mercoledì 31 dicembre 2008

BUON 2009!




cari Amici,
in quanto voce rosa del blog, saluto il vecchio anno che se ne va tutto solo soletto, già dimenticato e abbandonato da tutti…Eppure, noi lo rimpiangeremo!! Quando saremo vecchietti, e magari ci ritroveremo, diremo: “ricordate che nel 2008 demmo impulso al blog Quelli che il Galvani….? Bei tempi, quelli, anche la tv era un’ altra cosa, mica come ora!! E potevamo mangiare ben tre fette di panettone… E c’ era ancora la neve…. E Valeria si beveva tutte le nostre elucubrazioni su western fantascienza medioevo nanni loy ecc ecc…e noi ci sorbettavamo i suoi cuori…che incubo quei cuori, li metteva dappertutto ..e non rispondeva mai a segno su western fantascienza medioevo nanni loy…però li leggevamo i suoi post …che poi mica trattavano di niente…scriveva scriveva ma che cosa poi scriveva…mah, le donne….per fortuna, noi eravamo quattro e lei una, e solo una riuscivamo a sopportarla…..Nel 2009 le cose cambiarono….Ricordate? Nel blog arrivarono tutti gli altri compagni… e ci ritrovammo in tanti a dire la nostra e con molti variegati apporti ci divertimmo un mondo…”
Ecco, per il 2009 nel blog questo è l’ augurio: che proseguiamo a coltivarlo con l’ entusiasmo che fin qui abbiamo manifestato e che arrivi qualche nuova voce in nostro (vostro) soccorso…

Vi abbraccio e Vi mando un augurio speciale, che il 2009 Vi porti tanta felicità :-)

Un bacione

Valeria

N.B. per tradizione e per rendere “fortunato” il nostro beneamato blog DOMANI 01. 01. 2009 potranno “postare” e commentare solo i MASCHI

Buon compleanno, Massimo!


Affettuosi auguri di buon compleanno!
Gli anni passano, l' età avanza, ma lo spirito di quelli del '56 non può che restare giovane!
AUGURI!










domenica 28 dicembre 2008

Due Signori della "vecchia" televisione dei nostri anni

Nei nostri ultimi commenti affiora il tema della televisione di qualità, sollecitato dal post di Massimo, e allora vi propongo questo "articolo" nel quale mi sono casualmente imbattuto su 2 personaggi che ricordo bene (Il secondo U.Gregoretti è ancora vivente) e che personalmente ho amato . Rappresentanti di un tempo nel quale la tv era una cosa seria, le citazioni latine erano vivaddio "corrette", si rideva in maniera intelligente, gli attori recitavano e i cantanti cantavano, e lo sapevano fare, insomma un'età dell'oro per un mezzo che ha contribuito non poco al nostro bagaglio formativo.

Nanni Loy nel ricordo di Ugo Gregoretti
Data di pubblicazione: 15.08.2005

Autore:

"Tagliente ma affettuoso così ha svelato i nostri tic". Due testimoni e protagonisti di un’Italia migliore, ironica e colta, profonda e sorridente, generosa e garbata. Da la Repubblica del 14 agosto 2005

Due signori. Tutt’e due comunisti "aristocratici" (il personaggio che rievochiamo lo era di nascita e il nostro intervistato prima di accettare la tessera del Pci si chiese candidamente: «Come posso io che possiedo 200 cravatte?», sentendosi rispondere che poteva dal momento che il poeta Aragon ne possedeva il doppio). E grandi innovatori televisivi. Tre cose in comune tra Nanni Loy e Ugo Gregoretti. Un’altra è Fregene, cara ai cinematografari, dove il 21 agosto di dieci anni fa Loy fu colto da infarto e Gregoretti, con la compagna di Nanni Elvira, fu il primo a tentare invano di soccorrerlo. Ugo Gregoretti (classe 1930, cinque anni meno di Loy) ricorda l’amico cominciando dall’episodio che ne fece un personaggio popolarissimo. E svelando un altro punto di contatto.

Nanni Loy
«L’ho conosciuto dopo aver fatto il mio primo film nel ‘61, I nuovi angeli. Venni "scoperto" in virtù di una rubrica che tenevo in tv, Controfagotto. Sull’onda del suo successo e della novità che rappresentava il produttore Alfredo Bini mi propose di fare un film. Mi trovai così promosso regista di cinema, e conobbi Nanni. Di lì a poco Angelo Guglielmi reduce da Londra con sotto il braccio il "format" - si direbbe oggi - della candid camera propose a me Specchio segreto. Risposi che sarei stato troppo riconoscibile per via di Controfagotto, mentre la formula si fondava proprio sulla irriconoscibilità del "provocatore". Venne allora in mente a entrambi Nanni, che accettò circondandosi di collaboratori di talento come Giorgio Arlorio e Fernando Morandi».
Ha rivelato un retroscena...
«Non l’ho mai raccontato. Evidentemente però l’affinità elettiva tra noi due è rimasta tanto legata a quel fatto che ancora oggi, con mia frustrazione, c’è chi incontrandomi mi dice: lei ha fatto tante belle cose ma nessuna ha eguagliato quel cornetto intinto nel cappuccino degli altri. E, non vorrei apparire irriverente, quando Nanni morì e fu allestita la camera ardente in Campidoglio, mentre scendevo la scalinata incrociai una donnetta che mi disse a bruciapelo: ma come, lei non era morto?».
Avete entrambi riversato nella televisione lo spirito, la sensibilità della commedia cinematografica italiana.
«Lui certamente, veniva da quel cinema. Io ero un redattore, anzi un praticante del telegiornale che sognava di diventare regista di cinema e aveva un occhio di riguardo per la commedia all’italiana. Il mio Controfagotto conteneva materiali equivalenti. E perfino quando ho girato Apollon sull’occupazione di una tipografia gli operai romani che recitavano se stessi erano di scuola sordiana. In Nanni c’erano già molte esperienze, in me la contaminazione da giornalistino televisivo che applicava i moduli della commedia ai suoi "pezzi". Impostavo le interviste come se fossero sketch, parenti poveri di un film».
Il modello di Specchio segreto e la successiva evoluzione (o involuzione?) della formula candid camera nella tv italiana.
«Specchio segreto si avvalse subito di una componente non so se già presente nella sperimentazione anglosassone anteriore: autori e sceneggiatori che venivano dal cinema, Nanni per primo. E di una comicità, di un umorismo che andavano oltre l’invenzione di gag e rimandavano a uno spaccato antropologico e sociale. Uno spessore mai visto prima, né tantomeno dopo. Pensi ai livelli di stupidità di oggi e agli abissi di faciloneria provocatoria ma stolta, vacua. La forza e la classe di Nanni erano nel non essere mai offensivo pur essendo così pungente. Un meccanico autocontenimento faceva sì che quando si avvicinava troppo al confine della presa per il culo scattassero la pietas, la simpatia, l’indulgenza affettuosa verso il malcapitato. Tra i molti primati di Specchio segreto - oltre a quello cronologico e a quello qualitativo nel far tesoro sia del cinema civile e di denuncia che della commedia all’italiana, nel farsi ritratto di un paese con le sue contraddizioni e tic e con la sua straordinaria varietà umana - ce n’è anche un altro. Si scoprì lì la famosa "liberatoria": cioè, dopo aver "incastrato" le persone a loro insaputa, bisognava ottenere il permesso per andare in onda. E il bello è che i rifiuti furono pochissimi, la stragrande maggioranza si fidava e firmava al volo».
Va di moda rimpiangere la Rai di Bernabei. Ma è vero che quella tv così governativa, prudente, bacchettona, consentiva spazi anticonformisti come Specchio segreto.
«Più che "di Bernabei" parlerei di Rai monopolio. Sentivamo la responsabilità del nostro ruolo. Sia pure sotto il tallone di ferro della censura democristiana eravamo severamente invitati a fare le cose bene e a scoprire dove stesse di casa l’araba fenice dello specifico televisivo. Contribuirono pochi registi cinematografici che, come Mario Soldati, portarono la spregiudicatezza del cinema nell’inchiesta televisiva. Miei maestri sono stati i tecnici, sia i vecchi tecnici della radio che i nuovi che dal cinema erano passati alla tv optando per il posto fisso, e poi quel grande radiocronista che era Vittorio Veltroni: l’abilità era quella di costruire delle immagini sonore, ciò che ignorava la tradizione del documentario cinematografico italiano che disprezzava la tv. Inventammo le inchieste televisive aggiungendo con le voci lo spessore mancante al documentarismo "artistico". Le cose erano insomma più belle perché ogni dettaglio era teso a una qualità anche estetica. Con la fine del monopolio questo è finito. E dico che ha contribuito a renderci più perspicaci proprio la censura. Una ginnastica, una palestra. Studiare come assestare il cazzotto passando attraverso le sue maglie. Uno strumento pedagogico».
Ragionamento un po’ insidioso, non le pare?
«Io rimpiango la disciplina. So che oggi vediamo solo imbruttimento mentre allora c’era un’estetica. E la censura è stata come un’istitutrice, formativa. Nelle mani di chi ha il potere di scegliere, oggi del tutto incapace, potrebbe essere strumento di rieducazione: una bella censura a Maria De Filippi non sarebbe cosa sana?».

