domenica 27 novembre 2022

Quando il passato è meglio del presente

Noi Italiani non siamo secondi a nessuno nel produrre programmi televisivi interessanti, anche se la globalizzazione ha colpito anche da noi, peggiorando drasticamente la qualità della nostra produzione televisiva, si quella informativa che quella di svago e divertimento.

Così da anni non guardo più gli sceneggiati italiani, per vari motivi ma, in particolare, perchè hanno perso la compostezza, la dizione, la chiarezza nella recitazione che avevano inizialmente, mutuando da quelli americani una propensione all'ansiogeno e da quelli francesi una scenografia scura.

C'è, però, una alternativa ed è data da quella miniera di piccoli gioielli che è Rai Play, con le sue Teche.

In questi giorni mi sono guardato nuovamente "Lungo il fiume e sull'acqua", uno sceneggiato giallo del 1975, tratto da una idea di Francis Durbridge, a quei tempi molto in auge.

Un prodotto tutto italiano, pur se ambientato in Inghilterra, con bravissimi attori italiani di teatro (Renato De Carmine, Giampiero Albertini, Sergio Fantoni, Laura Belli, Nicoletta Machiavelli) che avevano una dizione perfetta, senza inflessioni dialettali e con una pronuncia chiare di ogni singola parola.

E' uno sceneggiato che, anche oggi, è piacevole da guardare, con una trama ingegnosa, avvincente e il classico dipanarsi della vicenda, nei tempi resi necessari da un prodotto che prevedeva di occupare cinque serate.

Sarà nostalgia, la mia ?

Certo è che con gli sceneggiati del passato (ho adesso in lista "Un certo Harry Brent") non devo sforzarmi a capire i bisbiglii della recitazione odierna, anche coperta dal rumore ambientali, voluto per dare l'impressione di realtà, ma che è solo un disturbo creato ad arte forse per coprire il vuoto di tante frasi che il copione fa dire agli attori.


domenica 20 novembre 2022

Inizia il Mondiale

Per noi Italiani passa quasi in sordina nonostante il disperato tentativo della rai di pubblicizzare, per rientrare almeno delle spese sui diritti, l'esclusiva su tutte le partite, ma c'è poco da fare: un Mondiale senza l'Italia acquisterà interesse solo per le semifinali e finale.

E riusciremo anche a dividerci sulle squadre straniere che si affronteranno per il titolo.

La partita inaugurale, che una volta vedeva impegnati i campioni uscenti, sarà nel pomeriggio tra lo stato organizzatore, il Quatar e l'Ecuador.

Certamente non una partita di cartello, molto più interessante (anche per noi bolognesi) l'amichevole tra Italia ed Austria.

Il Mondiale così come concepito, per dare spazio a squadre di tutto il mondo con l'obiettivo di dare la massima copertura geografica, non è un mondiale qualificato, per il semplice fatto che non è rappresentativo delle migliori formazioni, avendo dovuto l'Europa rinunciare a partecipazioni come quella dell'Italia per quattro volte Campione del Mondo e solo per dare spazio non tanto al Qatar che organizza e ci mette i soldi, ma a squadre come l'Ecuador.

E' come se nel Campionato Italiano dicessero che, per dare maggiore rappresentantività geografica, Milano, Torino, Genova, Roma debbano rinunciare ad una delle loro squadre, per dare spazio al SudTirol in rappresentanza dell'Alto Adige o al Venafro per il Molise e veder rappresentate tutte le regioni.

Partecipare ai Mondiali dovrebbe essere legato al Merito, non alla geografia.


domenica 13 novembre 2022

Pausa

Con la partita di ieri, per due mesi il Campionato andrà in letargo (in realtà oggi ci sono altre partite, ma è ieri che ha giocato il Bologna e ...  il resto è noia).

In realtà la sosta è causata dal Campionato del Mondo in Qatar, ma, non essendo riuscita l'Italia ad essere qualificata, la cosa non mi interessa e, forse, mi limiterò a guardare solo finale e semifinali, sperando che non vincano nazioni come Brasile e Germania che sono al nostro livello (o anche più) di coppe vinte.

