lunedì 28 febbraio 2011

L'ORSO




Cari amici vi avevo promesso storie di altri animali ed eccomi qua a palare della new entry in provincia: l’orso bruno europeo. La presenza dei grandi carnivori negli ultimi anni sta aumentando un po’ su tutto il territorio nazionale. Pensate che alcuni miei colleghi che, per ovvio conflitto di interessi non possono andare a caccia in provincia di Belluno, vengono a cacciare a Bologna in una azienda faunistico venatoria a Calderino , durante un appostamento al capriolo, hanno avvistato alle porte della città il lupo. Il progressivo abbandono delle campagne e della montagna ha portato negli ultimi anni ad un aumento degli ungulati (cervi, caprioli, cinghiali e da voi i daini) che hanno richiamato sul territorio nazionale i loro predatori naturali: lupo, lince e orso. Il lupo nelle nostre zone non è ancora stato avvistato (sono state rinvenute solo delle feci, in terminologia tecnica “fatte”, di qualche individuo isolato in dispersione), mentre due miei colleghi, durante un servizio notturno, hanno avvistato la lince, la cui presenza era già certa per il ritrovamento di alcune carcasse di caprioli predati da questo meraviglioso felino. Infatti da come un carnivoro si nutre di una carcassa è possibile risalire anche alla specie che se ne è cibata. La lince ad esempio stacca la carne dalle ossa con abilità chirurgica, il lupo rompe anche le ossa per mangiarne il midollo, l’orso invece macina ed ingurgita tutto. La lince è un vero fantasma: infatti si muove esclusivamente di notte e caccia prevalentemente all’agguato nutrendosi esclusivamente di animali da lei predati, ignorando le carcasse degli animali morti per altre cause, sempre alla ricerca fra le prede degli individui più deboli, la cui cattura comporta un minor dispendio energetico. Per poter trovare un numero sufficiente di prede ha bisogno di un territorio immenso: si calcola che su tutto il nostro territorio provinciale non possano sopravvivere più di 3 o 4 coppie di questi magnifici animali. Sicuramente la lince, il lupo e più recentemente l’orso provengono dalla vicina Slovenia dove la fauna selvatica ha a disposizione un territorio ben più vasto che da noi. Era gia stata rilevata a metà anni 90 la presenza di un esemplare di orso che vagava nel territorio di nostra competenza ed un collega era stato incaricato di seguirne le tracce e raccogliere gli indizi di presenza: pensate che aveva recuperato una trentina di campioni di fatte per poter studiare l’alimentazione del plantigrado e tramite l’analisi del DNA risalire al ceppo di animali da quale proveniva. Vi lascio immaginare la scena quando sua mamma si accorse di avere in freezer diversi campioni di merda d’orso congelati dentro dei sacchetti di plastica…….
A differenza degli altri predatori sopra citati, l’orso che appartiene alla famiglia dei plantigradi (perché cammina appoggiando la pianta del piede e non sulla punta delle dita) è un onnivoro che, durante il periodo estivo ha bisogno di ingurgitare il numero maggiore possibile di calorie per accumulare grasso a sufficienza per il letargo invernale, periodo nel quale tra l’altro la femmina partorisce. Quindi l’alimentazione del nostro amico è basata su tutto ciò che è commestibile privilegiando gli alimenti particolarmente calorici; nel nostro ambiente a primavera ha a disposizione le carcasse degli ungulati morti di stenti nel periodo invernale che riesce a scovare grazie al suo olfatto finissimo. Nel periodo estivo si nutre di bacche, radici, miele degli alveari, bestiame al pascolo (soprattutto pecore e capre), ecc…. Sono già due estati che abbiamo sul nostro territorio alcuni esemplari di questo plantigrado provenienti dalla Slovenia di sesso maschile ed età giovane che, scacciati dai loro territori dai maschi dominanti, cercano di ricongiungersi con le circa 10 femmine presenti in Trentino per potersi accoppiare. Purtroppo non possiamo dire di avere una popolazione di orsi stabile sul nostro territorio fintanto che non avremo la presenza di femmine con cuccioli; resta comunque il fatto che l’anno scorso 3 orsi hanno scorrazzato nel nostro territorio dove hanno fatto razzia di alveari, pollai, 8 pecore, diverse carcasse di capriolo e cervo ecc….. Essendo questi animali inclusi dalla Legge sulla caccia 157/92 fra le specie particolarmente protette, la Regione tramite le Province rifonde i danni causati da questi animali e nostro compito è, oltre che vigilare sulla loro incolumità, rilevare ed accertare i danni da questi provocati. Tornando ai nostri 3 amici sono stati avvistati da diverse persone e da alcuni anche fotografati. Noi abbiamo piazzato vicino agli animali razziati delle foto trappole e la foto che vedete è stata scattata proprio da una di queste lo scorso agosto. Uno dei tre orsi è stato catturato in Trentino e munito di radio-collare per seguirne gli spostamenti ed è stato chiamato Dino in onore del maggiore scrittore bellunese: Dino Buzzati. Questo animale si è poi spostato fino in Germania dove, dopo aver predato alcuni animale domestici, è stato purtroppo abbattuto da cacciatori autorizzati perché ritenuto pericoloso. In realtà l’orso bruno europeo non è assolutamente pericoloso per l’uomo perché tende sempre ad evitare l’incontro con la specie dominante sulla Terra. Anche gli altri grandi carnivori tendono ad evitare il contatto con gli esseri umani anche se negli ultimi 20 anni il fenomeno del randagismo canino (fenomeno dovuto all’abbandono dei nostri migliori amici) ha portato alla formazione di branchi di cani inselvatichiti che non ci temono ed anzi possono diventare veramente pericolosi oltre che dannosi. Purtroppo i pregiudizi della specie umana sono veramente pericolosi per questi meravigliosi animali, la cui presenza è invece un indice di integrità ambientale, essendo questi all’apice della piramide alimentare. Non devono quindi assolutamente essere considerati dei nocivi perché tendono a selezionare gli individui più deboli e migliorare il patrimonio genetico degli animali selvatici.