sabato 27 dicembre 2008

I Sopravvissuti in dvd


Ve lo ricordate ?
Era il 1976.
Televisione della Svizzera Italiana (la Rai lo trasmetterà quattro anni dopo).
Un virus si diffonde nel mondo.
All'inizio sembrava una semplice influenza.
Ma morirà il 95% della popolazione mondiale.
La scena si sposta nella ormai svuotata campagna inglese dove i pochi sopravvissuti dovranno costruire un nuovo mondo e dare all'Umanità la possibilità di rigenerarsi e tornare a prendere possesso del mondo.
Richiama Il Giorno dei Trifidi di John Wyndham (il romanzo, non la pessima trasposizione cinematografica).
Oggi, finalmente, dopo anni di attesa, è uscito il primo dvd della serie, in italiano.
Il programma editoriale prevede 19 dvd, comprendendo anche la misteriosa terza stagione mai trasmessa in Italia.
L'uscita del dvd coincide con la messa in opera della nuova serie dei Sopravvissuti, sempre per mano della Bbc che continua a produrre sceneggiati di grande qualità (ricordo il recentissimo Primeval, prima e seconda stagione con la terza ora in cantiere).

mercoledì 24 dicembre 2008

Notte Magica



Mi sarebbe piaciuto augurare a tutti il Buon Natale allo scadere esatto della mezzanotte, ma siccome so di non poterlo fare vi anticiperò i miei auguri adesso e visto che Valeria mi ritiene “l’esperto”, vedrò di tener fede a questa fin troppo generosa attribuzione con un paio di considerazioni interessanti (spero). Perché il 25 dicembre? Per secoli si è dibattuto sulla data di nascita di Gesù Cristo e a lungo si sostenne che la Chiesa abbia voluto “cristianizzare” la festa pagana del dio Mitra che si teneva proprio in quei giorni. In realtà i Vangeli ci danno un importante indizio: Luca ci dice che Zaccaria (il padre di Giovanni Battista) ebbe la visione dell'angelo Gabriele mentre serviva nel Tempio di Gerusalemme durante il turno della classe sacerdotale di Abia, alla quale apparteneva. Quindici mesi dopo nacque Gesù (sei mesi fra il suo concepimento e quello di Giovanni - sempre Luca - più nove di gravidanza). A questo punto conoscendo il calendario dei turni di servizio delle classi sacerdotali, ricostruito nel 2003 basandosi sui rotoli di Qumran (troverete interessanti e complicati approfondimenti cercando un po’ in rete), che stabiliva che la classe di Abia era in servizio nella seconda metà di settembre (fra l’altro gli ortodossi celebrano ancor oggi l’annunciazione di Giovanni il 23 settembre) aggiungiamo 15 mesi ed eccoci al nostro Natale!
Abbiamo poi altri indizi nei Vangeli che ci aiutano a scoprire l’anno di nascita. Chiaramente avvenne durante il regno di Erode (morto nel 4 a.c.). Inoltre nei giorni precedenti la sua nascita era in atto un censimento da parte dell’imperatore Augusto. Censimento identificato probabilmente con quello dell’8 a.c. Quindi sulla base dei Vangeli, le uniche fonti storiche disponibili a riguardo, la nascita di Gesù è certamente avvenuta attorno al periodo 7-6 a.c., qualche anno prima della morte di Erode e nel periodo immediatamente seguente al censimento. Risulta quindi errato il calcolo di Dionigi il Piccolo, approvato da papa Giovanni II, che fece risalire l’evento a 753 anni prima della fondazione di Roma. Quell'anno, stabilito come anno 1, viene tuttora utilizzato per la numerazione degli anni del calendario gregoriano oggi in uso.

Ma tutto ciò non ha nessuna importanza: Natale è quello che noi sentiamo fin da piccoli nel cuore quando scende la sera attorno al presepe, magari cade la neve e i grandi diventano anch’essi un po’ bambini…
Auguroni a tutti

martedì 23 dicembre 2008

ciao, AMICI, buon Natale!!




…E anche dicembre 2008 se ne sta andando….

Il mese di dicembre sta all’ anno come il sabato sta alla settimana... Conclude un ciclo, il vecchio anno, ed è carico di aspettative per il nuovo... Naturalmente la notte tra il sabato e la domenica - di vera euforia per chiunque, tranne che per i freddofili autentici…- è rappresentata dal Capodanno… Gennaio, invece, è paragonabile al lunedì, ovvero...c'è tutto da ricominciare e, personalmente, lo trovo faticosissimo. A dicembre vivi l’ atmosfera delle favole, che finiscono col “tutti vissero felici e contenti”, quella dell’ attesa …Gennaio è la pagina “dopo” (le favole infatti finiscono), da scrivere giorno dopo giorno per ben dodici mesi…è l’ inizio di quella vita quotidiana così felice e così contenta che nessuna favola osa raccontare….

Dicembre rappresenta il fuoco della brace, non quel fuoco rosso e potente che assale, aggredisce e divora, ma quello rassicurante che scalda, che unisce e accoglie, non è invasivo anzi invita ai pensieri, ai sentimenti, alle chiacchiere intorno al camino mentre sonnecchia tra le braci ardenti….

E poi:

poi, c' è il Natale….

Già, tra pochi giorni, ormai solo ore, è Natale…..Io lo festeggerò con i miei cari, prima tra tutti la mia amatissima Nonna di centoquattro anni e quattro mesi…(prima o poi le dedicherò un post, perché è veramente una donna speciale… ).

Il giorno di Santo Stefano, invece, sarò con vecchi amici, tra cui Roberto: quest’ anno, idealmente, ci sarete anche voi, poiché immagino che le citazioni sul nostro carteggio elettronico si sprecheranno!

Questi, sono anche giorni di bilanci…e mi sembra che in questo blog ci sia un concentrato maschile di tutto rispetto! Mai e poi mai avrei detto che i miei compagni di liceo sarebbero diventati uomini così colti, raffinati e gentili, dotati di humour e di sostanza, autoironici, SIMPATICI…

CLAUDIO: con i suoi post mi ha intimidita; è talmente preparato e completo nelle sue indagini a ritroso, con relative classifiche, che per un po’ non ho osato proferire verbo! Negli argomenti da lui affrontati (musica, western, informatica…), mi ha trasmesso un dato che per me rimarrà inoppugnabile: nessun esperto sarà mai esperto come lui….Ma resta un’ impressione di dolcezza nei suoi scritti, quando si rivolge ad ognuno di noi con una frase ad hoc, quasi a ricordarci che siamo tutti importanti…

MASSIMO, tra medioevo e stagioni, quanto a preparazione di certo non scherza...Mi sono letteralmente entusiasmata nel leggere i suoi scritti meteorologici; il fatto che sia freddofilo lo colloca in una particolare categoria, quella di coloro che stanno bene anche soli con se stessi, tendenzialmente malinconici e sensibili, che amano isolarsi ma non estraniarsi, e le loro scelte sono altamente selettive….All’ inizio attendevo i suoi commenti , poi ho capito che non era il caso…sarebbe intervenuto solo quando avesse ritenuto che ne valesse la pena…

MASSIMO dicembrino e precursore del blog, pure lui preparatissimo, è titolare di un pensiero granitico, senza sbavature e, come tale, o lo condividi oppure….lo condividi. Difficile, se non impossibile, scalfirne le certezze e questo lo rende ultra-affidabile in tempi di trasformismo…Mi ha colpito che abbia sempre risposto a tutti tempestivamente, prodigandosi per il blog e per noi con vero entusiasmo: questo denota un grande rispetto per gli altri ma anche una certa dimestichezza innata nel mantenere rapporti di amicizia …

ROBERTO, oltre che preparato, è per definizione culturalmente insaziabile…: ci ha offerto vari spunti molto impegnativi (se non lo avessimo tenuto a bada, saremmo già ad intere versioni greche da tradurre…) ed è molto attento a non ferire nessuno, tant’è che, per difendere un amico che non ricordò la parola kai, ci ha lasciato tutti a becco asciutto…14 commenti a un post “ giallo” rimasto senza colpevole…. Conoscendolo bene, però, credo abbia rinunciato a qualcuna delle sue sagaci battute e quindi resto semplicemente in attesa….

Cari compagni di classe …(e che classe!), che in questo blog mi siete ritornati indietro come “amici”,

cari compagni che ancora non vi siete decisi a entrare in questo gratificante circuito,

cari, cari Proff di noi del 56…

affettuosi auguri di Buon Natale

da VALE

Buon Natale

Un sereno Natale a tutti ... noi ! ;-)

sabato 20 dicembre 2008

Western si ma rigorosamente americano.

Caro Claudio puntuale e piacevole come sempre il tuo post.
condivido la passione e l'amore per il genere in questione.
Aggiungerei solo alcune notazioni legate al mio gusto personale.


