Mentre a Venezia cominciano ad assumere provvedimenti, ancora morbidi, per evitare che un turismo non "di massa", che sarebbe benefico, ma solo volgare e maleducato, degradi la città sottraendola ai suoi abitanti, a Bologna, alle prese solo da pochi anni, con un flusso turistico considerevole, assistiamo sempre più ad un degrado al quale non si pone alcun freno.
Ogno giorno, uscendo dall'ufficio sia per la pausa pranzo che al termine della giornata di lavoro, assisto a come le nostre piazze centrale siano devastate da un turismo che tale in realtà non è.
In particolare nei giorni scorsi, la prima settimana di autentico bel tempo e temperature elevate, il crescentone di piazza Maggiore era quasi impraticabile per la gente che vi si era sdraiata e con varie comunitive che ne aveva occupata una larga fetta per consumare un pranzo al sacco (quando ci sono tanti locali nelle strade laterali dietro il Palazzo dei Banchi).
Tutto questo davanti al palazzo comunale e sicuramente i vigili urbani di servizio avranno notato tale degrado, ma probabilmente hanno l'ordine di non intervenire.
Così, mentre Venezia cerca di porre riparo al lassismo degli anni scorsi e ho avuto il piacere di ascoltare il sindaco che parlava di "una notte in carcere" per chi maggiormente offendeva il decoro della città e dei suoi abitanti, Bologna non sembra aver imparato nulla dalle città che prima di noi hanno avuto la ricchezza ma anche i problemi del turismo e si avvia verso un sempre maggior degrado.