domenica 30 aprile 2023

Un tuffo nelle origini della mia fantascienza

Nella mia settimanale esplorazione delle librerie, venerdì ho trovato un volumetto (chiamarlo libro è eccessivo, era definita "rivista") che mi ha riportato alla prima adolescenza, quando incontrai la fantascienza e ne fui rapito.

Era il 1969, marzo/aprile, dopo pochi mesi l'Uomo sarebbe sceso sulla Luna in una memorabile nottata fatta di appisolamenti nella poltrona dell'hotel dove ero in vacanza con i miei, visioni di film in bianco e nero ma sempre affascinanti e cronache di miti della televisione come Tito Stagno e Ruggero Orlando.

Come d'abitudine sin da piccoli, quando oggetto degli scambi e dei prestiti erano i fumetti, un mio amico di infanzia mi aveva prestato un volumetto della serie "Urania", la rivista della Mondadori che trattava di fantascienza.

Non sapevo cosa fosse la fantascienza o forse non collegavo il termine a quel tipo di letteratura che, pure, avevo letto nei romanzi, adattati per ragazzi, di Verne, Wells e anche Salgari che scrisse un po' di tutto.

Mi piacevano, ma non sapevo ancora che fosse fantascienza.

Così presi il volumetto (era "L'uomo che vendeva gli atomi" di Murray Leinster) che il mio amico mi prestava e cominciai a leggerlo.

Mi piacque e poichè avevo visto che Urania pubblicava ogni quattordici giorni, attesi la nuova uscita e comprai il mio primo "libro" di fantascienza.

Era una antologia (racconti brevi o lunghi) questa volta dedicata a Fredric Brown, celeberrimo autore di racconti, a cominciare dal mitico "La sentinella", due paginette in cui c'era praticamente tutto, come appresi successivamente.

Nel volumetto pubblicato, con data 6 aprile 1969, da Urania c'erano invece tre racconti lunghi, di cui il primo dava il titolo al libro: Luna Luna di miele.

Vidi confermate le mie aspettative sulla letteratura di fantascienza e proseguii negli acquisti (abbandonando ad un certo punto Urania) fino ad avere, oggi, una discreta collezione di classici.

Ma quel primo libro, qualche anno dopo, lo regalai ad un altro amico che aveva appena scoperto la fantascienza e che si era messo alla caccia di tutti i vecchi volumi di Urania che poteva trovare.

Non sono mai molto felice di privarmi di un libro, ma in quella occasione quel mio amico fu tanto insistente e i vecchi volumi di Urania avevano ormai spazio solo in cantina, che, sia pur a malincuore, me ne privai.

Da alcuni anni, vedendo come tanti vecchi volumi venivano messi in vendita nelle bancarelle e nelle fiere, cominciai a cercarlo, sperando di poterne acquistare una copia.

Proprio quel volume, il nr. 511 di Urania, sembrava scomparso.

Fino a venerdì, quando lo vidi e me ne impossessai subito.

L'ho già riletto.

Ed ho ritrovato lo stesso piacere di una volta, pur nella consapevolezza della grande ingenuità di quello scritto, perchè tutti e tre i racconti, ma soprattutto il primo, Luna Luna di miele, posseggono intatto quella freschezza degli autori degli anni pioneristici della fantascienza (due racconti sono degli anni quaranta e Luna Luna di miele del 1950), il piacere della scoperta, l'anelito al viaggio spaziale, la speranza per il futuro.

Non ci sono le brutture che, oggi, sono inserite a forza in ogni trama dove bisogna rispettare le quote razziali e quant'altro costituisce il politicamente corretto.

Non ci sono parole censurate o geneticamente modificate, non ci sono protagonisti dalla sessualità ambigua o ibrida.

C'è solo il sogno dell'autore, trasferito in una vicenda che mantiene ancora oggi intatto il suo fascino.

Come dovrebbe sempre essere, ma oggi, spesso, non è più.

domenica 23 aprile 2023

L'utilità dei "ponti"

Sapete quale è la vera utilità di un "pointe" ?

Quella di misurare la nostra capacità di autocontrollo quando, guidando in una strada provinciale, incontriamo un gruppo organizzato di ciclisti che rallentano il traffico, senza curarsi di pedalare in fila indiana e occupando la corsia per intero quando si alternano come battistrada.


domenica 16 aprile 2023

Risparmio o tranquillità ?