Pur con il massimo rispetto per Sergio Leone, Morricone etc. ritengo per varie ragioni che il western sia un prodotto eminentemente americano e ancora più particolarmente di quel geniale laboratorio di cervelli che fu hollywood negli anni '50 e '60 che seppe fondere stupendamente registi attori e sceneggiatori in un amalgama irripetibile.
Nasce dall'epica della conquista dell'ovest, rispecchia i valori fondativi della società americana- in maniera forse un po' infantile - ma ancora questi valori la impregnano. Il bene e il male ne risultano perfettamente delineati senza zone grigie. E infine resiste al tempo in quanto generatore di miti profondi universalmente validi ( queste cose non accaddero mai ma sono sempre!).
Gli indiani, la prateria , i bisonti, il pistolero, lo sceriffo, la casa isolata , la terra , l'esercito , la colt il combattimento a pugni nudi , il cavallo, la carovana ed altri ancora innumeri , gli ingredienti archetipi che possono essere magistralmente composti e ricomposti- a patto di rispettare le dosi per confezionare un piatto degno-una sorta di Iliade contemporanea.
Le dosi appunto!!, per questo non amo molto Sergio Leone i dosaggi di certi ingredienti sono eccessivi e il piatto " di spaghetti"è irrimediabilmente rovinato.

Non ho citato i film che preferisco perchè sono innumerevoli , molti già menzionati da te. Spenderei due parole però per due grandi attori che mi pare siano stati trascurati: Peck e Lancaster , due giganti anche nel genere : In "the Big Country" di William Wiler e "Law man" di Michel Winner- e sempre restando su Lancaster come non pensare a "Nessuna pietà per Ulzana" in cui gli indiani imitano il suono della tromba per fare allentare la guardia al povero contadino che si chiuso in casa per proteggere la sua terra !! ma la passione mi prende la mano...
il western è cosi : circolare, puoi cominciare a parlarne da qualsiasi punto : un attore, un regista una battuta , una storia e andare avanti all'infinito in "un'eterna ghirlanda brillante".
voglio concludere con la battuta che più mi è impressa nella memoria : il film è "The law e Jake Wade" di John Sturges con R. Taylor ex pistolero redento ora sceriffo e il grandissimo R. Widmark . Il film inizia con la cattura di Wade ( il buono) da parte dell'ex amico
pistolero e bandito che vuole recuperare un bottino sepolto da Wade alcuni anni prima nel corso della loro ultima rapina insieme. Il ritmo del film é fin dal principio incalzante-altro ingrediente che non deve mancare - quando per i due eroi positivi Wade e la sua compagna, anche lei catturata, tutto sembra perduto la ragazza chiede a Taylor , ci salveremo ? e Taylor- Wade risponde: lui (Widmark) sa che prima o poi commetterà un errore e allora avremo una possibilità! E infatti più avanti nella città morta il cattivo si siede, si accende il sigaro ormai sicuro di sè con il suo ghigno beffardo e lancia la pala a Wade che scavando per il bottino trova il forziere e anche la pistola che aveva anni prima diligentemente seppellito con il denaro......sorpresa!
ciao a tutti e buon w.e.








giovedì 18 dicembre 2008

Salviamo il Western


Bene, come previsto ci sono pareri diversi dai miei ma anche cose condivise: con Roberto ad esempio ho parecchie ore passate insieme a suonare di tutto e di più e certamente ricordo i Blood Sweat & Tears che ebbero il loro momento di punta negli anni 70 (anche i nostri compagni di classe e di jam session Marco O. e Andrea G. li apprezzavano). Devo dire che Roberto ha anche già detto molto di quello che potrei dire anch’io su Guccini (fra l’altro visto ” live” diverse volte ai tempi dell’Osteria delle Dame).  Potrei solo aggiungere un paio di titoli ma non è necessario. Davvero Valeria non conosci altre sue canzoni?  Ma è Massimo P. che con il suo post (fra l’altro anch’io ho apprezzato il progressive e mi vanto nel mio piccolo di aver suonato decentemente la splendida Mood for a Day, assolo di chitarra acustica di Steve Howe dall’album Yessongs) citando il meraviglioso Pat Garrett e Billy The Kid mi suggerisce un tema  che spero apprezzerete (su alcuni di voi non ho molti dubbi). Parliamo di cinema. Per me vuol dire parlare anche di western. Quali sono stati i più grandi western di ogni epoca? Le classifiche si sprecano. Ognuno ha il suo punto di vista è ovvio ma intanto bisogna definire cosa intendiamo per un (grande) western. Personalmente mi associo all’idea che come film debba resistere al passare del tempo e garantire innumerevoli visioni. Sono abbastanza rigidamente legato anche al periodo storico, nel senso che non riterrei western, anche se con una forzatura lo si può catalogare come tale (luoghi geografici, bande, sceriffo ecc.) un film come Non è un paese per vecchi. Proviamo allora a fare dieci nomi. Troppi, direte voi, ma che già ci costringono a tagli eccellenti. Al numero 10 potrei mettere Ombre Rosse/Stagecoach, con i suoi personaggi che si sviluppano in un ambiente claustrofobico che mette in risalto la grande bravura dei caratteristi e consacra ai posteri  la stance del Duca, John Wayne. Poi il grande Lo straniero senza nome/High plain drifter in cui Clint Eastwood, con la fresca influenza di Sergio Leone e Don Siegel , fa già nel 1973 un film bellissimo, innovativo come sarà poi  una ventina d’anni dopo Gli Spietati/Unforgiven che pure trova posto nella mia classifica. Aggiungiamo senz’altro quello che forse è il capolavoro di Peckinpah, Il mucchio selvaggio/The Wild Bunch). Ricordate la sequenza iniziale? E il massacro alla fine, con William Holden, Ernest Borgnine, Warren Oates e Ben Johnson (sapete che era il miglior cavallerizzo di Hollywood, e lo si vede nei film di John Ford quand’era giovane) che attraversano fianco a fianco il paese per andare a riprendersi l’amico Angel. Grandissimo cinema. Poi troverei un posto per Il Cavaliere della Valle Solitaria/Shane, dove si trovano azione, valori familiari, duelli, scazzottate e una location splendida (il parco nazionale Grand Teton credo). Non a caso Eastwood l’ha praticamente rifatto nel Cavaliere Pallido di molti anni dopo. Quinto devo menzionare Mezzogiorno di Fuoco/High Noon, odiato da Wayne, ma per sempre nella storia del cinema con il suo scandire del tempo, la splendida interpretazione da Oscar di Gary Cooper, la musiche di Tiomkin e mi pare una delle prime comparse di una torva figura che sarebbe un giorno entrata nella leggenda coi nomi di Sentenza e Colonnello Mortimer:  Lee Van Cleef. Restano quattro posti da assegnare, allora dico senz’altro ancora Eastwood, Il texano dagli occhi di ghiaccio/Outlaw Josie Wales. Fatevi un favore tornando a vederlo. Il suo film favorito. Per molti probabilmente è questo il numero uno alla faccia dei classici. Poi dico 2 volte Sergio Leone: C’era una volta il West/Once Upon a Time in the West (per la prima volta vedete Henry Fonda cattivo, anzi di più!) e Il buono, il brutto, il cattivo/The Good, the Bad and the Ugly, quest’ultimo capolavoro di enorme proporzione. In cui alla fine il protagonista vero si dimostra Tuco (Eli Wallach). In fondo alla lista sta Sentieri Selvaggi/The Searchers. Il FILM, lo scrivo maiuscolo, dove c’è tutto. Un film che va oltre il western, che ha influenzato fra l’altro Guerre Stellari, Taxi Driver, Balla coi Lupi, Salvate il soldato Ryan, Il Vento e il Leone, Apocalypse Now. Mica robetta. Alla fine della mia classifica so che vi deluderò per le esclusioni. Mi direte: ma I Magnifici 7, Quel treno per Yuma (il vecchio intendo, Glenn Ford  vs. Russell Crowe 2-0), gli altri di Leone della  trilogia del dollaro, Liberty Valance, Rio Bravo, Il fiume rosso, Alba Fatale…. Beh io la mia l’ho detta, adesso tocca a voi.

mercoledì 17 dicembre 2008

lettera



In giardino il ciliegio e' fiorito
agli scoppi del nuovo sole
il quartiere si e'presto riempito
di neve di pioppi e di parole
all'una in punto si sente il suono
acciottolante che fanno i piatti
le tivu'sono un rombo di tuono
per l'indifferenza scostante dei gatti
come vedi tutto e'normale
in questa inutile sarabanda
ma nell'intreccio di vita uguale
soffia il libeccio di una domanda
punge il rovaio di un dubbio eterno
formicaio di cose andate
di chi aspetta sempre l'inverno
per desiderare una nuova estate
son tornate a sbocciare le strade
ideali ricami del mondo
ci girano tronfie la figlia e la madre
nel viso uguali e nel culo tondo
in testa identica senza storia
sfidando tutto senza confini
frantumano un attimo quella boria
grida di rondini e ragazzini
come vedi tutto e'consueto
in questo ingorgo di vita e morte
ma mi rattrista o io sono lieto
di questa pista di voglie e sorte
di questa rete troppo smagliata
di queste mete li'da sognare
di questa sete mai appagata
di chi starnazza e non vuol volare
appassiscono piano le rose
spuntano a grappi i frutti del melo
le nuvole in alto van silenziose
negli strappi cobalto del cielo
io sdraiato sull'erba verde
fantastico piano sul mio passato
ma l'eta'all'improvviso disperde
quel che credevo e non sono stato
come vedi tutto va'liscio
in questo mondo senza patemi
in questa vita presa di striscio
di svolgimento corretto ai temi
dei miei entusiasmi durati poco
dei tanti chiasmi filosofanti
di storie tragiche nate per gioco
troppo vicine o troppo distanti
ma il tempo il tempo chi me lo rende
chi mi da'indietro quelle stagioni
di vetro e sabbia chi mi riprende
la rabbia il gesto donne e canzoni
gli amici persi i libri mangiati
la gioia piana degli appetiti
l'arsura sana degli assetati
la fede cieca in poveri miti
come vedi tutto e'usuale
solo che il tempo stringe la borsa
e c'e'il sospetto che sia triviale
l'affanno e l'ansimo dopo una corsa
l'ansia volgare del giorno dopo
la fine tragica della partita
il lento scorrere senza uno scopo
di questa cosa...che chiami...vita..