domenica 27 febbraio 2011

Battere la Juve non ha prezzo

Dopo 31 anni il Bologna ha sconfitto la Juventus a Torino.
Con buona pace e massima comprensione per gli amici tifosi juventini vincere a Torino contro la squadra degli Agnelli non ha prezzo, è una soddisfazione immensa e ieri sera con alcuni amici tifosi bolognesi è stato un fiorire di sms, pieni di esagerazioni (in realtà non sarei così sicuro di preferire il Bologna vittorioso contro la Juventus al posto di una settimana con Belen … ).
Trentun anni fa io c'ero e mi ricordo quel Bologna di Radice, penalizzato per il cosiddetto “calcio-scommesse” che disputò uno splendido campionato, salvo poi retrocedere, per la prima volta nella sua storia, l'anno successivo (contrappasso o congiura ?).
Spero di non dover aspettare altri 31 anni per la prossima vittoria a Torino, anche perchè fra 31 anni avrò un'età tale, che una simile emozione potrebbe risultare fatale ...
La mia avversione verso la Juventus risale alla maggiore età, quando compresi che la squadra bianconera non era forte perchè vinceva, ma era forte perchè di proprietà degli Agnelli.
Naturalmente non ho mai abbandonato la mia primaria avversione verso l'Inter, la squadra “nemica” per eccellenza di ogni bolognese che nel 1964 avesse dai 4 ai 12 anni.
E che soddisfazione se questo anno lo scudetto non lo vincessero né l'Inter, né la Juventus e, per altri motivi, neppure Milan, Napoli e Roma !
In fondo, sognare non è (ancora) vietato ...

sabato 26 febbraio 2011

L'angolo del compleanno: Marcella

Ora che siamo “tanti”, un terzo esatto del plenum della III F annata 1974-1975, aumentano le celebrazioni genetliache.
Sarà quindi opportuno che “chi sa, parli” e confesso sin d’ora che di tre dei presenti conosco (o credo di conoscere) solo il mese di nascita (Claudio, ottobre forse il 23 , Roberto, luglio forse il 16 e Gabriele, aprile non oso tentare il giorno) , ma nel caso di Katia e Andrea, non credo di aver mai saputo neppure quello.
Non è però il caso di Marcella, un’ amica divenuta tale, nella più completa accezione del termine, con l’università, nonostante i nostri caratteri (e non solo) ben diversi che ci portano a risposte ben differenti, dai minimi ai massimi sistemi.
Un amico è colui che ti è accanto, negli alti e bassi della vita e continua ad essere tale anche se tu, quasi mai, segui i suoi consigli. :-)
Buon compleanno, Marcella.

