domenica 29 aprile 2018

Turismo sì, degrado no

Mentre a Venezia cominciano ad assumere provvedimenti, ancora morbidi, per evitare che un turismo non "di massa", che sarebbe benefico, ma solo volgare e maleducato, degradi la città sottraendola ai suoi abitanti, a Bologna, alle prese solo da pochi anni, con un flusso turistico considerevole, assistiamo sempre più ad un degrado al quale non si pone alcun freno.
Ogno giorno, uscendo dall'ufficio sia per la pausa pranzo che al termine della giornata di lavoro, assisto a come le nostre piazze centrale siano devastate da un turismo che tale in realtà non è.
In particolare nei giorni scorsi, la prima settimana di autentico bel tempo e temperature elevate, il crescentone di piazza Maggiore era quasi impraticabile per la gente che vi si era sdraiata e con varie comunitive che ne aveva occupata una larga fetta per consumare un pranzo al sacco (quando ci sono tanti locali nelle strade laterali dietro il Palazzo dei Banchi).
Tutto questo davanti al palazzo comunale e sicuramente i vigili urbani di servizio avranno notato tale degrado, ma probabilmente hanno l'ordine di non intervenire.
Così, mentre Venezia cerca di porre riparo al lassismo degli anni scorsi e ho avuto il piacere di ascoltare il sindaco che parlava di "una notte in carcere" per chi maggiormente offendeva il decoro della città e dei suoi abitanti, Bologna non sembra aver imparato nulla dalle città che prima di noi hanno avuto la ricchezza ma anche i problemi del turismo e si avvia verso un sempre maggior degrado.

mercoledì 25 aprile 2018

Come volevasi dimostrare

E' la continuazione ideale del commento di domenica.
Oggi sul Carlino cartaceo e da ieri su quello online, in cronaca di Bologna, è apparso questo articolo.
Anche questa mattina un lavavetri mi si è avvicinato mentre ero fermo ad un semaforo (in zona viale Aldini) nonostante avessi l'automobile (ed il parabrezza) puliti.
Al mio cenno negativo si è rivolto altrove.
Però mi è venuto da pensare: e se con altri due compari mi avesse aggredito ?
Con quali strumenti mi sarei potuto difendere ?
E se mi fossi difeso con troppo vigore, quante grane avrei avuto nel futuro ?
E gli altri automobilisti sarebbero accorsi in aiuto ?
Mi sono risposto e credo che siano le risposte che ha avuto il malcapitato automobilista aggredito.
Con le leggi attuali non abbiamo strumenti di difesa, perchè se reagissimo (ad esempio usando la macchina come arma per asfaltare gli aggressori) verremmo perseguitati in giudizio e con la ciliegina di un risarcimente che noi, vittime, dovremmo corrispondere ai parenti degli aggressori da noi neutralizzati.
Gli altri automobilisti non avrebbero alzato un dito, perchè se lo avessero si sarebbero trovati esattamente nella stessa identica posizione di cui sopra.
Prima o poi a tutto questo dovrà essere posto fine, in un modo o nell'altro.

domenica 22 aprile 2018

Ainpospiò

Possibile che ogni giorno non sia possibile passeggiare per il centro di Bologna senza che qualche immigrato (sempre gli stessi) schierati nel quadrilatero Pescherie Vecchie, Drapperie, Orefici, Piazza Re Enzo, non vengano a chiedere, sempre più insistentemente, soldi ?
E che lo facciano anche ai turisti che immagino non avranno una grande opinione della sicurezza a Bologna ?
E che non si accontentino di un "no", ma insistano, si fermino accanto quando stiamo parlando con qualcun altro e anche si avvicinino, silenziosamente, alle spalle quando tiriamo fuori il portafoglio per pagare un acquisto ?
E non mi si venga a dire che sono "profughi".
Sono tutti molto giovani, in forze e potrebbero benissimo restare a casa loro per coltivare le loro terre o, anche, per combattere per la loro patria.
E neanche un vigile urbano che pattugli le strade del centro, a piedi, dove l'unico presidio (fisso) e quello dei militari davanti a San Petronio con ordini precisi di non abbandonare la loro consegna.
Come si dice a Bologna ?
Ainpospiò !

sabato 14 aprile 2018

Cesarino Cervellati

Non posso, in questo spazio, dimenticare un saluto a Cesarino Cervellati, morto a 87 anni venerdì 13 aprile.
La nostra generazione non può averne un ricordo da giocatore avendo lui smesso (presto per i canoni odierni) nel 1961/62, quando noi avevamo i primi approcci con il mondo del calcio e del tifo rossoblu, ma ce lo ricordiamo come "Salvatore della Patria" in due o tre circostanze, quando fu chiamato a salvare il Bologna dalla retrocessione, magari in coppia con il "Mago di Turi", Oronzo Pugliese.
Credo che una volta sia partito da allenatore in prima, ma probabilmente non era destino e venne sostituito, così come non gli riuscì il miracolo di salvare il Bologna dalla prima, umiliante, retrocessione del 1982.
Cervellati fu una bandiera, di quelle che, oggi, non ci sono (quasi) più, in nessuna squadra dove i mercenari stranieri, autentici lanzichenecchi del calcio italiano, debordano per la miopia dei dirigenti che, ancora, nonostante l'eliminazione dai mondiali di Mosca, non assumono l'unica decisione saggia: limitarne la presenza in campo.
Era un calcio più lento, un calcio meno ricco, un calcio da passione famigliare.
E Cervellati, prima giocatore e poi fedele allenatore del Bologna, ne ha rappresentato benissimo l'essenza.

domenica 8 aprile 2018

Horror e fantasy: come possono avere successo ?

Sono venuto a sapere che i libercoli da edicola, magari di case editrici che appaiono per dieci numeri e poi chiudono, che trattano di horror e fantasy hanno un seguito significativo tra i giovani, fino ad essere più venduti della fantascienza.
Recentemente Sky ha trasmesso un film molto celebrato e pubblicizzato, tratto da un romanzo di Stephen King, La Torre Nera.
Non sono riuscito ad andare oltre i cinquanta minuti di visione e solo perchè, dopo aver letto tutte le recensioni entusiaste, mi dicevo: adesso finisce il prologo e inizia finalmente il vero film ...
Un casa editrice bolognese, erede e continuatrice delle storiche Libra e Perseo, la Elara, pubblica con successo romanzi e deve pure procedere a ristampe, di autori che si chiamano Thomas Ligotti, Paul De Filippo, Jeff Vandermeer, che dell'horror e dello steampunk hanno fatto la loro cifra distintiva.
Poichè una collezione non è completa se non si hanno tutti i volumi di una rivista o di una collana, li compro e cerco di leggerli.
Un paio di pagine alla volta perchè le palpebre calano inesorabilmente su scritti che, dal mio punto di vista, avrebbero visto solo il cestino.
E mi domando se questa (insana) passione per l'horror o il fantasy estremo non sia uno specchio dei tempi, di una generazione (temo anche più di una) che avendo avuto tutto cerca sensazioni forte nelle scene violente, ripugnati e negli incubi malsani di morte e di magia.
Ai posteri l'ardua sentenza e per rifarmi gli occhi, io ricorro ad un sano romanzo di vera fantascienza di John Wyndham o Edmond Hamilton oppure ad un giallo, anche di autori contemporanei con una bella trama classica.