(F.Guccini)

Il suono delle stagioni



La nostra esistenza è, volenti o nolenti, segnata anche dalla musica. Sia che l’abbiamo studiata, suonata, ascoltata, magari a volte subita, tutti colleghiamo alcuni episodi a particolari motivi musicali di tutti i generi. Dalla canzone fischiata sotto la doccia all’inno nazionale prima di una vittoria mondiale passando per la colonna sonora dei nostri amori. Le nostre abitudini musicali sono influenzate dalle altre nostre esperienze perciò sono quasi sicuro che quello che ascolto in macchina con la radio mentre vado al lavoro è diverso da quello che ascoltereste voi. E’ però certo che ci sono canzoni, di svariati generi, che possiamo identificare con precisione come assolutamente espressione del loro tempo e qui entra in gioco la mia proposta. Quella di indicare quei brani (se volete non necessariamente “leggeri”) che, riallacciandomi trasversalmente al sondaggio dell’amico Massimo F., hanno segnato i nostri decenni. Escluderei gli anni 50 - personalmente la conoscenza che ne ho è nata solo in seguito, direi che eravamo troppo piccoli - e i 2000 in quanto ancora in corso. Restano gli anni 60, 70, 80 e 90. Voglio considerare musiche che rappresentino sì i miei personalissimi decenni ma siano anche significative in assoluto. Cominciamo. Ho pensato qualche giorno fa (avevo già in mente vagamente questa cosa quindi sono “preparato”) che per ciò che riguarda gli anni 60 vorrei tanto poter citare la Beatlesiana A day in the life ma non posso per il motivo che mi ha fatto escludere gli anni 50, cioè apprezzamento a posteriori. Quindi, udite udite la mia scelta cade su C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones di Gianni Morandi. Questo è il pezzo che da giovincello ho più amato, in quegli anni in cui mi affacciavo al mondo della musica ascoltando Sanremo con mio nonno ai tempi dei vituperati capelloni. Ricordo il 45 giri ascoltato mille volte in un vecchio mangiadischi: non conoscevo ancora Help e Ticket to Ride ma il Vietnam si affacciava tristemente nella mia casa da quegli antichi telegiornali monocromatici.
Per i 70 è più facile: ancora all’inizio non suonavo la chitarra, erano gli anni del liceo e dei primi Lp ascoltati magari da amici. C’era un disco “trasgressivo” che aveva in copertina un paio di jeans con una vera chiusura lampo (Sticky Fingers). La prima volta lo vidi a casa di Stefano e Andrea R. La prima canzone di quel disco era già entrata nella storia della musica: Brown Sugar. E per un sacco di motivi questa è la mia scelta legata dunque ai Rolling Stones (forse c’era un presagio in Morandi?).
Per gli anni 80 dico Sweet Child O’Mine dei Guns ‘N Roses, un riff che non potrò mai dimenticare, legato all’amore e ai viaggi. Andatela ad ascoltare se non la conoscete (tutto l’album da cui è tratta Appetite for Destruction è considerato probabilmente il miglior disco rock degli anni ’80). La prima volta che la sentii ero intrippato in fondo alla Baja California e da allora mi rimase in testa per sempre.
Concludo coi 90. Per un amante del rock come me è una scelta “obbligata”. In più si tratta veramente della canzone più significativa dei 90. E guarda caso ha coinciso con una mia “rinascita”. Anche se parlando di Kurt Cobain e di Smeels like Teen Spirit siamo molto più vicini alla morte!
Certo ci sono state altre canzoni soprattutto negli ultimi decenni che mi smuovono dentro ondate di ricordi di tutti i generi, ma ci ho pensato bene, davvero, e alla fine ho scelto queste.

martedì 16 dicembre 2008

la vera storia di babbo natale

Visto il periodo dell'anno, parliamo un po' di Babbo Natale, tradizione profondamente religiosa e mediterranea. Babbo Natale, infatti, non è altro che San Nicola, la cui festa si celebra il 6 dicembre. San Nicola è uno dei santi più venerati di tutto la cristianità: cattolica, ortodossa ed anche di altre confessioni. Nella chiesa ortodossa russa è spesso la terza persona, insieme a Cristo e a Maria, nelle iconostasi delle chiese.
San Nicola era vescovo di Myra, città della Licia, ai tempi di Costantino.
Il suo culto, dopo la morte, iniziò a diffondersi sempre di più, a partire dall’Asia Minore, dapprima nelle regioni a diretta influenza bizantina ( come nel sud Italia - Puglia soprattutto - e a Venezia) e poi, gradualmente, nel resto d'Europa, fino ad arrivare in America, grazie soprattutto agli Olandesi (San Nicola è patrono di Amsterdam)
San Nicola è veneratissimo a Bari: famosa è la trafugazione delle spoglie del Santo, avvenuta nel 1087 secolo, dopo la caduta di Myra in mano musulmana, da parte di 62 ardimentosi marinai baresi.
Ma anche a Venezia il santo è molto venerato (è il patrono dei naviganti); durante la Prima Crociata i Veneziani trafugarono a Myra, dalla vecchia tomba del santo ormai vuota, alcuni frammenti di ossa trascurati dai Baresi.
San Nicola è anche il santo dispensatore di regali per i bambini: un pia leggenda vuole che il santo vescovo, venuto a conoscenza che un uomo in gravi difficoltà economiche voleva far prostituire le tre figlie, decise d’intervenire: raccolse quanto più denaro potè, racchiuse le monete in un fagotto che poi lanciò nottetempo nella casa dell’uomo, salvando l’onore delle fanciulle.
Proprio da questo episodio nasce la tradizione di babbo natale dispensatore di doni per i bambini: nei paesi di lingua germanica Babbo Natale è Santa Claus (ovvero Santa Klaus), corruzione da Sankt Niklaus (San Nicola, appunto).

lunedì 15 dicembre 2008

Lèggere


L’altra cosa che volevo dirvi è che ormai il nostro blog è annoverabile tra i “miei” pensieri, cosicché ieri mattina, all’ open day della mia scuola (chi di voi ha figli sa di che si tratta), accompagnando i genitori in giro per l’Istituto, mi sono accorta, per la prima volta dopo anni, che all’ ingresso della biblioteca campeggia una frase “incorniciata”:
Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado,vedo venire.

(Margherite Yourcenar
Memorie di Adriano)

Mi ha conquistata e ho pensato subito di sottoporvela….

Notte, ragazzi, e buona settimana!

domenica 14 dicembre 2008

Peccato che sia una sgualdrina


Vi mancava il mio cuoricino?

Vabbè, eccomi qui a dispensare qualche pillola culturale: non si sa mai che a Robi torni in mente di aggiornare il punteggio!

L’ opera di cui all’ oggetto Peccato che sia una sgualdrina (titolo originale: 'Tis Pity She's a Whore), composta probabilmente fra il 1629 e il 1633 , è considerata il capolavoro di John Ford, che come tutti già saprete ( :-)) occupa un posto di rilievo fra i drammaturghi dell'età elisabettiana. Il testo ricorda per molti aspetti la tragedia greca…greca…greco…galvani…gli amici del galvani… nessun uomo può sottrarsi all'inesorabilità del Fato, e narra una storia strana, una versione nera di Romeo e Giulietta (a proposito: ricordate la Franzoni?...avrebbe potuto declamarla lei, per intenderci)…Per venire al punto, è la storia di un incesto nella Parma del seicento: un fratello ama perdutamente una sorella, riamato…ma quando lei, rimasta incinta, si sposa con un altro per salvare il salvabile e si decide a interrompere i rapporti col fratello, questi, per non darla al rivale, la uccide….Per varie vicissitudini poi muoiono tutti, uccidendosi l’ un l’ altro…
Strano testo.
Strano titolo.
Strano, soprattutto, che venga ancora riproposto!
Mi hanno però colpito due particolari: la scenografia, di specchi, che esalta da un lato l'oscurità più cupa in cui maturano i delitti e le violenze, dall’ altro il chiarore abbagliante che circonda come un' aura i giovani amanti; e il fatto che, cambiando tema, mettendo ad es. al posto dell’ incesto un altro tabù (anche se ai giorni nostri ce ne sono davvero meno e posto che si possa parlare dell’ incesto come di un tabù) si ripropone lo stesso schema: talvolta il male è negli occhi di chi lo vede.
Negli specchi si riflette l’ anima e i due fratelli non spiccano per la loro perversione bensì per il loro alone romantico…La loro anima è candida, sono gli altri protagonisti invece che appaiono come mostri…
Eppure, l’ eroina negativa del dramma viene mandata a morte quasi come un “capro espiatorio” della comunità, di cui spicca la grettezza, proprio a riaffermare l’ inviolabilità del tabù…

Che ne dite, ragazzi?