lunedì 21 febbraio 2011

vita da guardia


Vorrei raccontarvi un po’ con questo post quello che faccio adesso e di che cosa mi occupo e per farlo vi racconterò di una montagna e di un animale meraviglioso. La montagna in questione è il Col di Lana che molti di voi sicuramente avranno già sentito nominare perché durante la Prima Guerra Mondiale fu teatro di sanguinosissime battaglie che causarono circa 16.000 morti. Tra l’altro recentemente sono state, tramite finanziamenti CEE, ripristinate le antiche trincee che rendono l’escursione alla cima storicamente suggestiva oltre che magnifica dal punto vista paesaggistico. Chiunque salga sulla cima si rende conto dell’importanza strategico-militare che questa montagna ha avuto: infatti dalla sommità si dominano tutte le Dolomiti e le valli circostanti, per cui, in periodo di guerra, da qui si potevano controllare tutti movimenti delle truppe nemiche. Come sempre le truppe austro-ungariche, formate nella fattispecie da gente locale, dominavano dall’alto il nemico italiano che doveva conquistare questo colle. Dei 16000 morti, quasi il 90% erano appartenenti alle truppe italiane che furono massacrate soprattutto con pietre e massi. C’è una roccia chiamata “Cappello di Napoleone” dalla quale partivano gli attacchi Italiani alla cima e la valle al suo fianco in dialetto Ladino è chiamata il Valon dei Morch (dei morti con la c dolce) con un nome che è tutto un programma. Dopo la seconda guerra mondiale su questo bellissimo colle ha trovato l’habitat ideale uno degli animali più belli e fieri delle Alpi: il camoscio (rupicapra rupicapra). E’ un animale meraviglioso che corre sui pendii e sulle rocce con velocità ed agilità veramente impressionanti: riesce a compiere 2000 metri di dislivello in 15 minuti. Ha fondamentalmente abitudini gregarie che si manifestano in branchi di femmine, piccoli e giovani individui. I maschi normalmente se ne stanno da soli per poi riunirsi ai branchi di femmine durante il periodo degli amori nel mese di novembre. Essendo un animale poligamo è il maschio dominante che ha il diritto di accoppiarsi col branco di femmine attorno al quale girano spesso i maschi più giovani che, o lo sfidano per diventare loro i dominanti, oppure attendono nella speranza che qualche femmina in calore sfugga al controllo del vecchio. La popolazione di camosci viene ogni anno da noi guardie monitorata e censita per stabilire quanti capi possano essere abbattuti durante la stagione venatoria. Fino al 2002 erano censiti su questa montagna 650 camosci per cui ogni anno poteva essere prelevato un certo numero di capi con criteri selettivi (le femmine anziane oltre i 12 anni, i piccoli e i giovani con caratteristiche scadenti, i maschi di età superiore ai 7 anni). Il maschio di solito raggiunge il suo massimo del potenziale riproduttivo non quando è giovane ma dal 6° all’11° anno, per cui prelevando un individuo di 7 o più anni si favorisce il ricambio del riproduttore. Poi avvenne che a causa di una malattia parassitaria chiamata rogna sarcoptica, la popolazione fu letteralmente decimata (rimasero 60/70 capi in tutto) per cui la caccia fu immediatamente chiusa nella zona. Noi però continuavamo la nostra opera di vigilanza (perché non ci fossero atti di bracconaggio) e di censimento per monitorare la ripresa della popolazione dopo la malattia. Quella mattina di novembre del 2004 verso le 6 quando stavano iniziando a dileguarsi le tenebre io ed il mio collega eravamo già in prossimità del Cappello di Napoleone per svolgere il nostro servizio di antibracconaggio e cominciò la solita sfida fra di noi su chi riusciva per primo a scorgere col binocolo un animale: in palio c’era il solito caffé al bar del paese. Dopo un po’ sussurrai: eccolo. Spuntò dai cespugli di ontano nero a circa 500 mtri da noi un magnifico esemplare di maschio con un paio di corna sulla testa di dimensioni notevoli e con una età stimata intorno agli 8 anni (i cacciatori uccidono questi animali più che per la carne, per le corna da appendere in salotto e per il pelo che cresce ai maschi sulla schiena col quale si fabbricano quei tipici ciuffi di peli da metter sui cappelli tradizionali). Successivamente spuntò da dietro il crinale il branco di femmine che in quel periodo cominciavano ad avere i primi estri riproduttivi. Il maschio appena si accorse del branco fece una corsa e orinandosi sul ventre (per far sentire meglio i suoi feromoni) prese possesso del branco avvicinandosi a quante più femmine poteva per annusarne i genitali e capire se erano pronte per l’accoppiamento. Dopo una mezz’ora comparve quasi dal nulla lo sfidante: era un bel maschio di 4 o massimo 5 anni di età con tanta energia e voglia di riprodursi pure lui. Appena il dominante si accorse che un altro maschio si era avvicinato alle femmine comincio la battaglia: si avventò sul rivale fischiando come fanno i camosci per attirare l’attenzione, orinandosi sul ventre, rizzando il pelo sulla schiena con la testa alta con aria minacciosa per far capire al pretendente chi era che comandava. Il giovane, consapevole o forse un po’ incosciente dei propri mezzi osò sfidarlo e da li cominciò la zuffa: prima si diedero diversi colpi col collo sul fianco cercando di fare capire all’altro chi fosse il più forte; dopo qualche attimo il giovane capì che stava avendo la peggio e che se fosse stato incornato nel ventre dagli uncini del rivale ci avrebbe rimesso la vita per cui cercò di fuggire. Il dominante lo insegui sui magnifici pendii del Valon dei Morch per circa un quarto d’ora ad una velocità impressionante mentre noi osservavamo coi binocoli ammutoliti la scena a circa 500 metri di distanza. Finalmente il signore del branco dopo aver impartito la lezione al più giovane, capì che per un po’ questi non sarebbe più tornato e riprese possesso del suo harem. Quello splendido maschio si riprodusse quell’anno e i due anni successivi perché continuammo a seguirlo nel periodo degli amori. Poi improvvisamente, il terzo anno non lo trovammo più. Era stato ucciso di frodo? Molto probabilmente si ed ancora una volta i bracconieri l’avevano fatta franca, Resta il fatto che grazie al suo apporto la popolazione di camosci è tornata a salire: ora siamo intorno ai 250 capi per cui da quest’anno sul Col di Lana i cacciatori possono di nuovo abbattere regolarmente 5 maschi, 5 femmine e 5 giovani di 1 anno.
Spero di essere riuscito a trasmettervi in parte le emozione provate in quei momenti. Se vi sono piaciute vi consiglio la lettura di un romanzo breve (meno di cento pagine): “Il peso della farfalla” di Erri De Luca uno scrittore alpinista originario di Napoli ma che vive da anni in Trentino.