Per quasi un mese sono stato impegnato con il passaggio, effettuato per la prima volta, ad una differente Compagnia telefonica per fisso, internet e wifi di casa.

A parte l'esito finale (navigazione, segnale e potenza come da pubblicità e costo come da accordi) ho attraversato un girone infernale in cui non vi è stata alcuna soluzione di continuità tra l'improvvisazione e la superficialità delle risposte di call center (unico riferimento) nella fase contrattuale (dove hanno sbagliato tutto quello che potevano sbagliare, dal cognome al numero di telefono da migrare) e nella fase di attivazione.

Tra fatte e ricevute credo siano state una ventina le telefonate che ho dovuto sostenere.

Vale la pena, per un risparmio in denaro e per una maggiore efficienza del prodotto, di sottoporsi a tale tortura ?

Non ho la risposta, anche perchè adesso sono soddisfatto del prodotto, ma non mi offrirò più per tali cambi e probabilmente, tornando indietro, declinerei anche l'interessante risparmio ottenuto.

domenica 9 aprile 2023

Lasagne o tortellini ?

Ad ogni festività, si ripete il dilemma del bolognese a tavola: lasagne o tortellini ?

Ambedue sono il piatto della festa, anche se, ormai, possono essere ripetuti con maggior frequenza di una volta, quando in famiglia si preparavano manualmente i piatti della Tradizione.

Ma mettendoli in tavola troppo spesso diventerebbero piatti comuni, della quotidianeità e perderebbero il loro splendore che deriva da una eccezionalità strettamente collegata alla ricorrenza.

Così siamo di nuovo al dilemma: tortellini o lasagne ?

"Comperi", come si dice a Bologna, tanto che possiamo benissimo rispondere: tutti e due.

A Natale tortellini e a Santo Stefano lasagne, a Pasqua lasagne e il Lunedì dell'Angelo tortellini.

O viceversa.

Buona Pasqua e buon appetito.

domenica 2 aprile 2023

Il caso a volte funziona

Da un paio di mesi avevo in sospeso, per la lettura, un giallo di Carol Carnac, scrittrice che non conoscevo e che, dalle note bibliografiche di copertina, ho appreso che è lo pseudonimo di Edith Caroline Rivett, che comunque non conoscevo, nata nel 1894 e morta nel 1958.

Lo avevo comprato influenzato dalla fascetta che lo qualificava tra i clasici del giallo inglese.

Nei giorni scorsi ho letto il romanzo e mi sono riconciliato con il caso che ogni tanto mi spinge a scegliere in libreria un romanzo del tutto estraneo agli autori ed ai percorsi a me noti.

Ultimamente non ne avevo azzeccati, ma questo è un bel giallo, con una trama solida, dei personaggi ben caratterizzati, senza quelle porcherie e perversioni che ormai troviamo in quasi tutti i romanzi (non solo gialli) contemporanei.

Una scrittura fluida (grazie anche alla traduttrice, suppongo) che riporta alle trame inglesi più classiche, con l'inizio tranquillo, per arrivare ad un crescendo di colpi di scena, lasciando il lettore nell'incertezza su chi possa essere, tra i vari personaggi, il colpevole.

L'autrice, come già detto, è deceduta nel 1958, quindi i suoi romanzi della maturità, come il presente, sono ambientati nell'Inghilterra del dopo guerra e vi ho trovato numerosi richiami a quel periodo.

Dal tentativo di superare l'ostilità verso austriaci, tedeschi e italiani, definiti "ex nemici", fino ad un aspetto che mi ha fatto tornare in mente la mia insegnante di inglese delle medie che ci ricordava come gli inglesi, a differenza di noi italiani, hanno "tirato la cinghia", a lungo dopo la fine della guerra e, infatti, nel romanzo più volte si richiamano le ristrettezze economiche e il razionamento che gli inglesi subirono per parecchi anni dopo la guerra, pur avendola vinta.

Non ho trovato altri romanzi della Carnac/Rivett (neppure con l'altro pseudonimo di E.C.R. Lorac che non è altro che le iniziali del suo vero nome e Carol scritta al contrario) ma mi riservo di fare una ricerca su internet per vedere se ve ne siano altri pubblicati in Italia.