Potrei sempre riassumervi e commentarvi il Re Lear, che ho visto oggi…:-)
Ma ve lo risparmio, Eros Pagni (bravissimo) va ascoltato…
Invece vi racconto un’ altra cosa, che però riservo ad ulteriore post….Magari domani…o dopo, se sono ancora sveglia…

Per ora, ciao!

Dopo gli indovinelli: dichiarate il vostro voto !

No, non vi chiedo il voto elettorale, ma quello nel sondaggio.
5 voti, equamente distribuiti tra anni 50 (Massimo P ?), anni 60 (io), anni 70 (Valeria ?) anni 80 (Roberto ?) e anni 90 (Claudio ?).
Ma perchè quelle scelte ?
Confesso che io sono stato incerto fra tre decenni: 50, 60 e 70.
Gli anni 50 perchè sono nato in quel decennio, di cui, peraltro, ho ricordi confusi, più che altro delle singole immagini di quando fino al luglio 1960 abitavo in via de' Fusari (da allora ... sempre dove sono adesso ;-).
Mi ricordo le "inferriate" che continuo a pensare come a sbarre ma che erano solo la ringhiera della porta finestra dalla quale mi affacciavo.
E il "box" dove giocavo, e un gatto pazientissimo cui tiravo la coda e che quando ne aveva abbastanza, invece di graffiare se ne andava dignitosamente.
Gli anni settanta, invece, sono quelli che, per metà, abbiamo passato assieme.
Al Galvani, poi l'università, tutto sommato gli anni della nostra formazione, gli anni in cui ci siamo trasformati da bambini in uomini (e da bambine in donne, of course :-).
Sono gli anni di cui ho una memoria più diffusa, tanti ricordi che a trascriverli ... altro che Commedia (poco Divina !) !
Ma alla fine ho scelto gli anni sessanta.
Gli anni delle elementari e delle medie, ma anche gli anni della "scoperta" del mondo, di una infanzia felice che ha sicuramente influenzato anche il mio modo di essere attuale.
Ma anni creativi, anni di svolta, anni in cui arrivarono i Beatles e la minigonna, la contestazione studentesca e i Colonnelli in Grecia, l'uccisione di Kennedy, la morte di Papa Giovanni e il disastro del Vajont.
Tutto eventi di cui ho ricordo e in relazione ai quali, quando se ne parla (e se ne continua a parlare) io posso riportare non dico una testimonianza "diretta" ma frammenti di ricordi diretti.
E poi la televisione con Carosello e Gian Burrasca, lo Zecchino d'Oro e Giovanna, la nonna del Corsaro Nero, Rin Tin Tin e la Freccia Nera.
E lo scudetto del Bologna: giustamente si scrive con l'articolo determinativo, perchè quello del 1964 resterà "lo" scudetto per eccellenza (vero, Massimo ? :-).
Ecco perchè, per uno zero virgola un nonnulla, per me, gli anni sessanta hanno prevalso sui settanta e i cinquanta.
Ma tutto sommato, i sessanta sono i migliori tra anni tutti "migliori", anche se la mia speranza è che quelli a venire siano, per tutti noi, ancora migliori.

sabato 13 dicembre 2008

Una sfida diversa

Complimenti a Valeria che ha indovinato subito la soluzione all’indovinello di Roberto, io mai e poi mai avrei ricordato la cosa. Complimenti anche a Roberto per la citazione. Leggendo altri vecchi vostri post mi accorgo sempre più di quanto abbia dimenticato cose studiate evidentemente di malavoglia a quei tempi (greco ad es.). Ma il guaio di questi indovinelli è che non serve più vietare il Pazzaglia: con la rete in un secondo si trova (barando ovviamente) la risposta!
Invece non troverete la risposta a questo (facile):






Se A è 13 e B 24 cos’è C.
Un tempo Roberto ti piacevano questi giochi mi pare…
Mi dichiaro comunque battuto:-)

indovinello culturale

Cari amici sempre più numerosi e vogliosi di intervenire nella rete e nella nostra amata creatura virtuale. Ad onta dell'ironico commento del mio amico massimo F. ho trovato il modo di intervenire anche questo sabato sia pur con mezzi di fortuna.
il processo di rigenerazione del blog è ormai compiuto e ne sono molto felice ; abbiamo una indiscussa regina che è un riferimento assoluto per tutti noi e che non abbisogna di alcuna partnership!! abbiamo membri qualificati che postano e che sono a d.o.g.c.( denominazione d'origine galvanina certificata.!! insomma abbiamo la materia prima per cominciare a produrre.
mi rendo conto che il repertorio dei ricordi è pressochè infinito e si nutre di una memoria interminabile che è in tutti noi (coltiviamolo pure) , ma cerchiamo anche di distillare un pensiero originale e up to date. un qualcosa che scaturisca dal nostro esserci oggi , oggi che siamo diversi e ci confrontiamo con una realtà molto grave e particolare. Mettiamoci in gioco , meditiamo distilliamo pensiero. E' solo una idea per di più confusa ma vi invito a raccogliere la sfida.
un abbraccio a tutti vi lascio con un giochino chi è l'autore di questa prosa : vietato usare il pazzaglia!!


"Venuta la sera, mi ritorno in casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali, e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui uomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio, e che io nacqui per lui, dove io non mi vergogno parlare con loro e domandargli della ragione delle loro azioni.

giovedì 11 dicembre 2008

Primi ricordi

Ebbene eccomi qua a conferma che ho seguito bene le istruzioni di Massimo. Se non ci fossi riuscito effettivamente mi vergognerei un pochino in quanto smanettando dal ’95 sui pc e su Internet (che belli i primi tempi: pagine leggere, nessun popup, spyware, trojan, di cui preoccuparsi, winsock trumpet, Netscape, Altavista, il mitico Napster, ma anche i lenti modem via via fino ai 56k V80…) passo per un “esperto” fra i coetanei, quasi un hacker.
Mi piace riprendere il post dell’amico Massimo P. per insistere sulla “mappatura” della III F, dico la III perché mi sembra che l’ultimo anno sia stato per certi versi il più significativo per tutti. Massimo F. col suo commento comincia a chiarire il quadro degli accoppiamenti: sento che qualcosa mi sovviene, ma c’è bisogno di altre voci per ricostruire il tutto.
Se rileggo il blog a ritroso imbattendomi nella foto postata il 6 novembre devo dire un paio di cose. L’elenco dei nomi è talmente pieno di errori che non riesco a spiegarmelo perché anche ammettendo che il testo fosse redazionale e non tipografico (cioè inserito nel sistema dal giornalista e quindi visto dal correttore - a quei tempi c’erano ancora e io ero fra di loro – senza riscontro con un originale rendendo di conseguenza impossibile la verifica per es. di Paoluccio con Paolucci) conosco personalmente Federica Gieri , doveva essere una bambina!, e posso assicurarvi che è una collaboratrice scrupolosa ben al di sopra la media. Mi viene da chiedere chi e come abbia fornito i nomi. Poi confesso che non riconosco alcune compagne! Ma qui potrete aiutarmi voi.
Da trent’anni almeno non ho mai più incontrato nessun altro/a compagno di liceo con tre eccezioni. Massimo F. (un stagione di sabati mattina ai giardini Margherita giocando a baseball, direi 1987 più o meno). Un incontro in via Rizzoli con Andrea G. ancora prima di allora (mi disse che viveva già “in montagna”, Agordo credo, lavorando per la Luxottica). Infine qualche uscita a cavalcare (sempre fine anni 80) con l’allora ritrovata compagna Lucia P. - di cui non conoscevo assolutamente la passione e la valenza come amazzone – in un maneggio vicino a Livergnano durante il mio periodo “equestre”. Una donna assolutamente affascinante.
Poi il vuoto, e sì che Bologna è piccola e io per decenni l’ho girata in lungo e in largo attraverso il centro, dove vivo tuttora nella casa che fu dei miei nonni, senza mai incontrare nessuno. Dove sono Marco O. compagno di tanti pomeriggi di latino e chitarra? Pietro R. mio miglior compagno alle medie, di pesca e caccia di frodo. E le ragazze? Sarei curioso. Voi che mi dite?