DIECI

Pur utilizzando una connessione "volante" e un vecchio portatile, non rinuncio a salutare Raffaella, che per tre anni fu, con Rossella, nel banco davanti al mio e, con le loro folti chiome, davano riparo a risatine e alle sbirciatine a quel "famoso" quaderno di cui abbiamo già parlato convenendo di non fare nomi.
Benvenuta Raffaella e grazie per aver aderito al mio invito.
P.S.: noterete che ho "falsificato" l'ora del post, ma mi dispiaceva andare sopra alle moderne Bucoliche di Andrea :-)
Ma la Raffaella fino a poco fa non c'era........ o mi sbaglio? è possibile che me ne sia accorto solo io? Comunque sono contento di ritrovare un'altra compagna di classe.

sabato 19 febbraio 2011

PAR CONDICIO (Per il mio amico Andrea)


Forse questo post è prematuro, ma credo di avere già gli ingredienti fondamentali. E poi, il resto lo scriverà lui, adesso, o gli altri partecipanti a questo blog, per i ricordi, sicuramente più numerosi dei miei, che di lui hanno...
Per quel che mi riguarda, Andrea è una persona che ho sempre avuto nel cuore.
Gli ho voluto bene, quando eravamo al Liceo: mi piacevano i suoi modi schietti e diretti che a volte spiazzavano, ma a me strappavano immancabilmente un sorriso
Un ragazzone alto e "bello", nessuno nemmeno tra i suoi più accaniti detrattori (ma ve ne erano?) potrà dire il contrario. Ed era solare, con quel sorriso aperto a 44 denti e quel suo sguardo fermo e limpido, un po’ cerbiattesco, che pareva dire: "niente può farmi paura e, soprattutto, nessuno può cambiarmi. Vi vado bene? Io sono questo".
Si considerava un po’ maldestro nei modi – o eravamo noi a considerarlo tale?- , soprattutto(ma non solo)con le donne, ma non capiva poi il perché, e continuava imperterrito ad avere quegli stessi modi lineari che arrivavano alla meta in un batter d’ali...
Non amava quegli arzigogoli mentali che solo noi femmine riusciamo a elucubrare e, pur ammettendo limpidamente che non batteva chiodo (n.d.r.: io ho sempre pensato che riscuotesse più successi di quanti ne dichiarasse...), non se ne capacitava. Nessuna sconfitta, però, poteva scalfirlo. Semplicemente, da sportivo, ripartiva. Con le stesse regole.
Non ho molti ricordi concreti (a parte una cassetta di musica da lui registratami, che in questi giorni ho cercato invano), ma questo fa parte di me: non rammento il latino o il greco, ma di qualunque parola di origine latina o greca so significato e provenienza; allo stesso modo, non ricordo episodi di Andrea, ma so chi è Andrea.
Ricordo però, nitida, una cosa: fu una telefonata o un incontro? Non saprei. Ricordo che mi disse che aveva incontrato una ragazza al Cai, piccolina magrolina e carina, sì, ma non di quei tipi "morbidi" e più appariscenti che all’ epoca lo "invischiavano"...Insieme, scalavano le montagne.In senso anche metaforico, mi viene da dire adesso. Capii dal suo tono che quella ragazza sarebbe stata molto importante per lui e mi risulta, difatti, che sia diventata sua moglie. Andrea era di certo anche affidabile (come ha dimostrato recentemente nella difesa sperticata del compagno Gabriele, a mio parere quasi un incidente diplomatico...:-))
Quando seppi che la sua scelta universitaria sarebbe caduta sulla facoltà di agraria pensai che era una scelta ad hoc: gli stava a pennello… Lo "vedevo" a contatto con la natura, quasi a evidenziare quanto per lui fossero importanti la concretezza, le radici, ma anche il sapere: la cultura di Andrea è sempre stata più solida e profonda di quanto non apparisse dai suoi modi genuini.
Per anni non ho saputo niente di lui. Qualcuno, ma non so chi, mi disse che forse non abitava a Bologna. Stop.
Così, quando ho letto il suo primo post, non sono stata contenta "e basta"; ho anche provato una sensazione di grande serenità, perché, dopo più di trent’anni, l’ho "riconosciuto" immediatamente.
Non è sensazione da poco.
Ho sorriso.
Solo Gaggio poteva aprire la porta ed entrare così, in punta di piedi e con tanta naturalezza, due righe buttate lì, senza impegno e con nonchalance, come a volersi confondere, come se ci fossimo salutati il giorno prima, "ecco, anche il montanaro è arrivato...", quasi a chiedere: "notizie, da ieri?"
Nessuno di noi si è sconvolto. Tra amici, è così.

