mercoledì 28 gennaio 2009

Rosenstrasse

Siete stati recentemente a Berlino? Io due anni fa e ho anche visto Rosenstrasse…

Ecco, nel film omonimo di Margarethe von Trotta, si narra proprio l’ episodio realmente accaduto nel 1943 di donne ariane che, sposate a ebrei, hanno effettuato una protesta in questa via, nel pieno centro di Berlino (poi passata per lungo tempo alla Berlino Est), per riavere i propri mariti, prelevati e detenuti in un palazzo della polizia, ivi situato, in attesa di essere deportati.

La protesta incredibilmente ebbe esito positivo e il fascino della pellicola sta, da un lato, nei continui passaggi tra presente e passato: presente, in cui la nuova generazione cerca di ricostruire gli avvenimenti di quel passato in cui furono protagoniste alcune donne della famiglia ancora viventi e passato nei flash del ricordo delle superstiti che raccontano ai giovani (e qui emerge il tema dell’ importanza della memoria). Molto bello il parallelo anche tra i luoghi ieri e oggi; dall’ altro nell’ intensità della storia e delle figure femminili, che come al solito nei frangenti del sentimento vengono fuori alla grandissima… Se pensate che la stragrande maggioranza dei mariti ariani a seguito delle continue pressioni divorziarono dalle mogli ebree, lasciando anche i figli ad un tragico destino (nel film c’è anche questo) e che invece questo sparuto gruppo di donne riuscì a lottare dimostrando come anche un regime feroce come quello nazista di fronte alla determinata protesta dei propri cittadini in alcune occasioni possa fare marcia indietro, avete capito il senso più profondo del film.

L’ho visto oggi e vi consiglio anche questo...

martedì 27 gennaio 2009

Da non credersi

Cari Amici,

sul Corriere della Sera di ieri 26 gennaio, mi ha colpito un articolo di Renato Mannheimer, evidenziato anche nel corso del telegiornale, dal titolo: "Antisemiti, in Italia sono il 12 per cento"

"Una ricerca condotta dal Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano) mostra un quadro molto complesso. - Il 56% è estraneo ai pregiudizi contro gli ebrei, nel restante 44% restano tracce di ostilità” Si tratta di tre tipologie storiche di antisemiti, ciascuna sviluppatasi in un ben preciso periodo. Oggi queste tre forme convivono, mescolandosi tra loro.

Nel 56% degli italiani relativamente estraneo al pregiudizio contro gli ebrei vi è solo un 12% (in misura più che proporzionale laureati, con pochi preconcetti anche rispetto ad altre minoranze, non collocati politicamente e con un giudizio sostanzialmente benevolo nei confronti di Israele) che respinge tutti gli stereotipi CON FORZA. Il 43% non prende alcuna posizione.

Il restante 44% (ndr.: udite udite) mostra atteggiamenti più o meno ostili:

Il primo (10%) condivide gli stereotipi antiebraici «classici»: ad esempio, gli ebrei non «sono italiani fino in fondo», «non ci si può mai fidare del tutto di loro» e «sotto sotto sono sempre vissuti alle spalle degli altri», respingendo però i pregiudizi contingenti (verso Israele e Shoah). Tra costoro troviamo in misura più che proporzionale persone di destra (+8%), legate alle tradizioni religiose (+13%), con forti pregiudizi nei confronti delle altre minoranze (+15%). Un altro gruppo (11% della popolazione, con un'accentuazione al Nord-ovest), approva invece solamente gli stereotipi «moderni», mentre respinge quelli «classici» e «contingenti». Per costoro, «gli ebrei sono ricchi e potenti», «controllano e muovono la politica, i media e la finanza» ed inoltre «sono più fedeli a Israele piuttosto che al Paese in cui sono nati».

Un terzo gruppo (12%) è caratterizzato da convinzioni «contingenti» («tutti gli ebrei strumentalizzano la Shoah per giustificare la politica di Israele», «parlano troppo delle loro tragedie trascurando quelle degli altri», «gli ebrei si comportano da nazisti con i palestinesi»), ma non concorda con i pregiudizi classici. Qui troviamo una presenza più che proporzionale di persone di sinistra (+9%), laiche (+16%), laureate (+7%), ovviamente con un atteggiamento fortemente ostile allo Stato d'Israele (+20%). In questo caso, però (ma, in parte, anche nei due precedenti), la condivisione di solo alcuni — e ben definiti — degli stereotipi e dei convincimenti descritti sin qui induce a ritenere che non ci si trovi di fronte a una ideologia antiebraica vera e propria: il termine antisemitismo appare qui sproporzionato.