mercoledì 10 dicembre 2008

ben ritrovato, compagno di banco

Sapete come si dice: " il primo compagno di banco non si scorda mai"!
In un lontano giorno d'inizio ottobre 1970 (ma che giorno era di preciso ?) dopo essere rimasti per un bel po' tutti in piedi come soldatini nel salone del piano nobile del Liceo Ginnasio Galvani ad ascoltare l'esimio preside prof. G. mentre sciorinava la composizione delle varie classi di IV ginnasio, ci recammo tutti nelle nostre rispettive aule. Una volta entrati in aula noi della IV F ci sedemmo tutti variamente sparpagliati nei banchi, come capitava. A questo punto, ahimè, la memoria non mi soccorre più (che brot quel dvinter vic): quando Claudio M. ed io siamo diventati compagni di banco ? non mi sembra subito subito e non mi sembra neppure in occasione di uno di quei mitici sorteggi (tipo estrazioni del lotto) che tanto piacevano alla prof. T. Mi ricordo bene che con uno di quei sorteggi cambiai il compagno di banco, all'inizio del secondo quadrimestre (da Claudio M. a Roberto Panico) . Chissà se Claudio si ricorda qualcosa di più.
Comunque, ben ritrovato !!.

domenica 7 dicembre 2008

Comunicazione di servizio

Aumentano, lentamente ma inesorabilmente, gli arrivi nel blog, evocati da un passato quanto mai presente (almeno nella nostra memoria).
Naturalmente tutti coloro che hanno frequentato la IVF (1970-1971), VF (1971-1972), IF (1972-1973), IIF (1973-1974) e IIIF (1974-1975) del Galvani hanno, di diritto, la titolarità quali Collaboratori del blog.
Al di fuori di tale cerchia, l’ammissione sarà decisa mediante democratica votazione assembleare … :-)
Ma per poter scrivere un post, occorre un minimo di “burocrazia” che si concretizza in un “invito” che deve essere inoltrato al proprio indirizzo di posta elettronica.
Per mandare l’invito è necessario conoscere l’indirizzo di posta elettronica.
Poiché è buona norma, in un blog pubblico, non mettere in chiaro indirizzi, numeri di telefono e anche la posta elettronica personale, il sistema più sicuro è il passa parola.
Intanto ci sono 4 “Collaboratori” ai quali far riferimento in base alla personale conoscenza dell’indirizzo di posta elettronica.
Scrivendo ad uno di loro di cui si conosce l’indirizzo, verrà spedito l’invito e, così, aumenteranno i Collaboratori cui far riferimento.
Sembra complicato ma, non lo è affatto: basta contattare privatamente chi è già nella lista dei Collaboratori.
Una volta esaurito questo primo passo, ve ne sarà un altro per gli scambi di informazioni più riservate ma, per l’appunto, non se ne parla in un blog pubblico … ;-) .
UPDATE
Per agevolare il contatto ho aperto una mail "collegiale" che può essere utilizzata per la prima comunicazione e, per l'appunto, è evidenziata nella colonna di sinistra, sotto "contatto".

"Rosa day"


Il “Valeria day”, subitaneamente trasformatosi in “Maschio day”, mi ha dato lo spunto per dar voce ad una considerazione che da tempo aleggia nella mia mente: la indiscutibile preponderanza nella classe dell’ elemento maschile si perpetua nel blog. Con un’ aggravante: nella classe, la forza non era numerica ma sicuramente psicologica: senza necessità di ulteriori commenti, rimando alla foto di apertura del presente blog, che si commenta da sé; nel blog, a parte qualche pensiero gentile nei miei confronti, dedicatomi più per cavalleria che altro, il vero entusiasmo si scatena alla discesa in campo di Claudio, per le cui gesta si rinvia al post robertiano che precede…Il reparto femminile? Numericamente maggioritario nella classe, risulta pressoché totalmente assente nel blog, se si esclude, oltre al mio contributo, peraltro limitato alla voce “frizzi”, il dolce pensiero di una “nonna” che, pur scatenando il mio irrefrenabile entusiasmo ( v. mio precedente post: “questione di feeling….”), dopo un timido affaccio, si è fatta di nebbia….

Per fortuna ho trovato un’ intesa dicembrina e una freddofila, oltre a quella ormai nota di atavica memoria (…da non sottovalutare, comunque, l’ ipotesi del “divide et impera”), ma…fino a quando?

Ergo:

Donne, facciamoci valere! Accorrete in mio soccorso per un prossimo evento che fin da oggi viene bandito nella mia più sfrenata fantasia: il “ROSA day”…

Vi aspetto numerose!

(e fiduciosa)

NB. So che questo post si presta a molteplici lazzi, ma confido nella già provata eleganza dei miei amici blogger….

sabato 6 dicembre 2008

AD UN AMICO

OGGI E' IL VALERIA DAY MA CONSENTITEMI CARI AMICI DI SALUTARE CLAUDIO E DI TRAFFICARE UN PO' CON I RICORDI.
CLAUDIO E' UNA PERSONA DAVVERO SPECIALE, CALMA, SERAFICA!
RICORDO BENE UNA DELLE SUE BATTUTE ( E' UN VERO RE DEL NONSENSE ,UN PRECURSORE ) ALLE NOSTRE DOMANDE :CLAUDIO DI' QUALCOSA ( SU UN CERTO ARGOMENTO) RISPONDEVA CON FERMEZZA E UN SORRISO SARDONICO: QUALCOSA!
NEGLI ANNI DEL LICEO CI SIAMO FREQUENTATI A LUNGO:DALLE PROVERBIALI RICCHE MERENDE NELLA GRANDE CASA DI MARCO DOVE IL CAZZEGGIO IMPERAVA PER DUE ORE E L'ULTIMO QUARTO D'ORA ERA DEDICATO ALLA LETTURA DEL PAZZAGLIA,O AD ALTRI ASPETTI SECONDARI....AI POMERIGGI AL BAR DEGLI ARTISTI , VICINO AL "DUSE" CON LE INTERMINABILI PARTITE DI CALCIO BALILLA!
CLAUDIO ERA IL MIO DIFENSORE PREFERITO. E POI E' STATO IL MIO COMPAGNO INSIEME A M.F.E A C. S. NELLA NOSTRA GLORIOSA SORTITA IN POLITICA NEL GIPD GRUPPO DI IMPEGNO POLITICO DEMOCRATICO. RICORDATE ?
MA I RICORDIPIU' DIVERTENTI RIMANDANO AI SABATO POMERIGGIO A CASA MIA DOVE LA NOSTRA FORMAZIONE MUSICALE TUTTI CHITARRISTI ( MA CLUDIO ERA IL PIU' BRAVO) SI RIUNIVA PER SUONARE DYLAN I CANTAUTORI E QUANT'ALTRO ...)
POI NEGLI ANNI CI SIAMO UN PO' PERSI DI VISTA , RITROVANDOCI IN QUALCHE OCCASIONE CON GLI AMICI DI SEMPRE ALLE CENE O ALLE FESTE.
MA COME DICEVANO GLI ANTICHI : AMICO UNA VOLTA , AMICO PER SEMPRE !!!
CARO CLAUDIO TI ASPETTO NEL BLOG !!
CIAO A TUTTI
ROBERTO

BUON COMPLEANNO VALERIA!!!

CARA VALERIA BUON COMPLEANNO "DI CUORE".
QUESTO E' IL TUO PRIMO COMPLEANNO SUL BLOG E PER TUTTI NOI BLOGGER E' UN PIACERE IMMENSO POTERLO "FESTEGGIARE"
PRESTO SAREMO ANCORA DI PIU'COME AVRAI LETTO !!
UN CARO SALUTO E UN ABBRACCIO A TE E A TUTTI I NOSTRI LETTORI!?
ROBERTO

Buon compleanno a ...

... Valeria !

La data l'aveva "svelata" in
un precedente commento quando trovammo un "accordo", sulla ripartizione del mese di dicembre ... :-).
Oggi ne fa accenno nel
commento di benvenuto a Claudio.
Auguroni, Valeria !

sabato 29 novembre 2008

pensieri notturni



















Sono le 2 e 38 di notte. Sto andando a dormire, non ho risolto il quesito di Cesco e ho lavorato al computer per un verbale che "avrebbe" dovuto fare un mio collega ma che, poi, "ho" dovuto fare io...Ho la schiena rotta e un enorme senso di colpa perchè ho ininterrottamente mangiato per tre ore.... Se ci dovremo vedere, ditemelo con un notevole anticipo, devo mettermi a dieta.
Domattina mi aspetta una mattinata culturale di tutto rispetto, che vi racconterò poi...
Siamo ancora in pochi in questo blog, ma devo dire che il detto "pochi ma buoni" ci si addice notevolmente.... Mi sono già ri-affezionata ai due Massimi e, allo stato attuale, li trovo davvero speciali... uno dedito alla fantascienza, l' altro alla meteorologia...mah, com'è varia la natura umana.....Sul quesito greco di Roberto getto la spugna fin da ora, fu già un incubo all' epoca e per fortuna intervenne l' amica Ansa...
Dedico a tutti un altro dipinto che amo e sono certa che piacerà anche al mio amico freddofilo!
Notte, Ragazzi.........Buon w.e.!

venerdì 28 novembre 2008

Cari amici torno al nostro amato blog con piacere dopo un periodo di giustificata latenza.
Confesso, e mi dispiace per valeria e M.P, che, in onta alla loro per me inspiegabile freddofilia, io sono al contrario paralizzato da questo clima polare a e a nulla valgono i richiami "alti" e poetici ai pittori fiamminghi e quant'altro: per me fa semplicemente, e mi scuso con gli animalisti, un freddo cane!!
Detto questo vorrei ringraziare di vero cuore la mia "amicona" per lo stupendo post dedicato alla nostra ormai trentennale amicizia. Non ci sono parole cara vale per esprimerti la mia gratitudine. Vorrei solo sottolineare che mi sono divertito molto a vedere con quanta grazia ma anche con quanto acume hai elencato un a paio di miei "difettucci" portandoli in superficie, che nemmeno io mi ero mai veramente reso conto di avere!! a questo, anche, servono i veri amici.Grazie Vale!

