Rieccoci.
Da questa mattina siamo nuovamente colpiti dalle imposizioni di un gruppo di burocrati che, per giustificare la propria esistenza e far sapere chi comanda, ha stabilito che fino al 25 ottobre le lancette dell'orologio andranno spostate avanti di un'ora.
In tutta Europa, così si consolida l'unione (?).
L'ora chiamata legale, imposta dallo stato, in contrapposizione all'ora naturale (che è ben più legale di quella di stato anche se si limitano a chiamarla "solare") fu organicamente introdotta nella nostra infanzia, quando a qualcuno venne in mente che prolungare le attività con la luce solare avrebbe aiutato il risparmio dell'energia elettrica.
Era effettivamente così in tempo di guerra.
Nel 1966 copriva i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, infatti era detta "ora estiva".
La sua estensione da marzo ad ottobre è invece una forzatura dannosa.
Come ben ho potuto constatare personalmente tre anni fa.
Fine ottobre, ultima settimana di ora di stato.
Al mattino è ancora buio.
Piove e l'illuminazione è quella che il comune di Bologna concede: fioca e casuale (effetto random: alcuni lamioni funzionano, altri no).
L'asfalto steso in estate, come al solito "in economia", non copre tutta la carreggiata.
Mi sposto a lato per evitare eventuali automobili e un piede finisce a mezzo tra l'asfalto steso sopra il piano precedente e la parte residuale esistente (un gradino di qualche centimetro).
Un male cane.
Per alcuni momenti non riesco ad appoggiare il piede, poi riesco ad incamminarmi.
Pur senza conseguenze particolari, mi sono trascinato una caviglia non completamente a posto per un anno.
Ma l'ora di stato fa male non solo in casi singoli, come il mio, bensì a tutti noi come riportato da questo articolo.
E vi è anche una lista organica di controindicazioni.
Perchè, quindi, voler modificare il ritmo naturale della vita che si basa anche sulla regolare alternanza di giorno e notte, nelle ore giuste, con i tempi appropriati, come Natura volle sin dall'origine del mondo ?