domenica 27 settembre 2015

La sciarpa

Fino ad oltre i trenta anni non ho portato sciarpe.
Poi, nel luglio 1986, divenne obbligatorio il casco per i motociclisti.
Scioccamente (prima in inverno indossavo un passamontagna che mi copriva anche il collo) non ho pensato che lo spazio scoperto tra la base del casco e il colletto della camicia era esposto.
Il vento preso mi arruolò, ottobre 1988, tra coloro che soffrono di cervicale.
Il medico disse che sì, si potevano fare dei massaggi ma ... meglio si compri una sciarpa.
Da allora sciarpa o foulard o anche, d'estate, una bandana per coprire il collo.
Ma la sciarpa deve piacermi (e non sono neppure di gusti difficili: nera e morbida).
Non che io ne compri tutti i giorni, in genere mi durano un decennio o anche più, così venerdì scorso, giunta al termine quella che usavo più spesso e rimasto con una sola che pure ha i suoi annetti, sono andato per comprarne una.
Ma adesso vendono solo sciarpe strane, troppo colorate, con disegnini orrendi o che sembrano le kefiah palestinesi (che non indosserei neppure se fosse l'ultimo indumento rimasto a disposizione) ?
Una bella sciarpa morbida, classica, senza fronzoli, non si trova più con facilità.
Ho girato più negozi e l'unico che ci è andato vicino è quello d' angolo Via D'Azeglio, Via IV Novembre.
Non ho trovato quella che volevo, ma ripasserò, mi è stato detto che arriveranno.
La sciarpa è solo un esempio.
Sempre più spesso vestirsi è un problema.
Da alcuni anni sono tornato dal sarto, perchè i vestiti già pronti o avevano colori impossibili oppure avevano un taglio che non mi sentivo addosso (soprattutto i pantaloni dal cavallo e vita bassi).
Sulle camicie ho scoperto che con la medesima misura esistono quella normali e quelle "small" (ma allora perchè non mettete una numerazione differente ?).
Delle scarpe non ne parliamo, i comodi mocassini che sono abituato a portare sono praticamente ridotti ad un unico modello, tanto che ormai quando ne compro sembra siano sempre gli stessi.
Anche sulle cravatte sono costretto a comprarne a pacchi quando trovo quelle che riesco a portare e non quelle con orrendi pupazzetti disegnati su  e con colori troppo sgargianti per i miei gusti.
Non c'è che dire ... mi avvio ai sessanta anni ... :-).

domenica 20 settembre 2015

La tangenziale delle biciclette

Con dispendio di articoli e rullo di tamburi, ieri, presente una vecchia gloria del ciclismo italiano (Felice Gimondi) è stata inaugurata la tangenziale delle biciclette.
In pratica hanno diviso con il gesso (come facevamo noi da bambini, solo che a noi costava molto meno ...) i marciapiedi e dove non potevano hanno ridotto la carreggiata della strada, già ridotta in molti punti per le demenziali iniziative del civis .
Peccato che non tutti i ciclisti usino la loro "tangenziale".
Questa mattina ho invitato uno di loro, nei pressi del cimitero, a usarla invece di circolare sulla strada e quello mi ha sostanzialmente risposto che di là era ostacolato dai ciclisti della domenica (madri con bambini, anziani etc.) così ha pensato bene di ostacolare le automobili.
Avessi avuto voglia di discutere gli avrei chiesto "ma lei chi è, Nibali ?".
Ho preferito lasciar perdere, tanto non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Per non parlare della infausta idea di usare il marciapiede in promiscuità tra ciclisti e pedoni, con questi ultimi (categoria alla quale appartengo ...) sempre più penalizzati e costretti a dare la precedenza non solo ad auto e moto, ma adesso anche alle biciclette che circolano (e ti suonano pure !) sul marciapiede, una volta rifugio quasi sicuro per tutti i pedoni.
E che dire della folle striscia color campo da tennis che unisce le varie parti della divisoria sui viali all'altezza delle porte ?
Dove, immancabilmente, hanno regolato i semafori in modo penalizzante per gli automobilisti che devono svoltare attraversando quella specie di santuario per ciclisti.
Ma il colmo del ridicolo lo si vede in Viale XII Giugno (e forse anche altrove) dove hanno tirato una striscia bianca delimitando un metro di spazio sulla destra con l'immagine della bicicletta.
Come se fosse una protezione.
Così abbiamo, partendo da destra: il marciapiede, il parcheggio per auto, la striscia per le biciclette e, finalmente, la carreggiata per le automobili.
Dicono che vogliono incentivare l'uso della bicicletta.
Bravi, e per chi abita ad un chilometro in salita dalla porta ?
La biciletta elettrica ?
No, perchè ne ho provata una di un collega e non arriva alla fine dell'ultima salita verso casa.
E adesso c'è pure qualcuno che vorrebbe chiudere definitivamente al traffico via Rizzoli e via Ugo Bassi al grido di "perchè rovinare il lavoro appena fatto" ?
Evidentemente non hanno molta fiducia sulla qualità del lavoro e temono che ai primi autobus i pietroni tornino ad essere sconnessi.
Ma, in fondo, anche quello è utile, visto che consente di affidare nuovi lavori di manutenzione ...