mercoledì 16 febbraio 2011

L'angelo bruciato


Quando ho sentito parlare per la prima volta dei Nirvana ero assolutamente in trip per i Guns 'n Roses, ero su un catamarano fuori Cabo St. Lucas e suonavano come sempre "Sweet child of mine", la dolce ballata rock che Axl aveva dedicato alla ex. Avevo passato il pomeriggio su una spiaggia a suonare con dei ragazzi venuti giù da San Diego con due chitarre Martin, veri ex hippie: pensate che uno era stato al concerto di Altamont e aveva fatto una comparsata nel film sui Doors. Erano appena finiti gli anni '80 e pensavo che niente potesse battere "Appetite for distruction". Ma mi sbagliavo. Dicono che la canzone più bella di tutti gli anni '90 sia stata scritta all'inizio della decade e non posso che concordare: quella volta un amico tirò fuori una cassetta con "Smells like teen spirit" e iniziò una passione che mi ha portato attraverso gli anni fino all'8 aprile 1994 quando la sera al giornale mi capitò per le mani l'agenzia (allora arrivavano ancora su carta) che annunciava la morte di Kurt Cobain. Si era sparato una fucilata in bocca, come un altro mio idolo di gioventù, Ernest Hemingway. Aveva fatto la fine di altri "maledetti" come Hendrix, Brian Jones, Jim Morrison. In soli quattro anni aveva sconvolto il mondo della musica portando il grunge (ormai quasi estinto) sulla vetta delle classifiche. Con soli 3 dischi praticamente, innovativi e provocatori. Più un incredibilmente intenso Live Unplugged a Mtv. La voce di Cobain era incredibile: poteva partire bassa e poi salire fino a tonalità distorte quasi urlate. Una delle canzoni meno note ma fra le più belle "You know you're right" ne è un ottimo esempio: fra l'altro la parola urlata nel ritornello è "pain", dolore. Quel dolore incredibile allo stomaco che lo ha tormentato per tutta la vita, che nessun dottore riusciva a curare e che sicuramente lo ha spinto verso le droghe e l'abisso. Anche quando l'ho sentito a Modena nel '94 in una sera emozionalmente unica per me, quando finì la cover di Bowie "The man who sold the world", il solito urlo che faceva alla fine mi parve quasi un disperato richiamo d'aiuto. Era così reale che l'ho sognato per anni finché non l'ho ritrovato, poco tempo fa, in un bootleg registrato quella sera e messo in rete. Era un urlo che annunciava già la sua fine, secondo me.

Che dire del Cobain chitarrista. Certo non è un virtuoso, men che mai uno shredder. Ma il suo stile è unico e non bisogna sottovalutarlo. Prendiamo ad esempio l'uso dei power chords in "Smells like teen spirit" o "In Bloom" e poi le distorsioni. E notate che con solo pochi accordi ha fatto canzoni bellissime, che rimarranno a lungo nella memoria..


Come as you are, as you were,
As I want you to be
As a friend, as a friend, as an old enemy.
Take your time, hurry up
The choice is yours, don't be late.
Take a rest, as a friend, as an old memoria...