I veri «antisemiti» sono invece coloro (12% degli italiani) che condividono tutte le tipologie di stereotipi sopra elencati, da quelli «classici» a quelli «contingenti». Tra costoro si registra una presenza più che proporzionale sia delle persone di estrema destra, sia di quelle di estrema sinistra: in quest'ultimo settore politico il 23% mostra un atteggiamento chiaramente antisemita.
Resta il fatto che il pregiudizio antiebraico è multiforme e trasversale, ciò che rende difficoltosa una lettura del fenomeno. È vero ad esempio che oggi un atteggiamento di matrice xenofoba riguarda gli ebrei in maniera decisamente inferiore rispetto ad altre minoranze (rom, islamici, extracomunitari ecc). È altrettanto vero, però, che il calo «dell'antiebraismo xenofobo» rischia di essere ampiamente rimpiazzato dalla nascita di tutta una serie di nuovi stereotipi, che poco hanno a che fare con la xenofobia, ma che non per questo devono venir tenuti in minor considerazione."

NDR.: Io non lo avrei mai immaginato. E voi? Che ne pensate? La giornata della memoria non acquista un altro significato alla luce di questa ricerca?

domenica 25 gennaio 2009

Ulisse in TV


A proposito del tema televisivo su ciò che la beneamata Rai ci propina (questo mese ho pagato il canone con sempre crescente rancore) una considerazione. Tre giorni fa ho scaricato dalla rete il doppio DVD dell’Odissea del ’68 di Franco Rossi e le ultime notti me la son vista tutta d’un fiato. Lo sceneggiato/film era rimasto da sempre nel mio immaginario come una sorta di bellissima fiaba e nel rivederlo ho provato a distanza di 40 anni emozioni ancora più forti. Siamo di fronte a un capolavoro inarrivabile: ho riscoperto con piacere la sontuosa sceneggiatura e la recitazione dei protagonisti che senza gli effetti speciali dei nostri giorni catturano l’attenzione rendendo piena giustizia al capolavoro di Omero. Se penso al confronto con Troy di qualche anno fa l’intensità degli episodi dell’Odissea non è nemmeno paragonabile. Il racconto del viaggio, gli episodi di Circe, Polifemo (si può dire un film da solo questo, diretto dal grande Mario Bava, a quei tempi di una crudezza mai vista sugli schermi), il ritorno, la strage dei Proci, vi assicuro che le ore passavano senza che me ne accorgessi nel riscoprire i particolari che da ragazzo non avevo certo notato. L’onnipresente voce narrante, talvolta criticata, a me non dispiace affatto, come gli scarsi dialoghi, del resto in un’interpretazione particolarissima dell’opera. Unico neo la mancanza delle introduzioni di Ungaretti dove il poeta leggeva passi della sua traduzione prima di ogni puntata. Me le ricordo ancora: sembrava di sentire lo stesso Omero che declamava. E’ incredibile che questi filmati siano stati distrutti in uno dei periodici repulisti dei magazzini Rai!
Penso che presto me lo riguarderò ancora, con meno frenesia, perché è una storia che non ha tempo.
E rivedendo tali esibizioni di grazia, di cultura, di inventiva, di qualità della nostra televisione di allora ci si accorge di quanto siamo caduti in basso.

sabato 24 gennaio 2009

Spruzzatina di neve ...

... ideale per stimolare la lettura in poltrona :-)
E così colgo l'occasione per ringraziare Claudio per la segnalazione su Stieg Larsson.
Ho comprato il primo della trilogia Millennium (Uomini che odiano le donne) e sono arrivato a circa un terzo del corposo volume di quasi 700 pagine.
Devo dire che la trama ... intriga.
Se riesce a mantenere il ritmo andrò a comprare (rigorosamente nella berlusconiana Mondadori ;-) anche gli altri due romanzi della trilogia.

Nell'immagine: una fotografia del momento più intenso della nevicata odierna.

Buon fine settimana.