Davvero esilarante cambiando argomento il post di MF amarcord 1975; e questo mi da l'ispirazione per raccontare brevemente un episodio di un paio di anni fa .
Come ho già accennato mi dedico spesso a letture amene, all'epoca mi capito' tra le mani un bel volume-saggio sull'infinito dello scrittore Foster Wallace , autore del best seller Infinite jest e appassionato di studi matematici, autore recentemente suicidatosi.
Il libro iniziava con una "semplice" frase di greco di sapore presocratico
: prima pagina per mia madre e mio padre
"ouk o en te kefale , all'en oo e kefale estin !!"
omessi gli accenti la seconda , la quarta la quinta e la settima sono "eta"
La doppia vale omega.
Beh via assicuro che sono per settimane impazzito su questa traduzione interpellando tutti i miei amici e alla fine avrei anche quasi voluto telefonare al prof p. dalla disperazione ma mi vergognavo.
La vale si ricordera' che una sera eravamo insieme a Roma da mio fratello che allora viveva laggiu' e ricevemmo la telefonata della M. A .,una delle nostre compagne di classe piu brillanti,che avendo interpellato un think tank di eruditi milanesi mi mise sulle tracce della soluzione che arrivo' qualche giorno dopo.

Questo comunque per dire quanto sono solidale con l'gnoto protagonista del post di MF.

buon week end a tutti (per i freddofili del blog lo sara' sicuramente!)

giovedì 27 novembre 2008

Amarcord : maggio 1975

Maggio 1975.
Un mese, poco più, alla maturità.
Si sapeva già che Latino era il secondo scritto e Greco all'orale.
Uno di noi (non di noi attualmente partecipanti al blog, ma di noi 30 studenti della III F) è interrogato in greco e deve tradurre una frase alla lavagna.
Inizia spedito poi, in un botto, si ferma perplesso.
E' incerto.
Guarda il soffitto in cerca di ispirazione.
Inutilmente.
Si volta verso la classe e con un timido sorriso chiede:
cosa vuol dire "kai" ?!?!?!?!?!?
P.S.: Vi ricordate il nome del "protagonista" ? ;-)
P.P.S.: la tragicità del momento è comprensibile solo a chi ha studiato greco ... (questo è un p.p.s. per il navigatore che capita casualmente su questo blog, ovviamente ...)

lunedì 24 novembre 2008

neve o non neve?






In attesa della neve vera, data come probabile al 50% dal "nostro" esperto meteo (le cui previsioni sono alquanto attendibili, dato che oggi più volte qualcosa di molto similare alla neve ha tentato di scendere dal cielo...), guardiamocela in questo bel dipinto, che personalmente trovo molto suggestivo...Lo avrete riconosciuto, è "Jager im Schnee" di Pieter Bruegel (1525/1569), che si trova a Vienna al Kunsthistorisches Museum...
CIAO! :-)

domenica 23 novembre 2008

Dedicato ad un Amico



Non ricordo quando è nato il nostro rapporto di amicizia, però so che Roberto e io siamo amici da tantissimo tempo.

Insomma, se mi volto indietro, Roberto “c’era”.

C’era sui banchi di liceo, ma non so se nacque lì la nostra amicizia, credo dopo. Ricordo però che la prof. d’ italiano del ginnasio, durante un’ interrogazione, mi accomunò a lui dicendo che se fossimo stati su una nave e questa nave fosse naufragata, noi due saremmo stati gli ultimi ad affondare … Chissà, magari quella frase ci è entrata dentro, cosicchè Robi “c’era” e c’è ancora.

C’era nelle uscite con le varie compagnie, c’era con le sue donne e con i miei corteggiatori, nelle lunghe telefonate notturne quando avevamo voglia di parlare con qualcuno che ci “ascoltasse” davvero (…ndr: Robi è molto sensibile), c’era nelle miriadi di citazioni erudite che solo lui sa fare e che io non ho mai “appreso” (…ndr: Robi è molto colto), c’era nelle lunghe disquisizioni (….ndr: Robi è molto polemico), c’era nei momenti più o meno belli delle nostre vite….

C’era in un’ estate al mare nella casa vicino alla mia ( e alla ferrovia) e in un’ altra estate in montagna con la moglie maliarda che non abbandonava mai i tacchi a spillo (nemmeno nelle scalate, e noi ci guardavamo sconsolati), c’era nelle sue sagaci battute (... ndr. Robi ha un forte “sense of humor”), c’ era nelle uscite musicali, da Paolo Conte al piano bar, e quando ci vedevamo dopo tanto tempo ma era come se ci fossimo visti il giorno prima, c’ era nelle città di volta in volta abitate dall’ amato fratello e dalla simpatica cognata (miei cari amici) che andavamo a trovare…

C’è ancora, quando in quattro andiamo a mangiare la pizza vicino a casa mia, quando mi parla del suo preziosissimo gioiello, quando discutiamo di politica e dice di ritrovarsi in un’ ideologia e poi legge e vota la parte avversa, facendomi letteralmente imbestialire….( ndr: Robi è molto incoerente).

Insomma, Roberto c’era e c’ è e, non solo per la complicità di questo blog, presumo proprio che ci sarà!

D’ altra parte, penso che uno dei motivi più evidenti per cui la vita valga la pena di essere vissuta sono i legami affettivi che si creano e credo che Roberto concordi con me: infatti,una delle migliori frasi che, a suo dire, io abbia mai pronunciato, è quella per la quale in genere vengo citata alle donne su cui, nonostante l’ avanzare dell’ età e della sua proverbiale pigrizia, vuole ancora far colpo …
La frase? Semplicissima: “ Le cose migliori della vita non sono cose”

E campeggia attaccata al mio frigo.

Perché Robi non lo ricorda, ma gliela lessi a Roma da una calamita per turisti, che poi acquistai, e anche in quell’ occasione Roberto…”C’ERA”!

P.s.
Adesso che ci penso, Robi, la Tarons disse che ci saremmo attaccati a una tavoletta, ma che IO sarei stata l’ ultima a sopravvivere….


la "rimpatriata" del 13 dicembre 1984

Mentre spulciavo le mie vecchie agende dove trascrivo i dati meteo giorno per giorno, mi sono imbattuto in un mio appunto scritto in occasione della "rimpatriata" del 13 dicembre 1984 (in quei tempi aggiungevo ogni tanto alle fredde osservazioni meteorologiche qualche considerazione sulle cose più degne di nota che mi capitavano).
Avevo diligentemente annotato i nomi dei partecipanti, usando parole di disappunto per alcune assenze, da me giudicate "ingiustificate". I presenti erano i seguenti (ovviamente, solo il nome, con l'iniziale del cognome in caso d'omonimina):
Massimo F. - Marcella - Valeria M. - Marco O. - Andrea - Claudio - Stefano R. - Marco F. - Giovanna - Lucia - Pietro e i compianti Claudia e Gianni.
In aggiunta, tre professori (non ricordo i nomi di battesimo, quindi scrivo la meteria d'insegnamento): Italiano - Greco/Latino - Matematica
Quelli che io giudicavo assenti ingiustificati (chissà perchè solo questi e non tutti gli altri) erano: Rossella - Gabriele - Maria Grazia - Roberto P. - Claudio S. - Katia - Anna.
Mi ricordo veramente poco (ahimè !!) di quella cena: mi fa piacere avere casualmente ritrovato quel mio vecchio appunto che ho letto anche con sorpresa per le parole che avevo usato.

Buona domenica a tutti, in attesa della neve (probabilità per ora sul 50%) di domani lunedì 24

giovedì 20 novembre 2008

Il freddofilo

Come promesso a Valeria, ecco un post sui freddofili:


Il freddofilo appartiene ad una specie rara, pregiata: vive nascosto in mezzo alla gente, cercando il più possibile di sembrare “normale” e stando bene attento a non farsi scoprire.
Fa finta di amare il bel tempo, il sole, il caldo, come tutti, ma in realtà adora il freddo, la pioggia, la neve, la nebbia, i grandi temporali estivi: una giornata di sole lo deprime, una giornata uggiosa di pioggia o di nebbia lo mette di buonumore.