domenica 13 settembre 2015

Lezione da Flushing Meadows

Una finalissima tutta italiana di un torneo del Grande Slam è un evento straordinario, per cui ieri sera ho eccezionalmente fatto uno zapping sistematico tra la partita della Juventus e la finale di Flushing Meadows.
Brutte partite entrambe (ma il Chievo avrebbe meritato qualcosa in più ...) tanto che sono rimasto sveglio giusto grazie allo zapping.
Mi è invece piaciuta la scelta della Pennetta di annunciare il ritiro dal tennis.
Una scelta intelligente da parte di un'atleta che sa di aver ottenuto il massimo (e forse più) di quanto avrebbe mai potuto aspettarsi dalla sua carriera agonistica e quindi decide di abbandonare senza ridursi ad un progressivo scivolamento verso le parti basse delle classifiche.
Una lezione per quei tanti che continuano a pretendere di tenere la scena quando ormai hanno solo "un grande avvenire dietro le spalle".
Penso, evidentemente, ad attori e cantanti, con la loro velleità di mostrarsi (con qualche rara eccezione) sempre giovani (mi vengono in mente Sharon Stone, Madonna, Mick Jagger, ad esempio).
E mi vengono in mente anche Greta Garbo e Mina che, ognuna a modo suo, si sono ritirate dalla mondanità lasciando il ricordo della loro bellezza senza dover anche abbandonare troppo giovani questa valle di lacrime, come accadde a Marilyn Monroe o James Dean.
Brava, dunque, alla Pennetta che oltre ad aver vinto, prima tra gli Italiani, il secondo più importante torneo di tennis del mondo, ha anche impartito una lezione a tanti tromboni dello sport, del cinema e della musica che farebbero meglio a seguirne l'esempio.

domenica 6 settembre 2015

Reclamo pubblico e privato

Il 12 maggio scorso, avevo inoltrato un reclamo alla TPER (già ATC e prima ancora, quando eravamo bambini, ATM) .
C'è un bellissimo format in internet per questo adempimento.
Dal 12 maggio ad oggi, la mia segnalazione è ancora in "stato validazione".
Sono passati 117 giorni senza che qualcuno l'abbia preso in esame.
Nel mio lavoro seguo i ricorsi all'Arbitro Bancario Finanziario e uno dei requisiti per la loro ammissibilità è l'aver presentato un reclamo il cui riscontro non abbia soddisfatto o che sia pervenuto oltre i termini sanzionabili che sono di trenta o novanta giorni a secondo della natura dell'operazione oggetto di reclamo.
Ancora una volta si vede come vigano due regole differenti per il privato, oggetto ad ogni tipo di restrizioni e sanzioni e il pubblico dove le regole ... sì, ci sarebbero, ma non vengono applicate o mancano di ogni sanzione quando vengono violate.
Privatizzare il trasporto pubblico non sarebbe una cattiva idea.
Risparmieremmo e forse otterremmo più efficienza.