domenica 30 luglio 2023

La stagione delle Erinni

Non ricordo se scrissi sul primo romanzo di Stefano De Bellis e Edgardo Fiorillo "Il diritto dei lupi", un romanzo con trama gialla, ambientato nella Roma a cavallo tra la dittatura di Silla e il ripristino del sistema repubblicano, con la presenza, anzi il protagonismo, di personaggi storici come Cicerone e Crasso affiancati ad altri di fantasia.

Una bella trama che si dipana per seicento pagine che non annoiano affatto.

A metà luglio 2023, dopo due anni dal primo, ecco che esce La stagione delle Erinni, idealmente il seguito del precedente, con i medesimi protagonisti, vissuti e di fantasia, che affrontano un'altra avventura gialla, con i suoi omicidi e, sullo sfondo, un affresco ben centrato sulla vita, i costumi e la politica romana.

Di solito la seconda opera è una prova del nove sulla tenuta dell'autore e, in questo caso, della collaborazione tra due autori, una prova che, per quanto mi riguarda, è superata a pieni voti e anche queste quasi settecento pagine si leggono senza stanchezza e con piacere.

A maggior ragione se a leggerle è chi nel mondo latino - romano affonda il suo retroterra culturale, per studi, propensione e convinzione.

domenica 23 luglio 2023

Sono solo canzonette

Da incallito radioascoltatore, passerò le prossime settimane accendendo la radio e, invece di ascoltare trasmissioni interessanti come Sportello Italia che "va in vacanza" (ma il canone no, lo paghiamo per 365 giorni al'anno) mi aggiornerò sulle canzonette che vanno di moda.

Probabilmente le ho già ascoltate, visto che ormai sembra un obbligo infilare canzonette in ogni dove e mi sembra che la radio abbia a libro paga un numero spropositato di dj il cui merito principale è quello di continuare a parlare snza interruzione, dicendo una marea di inutilità, per riempire gli spazi e "lanciare" il pezzo successivo, sempre "meraviglioso", "unico" e "imperdibile".

Il fatto è che le voci sono tutte uguali e l'unica distinzione (non sempre, peraltro ...) è tra quelle maschili e quelle femminili.

Tra i cantanti sì che "uno vale l'altro", perchè non si distinguono neppure nei "concetti" che esprimono, tutti uguali, tutti buoni, tutti che hanno fatto enormi sacrifici per arrivare dove sono adesso, tutti che soffrono come pochi quando partoriscono una musica o un testo che, immancabilmente, vuole esprimere la loro esperienza e indicare ai "fans" un modello.

Non ci sono più i cantanti di una volta, che imparavano bene un testo e lo interpretavano, lasciando inalterata, come caratteristica, la loro cadenza originaria (pensiamo solo alle "essce" di Gianni Morandi !).

Adesso mi sembra che ci siano solo dei cloni da laboratorio e magari, per quel che ne so, sono solo voci, intelligenze artificiali, come artificiali, banali e non memorabili sono i testi delle canzoni che ascolto quotidianamente e che poi dimentico.

lunedì 17 luglio 2023

Decadenza

Seguendo le previsioni del tempo, un privilegio che solo i pensionati possono avere, da una decina di giorni mi sono trasferito in montagna.

Tanti anni fa lessi che "montagna" erano considerate le alture sopra, se ricordo bene, i 640 metri, anche se, ancora, non riesco a considerare "montagna" l'Appennino.

Ma dicono anche che con la pressione alta e avviati verso i 67 anni, sia meglio evitare la vera montagna, chissà poi se è vero, perchè sono andato a Selva in Valgardena un anno fa e non mi è successo nulla.

Comunque sono in "montagna" appenninica e, come da abitudine, al mattino prendo e, dopo aver comprato i giornali e un pezzo (piccolo, per carità) di crescenta, vado verso il Lago della Ninfa, dove c'è un comodo parcheggio (tranne nelle due settimane intorno a Ferragosto dove il carnaio è insostenibile ovunque, quindi è meglio restare a Bologna) e con pochi passi arrivo ad una panca in mezzo all'ombra ed al fresco del bosco.

Lì leggo i giornali, smangiucchiando la crescenta.

Ho drammaticamente scoperto che adesso, senza occhiali da vista, non riesco a leggere gli articoli, ma solo i titoli e gli occhielli.

L'anno scorso non era così.

Eppure gli articoli a casa li leggo senza bisogno di lenti, quindi ?

Mi dicono che sia una questione di luce.

Più si invecchia, più il testo deve essere illuminato per agevolarne la lettura.

Questa si chiama decadenza.

domenica 9 luglio 2023

Andavo ai trenta all'ora

Oggi ho provato a mantenere i trenta all'ora da casa mia allo Stadio.

A parte il fatto che per restare al di sotto del limite leporiano, pur con quel margine dovuta alla natuale imprecisione del tachimetro, dovevo restare concentrato sulla lancetta, frenendo e solo sfiorando l'acceleratore, immagino consumando più carburante di una guida normale, tutte le automobili mi passavano a destra e a sinistra e, presumo, lanciandomi strali e insulti.

E oggi è domenica, cioè non esiste traffico.

Nei giorni feriali non oso provarlo, sia perchè rischierei di innestare un litigio, ma anche perchè il traffico ordinario (forse non a luglio e certamente non in agosto) non consente di viaggiare a velocità superiori.

Da notare che il limite dei trenta è, ovviamente, imposto anche ai mezzi pubblici.

Mi auguro che ci sia un ripensamento, come è stato quello, ancorchè tardivo, di riaprire via de' Carbonesi al traffico anche al sabato e alla domenica.

domenica 2 luglio 2023

Star Trek Voyager

Dopo alcuni mesi, inserendo una puntata quasi ogni giorno nel mio palinsesto personale che costruisco con quello che registro e con le offerte on demand, ho terminato la visione, per la prima volta completa e in ordine cronologico, delle sette stagioni di Star Trek Voyager, la quarta serie di Star Trek.

Forse è la migliore, almeno per imiei gusti, alla pari, almeno, con la serie originale.

L'ultimo episodio è stato la degna conclusione del "viaggio di sette anni alla scoperta di nuovi mondi e civiltà" provocato da un classico della fantascienza: un balzo spaziale che ha proiettato l'astronave in un quadrante inesplorato.

Personaggi ben caratterizzati, storie sempre dignitose anche quando appaiono un po' forzate (ma 182 episodi sono tanti per poter mantenere uno standard elevato in ognuno di essi).

Mi è dispiaciuto che sia finita.

Avrei voluto che durasse per anni, come certe serie che non capisco come possano avere una vita trentennale.

Per curiosità ho riguardato, subito dopo l'ultimo episodio, parti del primo e del secondo.

Beh, sette anni di differenza si vedono anche sui volti di attori che, per la loro professione, sono i primi a cercare di mantenersi in forma.

Non come guardare William Shatner in Star Trek e subito dopo in Boston legal, ma la strada sarebe quella.

Voyager, a suo tempo, risollevò le sorti della saga di Star Trek dopo il mezzo flo di Deep Space Nine e forse era nelle intenzioni degli autori il capitolo conclusivo, ma poi arivò Enterprise, il prequel e quindi Discovery (pessimo), Picard (bruttino, ma a me non piacque neppure Nex generation) per arrivare all'attuale Strange New Worlds che recupera lo spirito dell'Originale e di Voyager.

E per fortuna che ci sono le serie complete a disposizioni on demand, perchè il panorama televisivo contemporaneo è decisamente scadente.