Il pompiere

Cari amici , torno al nostro amato blog dopo troppi giorni di assenza.
Mi congratulo con tutti voi per l'ampiezza e la profondità dei temi che avete trattato nel frattempo, e vorrei aggiungere due brevi, spero , considerazioni.
Naturalmente sono io il colpevole per quanto riguarda il commento n.25, mi sembrava che la discussione si fosse lievemente surriscaldata!
Sugli anni ho deciso di assumere un atteggiamento ottimista in linea con i suggerimenti del nostro illuminato premier. Sono reo confesso.
Sull'Olocausto mi trovo d'accordo più con Valeria e Massimo.P. che con M.F. e Claudio.
Si è trattato di un crimine contro l'umanità , ampiamente testimoniato dagli storici , quelli seri! e di tali proporzioni sulla cui "unicità" non credo possano esservi dubbi.
I negazionisti alla Irving e alla Nolte credo che siano mossi più da convenienze politiche e dal desiderio di acquisire una "visibilità" altrimenti non raggiungibile. Tanto più se poi ritrattano per non andare in galera.
A Claudio vorrei dire che 60 anni in ottica storica e rispetto ad un eccidio di tali proporzioni non sono nulla e che rammentare ai più giovani è un imperativo categorico : chi non conosce la sua storia è destinato a ripeterla!
Il tuo discorso è più condivisibile per la "resistenza italiana", ecco lì un equilibrato revisionismo mi trova consenziente, ma qui mi fermo perchè non voglio aprire un altro contenzioso.
Per chiudere sull'Olocausto, il fatto è che il popolo ebraico è stato, nel corso di una storia secolare, e per i motivi che tutti conosciamo bene, oggetto di persecuzioni religiose e non " immani ",e la nostra cattiva coscienza di rappresentanti della civiltà occidentale ci sollecita, e per me giustamente, a mantenere alta la guardia contro questo e tutti gli altri razzismi che sono la negazione stessa del concetto di "umanità".
Messi questi doverosi paletti vorrei ringraziare Valeria per aver introdotto un tema "alto" con il suo post sullo yes man e chiudere con il mio pensiero: per anni sono stato uno spericolato yes man in tutto e per tutto e ne sono felice. Ho preso le mie sberle dalla vita ma l'ho vissuta senza tante remore. Ora e non da poco sono diventato senza accorgermene molto molto più prudente sotto tutti i profili, ma come dice Massimo, siamo ancora giovani e quindi in tempo a tornare ad essere degli scatenati yes.

P.S.
A proposito pare che Proculo fosse un campanaro indefesso e morto proprio mentre suonava la sua amata campana e così il gustoso gioco di parole acquista un senso...

lunedì 19 gennaio 2009

Lo sapevate?


Lungo la via D’Azeglio, sulla facciata di San Procolo, appare la famosa iscrizione latina, che propone una non ben risolta sciarada: “SI PROCUL A PROCULO PROCULI CAMPANA FUISSET, NUNC PROCUL A PROCULO PROCULUS IPSE FORET” A.D. 1393.

Questa la traduzione corrente:”Se lontano da Procolo fosse stata la campana di San Procolo, ora la stesso Procolo sarebbe lontano da San Procolo”.

E fin qui di chiarimenti nemmeno l’ ombra. Ma la tradizione narra di uno studente chiamato Procolo che abitava nei pressi di questa Chiesa e che ogni mattina si alzava al primo suono della campana per studiare. L’eccessivo zelo nello studio e le fatiche a cui si sottoponeva tutti i giorni per svolgere i suoi compiti, gli sarebbero stati fatali: morì di strapazzo e fu sepolto proprio nella Chiesa di San Procolo……

Lo sapevate?

A me pare che in III F nessuno abbia mai corso questo rischio…O voi ricordate qualche “secchione”?


N.B. scusate, Amici, ma dopo argomenti così grevi come quelli recentemente trattati, avevo voglia di un po' di leggerezza..... :-)

Mala tempora currunt


Un sant' uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese: "Signore,
mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l 'Inferno".
Dio condusse il sant' uomo verso due porte.

Aprì una delle due e gli permise
di guardare all' interno. In mezzo alla stanza, c' era una grandissima tavola rotonda. Al centrodella tavola, si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant' uomo sentì l' acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall' aspetto livido e malato. Avevano tutti l' aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant' uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".

Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l'aprì.
La scena che l' uomo vide era identica alla precedente. C' era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l' acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch' esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant' uomo disse a Dio: Non capisco!
E' semplice, rispose Dio, dipende solo da un' abilità. Essi hanno appreso a
nutrirsi gli uni gli altri mentre gli altri non pensano che a loro stessi.

Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura ... La differenza la fa
ognuno di noi!>

Questa storiella circola su internet (…o tempora o mores!) e a me è giunta in questo momento…
Perché privarvene, dato l’ interesse dimostrato per l’ argomento Inferno e Paradiso?

Inoltre tratta il tema della solidarietà, al quale si potrebbe ricollegare Massimo F. per evitare di fare il commento n.25………………ma naturalmente, è solo un suggerimento :-)!

