domenica 22 settembre 2013

Villa Arzilla

E' finita (con la delusione rossoblu in una partita stregata: siamo ampiamente in credito con la Fortuna) una settimana dedicata al risparmio ... futuro.
Un modo singolare per risparmiare, visto che ho speso (ora) per una ristrutturazione in casa che rientra nel risparmio energetico e mi consentirà di recuperare il 65% di quanto speso.
Un 65% che essendo spalmato nei prossimi dieci anni rappresenterà una piccola rendita che andrà ad integrare la pensione.
Sì, perchè, Massimo, Roberto e scusino gli altri ma parlo del settore che conosco, ho sempre più l'impressione che se non il 2014 ma il 2015 potrebbe essere l'ultimo anno da lavoratori attivi.
In parlamento giace una proposta, che chiamano "bipartisan", per modificare la legge Fornero, consentendo la pensione anticipata senza penalizzazioni con 41 anni di contributi, in pratica abolendo la progressione dei famosi tre mesi legati all'aspettativa di vita.
E se quello riguarda tutti e potrebbe avverarsi se Letta arrivasse a mangiare il panettone, per noi nel Credito la disdetta del contratto ha un unico, solito, obiettivo: far uscire dal lavoro i dipendenti più costosi che, in sostanza, sono tutti quelli entrati prima del contratto del dicembre 1994.
Dobbiamo anche ricordare che abbiamo un Fondo che consentirebbe di "accompagnare" le uscite per cinque anni con una possibile estensione di altri due anni con una forma speciale di cassa integrazione.
Purtroppo non si parla più di quello che io chiamo il "part time dei nonni" cioè quella forma di part time che vedrebbe per gli ultracinquantacinquenni il pagamento per intero dei contributi.
Non so come andrà a finire, troppe sono le incognite e le variabili, ma sui giornali la campagna che consegna gli ultracinquantacinquenni alla panchina (dei giardinetti) è in pieno svolgimento.
Estote parati !

domenica 15 settembre 2013

Bolobene e Bolofeccia

Devo dire che quando ho letto sul Carlino della rissa ai Giardini Margherita e della contrapposizione tra "Bolobene" e "Bolofeccia", dopo un primo momento di sconcerto, mi è venuto da sorridere: in fondo, nonostante il quotidiano bombardamento che tende a renderci tutti eunuchi, i ragazzi restano sempre ragazzi ed è per questo che rappresentano l'ottimismo per il futuro della nostra società.
Naturalmente gli articoli che ho letto grondano retorica, ma una sana (sembra che non ci fossero armi ) scazzottata non ha mai fatto male a nessuno (salvo qualche livido) e contribuisce non solo a formare il carattere, ma anche ad insegnare ai ragazzi che non si deve subire passivamente la violenza altrui.
Diverso l'approccio al discorso "bene" e "feccia".
Anche qui non c'è nulla di nuovo sotto il sole, da sempre la divisione tra ricchi e poveri ha contraddistinto le frequentazioni e le stesse rivoluzioni hanno rappresentato la reazione di chi è arrivato ad avere troppo poco, contro chi ha troppo.
Ricordate ?
"La Storia ci ha insegnato, che un popolo affamato, fa la rivoluzion ...".
Ma anche qui una contrapposizione è educativa, contribuisce a formare gli uomini del domani.
Senza scomodare Cuore o I ragazzi della via Pal, mi è venuto in mente Emilio De Martino con la sua "La squadra di stoppa" da cui fu tratto un indimenticabile sceneggiato della tv dei ragazzi nei primi anni sessanta, con Carlo Hinterman e Roberto Chevalier.
Se ve lo ricordate, la squadra di stoppa era stata così soprannominata dal capitano, figlio di ricchi, che aveva costruito per chi lo seguiva una squadra organizzatissima e, come si direbbe oggi, sponsorizzatissima, con esclusioni di quelli che non si adattavano ad ossequiare il "principe".
Questi formarono una loro squadra (con maglia rossoblu ...) e vinsero il campionato della scuola (elementare).
Il figlio di ricchi si ravvede e quando si fa male il centravanti della squadra di stoppa si presta a giocare in rossoblu, contribuendo alla vittoria finale.
Naturalmente in mezzo tante piccole vicende umane e, anche,  con risvolti "gialli".
Non credo che la rissa dell'altro giorno debba creare preoccupazione o debba vedere un intervento repressivo da parte di noi adulti.
Il nostro compito deve essere quello di sorvegliare che non degenri con l'uso di armi e che non distruggano beni pubblici e privati.
Per il resto, lasciamo che facciano le loro esperienze senza voler a tutti i costi farli comportare anzitempo da ... quasi sessantenni .


