Con una firma la signora Fornero ha stabilito per legge che a sessanta anni non si è vecchi e che, anzi, per esserlo bisogna arrivare ai 67 (e progressivamente oltre).
Eppure mi accorgo che sempre più colleghi mi guardano come noi potevamo guardare un nonno che raccontava della prima guerra mondiale, se cito i vecchi programmi televisivi.
Incidentalmente: è tragico che mi guardino con uno sguardo interrogativo anche quando cito brani dei classici della nostra letteratura.
Per me, invece, il culto della memoria, del tramandare, del raccontare è tuttora vivo.
Anche quando devo ricordare un attore che non è mai stato nelle mie corde come Giorgio Albertazzi, di cui non ho mai gradito l'interpretazione di Jekyl e Hyde nè quella di Philo Vance.
Eppure anche Albertazzi ha rappresentato una parte di quegli anni sessanta e settanta che hanno fortemente influito sulla mia (nostra) formazione attraverso quell'oggetto rettangolare che ha conquistato di forza il posto d'onore nel salotto di casa.
Come del resto, discreta e spesso noiosa presenza, furono le "signorine buonasera" che la rai ha deciso di togliere definitivamente dal palinsesto.
Certo, non sono più le "nostre" signorine buonasera (oggi ormai oltre i settanta-ottanta anni) e se mi si chiedesse di individuarne una, non saprei che dire.
La rai la guardo poco (Ncis e Haway 5-O) e sempre registrata.
I programmi li guardo nel prospetto di Sky e non aspetto certo la signorina buonasera che mi illustri cosa c'è ed a che ora (quasi rispettata nel passato, oggi molto meglio).
Ma il fatto che non ci siano più, mi dispiace.
E' sicuramente un'altra concessione alla frenesia del modernismo che pone in primo piano la tecnologia (la motivazione principale è che ci sono tanti strumenti per conoscere le trasmissioni che le signorine buonasera non hanno più una funzione) ma anche esigenze di bilancio.
Purtroppo si perde di umanità, si perde un'altra parte di noi, del nostro passato, di quello che era una caratteristica della nostra televisione.
Mi è già capitato di sognarlo, in un incubo in cui il bosco che c'è (tuttora) davanti a casa mia era stato sostituito da un palazzone di cemento tutto bianco, però veramente mi piacerebbe materializzarmi 200 anni nel futuro per vedere come si saranno ridotti.
E sono sicuro che mi gusterei maggiormente quel che ho e quel che è stato il mio (e nostro) passato.