Ancora in sella


Mi  tocca di tornare a scrivere rapidamente di western. Ho appena finito di vedere l’atteso Appaloosa, di e con Ed Harris, e non posso fare a meno di segnalarlo a voi amici amanti del genere. Non mi dilungo a raccontarne la storia (la potete trovare in rete facilmente), si tratta di un film molto bello che pur ispirandosi palesemente a western del passato costruisce una trama assolutamente innovativa con l’amicizia fra i protagonisti solo in apparenza potenzialmente divisi dall’entrata in scena della donna (l’ottima Zellweger, stile Cardinale di C’era una volta il West), qui non certo figura secondaria. Al di là della trama, splendidamente sceneggiata, le prove dei  protagonisti il bravissimo Ed Harris, il cattivo sempreverde Jeremy Irons e il più bravo di tutti:  Viggo Mortensen, all’ennesima interpretazione straordinaria. Da vedere parola mia, poi se vorrete, ne potremo parlare più a lungo. 

sabato 17 gennaio 2009

Amarcord: 10 luglio 1975

Il 10 luglio 1975 sostenni l'orale della maturità.
Fui fortunato.
Era stata estratta la nostra sezione e la lettera "C", per cui me la cavai già al secondo giorno.
Pochi forse ricorderanno che, proprio quel giorno, giornalisti del Carlino vennero per l'abituale servizio sui maturandi.
Mi dissero che erano andati prima nella sezione "A" (dove c'era il figlio di un allora importante segretario nazionale di partito: ricordate chi ?), dove però chiesero loro di non seguire gli esami, così vennero da noi.
E seguirono il nostro esame, riferendone come lo avevano visto loro, in un articolo apparso il giorno dopo in cronaca di Bologna e che qui riproduco (dovete cliccarvi sopra per leggerlo in grande).
Assieme a me, Andrea G.
C'è anche una fotografia di chi assisteva all'esame e siete tutti riconoscibili (manca però Claudio, direi):-).
Ho anche un aneddoto.
Vedendo la fotografia sul Carlino e leggendo il titolo cui credeva si riferisse (quello sotto ...) mia nonna telefonò a mia madre per chiederle: ma cosa ha combinato Massimo ? :-)

lunedì 12 gennaio 2009

Tutto Dante


Riordinando i film che scacrico dalla rete mi sono imbattuto nei divx della Divina Commedia che Roberto Benigni ha recitato alla sua maniera per la Rai negli scorsi anni. Benigni può legittimamente non piacere ma bisogna pur dargli atto di aver fatto qualcosa di buono con il passare degli anni, non ultimo aver vinto un Oscar per il malridotto cinema italiano. La questione nasce qualche tempo fa durante una delle mie pause caffè al giornale, durante le quali ho il piacere della conversazione - direi non proprio dell’amicizia ma della stima (e non è facile conoscendo il personaggio ve l’assicuro) - con il prof. C.S. nostro collaboratore alla cultura da moltissimi anni. Potete leggere quotidianamente la sua risposta a una lettera sul Carlino, più tutte le domeniche un’intervista a un personaggio bolognese e altro ancora. Essendo discepolo di Anceschi e professore ai massimi livelli, lo ascolto sempre con attenzione anche perché dotato di grande ironia e conoscenza nonché memoria di un passato che va via via scomparendo. Ebbene stuzzicandolo sul Dante di Benigni quel giorno scatenai una sua reazione del tutto negativa in cui lo distruggeva dicendo che non era Dante quello, Dante era roba seria, difficile, Dante non era “per tutti”, Dante era piuttosto Albertazzi o soprattutto lo straordinario Carmelo Bene che lo lesse a Bologna dalla torre Asinelli nel primo anniversario della strage della stazione.
Ora al di là delle sue argomentazioni erudite che manco ricordo bene io tenni duro (apposta) dicendo che a me in fondo non era dispiaciuto affatto. Forse un po’ troppe spiritosaggini per accattivarsi il pubblico e troppe ovvietà ma Benigni è fatto così.
Voi cosa ne dite? E’ stato fatto o no un buon servizio al Poeta e agli ascoltatori?

domenica 11 gennaio 2009

yes man


Yes Man!

Simpatico film con Jim Carrey, che narra gli equivoci e quindi le situazioni comiche che si creano dicendo sempre di sì…Dire sì è ovviamente un modo di essere aperti alla vita.

A dirvi la verità, mi è subito venuto in mente che la stessa filosofia di vita l’ aveva una mia amica e gliela aveva insegnata la sua ottuagenaria nonna…quindi, assolutamente niente di nuovo! Però, all’ epoca, essendo io abituata a dire molti no (e anche questi, ovviamente, hanno varia natura e valenza), mi colpì molto una frase che questa amica mi disse; testualmente: bisogna sempre dire sì a un invito, a una proposta, a una nuova iniziativa per non chiudere le porte in faccia alla vita.