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Avrei voluto far uscire questo post fra una settimana, nell'anniversario di quel concerto di Modena, ma l'ho anticipato "stimolato" dall'intervento di Katia che avevo ingiustamente sottovalutato come intenditrice di musica, anzi sono felice di avere nuovi interlocutori "tecnici" musicalmente. Rigetto però in toto ragazze le vostre accuse di maschilismo, oltretutto ai concerti ho sempre portato un sacco di donne (addirittura tre una volta a vedere i Green Day: eravamo in assoluto penso i più vecchi del palazzetto!) A presto

ECCO A VOI IL FESTIVAL!


Chi l'avrebbe detto: dopo anni e anni bloccato in casa da una settimana di influenza e mal di gola devastanti mi sono cuccato (un po' in zapping lo confesso) la serata iniziale del festival di San Remo! Ora, parlando di musica, vi racconterei più volentieri di eventi ben più eccitanti, di performance indimenticabili che ho avuto la fortuna di vedere negli anni passati tipo il 21/2/1994 quando assistetti a Modena al sestultimo concerto in assoluto dei Nirvana a pochi giorni dal suicidio di Kurt Cobain. Potrei raccontarvi le meraviglie di Zooropa, quando gli U2 lanciarono la multimedialità nei concerti con un'insieme di immagini e di suoni da far perdere la testa. E tanto altro, ma che interesserebbe forse solo Andrea e Roberto, pertanto parliamo un attimo di questo Sanremo, il "61° festival della canzone italiana". Sono fra l'altro convinto che dato il cast Valeria fosse in prima fila davanti allo schermo… Ho ascoltato quasi tutte le canzoni: hanno eliminato la Oxa e la Tatangelo (della prima non si riuscivano proprio a capire le parole) quindi se va come l'anno scorso una delle due vincerà. Anche perché il meccanismo dei voti, dei ripescaggi, del televoto ecc è strutturato in modo che (l'hanno incredibilmente ammesso gli stessi organizzatori) è possibile barare! Mi sono piaciuti, si fa per dire, abbastanza il "vecchio" Vecchioni (che quand'era giovane proprio non sopportavo), Max Pezzali e qualche altra cosa. Simpatico Davide Van de Sfroos che canta in un misto dialetto (grazie a Dio per una volta non napoletano) con la sua canzone Yanez dedicata ai nostri amati personaggi di Salgari rivisitati con ironia sulla nostra riviera. Il lato artistico musicale è stato la parte migliore dello spettacolo, per il resto non ci siamo. Temo che domattina l'auditel possa essere maligno per il nostro Morandi (c'era anche la Champions a remargli contro) che ho trovato un tantino dimesso, un po' "antichino", mi aspettavo di più. Le iene così così e poi le due bellezze Canalis e Belen. Bellezze, punto… Comunque mi sa che anche domani mi toccherà il bis e poi giovedì son curioso di vedere la serata in cui ogni artista canterà una canzone dedicata all'Italia, serata in cui anche Morandi si dovrebbe alla fine esibire. Facciano quel che vogliono, San Remo resta nella mia memoria quello della mia infanzia, quello in bianco e nero con tutta la famiglia a dare i voti a matita alle canzoni dopo cena. Quello dove fecero da comparse (ahimè) anche artisti incredibili come Stevie Wonder, Louis Armstrong, Dionne Warwick, The Yardbirds, Paul Anka, Shirley Bassey e altri ancora. Quello che finiva in due giorni al massimo e l'anno dopo ti ricordavi chi aveva vinto l'anno prima!

Anche qualcuno di voi sono sicuro che ieri sera avrà visto il Festival ed è libero di contraddirmi naturalmente. Ora provo a dormire, mi metto la cuffia però, con la musica: Comfortably Numb…

lunedì 14 febbraio 2011

Per Robbi, Max, Claude e Massimo


Cari Amici ,
la presente per dirVi che la Vostra stella di Natale è ancora bellissima! I miei ospiti abituali, quelli che la vedono da dicembre, sono stupefatti: uno di loro (dal pollice verde) è convinto che si tratti di microclima favorevole.
Io, invece, interpreto la cosa come un segno positivo, un evento quasi soprannaturale, anche se, in realtà, so bene che è soltanto stata scelta da un bravo e onesto fioraio.
Comunque sia, io non la sposto mai, nemmeno di un millimetro, perchè ho paura di rompere l' incantesimo; a volte le parlo e l' accarezzo e lei evidentemente ne beneficia. Molto più spesso, però, me ne dimentico: ma so di poterlo fare, perchè, come i veri amici, stoicamente resiste. Quando mi accorgo che il terreno è secco, per farmi perdonare, la annaffio, ma con moderazione, in modo che capisca che mi dispiace
Tanto rigoglìo mi ha fatto salire nella considerazione di quegli amici che, da anni, verificano i miei insuccessi in tema di piante e l' eco della nuova stima è tale che mi sono guadagnata nientepopodimeno che...una pianta di limone!

