Il commento di Claudio al post precedente mi offre il destro per esprimere la mia opinione sui cosiddetti social media.
Così, mentre ho approfittato della giornata di sciopero per anticipare la partenza per il fine settimana lungo, appagato dal risultato del Bologna a Cagliari (Claudio, mentre tu scrivevi, io mi godevo i tre goals ) , davanti al caminetto acceso (anche se poi tanto freddo non è, anzi ...) finchè mi funziona il vecchio portatile che ormai tengo in permanenza in montagna, scrivo questa breve nota.
Claudio conferma quel che sostengo: Facebook (e gli altri strumenti analoghi) è un fortissimo "occupatore di tempo".
Quando scrive che ogni tanto guarda il blog perchè adesso è impegnato in Facebook, infatti, non significa altro che occupa il suo tempo in Facebook, piuttosto che in altre attività.
Legittimo e naturale che quando c'è qualcosa che attira divenga un appuntamento fisso della propria giornata e abbia uno spazio nella propria organizzazione di vita.
Io iniziai a frequentare la Rete nel 1996, comprando un computer che cominciai ad utilizzare con la connessione ad internet durante il periodo natalizio di tale anno.
Inesperto fui inizialmente sommerso da messaggi che non capivo da dove venissero.
Era una chat (si chiamava C6 di tin.it) connessa all'abbonamento, si attivava automaticamente ogni volta che entravo in internet e tutti potevano vedere che ero collegato.
Dopo qualche giorno compresi come potevo fare per scollegarmi e da allora non attivai più alcuno strumento di chat o similia perchè mi impediva di fare le ricerche o di scrivere in santa pace.
Quando uscì Facebook, quindi, mi guardai bene dall'iscrivermi, memore di quella esperienza e non volendo perdere tempo rispetto all'uso del pc che intendo come supporto alla mia attività.
Del resto sono alla scrivania tutto il giorno e non sono particolarmente propenso a prolungare tale attività anche a casa, dove preferisco leggere o, dopo cena, guardare qualche film o telefilm.
Ma questo non è che un motivo del fatto che continuo a declinare ogni invito ad iscrivermi a quei social media.
Non ho interesse nelle discussioni inutili, eterne ed inconcludenti e anche i gruppi che possono seguire un interesse personale (Claudio ha scritto di fotografia) nella mia esperienza si riducono a cerchie ridotte (e spesso ridicole) che si parlano addosso.
Io ero e sono iscritto ad alcune mailing list di Yahoo e Google Groups.
Una, in particolare, aveva tutte le premesse per essere interessante essendo stata costituita dal presidente della sezione italiana della World SciFi e con l'iscrizione di quelli che sarebbero "tutti i più bei nomi della fantascienza italiana".
E' vero che il fondatore, anima dell'iniziativa è deceduto, ma da subito si era costituito un gruppo autoreferenziale, costantemente collegato con reciproca melassa: ma come sei sempre presente, e tu così colto, e tu così arguto, non abbiamo nulla a che spartire con quella brutta massa di bifolchi che invece di comprare noi compra i soliti nomi ...
Una costante della mia conoscenza della Rete è stata proprio la costituzione di piccoli gruppi monotematici che elevano a totem la loro singola, personale, solipsistica idea o passione.
Non c'è spazio per il ragionamento, è così e basta.
Facebook e Twitter più di altri sono ormai diffusi a livello planetario tanto che tutti ne abbiamo una conoscenza da quel che riportano i giornali.
Uno si vuole suicidare e lo scrive in 140 caratteri.
Un ministro è in consiglio per decidere sulle nostre tasse ed ecco che arriva il cinguettio.
Si partecipa ad un funerale ed in tempo reale arriva la lacrima in mondovisione.
E poi gli amici, le condivisioni, i followers (lo scrivo in inglese perchè non mi viene altro termine in Italiano che "seguaci" che mi sembrerebbe meglio definisca una setta di pervertiti e non vorrei dare l'impressione sbagliata :-).
Un po' di riservatezza, di discrezione, di intimità, no ?
E da qui l'ossessione di avere tanti "amici", quando ne basterebbero due o tre, ma veri, reali, concreti.
Avevo un collega che, preso dal vortice, oltre a perdere tempo per guardare cosa c'era di nuovo, ad ognuno che telefonava chiedeva: sei su Facebook ? Se il malcapitato rispondeva affermativamente la richiesta successiva era: posso mandarti (o chiederti) l'amicizia ?
Poi dove lo si trova il tempo per stare su quei social media ?
Dieci ore al giorno sono occupate dal lavoro (includendovi pausa pranzo, itinerario di andata e ritorno) .
Quasi altrettante dalle attività di cura della persona ( dormire, mangiare, lavarsi ...).
Non rimane molto per leggere, rilassarsi, guardare un po' di televisione.
E credo che la partecipazione a quei social media sia alquanto totalizzante.
Naturalmente c'è chi, con una prospettiva differente, dice: mi rilasso scrivendo e partecipando in quei gruppi, mentre non mi interessa leggere o appisolarmi davanti alla televisione.
E può anche essere che quando mi avranno costretto ad andare in pensione, avendo così tanto tempo a disposizione, io divenga un assiduo frequentatore del cicaleggio telematico.
Per ora il massimo della modernità tecnologica, per me, è scrivere sui blog.
Mi occupa di meno ed ho la possibilità di rapportare tutto ai miei tempi di vita.