Dopo anni di fidanzamento, di punto in bianco scoprì che il fidanzato (corrispondente a tutti i canoni che una seria ragazza di buona famiglia poteva desiderare) non solo l’aveva sempre tradita ma che tutto avrebbe fatto fuorché realizzare il suo sogno di una famiglia….Ho sempre pensato che io ci avrei messo almeno dieci anni per tentare di smaltire un tale “tradimento”. (Non vi dico poi che cosa penso di quel caso, vissuto da altra mia conoscente, in cui, dopo un matrimonio e un figlio, scoprì che il marito e padre era gay:…da mai più riprendersi!)

Sua reazione: non ne parlò con nessuno (immagino solo coi suoi familiari), cominciò a dire sì alle feste e alle occasioni di incontro (come fece?), disse sì anche ad un ragazzo che di sicuro non rientrava nei suoi canoni (e a cui io avrei senza dubbio detto un secco e immodificabile no)…Risultato: nel giro di pochissimo tempo, è tornata ad essere realmente felice, marito e moglie si adorano e adesso c’è anche una bellissima prole….

Beh, tanto di cappello!

Siete anche voi Yes Man?

venerdì 9 gennaio 2009



Una foto notturna (la qualità è quella che è, ma di giorno ero al lavoro) della nevicata del 7 (il giorno del mio compleanno con la neve !!!)

E una foto diurna della galaverna del giorno prima (ho foto molto più spettacolari, ma si riferiscono a galaverne degli anni passati: purtroppo anche in questo caso il giorno migliore per la galaverna era lunedì 5, quando ero al lavoro).

Nei prossimi giorni farà ancora freddo, poi scalderà gradualmente e per rivedere del freddo, se arriverà, bisognerà aspettare la fine di gennaio.

Saluti nevosi e galavernosi a tutti !!!

giovedì 8 gennaio 2009

The Dark Knight


Piaccia o no il vecchio personaggio dei fumetti, ieri sera ho visto il bluray del Cavaliere Oscuro che mi era stato regalato per le feste e devo raccomandarlo come film d’azione per tutti. Se ne è molto parlato e a ragione per l’interpretazione del Joker da parte di Heath Ledger, poi defunto e ora in odore di Oscar: dire che ha superato il Jack Nicholson dell’89 vi dia la misura. Christian Bale/ Batman mi era piaciuto di più in Batman Begins, qualche anno fa sempre per la regia di Nolan. Una sicurezza come sempre Morgan Freeman, Michael Caine e Gary Oldman. Unica nota stonata mi spiace veramente dirlo l’interpretazione femminile: Maggye Gyllenhaal proprio non mi va giù, molto meglio la Dawes di Begins. Non è neanche carina!
Al cinema dev’essere stato spettacolare, ma anche il bluray visto a casa in full HD 1920x1080, ti porta diritto dentro alle scene. Notate che oltre 30 minuti sono stati girati in Imax (il regista avrebbe voluto farlo tutto così ma costava troppo) e sono scene fantastiche. Certi panorami di città dall’alto sembrano finti. Non mi addentro in spiegazioni tecniche sulla lavorazione delle pellicole da 70mm ma considerate che al mondo esistevano solo 4 cineprese Imax dal costo di qualche centinaio di migliaio di dollari, esistevano, perché una è andata rotta durante le riprese pazzesche di un inseguimento.
Non vi racconto nulla della trama ma sappiate che per gli appassionati di stunt c’è da divertirsi: ad es. in una scena Batman salta dalla cima di un grattacielo a Hong Kong. Ho visto i filmati delle prove in cui uno stuntman (pazzo), salta da un grattacielo a Chicago stile jumpee ma con la fune appesa ad un elicottero in alto davanti a lui! Mai tentato prima. Poi però le autorità di Hong Kong non hanno permesso il sorvolo di elicotteri nella città e il salto è stato girato in uno studio poi montato su un sfondo di città.
Per finire una curiosità: a un certo punto il protagonista Bruce Wayne (vera identità di Batman) si butta con l’auto fra due camion per salvare qualcuno: l’auto, effettivamente distrutta sul set (ahi ahi che peccato), è nientemeno che una nerissima Lamborghini Murcielago.
In spagnolo Murcielago vuol dire pipistrello…

mercoledì 7 gennaio 2009

Auguri di cuore


Caro Massimo,
avevo memorizzato il tuo compleanno, dopo apposita ricerca nel blog ... ma giustamente i tuoi amici Massimo e Claudio, entrambi tuoi compagni di banco, se ben ricordo, sono stati più veloci di me.
Non voglio però rinunciare a un augurio di tutto "cuore" ... e anche la neve, stanotte, è scesa per festeggiarti!