Nell'immagine il libro di Emilio De Martino nella edizione in mio possesso e con l'immagine di Carlo Hinterman con i due "capitani".

lunedì 9 settembre 2013

.... e alla fine il tornado è arrivato anche a casa mia

la sera del 27 agosto.

Un disastro.

Ero al mare: mi telefona mio fratello: un tornado mi ha sradicato due alberi del giardino; telefono dal mare ad una impresa di mia conoscenza, che provvede a togliere gli alberi (che avevano anche invaso la sede stradale)
Quando torno, amarissima sorpresa: fosse stato solo per gli alberi...
La vigna è stata letteralmente abbattuta.
Uno spettacolo deprimente, una terribile desolazione

Sul Carlino Bologna del 29/8 due pagine sull'evento che ha colpito vari comuni della provincia e distrutto altre vigne, oltre che abbattuto alberi e scoperchiato capannoni agricoli.

I meteorologi, a giudicare dagli echi radar di quell'ora sono incerti se si sia trattato di un vero a proprio tornado (o tromba d'aria, che dir si voglia) o di un downburst temporalesco.

Inutile che mi dilunghi sulle differenze fra i due fenomeni (cmq il tornado è quello con la tipica forma ad imbuto, che è assente nel downburst), il risultato, purtroppo, non cambia.

domenica 8 settembre 2013

8 settembre

Leggo con stupore che vi sarebbe una corrente storica, che può ben essere definita "revisionista" ... :-), che cercherebbe di riabilitare l'8 settembre e il suo principale artefice Pietro Badoglio.
Ho, peraltro, con piacere ascoltato due interviste radiofoniche ad un altro storico, Gianni Oliva, che non si è ancora messo a cantare nel coro e che ha descritto quell'atto come in realtà fu: uno spregevole tradimento.
Prima di Badoglio (dal quale si dice che gli Inglesi crearono un neologismo "to badogliate" quale sinonimo di tradire) una nazione sconfitta sul campo chiedeva la tregua e se non riprendeva la guerra, metteva nel conto la perdita di porzioni del proprio territorio o il cambio del re o dell'intera casa regnante.
Accadde così dopo la Prima Guerra di Indipendenza quando i Piemontesi chiesero l'armistizio dopo la sconfitta di Custoza, ripresero la guerra per la resa definitiva dopo Novara, nel 1849, con l'abdicazione di Carlo Alberto e l'ascesa al trono di Vittorio Emanuele II.
La Francia sconfitta a Sedan diventò repubblica dopo l'impero di Napoleone III e perse Alsazia e Lorena che si riprese nel 1918 dopo la vittoria sulla Germania che costò il trono agli Hoenzollern.
Badoglio e Vittorio Emanuele III invece firmarono l'armistizio con il nemico Anglo Americano, fuggirono da Roma e, senza fornire adeguati ordini alle Forze Armate, si schierarono con il vecchio nemico, pronti a sparare contro l'alleato di un minuto prima.
Un comportamento inqualificabile e, comunque la si pensi, spregevole, che non riuscì a salvare nè una larga parte del nostro territorio (Istria, Fiume e le legittime pretese sulla Dalmazia) , nè il trono dei Savoia (anche se è ancora aperta la discussione sulla effettiva regolarità del voto referendario del 1946).
Per quanto, come noto, sia favorevole al revisionismo storico (soprattutto quando va a toccare capisaldi della vulgata "politicamente corretta";-) non posso condividere chi vede nell'8 settembre e in Pietro Badoglio la data di nascita e il padre dell'Italia contemporanea.
Per formazione, tradizione, valori, non poso accettare una versione riveduta e corretta (ma anche corrotta) di un evento storico che lungi dall'essere positivo, ridicolizza e offende la nostra Italia e il nostro Popolo.