattamente come agivano i pagani nei loro confronti.

Fino ad imporre il cristianesimo come unica religione dell'Impero con Teodosio, pochi anni dopo l'epoca in cui è ambientato il nostro giallo.

All'interno del romanzo (di fantasia) vi sono molteplici spunti tesi a rivalutare il comportamento dignitoso degli ultimi tradizionalisti e vi si possono trovare anche osservazioni meritevoli di riflessione.

Come quella, verissima, con la quale il protagonista, pagano, afferma che Roma non ha mai combattuto guerre per imporre la sua religione, anzi è sempre stata aperta ad inglobare le religioni e gli dei anche dei popoli sconfitti (veggasi gli dei egizi, ad esempio, mia nota) e, ricordando come solo gli ebrei ed i cristiani si fossero rifiutati di avere un posto nel Pantheon per il loro dio, ipotizza che, viceversa, proprio le religioni onoteistiche avrebbero invece cercato di imporre il loro credo cancellando ogni alternativa.

Come poi effettivamente è avvenuto.

Come sempre la Storia non è bianca o nera, ma ci sono sfumature che è bene possano emergere anche nalla piacevole lettura di un romanzo che è "solo" un giallo ambientato nella Roma di fine Impero.

domenica 7 luglio 2024

Calcio moderno, calcio soporifero

Nonostante l'uscita di scena dell'Italia frutto, a mio avviso, della scarsa lungimiranza dei dirigenti che preferiscono comprare stranieri anche per le giovanili invece di far giocare gli Italiani, ma ci tornerò, continuo a guardare il Campionato europeo per Nazioni.

Il calcio che viene prevalentemente giocato non mi piace.

Pur se contento, come tutti, dei risultati ottenuti dal Bologna, il gioco che esprimeva mi annoiava.

Tutti quei passaggi in orizzontale, al portiere, piccoli tocchi, niente estro, nessuna invenzione, zero fantasia, solo una geometria studiata a tavolino, l'ho purtroppo ritrovata in molte partite e squadre nazionali.

Non a caso il principale cannoniere degli europei è il signor autogoal, infatti quel tipo di gioco tende ad evitare gli errori, le improvvise aperture delle difese, un gioco che rinuncia allo spettacolo e che porta inevitabilmente a giocarsi il passaggio del turno ai rigori.

In compenso, guardando quelle partite, riesco a farmi delle dormite bellissime in poltrona ...

domenica 30 giugno 2024

Il senso del ridicolo

Oggigiorno non si può più rivendicare il senso del pudore perchè viene interpretato come un residuato bellico dei secoli passati.

Spero però che si possa sempre ricorrere al senso del ridicolo che dovrebbe essere un salutare freno inibitore alle esternazioni maggiormente pacchiane.

Purtroppo non è così e se evito di puntare l'indice, ancora una volta, sull'abbigliamento che si vede per strada, in città, non sulla spiaggia, la giornata odierna mi ha fatto notare una minimale e innocua violazione di tale senso.

Oggi, a Bologna, arriva e/o transita il giro di Francia.

Molte strade sono chiuse o lo saranno e questa mattina sono uscito prima del solito per riuscire a fare i miei giri domenicali senza rischiare di rimanere bloccato.

Ho visto improbabili ciclisti, per lo più apparentemente più anziani di me, che arrancavano su avveniristiche biciclette da corsa, super accessoriate, indossando una improbabile maglietta gialla.

Innocuo e minimale, però si comincia dal poco ...

domenica 23 giugno 2024

I clown degli spalti

A me piace il calcio e mi sto godendo le partite del Campionato europeo per Nazioni.

Trovo però avvilente lo spettacolo che molti danno sugli spalti.

Sembra quasi che il clima di una partita di calcio trasformi tutti in clown, con parrucche, fisici improbabili esposti allo sghignazzo in eurovisione, facce colorate come i pellerossa dei film di John Wayne, in una gara a chi riesce a mostrarsi più sciatto nel suo abbruttimento.