BUON COMPLEANNO!

Ogni anno, il primo compleanno

Un caro augurio di buon compleanno a ... Massimo P. che, come ogni anno, è il primo, tra le mie conoscenze della inossidabile classe 1956, a compiere gli anni.
In parole povere: il "nonno" della compagnia ! :-)
Auguroni !

martedì 6 gennaio 2009

Un libro molto atteso


Parlando un po’ di letteratura “leggera”, nella fattispecie il cosiddetto romanzo thriller che ha un po’ soppiantato negli ultimi anni il classico giallo (Agata Christie, Ellery Queen, Maigret ecc. ) ricordo agli eventuali amici appassionati del genere ( cito fra gli eccellenti Jeffrey Deaver, Michael Connolly, i vecchi Ellroy, lo straordinario Henning Mankell, tutti da leggere assolutamente) che il 9 gennaio è atteso in uscita in Italia il terzo, e purtroppo per i suoi fan ultimo, libro di Stieg Larsson che esce postumo per la morte prematura dello scrittore. L’autore, svedese come Mankell, completa la trilogia Millennium (dal nome della rivista dove lavora uno dei due protagonisti, il giornalista economico Mikael Blomqvist, l’altra, “vera” protagonista è l’inquietante misteriosa ricercatrice/hacker Lisbeth Salander) che già comprendeva Uomini che odiano le donne e La ragazza che giocava con il fuoco, con questo attesissimo La regina dei castelli di carta e vi confesso che il giorno dell’uscita io sarò in libreria come tanti che conosco perché i suoi altri due libri erano veramente buoni.
Se non li avete letti e apprezzate il genere ve li consiglio caldamente, possibilmente in ordine, non a caso si tratta del più grosso fenomeno editoriale in Europa da tempo: oltre 4 milioni di copie vendute. Più di 2 milioni in Svezia (paese da 9 milioni di abitanti!), In Danimarca il terzo volume della trilogia è stato il libro con la più alta tiratura della storia dopo la Bibbia. In Germania Uomini che odiano le donne è stato il tascabile più venduto dell'anno. In Francia i tre romanzi hanno venduto già 220.000 copie.
Ma al di là delle cifre resta il piacere di una lettura affascinante e il rammarico che sarà l’ultima.