Poi, a proposito del blog, volevo dirvi che sono contenta di tante forze discese in campo, veramente contenta: ma, come accade sempre quando finisce un periodo (quello di noi cinque nel blog in "attesa" ... degli altri), sono anche un po' malinconica.
E' come se mi trovassi in una stazione e invece che vedere partire un treno vedo partire un pezzetto di vita.
In fondo, a scuola eravamo compagni, ma qui, nel blog, siamo diventati amici.
Ho imparato a conoscere chi tra voi conoscevo meno e ad apprezzare il vostro carattere e a sorridere delle vostre caratteristiche; a provare stima per il vostro spirito curioso che vi ha portato a tante poliedriche conoscenze, a riconoscervi anche attraverso le parole scritte.
Mi sono divertita a identificare l' autore dei commenti prima ancora di leggere chi fosse..
In questi anni non c'è mai stato un vero e proprio incidente diplomatico tra noi, eppure ci siamo detti tutto, senza censure, e anche quando non abbiamo parlato già sapevamo quale fosse il pensiero di ciascuno.. E abbiamo sempre saputo che anche il pensiero più osè era accettabile, perchè magari solo provocatorio o invece in buona fede.
Ecco: abbiamo avuto tutti una grande tolleranza verso l' altro.
A me, questo, è piaciuto davvero molto.
Così, nel tempo, mi è cresciuto il rammarico di non avere avuto con tutti voi molti ricordi legati al nostro liceo, se non appunto il nostro liceo (che comunque non mi pare poco), ricordi che avrei in quantità maggiore se avessi(mo) vissuto quel periodo con maggior disinvoltura e scioltezza..
Però, poichè basta distrarsi un attimo e il nostro presente è già da rubricare come "ieri", sono veramente soddisfatta di poter condividere con voi tutti i ricordi legati a questo periodo "iniziale" di blog e di avere aderito fin dall' inizio, con entusiasmo, alla proposta di Roberto...

Sono certa che anche i nuovi arrivi mi riserveranno tante piacevoli sorprese: come sempre, quando un treno se ne va, uno ne arriva.
E poichè il prossimo è popolato di "galvaniani doc" non posso che scacciare la malinconia: sopra, ci sono loro, ma ci siete ancora anche VOI!
Un bacio ( e un cuore) cadauno.

NOVE

In silenzio si è (finalmente !) aggregata anche Marcella.
Forse voleva farci una sorpresa, ma io guardo sempre l'elenco degli Autori del blog ... :-)
Benvenuta !

sabato 12 febbraio 2011

Lo squadrone che tremare il mondo fa


Beh questo post lo pubblico soprattutto per Cesco..... Nel 1964 io le partite del Bologna le vidi tutte perchè avevo l'abbonamento. La Domenica era per me una festa perchè con mio padre prima c'era lo stadio (impossibile penso per un genitore al giorno d'oggi portare il proprio figlio allo stadio), poi rigorosamente il palasport col basket che già mi appassionava forse più del calcio nonostante il Bologna di quell'anno giocasse in modo divino. Ricordo che molti anni dopo il mitico Giacomino era diventato amico di mio padre perchè frequentavano entrambi lo stesso circolo del tennis e spesso, dopo una partita, veniva a pranzo a casa nostra con mia madre che preparava le sue tagliatelle. Beh ragazzi vi assicuro che Bulgarelli era una persona eccezionale...........