Per non parlare poi dei "capi" tifosi che stanno tutta la partita con le spalle rivolte al campo (quindi non vedono nulla !) per "dirigere" cori e coreografie neanche fossero tanti Don Lurio del calcio.

Possibile che uno non riesca a guardarsi la partita senza il frastuono di trombe, tamburi, urla belluine ?

Capisco che l'ambiente dello stadio sia utile per dare libero sfogo, come la valvola di una pentola a pressione, a tante tensioni che, se trattenute, potrebbero causare più danni, ma non sarebbe sufficiente qualche liberatorio applauso o anche l'urlo di esultanza in occasione di azioni spettacolari e dei goals che certo non mancano ?

domenica 16 giugno 2024

Il vestito della domenica

Oggi è domenica.

Una volta me ne rendevo conto perchè il mio orologio interno mi consentiva di svegliarmi un po' più tardi, nella consapevolezza di non avere obblighi lavorativi, oggi, quando da pensionato ogni giorno è domenica, me ne accorgo dal calendario e dal clima esterno.

Apro le finestre e vedo quelle del palazzo di fronte ancora chiuse, in effetti non sono ancora le sette.

Esco e posso parcheggiare ovunque, superare ogni limite di velocità imposto dal traffico nei giorni feriali e camminare fra la poca gente in giro per Bologna.

Gente che dichiara che oggi è domenica dal vestito indossato.

Una volta alla domenica il vestito della domenica era il migliore, quello della "festa", quello che ci faceva sentire ingessati, tanto eravamo preoccupati nell'indossarlo con cura.

Oggi il vestito della domenica è, per molti, un modo di presentarsi che chiamano "informale" e che a me sembra "trasandato".

Non ho mai apprezzato il "vestito della domenica" del passato e, appena ho potuto, mi sono affrancato usando ogni giorno il vestito che più mi piaceva e che più mi faceva sentire a mio agio.

Ma questa moda, irmai invalsa da anni, di presentarsi in pantaloncini e, quando saremo un po' più avanti nella stagione, infradito, mi sembra peggio del "vestito della festa" del passato.

E' come se uno dicesse che nei giorni feriali non è lui, ma è un altro, uno costretto a vestirsi in un certo modo.

Credo che varrebbe la pena impegnarsi per recuperare un po' di eleganza, non quella rigida formalità di una volta, ma la sobria eleganza che dice del nostro personale rispetto per gli altri e, soprattutto, per noi stessi.

E non solo alla domenica.

domenica 9 giugno 2024

Il libro cartaceo sopravviverà

Nel riodinare una parte delle mie librerie, mi sono capitati tra le mani romanzi di tante stagioni fa.

Autori che erano sulla cresta dell'onda, pubblicizzati a colpi di "tot milioni di copie vendute in tutto il mondo" e di cui oggi non vedo alcuna ristampa.

Come Harold Robbins, il preferito da mia madre, che ebbe, in Italia, il suo momento d'oro negli anni settanta, deceduto prima della fine del secolo, ma di cui non vedo proposte nelle nuove uscite.

Come lui Sidney Sheldon, altro autore di grande fama e altrettanto cospicue vendite.

Meno noto Anton Myrer, con la sua struggente e nostalgica Cabriolet.

Ma è con particolare emozione che mi sono messo a rileggere, probabilmente per la centesima volta, ma erano anni che non rientrava nelle mie letture, "Calico Palace", un affresco western che nulla ha a che invidiare al "Via col vento" di Margareth Mitchell e che ho in una edizione limitata del 1972 del Club degli Editori.

Ecco perchè la versione elettronica di un libro non soppianterà mai quella cartacea, per quanto possa essere comoda e risparmi spazio e tempo.

Una edizione elettronica, infatti, non richiede di essere spolverata periodicamente, quindi non la si riprende in mano, non la si sfoglia, magari trovando vecchi, improvvisati, segnalibri e quindi non ci si riappropria del sapore di quei giorni, quando leggemmo quel romanzo la prima volta.

