domenica 1 dicembre 2024

Millennium, una saga gialla alla frutta

Millennium è una trilogia del giallo scandinavo scritta da Stieg Larsson, deceduto prima di poter scrivere altro (e ho letto anche interrogativi sul fatto che Stieg Larsson sia realmente esistito).

Sono tre romanzi gialli, di 600, 700 e 800 pagine, basati su una idea di fondo (le indagini giornalistiche che portano a scoprire reati ed omicidi) valida, infarcita però (per arrivare a quel numero di pagine)di una marea di banalità e di luoghi comuni del politicamente corretto made in Svezia (e in tutto il decadente Nord Europa).

Morto Larsson ne hanno fatto un altro per tenere in vita i personaggi di successo della trilogia.

Così è stato affidato a David Lagerkranz il compito di scrivere altri tre corposi volumi, più o meno sulla stessa lunghezza d'onda.

Karin Smirnoff è la scrittrice incaricata di proseguire la saga e a novembre è uscito il suo secondo contributo che ho comprato (digitale) e appena terminato di leggere.

L'idea di proseguire una saga con mani diverse mi era inizialmente piaciuta, perchè consentiva da un lato di proseguire a leggere le vicende di personaggi ai quali ci si era abituati più che affezionati e, per me che sono conservatore e abitudinario, ritrovarsi in ambienti conosciuti è un plus al piacere della lettura.

Il cambio periodico di una "mano" inoltre dovrebbe rinfrescare trama e personaggi.

Purtroppo non sembra che la Smirnoff riesca in tale compito.

"Gli occhi della lince", così si intitola l'ottavo volume di Millennium, procede stancamente verso la fine e che le idee scarseggino lo dimostrano le lunghe, noiose, ripetitive pagine che vorrebbero far conoscere al lettore i pensieri ed i ragionamenti dei vari personaggi che animano il romanzo, ma interrompono solo una trama che, come per tutti i precedenti sette volumi, sarebbe stata più intensa e più leggibile se avessero evitato certe descrizioni, certe rappresentazioni e certi virtuosismi come, appunto, l'esposizione senza fine dei pensieri dei personaggi.

Come ho già scritto, temo che quei romanzi, come tutti gli altri romanzi scandinavi, rappresentino meglio di qualsiasi indagine sociologica la decadenza di una società, quella del Nord Europa, che oggi ha esaurito ogni spinta propulsiva e che aspetta solo di scomparire, senza lasciare ai posteri nulla di particolarmente rilevante della sua esistenza.


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