venerdì 11 febbraio 2011

Le vite degli altri



Il film, a cui l’ altra sera avevo dedicato un post, era “Le vite degli altri”: stava per andare in onda su Rai 2 e ve ne volevo caldeggiare la visione, se per caso ve lo foste persi al cinema.
Giustamente premiato in ogni dove (con Oscar americani, europei, tedeschi...), il film racconta una storia che si svolge a a Berlino Est, alla metà degli anni 80, prima della caduta del Muro. La trama, per sommi capi, è questa: un esperto funzionario della Stasi è incaricato di sorvegliare un drammaturgo di successo che il Ministro della Cultura vorrebbe in odore di dissidenza. In realtà, si tratta di una “macchinazione” ai danni dello scrittore, cui il politico intende sottrarre la bella compagna attrice.
Il film è particolarmente avvincente, perchè riesce a descrivere in modo magistrale i climi opprimenti fra delazioni, persecuzioni, suicidi che pesavano sulla DDR, ossia sulla repubblica Democratica tedesca, nel periodo di dominazione della Stasi, ma, con riferimento all’ attualità, richiama il tema sempreverde di come le notizie possano essere utilizzate a piacimento a favore di una o di altra tesi e di come sia difficile trovare il limite a ciò che sia o debba essere “ riservato”…
Che il tema sia di grande attualità, lo pensa anche il nostro Premier, che ieri, nella edizione online del Foglio, nel denunciare, come sempre, «la lobby antiberlusconiana» (composta da procure, giornali e talk show) che «si muove di concerto per eliminarlo», ha spiegato che lo farebbe con inchieste «farsesche, inaccettabili» e dando vita a «una caccia spionistica ‘alle vite degli altri’ che si faceva nella Germania comunista». Si vede che l’ altra sera ha guardato la tv e non ha festeggiato con le sue amiche escort….
Mi ha colpito, poi, una recensione che descrive la Stasi come “ la terribile polizia segreta che spiava tutto e tutti, in una sorta di Grande Fratello, esatto contraltare ideologico del Big Brother capitalistico: là, nel comunismo, nessuno avrebbe voluto essere controllato, visto, sezionato, bloccato; qui, nel decadente Occidente, c'è la fila per farsi notare, rinchiudersi in case, isole, fattorie, stalle, ville affollate di pupe e di secchioni, music farm e via”…
E’ vero che il Grande Fratello è di pessimo gusto e che attraverso di esso si “guardano” le vite degli altri , ma anche il solo “affiancarlo” allo spionaggio della Stasi mi sembra un po’ azzardato, non foss’ altro che per un piccolissimo dettaglio che fa l’ enorme differenza: chi si sottopone e chi guarda il Grande Fratello è “libero” di farlo e sa che, se vuole, può sempre desistere dalla pur folle impresa....
O no?

giovedì 10 febbraio 2011

OTTO

Come si può notare dalla lista degli Autori del blog sulla colonna sinistra, siamo diventati otto, avendo Gabriele aderito, più veloce della luce, all'invito rivoltogli.
Ormai siamo lanciati ... :-)

mercoledì 9 febbraio 2011

il giorno dell'oca


Adesso tocca a me proporre qualcosa....... Vi ricordate il famoso giorno dell'oca? Questa foto me l'ha inviata Gianpaolo Rovatti (il fratello di Gianni) al quale penso faccia piacere che ci ricordiamo di suo fratello che purtroppo è venuto a mancare nel 2005. A voi i commenti....... A proposito sarebbero da agganciare al blog anche Marcella e Gabriele che sono diventati miei amici su fb. Massimo in qualita di Presidente prova tu ad invitarli.......

domenica 6 febbraio 2011

La gita scolastica di seconda liceo


Non ricordo come riuscimmo a organizzare la cosa, certo che per me rimane uno dei più bei ricordi dei 5 anni del Galvani. A tratti vivide immagini mi si affollano alla mente: il pullman ascoltando la cassetta di Crosby, Stills Nash e Young, le piazze dell'Umbria a giocare a pallavolo, le serate in discoteca a Perugia poi nella camera delle ragazze a fare i cretini, la "licantropia" di Gabriele S. che correva come un dannato nell'autogrill. E poi i prof. così più disponibili e vicini a noi rispetto alle cupe mattinate dei compiti in classe e delle interrogazioni, quasi come compagni un po' più grandi. E l'amicizia che nasceva per me con alcuni dei ragazzi di I F (noi eravamo in II) con i quali avrei poi diviso tante belle cose della mia vita (lo sa bene Roberto, che penso possa in parte condividere quel che dico) molto più che con tanti miei veri compagni.
Ecco, non ricordo nemmeno se c'eravate tutti, ma io penso di poter considerare quei 2/3 giorni come una svolta importantissima nella mia giovinezza. Perciò, anche per dare il benvenuto a Katia e Andrea, ho ripescato questa vecchia foto sperando di farvi cosa gradita e ricordando anche chi purtroppo non c'è più.
Ciao

venerdì 4 febbraio 2011

Finalmente a casa

Cosa si prova tornando in un luogo rimasto nascosto per troppi anni tra le pieghe del cuore? L'emozione è forte e nitida, viatico verso ricordi sui quali la polvere del tempo si era impietosamente posata ma che, oggi me ne rendo conto, sono rimasti immagini di vita indelebili dentro di me.
Vi ringrazio per l'accoglienza, amatissimi compagni di liceo, per secoli non ho saputo nulla di voi e solo grazie ad un social netword ho riallacciato un contatto che non vorrei più perdere.
Vi voglio bene carissimi ragazzi del '56!! Katia

mercoledì 2 febbraio 2011

Un benvenuto anche a Katia

Dopo lungo e faticoso travaglio, anche Katia è riuscita ad agganciare il blog.
Benvenuta !