domenica 28 novembre 2021

Non ci sono più gli Agnelli di una volta

Dopo quindici anni la Juventus torna a vedere gli spettri della crisi.

Se quindici anni fa fu crisi esclusivamente societaria, derivante da un (per me molto equivoco) "scandalo" per le pressioni che si dice fossero state operate dai suoi dirigenti, questa volta sembra che si unisca la crisi societaria a quella economica e a quella di risultati.

L'anno scorso abbiamo irriso il povero Pirlo alla sua prima avventura sulla panchina più prestigiosa della serie A, ma il ritorno di Allegri è coinciso con un tonfo ancora più pesante, segno evidente che il ciclo Juventus è terminato e che la squadra dovrà essere ricostruita.

Un problema se consideriamo che la dirigenza sembra impantanata in una vicenda di plusvalenze che, probabilmente, se si andassero a guardare bene i conti, ogni società manovra in base alle proprie convenienze.

Forse la scelta, poi frettolosamente abbandonata, di una super lega europea con spagnoli e inglesi non era poi così peregrina.

Ma la dirigenza juventina non ha neppure avuto il coraggio di insistere su una scelta innovativa.

Non ci sono più gli Agnelli di una volta.

domenica 21 novembre 2021

Ucronia: what if ?

Se Wilbur Smith fu un grande romanziere d'avventura, molti altri, ad esempio Robert Crowley, ma anche il più famoso Philip Dick e per l'Italia citerei Mario Farneti, si sono cimentati in un esercizio di pura fantasia che, però, sarebbe troppo frettoloso ascrivere alla letteratura di Fantascienza che è più una letteratura di anticipazione che di speculazione.

L'esercizio di fantasia consiste nell'immaginare come si sarebbe sviluppata la Storia SE un determinato fatto non fosse accaduto o avesse avuto un esito differente da quello che effettivamente ha avuto.

La domanda è "what if", cosa sarebber accaduto se ...

Se Giulio Cesare non fosse stato assassinato.

Se Lenin fosse stato fermato e ucciso sul treno che lo portava a Mosca.

Se Mussolini non fosse entrato in guerra assieme ai tedeschi.

Se Kennedy non fosse stato ucciso.

Si chiama letteratura ucronica.

E' un esercizio meramente intellettuale, speculativo, che mi è venuto in mente perchè sto leggendo una Storia della Repubblica del Leone, di Alvise Zorzi.

Abitualmente i saggi li leggo poche pagine alla volta, alternandoli ai più immediati romanzi di fantascienza e polizieschi (e western quando ancora se ne trovano), ma questa Storia della Serenissima è scritta veramente bene, come un avvincente romanzo.

Sono arrivato alla Lega di Cambrai, dove, chiamati dai litigiosi principi italiani (dal papa ai Medici agli Aragonesi  agli Sforza) francesi, spagnoli e tedeschi (Asburgo) cominciano a mettere gli occhi sull'Italia e per poterci asservire devono prima sbarazzarsi di Venezia.

Sulla carta si spartiscono i territori, in Italia e fuori, che appartengono a Venezia, in pratica vendono la pelle dell'orso prima di aver abbattuto l'orso stesso.

Infatti Venezia non solo resiste ma amplia i suoi domini in Italia e inizia un lungo periodo di gloria e splendore.

La Lega di Cambrai è del 1509, Venezia sarà sottomessa solo nel 1797 da Napoleone che poi la cedette agli Asburgo, per tornare all'Italia nel 1866.

L'Unità d'Italia, peraltro senza i possedimenti in Dalmazia, si realizzò solo nel 1920 con Fiume e l'Istria.

What if, cosa sarebbe accaduto se i litigiosi principi italiani avessero anteposto l'Unità d'Italia al proprio "particulare" ?

L'Italia sarebbe diventata uno stato nazionale nello stesso periodo in cui lo divennero i grandi stati continentali, con la ciliegina sulla torta della potenza marittima di Venezia e di tutti i possedimenti in Dalmazia e in Asia.

La Storia avrebbe preso un ben differente indirizzo, probabilmente più gradevole per noi Italiani.

domenica 14 novembre 2021

Wilbur Smith

Una delle prime notizie che ho ascoltato questa mattina dopo aver acceso la radio, è stata la morte di Wilbur Smith, il grande romanziere Rodhesiano che, da Il Destino del Leone in poi, per almeno quaranta anni ha scritto romanzi di pura avventura, senza ... avventurarsi in tesi sociologiche e senza pretesa alcuna di "lanciare messaggi".

Divertimento puro.

Ed è stato meritatamente premiato, al punto che, negli ultimi anni, i suoi romanzi hanno acquistato una periodicità semestrale grazie al fatto che, presumibilmente, Wilbur Smith ci metteva solo qualche idea e la firma, ma il lavoro pesante lo facevano scrittori il cui nome appariva come coautore (David Churchill, Tom Harper e altri).

Da un paio di settimane in libreria è uscito un nuovo romanzo che è nella mia lista degli acquisti e non mi stupirei se nei prossimi mesi uscissero altri romanzi postumi, magari con la scusa di una elaborazione di appunti ritrovati o manoscritti mai revisionati, un po' come è accaduto con altri autori, ultimo dei quali Michael Chricton.

Non mi meraviglierei e non mi dispiacerebbe, perchè anche se gli ultimi romanzi non brillano per originalità, è sempre piacevole (e riposante) trascorrere qualche ora in compagnia di personaggi disegnati con nitidezza e dei quali sono evidente le virtù e i difetti, senza zone d'ombra.

Sono ventate di vita, contrapposta alla muffa che spesso traspare da scritti problematici, dubbiosi, con tante zone sfumate.

Con Wilbur Smith, almeno, sappiamo che se uno subisce un torto dopo qualche centinaio di pagine, quel torto sarà vendicato, come è giusto che sia e come sarebbe bello vedere anche nella vita reale.

Sicuramente i romanzi iniziali, dal già citato Il Destino del Leone, Come il mare, Sulla rotta degli squali, Un'aquila nel cielo, Una Vena d'odio, Cacciatori di diamanti e le serie sui Courtney e sui Ballantines, sono i migliori della produzione, ma anche gli ultimi, in collaborazione, riescono ancora a ricreare quel clima di avventura, facendomi ritrovare lo stesso piacere che, da ragazzo, provavo leggendo le immortali vicende di Yanez e Sandokan nei romanzi del nostro Emilio Salgari.

Quindi un pensiero riconoscente a Wilbur Smith che mi ha permesso di trascorre tante ore fluttuando in un mondo di fantasia e dai contorni piacevolmente netti.