E ci piacque.

venerdì 7 giugno 2024

Riusciremo a vederne un altro ?

Il 7 giugno 1964 il Bologna, a Roma, vinse lo storico spareggio contro l'Inter.

Come la squadra, la società, vincitrice di altri sei (o sette se consideriamo quello non assegnato nel 1927) scudetti sia caduta in basso lo dice la continua celebrazione di quell'evento di sessanta anni fa che ebbi la fortuna di vivere a non ancora otto anni.

Il ricordo, nonostante gli anni che passano e la speranza rifiorita solo da un bel Campionato (che però non garantisce sul futuro) che quell'ultimo scudetto non sia più l'ultimo, è sempre emozionante.


 

domenica 2 giugno 2024

Inflazione

Girare per le bancarelle dei libri è sempre un piacere e, a volte, sempre più raramente, si trovano volumi e fascicoli dal sapore antico, romanzi e autori quasi dimenticati ma che, appena li vedi, tornano alla mente.

E' così che ogni tanto riesco a recuperare qualche frammento delle mie letture del passato.

Nei giorni scorsi ho acquistato tre fascicoli della vecchia Urania, gestione Fruttero & Lucentini, di tre autori del passato, ancora oggi godibilissimi.

Ma non è di quei volumi e autori che voglio parlare, bensì di una osservazione che mi è venuta spontanea.

I tre fascicoli, usati, erano venduti a 5 euro l'uno e, comprandone tre, uno era in omaggio.

Ho guardato come sempre l'originale prezzo di copertina: £. 400, cioè circa 20 centesimi di euro.

E' datato 1975.

A me fa impressione.


domenica 26 maggio 2024

Brutta uscita finale

Il Bologna ha terminato un Campionato che ha esaltato i tifosi, raggiungendo un risultato impensabile quando iniziò il torneo, potendo giocare la Coppa dei Campioni, ora Champions League, dopo sessanta anni, da quando, cioè vinse l'ultimo scudetto e poi fu eliminato al primo turno dalla squadra belga dell'Anderlecht non per aver perso sul campo, ma per il regolamento di allora che non prevedeva, in caso di parità dopo i due incontri, quello di spareggio e i tempi supplementari, i calci di rigore, ma un crudele sorteggio con la monetina che arrise ai belgi.

La passione sportiva è appagata e anche le casse della società respirano per il fiume di milioni che arriveranno per la sola partecipazione alla coppa europea.

Purtroppo una così bella stagione è rovinata dalle ultime due partite che segnano la mala uscita di Motta, l'allenatore.

Che l'allenatore potesse andare altrove, era una voce insistente, soprattutto a fronte delle pessime prestazioni di squadre titolate come Juventus, Milan e Napoli.

Non è un dramma cambiare allenatore, dispiace però (ed qui la mala uscita) vedere come Motta, arrivato a Bologna dopo stagioni non esaltanti su altre panchine, non è arrivato al colloquio con il Presidente per aprire una trattativa, che non c'è mai stata, perchè l'allenatore aveva già deciso di andarsene.

E questo apre all'andreottiano pensare male, per la partita con la Juventus che fino a tre quarti, il Bologna vinceva per tre a zero e poi ha pareggiato tre a tre e per la successiva partita con il Genoa, persa senza tirare in porta, due incontri che hanno regalato alla Juventus il terzo posto  (Atalanta permettendo).

Il finale toglie più di qualcosa alla soddisfazione per il risultato del torneo.

Avrebbero potuto giocarsela meglio.

domenica 19 maggio 2024

Perchè i contanti sono meglio

C'è una grande propaganda per l'uso della monetica, per passare agli addebiti diretti tramite telefono cellulare, ma io preferisco i contanti.

Preferisco i contanti, perchè so quanto spendo e "sento" fisicamente la spesa e l'uscita del denaro.

