Qualche anno fa Claudio ci consigliò Stieg Larsson.
Dei gialli scandinavi conoscevo la Holt, la Marklund e Mankell.
Ho esteso la mia conoscenza all'altro Larsson (Asa) e ad altri autori tra i quali emerge Camilla Lackberg dai cui romanzi è stata tratta anche una serie televisiva.
E ultimamente Sky ha proposto varie produzioni scandinave.
In particolare due sono interessanti: The Bridge (versione originale) e The Killing (ugualmente versione orginale).
Versioni originali perchè per entrambi abbiamo dei rifacimenti americani a dimostrazione della bontà dell'idea e della trama (anche se per come è resa e soprattutto come si conclude ...).
La settimana scorsa (ma io l'ho guardato solo ieri registrato) si è concluso The Killing, con un finale incredibilmente simile a The Bridge (che non scrivo per ovvi motivi di rispetto verso chi volesse guardare i programmi).
Confermo il mio giudizio.
Con qualche eccezione per i romanzi della Lackberg, c'è una tristezza di fondo che fa coppia con una forte morbosità dei temi trattati.
Nulla a che vedere con la solarità dei classici Nero Wolfe, Maigret, Poirot o delle americanate tipo CSI , Bones, Castle.
Sarà perchè vivono gran parte dell'anno al buio, ma la società scandinava mi sembra veramente molto triste e decadente e mi spiace vedere che la nostra si allinea sulla stessa lunghezza d'onda invece di conservare il nostro (superiore) modello di vita.