domenica 4 gennaio 2009

Pagina di diario


Che bella giornata, meteorologicamente parlando, oggi!
Qualche spruzzata di neve rimasta qua e là e…il sole. Ammettiamolo, Massimo freddofilo, il sole, con la neve già scesa, è bene accetto…..
Per il resto, oggi io sono stata da amici e vi dirò: avrei amato avere una serena giornata nella mia casa (come mi piace la mia casa!), “libera” da tutto….
A dire il vero, la mia vita me la sono proprio scelta io, solo che è continuamente presa di mira dagli altri: dalla famiglia, che mi pensa sola e pertanto triste; dagli amici, che mi pensano sola e pertanto triste…In realtà, io sono sola ma estremamente felice di esserlo…e non c’è verso di farlo capire agli altri. E anche nella tristezza, che talvolta mi avvolge, io trovo la felicità….
Quando, dopo una giornata di lavoro o di mondanità, la serratura scatta dietro di me e chiudo fuori il mondo, ecco, io credo di vivere un attimo di qualcosa di molto simile alla felicità….
Siccome sono il cuore comune di questo blog ( ho veramente apprezzato questo pensiero di Claudio; aggiungo che il cuore rappresenta il sentimento ma è anche la “sostanza” delle cose, il “centro”, il “cuore”, appunto), dovevo aprirmi un po’ di più con voi…Ma la pagina intimistica è finita e ora vi parlerò del più e del meno…
Prima, però, mi piace azzardare un commento per ognuno di voi (.-))
Massimo F.: “Mah, questa non è normale”
Massimo P. “Bene, questa è una vera freddofila”
Robi “Questa è la mia amica”
Claudio (ancora perplesso per il mio commento al suo bellissimo post): “Mah, vediamo questa dove andrà a parare…..”
Si vedrà: intanto, onore al merito!
Noi cinque ci mettiamo in gioco, mica come gli altri che ci leggono e non scrivono…troppo comoda….
E caro Massimo F., che in un recente scritto hai aperto senza condizioni anche a quelli non del ’56: ti ricordo che c’è un Consiglio di Amministrazione del presente blog e se anche tu sei il Rappresentante Unico, prima di spendere il nostro nome, devi attendere idonea delibera….
Ieri sera, amici, ho visto un film, rubricato come “western” da televideo, in realtà solo di “ambientazione” western: “Maverick”
Ero estremamente soddisfatta e pensavo alla vostra faccia quando ve lo avessi riferito: poi, mano a mano che il film mi prendeva (ed infatti non era western), evidentemente anche a causa dell’ età di noi del 56, l’ entusiasmo è, d’ improvviso e inesorabilmente, scemato: mi sono addormentata proprio sull’ ultima scena, quella in cui lo sceriffo scappa con il bottino vinto al gioco da Maverick….
Indagando su internet, ho poi appurato che il regista del film, Richard Donner, e il protagonista, Mel Gibson, avevano già lavorato insieme nei primi film della serie Arma letale e che, proprio per celebrare questo lungo sodalizio, in Maverick c'è anche un breve “cammeo”di Danny Glover (che in Arma Letale interpretava il compagno di Gibson, Roger Murtaugh). Glover interpreta la parte di un rapinatore di banche che alla vista di Gibson rimane per un attimo interdetto; i due si scrutano come se si conoscessero (il parallelo è sottolineato anche dal sottofondo musicale, che fa anche parte della colonna sonora di Arma Letale), poi la scena finisce con la fuga di Glover, che ripete una delle più celebri battute di Arma letale: “Sono troppo vecchio per queste stronzate” (ndr. Trovo deliziosa questa curiosità….)
Mi sono ulteriormente documentata e ora so che Maverick, oggi, significa più o meno battitore libero, che all’ epoca del far west il termine indicava un capo di bestiame non ancora marchiato, che negli anni cinquanta fu una serie televisiva western con James Garner nelle vesti di un avventuroso (e onesto) giocatore di professione che frequenta i tavoli del Far West. Negli anni Ottanta il termine tornò a galla grazie a Tom Cruise che nel film Top Gun interpretava il ruolo di Pete “Maverick” Mitchell, un pilota ribelle e geniale. In questa campagna elettorale, il senatore John McCain ha sostenuto di essere lui stesso un maverick, un battitore libero che ha spesso disobbedito al partito per il bene del Paese. Anche Sarah Palin ha sostenuto di essere a sua volta una maverick. (ndr.: Mah?!?)

………………………………………
Indagando su internet ho appurato tutte queste cose, ma non ho trovato il finale del film….

Sob. Qualcuno di voi sa per caso come sia andato a finire?
……………………………
Essendomi addormentata presto, ovviamente, mi sono svegliata di notte: e ho visto il finale di un altro film, che, in quanto donna, mi ha subito intrigato. Titolo: “Un amore americano” (regista: tale ignotissimo Schivazappa), prodotto da Pupi e Antonio Avati, interpreti: Carlo Delle Piane e Brooke Shields!! Storia: un vecchio professore italiano dell’ Università di Urbino va a Chicago per lavoro, si innamora di una studentessa più giovane ecc ecc…innamoramento che, naturalmente, non è altro che la proiezione di giovinezza e nuove emozioni….
Storia banalotta, in verità, ma interessante nel risvolto che unisce il mondo e la storia: l’ Uomo, in quanto genere…
Ecco: sull’ uomo in quanto tale, in quanto essere umano, io potrei scrivere fiumi di inchiostro, ma so che a voi non interesserebbe più di tanto…
Eppoi, adesso sono stanca…
Avrei voluto anche parlarvi dello spettacolo di Travaglio, che ho recentemente visto al Celebrazioni (con biglietto gratuito), e che si è chiuso con un tributo a Prodi, presente in sala…ma penso che sia un “argomento sensibile” e, anche se mi sarebbe piaciuto intraprendere un dibattito in merito, preferisco per ora accantonare l’ argomento politico, in attesa che riprendano i vari Anno Zero e Ballarò e Porta a porta, che tanto mi appassionano…Valuteremo di volta in volta…
Pertanto, miei cari, la smetto (temporaneamente)…..
E’ comunque un vero sballo non dovere andare a lavorare, anche se mi sento già pervadere da una sottile angoscia: mercoledì è già alle porte…
Buona serata!

P.S.
Ho trovato fantastico il ricordo del diario di Robi ed è incredibile, non lo ricordavo affatto!
Eppure, a forza di pensarci -e questo sì che è incredibile!- qualcosa nella mente mi è riaffiorato: l’ Ansa e io, secondo o terzo banco della prima fila entrando nell’ aula di terza effe a destra (dietro la mitica “Pasc”), eravamo forse un po’ acide entrambe?….Mmmm, sì.
Però, Robi, sono sempre più sicura che la frase non fu farina del mio sacco….e non a caso ero una delle tue preferite!

