domenica 14 luglio 2024

La Roma dopo Costantino

E' un giallo, solo un giallo, "Delitto al Palatino" di Andrea Frediani.

Piacevole, ben costruito, ma è uno dei tanti gialli con una ambientazione storica che, a me, piaccionoi molto e di cui faccio incetta, soprattutto, prevalentemente, quando si tratta di Storia di Roma o della Serenissima.

Ma in questo giallo di Frediani, c'è quella che, per me, è una novità.

Una rivisitazione del mito costruito nei secoli dei "buoni" cristiani perseguitati e tolleranti, intelligenti e onesti, contro i feroci pagani, assassini e crudeli.

Non che le persecuzioni non ci siano state, ma Frediani, portandoci nella Roma del 350 dopo Cristo, ci mostra come, dopo l'Editto di Costantino che legalizzò la pratica della religione cristiana, questi ultimi abbiano gradualmente preso il sopravvento, agendo esattamente come agivano i pagani nei loro confronti.

Fino ad imporre il cristianesimo come unica religione dell'Impero con Teodosio, pochi anni dopo l'epoca in cui è ambientato il nostro giallo.

All'interno del romanzo (di fantasia) vi sono molteplici spunti tesi a rivalutare il comportamento dignitoso degli ultimi tradizionalisti e vi si possono trovare anche osservazioni meritevoli di riflessione.

Come quella, verissima, con la quale il protagonista, pagano, afferma che Roma non ha mai combattuto guerre per imporre la sua religione, anzi è sempre stata aperta ad inglobare le religioni e gli dei anche dei popoli sconfitti (veggasi gli dei egizi, ad esempio, mia nota) e, ricordando come solo gli ebrei ed i cristiani si fossero rifiutati di avere un posto nel Pantheon per il loro dio, ipotizza che, viceversa, proprio le religioni onoteistiche avrebbero invece cercato di imporre il loro credo cancellando ogni alternativa.

Come poi effettivamente è avvenuto.

Come sempre la Storia non è bianca o nera, ma ci sono sfumature che è bene possano emergere anche nalla piacevole lettura di un romanzo che è "solo" un giallo ambientato nella Roma di fine Impero.

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