E non parliamo poi della neve: per avere una nevicata sarebbe capace di tutto; quando nevica non dorme mai: sta sempre attaccato alla finestra, anche di notte, per vedere la bianca dama, sempre con l’apprensione che un aumento della temperatura possa far virare la precipitazione in pioggia (l’amore per la pioggia si trasforma in odio quando quest’ultima sostituisce la neve).

Il freddofilo, quindi, ama l’inverno, ama l’autunno ed odia le stagioni calde. Il peggior periodo dell’anno è quello della primavera, quando l’inverno è ormai finito, le temperature aumentano inesorabilmente e la nuova stagione fredda è ancora molto lontana.

La figura del freddofilo s’identifica perfettamente con quella del “meteofilo” (=appassionato di meterorologia, ovvero “meteorologo dilettante”). Ogni meteofilo che si rispetti è pervicacemente freddofilo.

Prima dell’avvento di internet ogni freddofilo viveva isolato, non sapeva dell’esistenza di altre persone come lui, credeva di essere una rarità, uno scherzo della natura, una persona non normale. Ma da quando esiste internet, i freddofili (e di conseguenza anche i meteofili) hanno scoperto di non essere più soli, si sono ritrovati tutti insieme nei siti meteo amatoriali: siti in cui ognuno ha profuso le sue conoscenze, le sue passioni, le sue esperienze. Questi siti sono cresciuti negli anni ed ora fanno concorrenza, per qualità, completezza d’informazione e per competenza degli iscritti, ai servizi meteo “istituzionali”

Il sottoscritto, nel suo piccolo, ha collaborato con qualche articoletto, alla crescita di Meteogiornale (www.meteogiornale.it), ormai diventato uno dei più importanti (se non il più importante) siti meteo amatoriali italiani, pubblica i suoi dati meteorologici su www.meteonetwork.it e su www.meteorite.it. ed infine cura una rubrichetta, in cui ha pubblicato alcuni suoi articoli, nel sito www.emiliaromagnameteo.com (in home page, vds. nella colonna di sinistra “l’angolo della neve”).

Nell'attesa del ritorno della neve, porgo tanti cari saluti a tutti.

lunedì 17 novembre 2008

Questione di feeling (...e di primati)


Devo dedicare questo piccolo spazio alla mia amica "Scap", perchè solo in questo momento ho letto il suo commento di qualche giorno fa! Anche se con un solo colpo di spugna cancellerai il mio duplice primato di unica donna del blog e pure di unica Valeria...non vedo l' ora di leggere tue notizie. BENVENUTA, Scap!

domenica 16 novembre 2008

halloween: una tradizione europea

Finalmente riesco a scrivere un post !
Voglio ricollegarmi ad un accenno, fatto da Massimo F. in un precedente post, che ovviamente non riesco più a trovare, in cui si stigmatizzava la mania, tipicamente nostrana, di scimmiottare le abitudini degli Americani, introducendo una festa (Halloween, appunto) deisamente estranea alle nostre tradizioni. Ovviamente la pensavo coì anch'io (e lo penso ancora), ma, da buon appassionato di tutto quello che è Medioevo (storia, cultura, tradizioni, letteratura, ecc.), vorrei far notare che, in fondo, halloween è una tradizione tipicamente europea ed anche italiana, portata in America dagli emigranti europei nei secoli passati e lì rielaborata nelle forme attuali (soprattutto dagli anni '20 e '30 del Novecento), per poi ritornare fra di noi del tutto cambiata, irriconoscibile, aliena.
Il nome Halloween deriva dall'inglese "All Hallowe Eve", che significa "vigilia, o sera, di Ognissanti". Ognissanti è una delle tante feste precistiane, legate al ciclo delle stagioni e dei raccolti, (ad. as. era la celtica Samhain e la romana Pomona) che la Chiesa ha cristianizzato.
In molte culture precristiane, l'anno finiva il 31 ottobre, data in cui terminavano i raccolti (terminava, quindi, l'annata agricola) ed iniziava il lungo riposo invernale. Come ogni Capodanno, la notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre è un tempo di rinnovamento, un momento di passaggio, in cui i morti (l'inverno è la loro stagione) , tornano sulla terra, perchè le porte degli inferi sono momentaneamente spalancate. Da qui le molteplici usanze, in ogni parte d'Italia da Nord a Sud, di lasciare, la notte del 31, la tavola apparecchiata, con del cibo per i defunti che sarebbero ritornati, oppure l'usanza di lasciare acceso il fuoco del camino perchè i morti potessero riscaldarsi, almeno una volta all'anno (la stessa usanza del ceppo di Natale pare essere iniziata da qui): trattasi di usanze già testimoniate da S.Agostino e da Rabano Mauro (784-856), abate e vescovo, grande nome della letteratura e del pensiero medievali (del resto nella mentalità' medievale, soprattutto dell'Alto Medioevo, le barriere fra l'aldiqua e l'aldilà erano molto più labili, più sottili che nelle età successive e si pensava che i defunti interagissero molto di frequente con i viventi).
Per non farla troppo lunga, concludo ricordando che la festa di Ognissanti fu istituita da Bonifacio IV nel 610, ma era celebrata in maggio; solo con Gregorio III (731-741) fu spostata al primo di novembre (come ricorda anche Jacopo da Varagine nella sua Legenda Aurea).
La festa fu poi completata con l'istituzione della commemorazione dei defunti il 2 novembre da parte di Odilone, abate di Cluny, nel 998.

Accade a Bologna

Mentre aspetto di prender posto in poltrona per guardarmi (spero "godermi") la partita del Bologna un paio di segnalazioni.
Alla storica Libreria Nanni (Galleria de' Musei) ho visto che hanno allestito un paio di vetrine interessanti e, spero, siano solo un assaggio di quel che si può trovare all'interno.
In una vi sono vecchi romanzi per ragazzi, molti dei quali avevo ed ho conservato, editi dalla Vallardi, Sonzogno e altre Case Editrici note e meno note, piccole e grandi, attive o già chiuse, tra i quali spiccano le avventure sognate e scritte da Emilio Salgari.
In un'altra, per i cultori, vecchi romanzi di fantascienza della Nord e della Libra.
Seconda segnalazione.
Sabato 22 novembre, ore 10,00, presso il Museo Civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) un convegno di carattere storico su Bologna e l'Unità d'Italia.
Una illustrazine di fatti, eventi, personaggi che hanno contribuito all'Unità d'Italia, da una prospettiva "bolognese".
Insomma: storia patria e storia locale.
Buona domenica ... speriamo ! :-)

mercoledì 12 novembre 2008

Noi che il Galvani ...

Oggi a pranzo Roberto mi ha esposto una sua idea: cambiare il nome del blog.
In effetti "1956" aveva un significato nel 2006, l'anno del cinquantenario, così: detto, fatto.
L'indirizzo del blog rimane sempre lo stesso: http://mille956.blogspot.com/ , il nome cambia.
Vi piace ?
Cambiarlo non costa nulla ...

martedì 11 novembre 2008

QUELLI CHE IL GALVANI

oh attenzione!!!
qui bisogna riprendere il controllo della situazione: sta nascendo nonostante i miei vigorosi interventi di moral suasion un feeling pericoloso tra due dei miei colleghi blogger . questo oltre che rendermi geloso, va ben oltre : insidia la mia bramata leadership culturale sul blog. i fatti:
dopo che giorni fa rispondendo a un commento della vale ho rispolverato, a caso, un calvino e le sue lezioni americane ( un risicato punticino) si e' scatenata la battaglia furibonda . vale parte con pianto antico e pareggia abbondantemente, ma cesco caccia un carico da tre punti e si porta nettamente in testa con una garbata citazione sull'esegesi carducciana e i 12 figli del poeta.
allora sempre la vale indomabile e alla vigliacca, come direbbe villaggio paolo, domenica sera organizza a sorpresa una difficoltosa ma proficua serata teatrale : checov (platonov) nientepopodimeno.... e con tanto di commento pertinente.
classifica alla terza giornata
vale punti 5
cesco punti 3
roberto punti 1
massimo punti 0 (ma deve recuperare un turno).
E il campionato prosegue..............

ciao un saluto a tutti e perdonatemi e' stata una giornata faticosa!!

domenica 9 novembre 2008

PLATONOV


Sono reduce da un' opera teatrale di Cechov, Platonov, interpretata da un ottimo Alessandro Haber ( ha una voce pastosa e interessante, molto adatta al ruolo di dongiovanni da lui interpretato..) Vi tralascio la storia nel dettaglio e anche la morale: vi dico solo che Platonov è un uomo che non ha avuto il coraggio di fuggire dalla provincia e che nonostante promettesse grandi cose non è riuscito ad essere altro che un maestro di scuola....Sì, terribile, ragazzi, avete capito bene!! La scenografia del secondo tempo era rappresentata da un' AULA scolastica, con CATTEDRA e BANCHI!
Sono uscita mogia mogia, sia perchè i falliti, non solo nell' attuale società ma anche in letteratura, sono spesso associati alla scuola...(e mi rifiuto di vedervi qualsivoglia nota autobiografica, sia beninteso!!!...) sia perchè oggi era domenica e io proprio non volevo dimenticare che lo fosse!!!
Ciao, buona serata e buona settimana!:-)
valery