R.P.S.
Dopo trent’ anni di silenzio assoluto, una delle prime domande che mi fece l’ Ansa fu: “…e Roberto?”

venerdì 2 gennaio 2009

2009: grazie a voi

Questo doveva essere un commento al precedente, ma dopo tutto ho preferito tramutarlo in post.
Caro Roberto compagno di banco dei miei anni migliori, posso solo ringraziarti per aver rigenerato questo blog (devo anche spendere due parole per Marco F. e Andrea R. - fratello del "nostro" Stefano - che me l'han fatto conoscere) e sottolineo che la polemica - che ci deve sempre essere - è così magicamente stemperata nelle nostre argomentazioni che non se ne potrebbe più fare a meno ed è raro trovare in altri ambienti tanta tolleranza e ironia. Massimo F. lo definisco una "roccia" nel suo pensiero. Reazionario dice lui. Coerente come pochi negli anni dico io e testimonial di tutti, ma dico tutti, quei valori che condivido a mia volta. Massimo P. una piacevole riscoperta di quello che era un mite e taciturno compagno di ginnasio e che si rivela un fine dicitore di cose sempre interessanti. Da lui come da voi tutti mi hanno diviso oltre 30 anni di vita vissuta: non basterebbero 10 blog a raccontarci tutto ma qualcosa stiamo pur cominciando a costruire. Di te Roberto posso solo aggiungere tanti ricordi di straordinario erudito cazzeggio. Sì, siamo stati dei precursori, e al di là dell'intellighenzia che nel '74 o giù di lì era rappresentata da alcune compagne..., noi eravamo comunque, e il tempo lo ha dimostrato, qualcosa di speciale. Dulcis in fundo Valeria, il nostro cuore comune. Diciamo intanto che da sola riempie il blog di tutta la femminilità di cui c’è bisogno. E’ lei che con dolcezza ci riporta sulla terra quando esageriamo nel “maschilismo” invero presunto di qualche post (ma il western è così maschile?). E sempre lei ci spiazza proponendoci riflessioni che sanno d’antico e di familiare volteggiando fra i nostri post come solo una donna potrebbe fare. Grazie a tutti voi per questo e che il 2009 continui nel segno della classe del ’56, liceo Galvani, sezione F.

giovedì 1 gennaio 2009

BUON 2009

Cari amici, raccolgo volentieri l'invito di Valeria a presenziare in questa giornata di festa.
Iniziamo come doveroso con un augurio sincero di Buon Anno, un anno salutato anche dalla caduta di neve copiosa su Bologna che rallegra i cuori dei nostri amici freddofili e nevofili e dunque di buon auspicio.
Ma è anche tempo di bilanci e, in qualità di blogger che si è assunto il "duro compito" di rigenerare il blog, vorrei fare due brevi considerazioni.
Per me che ho iniziato questa avventura ignaro di tutto, è stato un piacere grandissimo dialogare con voi, un'esperienza che mi ha arrichito profondamente e che mi ha costretto spesso a interrogarmi sui miei difetti più palesi e ovvi. La mia vis polemica si è scontrata a volte con l'eleganza dei vostri commenti alle mie provocazioni, spesso gratuite, e ne è risultata giustamente sconfitta . E' molto bello poter capire meglio i tratti peggiori della propria personalità per migliorare. Perchè si può sempre migliorare!!

In secondo luogo vi ringrazio per il fatto che anche se su molti argomenti la nostra visione delle cose non è sempre simile , e per questo mi sono dato una sorta di autodisciplina nel non toccare argomenti " sensibili", anche quando questi sono stati sfiorati una comune cifra di stile ha salvagurdato i nostri dibattiti.
Questo perchè credo di poter affermare, senza tema di smentita, che abbiamo tutti e cinque un denominatore comune nell'ironia e nell'autoironia il vero spartiacque che separa gli imbecilli dalle persone intelligenti....
Dunque ancora grazie a voi e un felicissimo 2009!!

Roberto
La neve ad Anzola stamattina.
Caduti ca. 2 cm. (al momento della foto la precipitazione era ancora in corso).
Ancora auguri.



Mi sono permesso di insinuarmi nel post di Massimo perchè, per singolare coincidenza dovuta forse all'omonimia, forse alla Capricornità che ci accomuna, anch'io ho fatto una fotografia (quella a destra ... ovviamente ;-) di quel che vedo dalla finestra di casa, in una mattinata di neve, appena tornato da Fanano (fortunatamente senza aver dovuto montare le catene).
Mi associo al rinnovo degli auguri.