Ma soprattutto preferisco i contanti perchè ogni volta che mi capita di pagare con una carta, nel giro di due giorni ricevo mail spam che offrono prodotti similari e, peggio ancora, telefonate ingannevoli da numeri ai quali a volte ho la sfortuna di rispondere perchè sono in attesa di una consegna e chiedo sempre di essere prevvisato per concordare l'ora di consegna, quindi sono costretto a rispondere ai numeri sconosciuti fino a che non ho ricevuto la consegna.

Con il pagamento in contanti si ferma tutta la catena dei call center, dei dipendenti infedeli che forniscono e mail e numeri di telefono dei clienti, perchè il contante non ha padre nè madre, è anonimo e non si risale a chi ha effettuato la spesa.

Restano purtroppo le banche dati di nominativi che vengono sfruttate per le odiose telefonate che anche l'iscrizione al registro delle opposizioni non riesce a bloccare.

domenica 12 maggio 2024

L'onda rossa

Negli anni settanta la giunta comunale di Bologna propagandava la grande novità della sincronizzazione dei semafori, parlando di "onda verde": se si percorrevano le vie cittadine, soprattutto i viali, nei limiti dei cinquanta chilometri all'ora, si circolava speditamente perchè si "prendevano" tutti i semafori verdi.

Non era così, ma era effettivamente possibile riuscire ad infilare tre, quattro, persino cinque semafori verdi e quindi circolare con maggiore speditezza.

Oggi il concetto non è facilitare la circolazione, ma renderla più lenta, pesante, creare ingorghi e quindi provocare maggior inquinamento (anche se si dice di volere il contrario).

E no, non sto parlando dei trenta all'ora,l'ultima follia della giunta odierna, ma dell'onda rossa che non consente di superare il terzo semaforo di fila.

Ad esempio in via Pelagi. 

Non si riesce a percorrere il tratto tra un semaforo e  quello successivo che è già diventato rosso.

Forse solo partendo a razzo e passando da uno a cento in una manciata di secondi, ma, come concludeva una barzelletta del passato ... "non si può più".

P.S.: Anche quella barzelletta "non si può più" raccontare ... 

domenica 5 maggio 2024

Starbucks a Bologna

Non ricordo se, dopo averlo annunciato almeno due anni prima e qualche rinvio, Starbucks abbia aperto alla fine di febbraio o inizio marzo, là dove per anni abbiamo goduto della libreria Mondadori.

Ho però notato, passando quotidianamente da via D'Azeglio, che all'inizio c'era una coda lunghissima, che si dipanava all'esterno, pur di "conquistare" un caffè e un cornetto da Starbucks.

Adesso sono rimaste le transenne per la fila che non c'è e, all'interno, pochi avventori, al bancone, come in qualsiasi bar di Bologna.

E, in effetti, oltre al nome, alla pubblicità, cosa avrebbe Starbucks di più e di meglio di qualsiasi italianissimo bar ?

Nulla.

Solo la fama derivante dalla visione di mandrie di americani che si prestano a fare la coda per acquistare un caffè e un cornetto.

Noi siamo andati molto avanti, con la diffusione dei nostri bar che, come Starbucks, offrono caffè, cappuccini, paste e anche veloci spuntini.

Senza necessità di code (ordinate dalle transenne, quasi ad incanalare una mandria).

E non abbiamo neppure bisogno di quel che Tom Hanks, in "C'è post@ per te", elogiava in Starbucks, cioè la opportunità di fare una scelta per chi è abituato a demandare ogni scelta, come pare facciano gli americani.

Noi abbiamo ancora il piacere di scegliere, di avere preferenze e di manifestarle (forse troppo) con spirito individualista (forse eccessivo).

Per questo, al di là che non ho nulla contro Starbucks, dove prima o poi farò colazione ora che non devo più fare la coda, perchè credo che abbia gli stessi prodotti che si trovano nei nostri, ruspanti bar e la differenza sta tutto nel gusto personale di chi li consuma, ho comunque piacere che, passata la novità, sia trattato come un bar come tutti gli altri.