Il Bologna ha chiuso con una convincente vittoria.

Devo quindi fare un'ammenda, che spero non sia momentanea.

Non avevo alcuna fiducia in Thiago Motta.

Era noto che fosse la terza o quarta scelta dopo che altri avevano rifiutato la panchina e non aveva mai fatto due stagioni di seguito nella stessa squadra e mi domandavo il perchè.

Non so se sia tutto oro quello che luccica in casa di Thiago Motta, però, dando fiducia a panchinari come Ferguson (strepitoso goal, ieri) e Abischer (anche lui in goal) ha affiancato ad un gigante come Arnautovic una squadra che sembra funzionare.

A parte il risultato di Milano che, però, non ha fatto danni, mentre la nostra vittoria dell'anno scorso ha fatto perdere all'Inter lo scudetto e impedito che si cucisse, almeno per ora, la seconda stella sulla maglia.

Mi dispiace per le modalità di esonero di Mihailovic che ha una battaglia ben più importante da combattere e ieri, ascoltando i commenti per radio, mi ha colpito Sabino Nela che, senza riferirsi a Mihailovic ma a commento di una dichiarazione di Spalletti, ha ricordato come mentre un giocatore si allena due ore al giorno, un allenatore è in costante attività, perche prima e dopo l'allenamento ha i colloqui con i collaboratori, con i singoli calciatori, con lo staff medico, quello dei preparatori, deve conoscere le altre squadre ed i singoli giocatori.

Pensando a quelle parole, mi sembra abbastanza chiaro che chi è impegnato in una battaglia ben più importante del risultato domenicale, forse non poteva dedicare all'impegnativo ruolo di allenatore tutta la attenzione richiesta.

Ma non possiamo dimenticare che questa è la squadra di Mihailovic e che se abbiamo un campione come Arnautovic, che da anni non si vedeva da queste parti, il merito è tutto di Mihailovic che lo ha convinto a venire a Bologna.

domenica 6 novembre 2022

Pessimi amministratori

Siamo al sei di novembre, le temperature sono progressivamente più basse (la notte scorsa il termometro esterno di casa mia ha registrato una minima di 6.8) che si riflette sulla temperatura ambientale interna.

Siamo passati, sempre in casa mia, dagli oltre 20 gradi di una settimana fa, agli attuali 18.

Questo è dovuto al progressivo raffreddamento dei muri, che assorbono sempre più umidità e non riescono a riscaldarsi a sufficienza durante giorni sempre più corti nella esposizione al sole.

Ciononostante, con dieci giorni di anticipo, in modo ottuso la giunta di Bologna ha ordinato che fino al 7 novembre non si possono accendere i termosifoni (e nel momento in cui scrivo, con una giornata di sole, temo che al sindaco venga in mente di ordinare una ulteriore proroga, così, tanto per fare il primo della classe a spese nostre).

Ci vorrebbe una rivolta generalizzata, ma vedo la faccia delle persone con cui parlo spaventate "dalla guerra" e rimettersi alle decisioni altrui, felici che ci sia un capo branco che decide anche per loro.

Molti, però, hanno le pompe di calore che accendono e altri usano le stufe elettriche/a olio.

Come se non consumassero gas con il quale si produce anche l'elettricità.

Ma, soprattutto, quel che indispone è l'atteggiamento di chi pretende di imporre un comportamento "per risparmiare", come se noi volessimo allegramente spendere e consumare senza criterio.

E' la stessa mentalità che imporrà da giugno i trenta all'ora in città.

Dimenticando che l'inquinamento si alza proprio là dove il traffico rallenta e ristagna e che, con tutte le chiusure delle strade interne, il traffico è tutto spostato verso i viali, rallentandolo e nelle ore di punta circolare ai trenta all'ora è un sogno impossibile.

Tra l'altro, questa mattina ero in via Santo Stefano (strada già da tempo con la limitazione dei 30) e se mi fossi limitato a trenta, sarei stato superato anche dai ciclisti che, su una strada pienaggiante, quel limite superano allegramente (anche sotto i portici).

Meno ordinanze, meno divieti e più vita.