domenica 30 ottobre 2016

6.5

Un terremoto di 6.5 Richter è di una potenza notevole.
Se non ricordo male quello del 2012 che abbiamo sentito bene fu del 5.8.
Un terremoto non si può prevedere, si possono prevenire i danni alle persone e molti danni al patrimonio.
E' necessario che si adottino quegli accorgimenti, costosi, per rendere più solidi gli edifici esistenti e costruire con criteri antisismici i palazzi in costruzione.
Chi ha a che fare con un condominio, sa quanto sia difficile ottenere il consenso per qualunque tipo di lavoro che implichi un costo.
Figuriamoci un lavoro che per un piccolo condominio di una decina di unità viene ipotizzato intorno ai cinquecentomila euro, cinquantamila ad unità.
Diverso il discorso per i beni pubblici e artistici.
Mentre rientravo a Bologna ascoltavo per radio la trasmissione sul terremoto e, tra l'altro, ho ascoltato un "esperto" che spiegava come per il patrimonio immobiliare artistico (chiese ed altro) era difficile ipotizzare lavori che avrebbero modificato sensibilmente l'aspetto esteriore e concludeva dicendo che, nel passato, ogni genere di intervento aveva privilegiato la conservazione dell'architettura originale rispetto ai criteri di solidità.
Personalmente preferisco conservare il patrimonio, anche se ne altero l'aspetto.

domenica 23 ottobre 2016

L'abuso del "tu"

A me piace andare in negozi dove, quando entro, mi si avvicini una commessa che mi chiede di cosa ho bisogno.
Non mi piacciono i grandi magazzini, impersonali e freddi, dove bisogna cercare quello che si vuole, indovinare una saletta dove provarsi il vestito e poi deambulare con il vestito in mano per cercare una cassa aperta dove trovare il primo essere umano che, con aria seccata perchè l'ho distratta dalle chiacchiere sul fine settimana passato o futuro, mi dice quanto spendo e poichè io odio pagare con la monetica, mi guarda pure sospettosa quando estraggo i contanti.
Però, anche in quei negozi che hanno alle spalle trenta, quaranta, sessanta anni di attività e sono ormai giunti alla terza generazione di proprietà in famiglia, cominciano ad apparire commesse "alternative" con piercing e tatuaggi (pessimo effetto se si tratta di un negozio alimentare !) e con la bruttissima abitudine di rivolgersi ad un cliente che, ormai, ha il doppio dei suoi anni con un "tu" troppo massificante.
Mi ricordo un aneddoto relativo ad un esame universitario negli anni settanta, quando un cappellone dell'epoca (allora "alternativo" oggi sembrerebbe un lord inglese  ...) continuava a rivolgersi al cattedratico che lo interrogava con un tu fino a dirgli, possiamo benissimo darci del tu, perchè siamo tutti uguali.
Al che il docente squadrandolo gli rispose: lei usi pure i vocaboli che appartengono alla sua cultua, ma poichè io credo che tra di noi una certa differenza debba continuare ad esserci io le darò del lei.

domenica 16 ottobre 2016

Non facciamoci pungere dall'APE

E' inevitabile che, alla nostra età, siamo piuttosto sensibili quando si parla di pensione, sia quelli di noi che vorrebbero andarci subito, sia quelli di noi che non lo considerano un traguardo da tagliare nell'immediatezza.
La nostra generazione ha avuto tanti benefici nel corso della nostra vita, ma è capitata nel momento in cui i nodi di una dissennata politica clientelare e statalista sono cominciati a venire al pettine.
Il sistema retributivo che si fondava sul gravare le generazioni future dei debiti di quelle presenti, ci ha lasciato con il cerino in mano e le resistenze alle riforme delle pensioni nel 1994 ha solo reso inevitabile il bisturi della Fornero (anche se poteva essere usato meglio).
Ma oggi la "soluzione" rappresenterebbe un ulteriore inganno per chi volesse aderirvi.
Per avere tre anni e sette mesi di anticipo, ci ridurremmo a pagare a banche e assicurazioni il 5% per venti anni.
Un ottimo rendimento (per loro) un pessimo affare per noi che vedremmo la nostra pensione, proprio nei momenti in cui più ne avremmo necessità, decurtata e con un potere di acquisto sempre minore.
Non abbocchiamo: non manca ormai molto anche alla scadenza imposta dalla Fornero.

domenica 9 ottobre 2016

Ancora sui ciclisti

E' noto a tutti che non amo i ciclisti quando li incontro per strada.
Non li amo quando guido l'automobile, non li amo quando fanno lo slalom sul marciapiede o in zona pedonale usandomi come spartitraffico, non li amo probabilmente perchè io sono automobilista, motociclista, pedone, ma non ciclista.
Ne ho scritte tante qui, dagli anzianotti che sulla Lungovalle procedono a zig zag obbligandomi ad indovinare quando si accostano alla destra per poterli superare o quando chiacchierano beatamente affiancati a due o tre, incuranti del tappo che provocano.
Poi ne ho scritto sui ciclisti che, in città, nonostante i chilometri di pista ciclabile (anche assurda come in Viale XII giugno) si ostinano a circolare per strada (vedere, ad esempio sui viali dove hanno appena finito una pista per biciclette sul marciapiede spartitraffico e alcuni continuano a girare tra le automobili).
Oggi cito i ciclisti che, pur usando le piste ciclabile, non hanno alcuna prudenza, non rallentano, non si guardano attorno quando attraversano la strada tra una pista e l'altra.
Vero che c'è un obbligo generale dell'automobilista di consentire il passaggio, come per i pedoni, ma è anche vero che il pedone, per la velocità che ha, lo si vede arrivare e si fa in tempo a decidere e calcolare la tempistica di passaggio.
Ma un ciclista che arriva pedalando come un forsennato, spesso per attraversare in un punto in cui la visuale è ostruita da automobili o, peggio, camion parcheggiati, come si fa ?
Le regole non valgono per i ciclisti ?

domenica 2 ottobre 2016

Forza "minuzzaglia" !

Oggi il Bologna ha perso in casa.
Male.
Ma io sono contento perchè a Bergamo il Napoli ha perso.
Due settimane fa, prima della partita contro il Bologna, De Laurentiis, presidente del Napoli (due scudetti in tutta la sua esistenza) ha berciato per chiedere un campionato che escludesse la "minuzzaglia", con espresso riferimento al Bologna (7 scudetti in 107 anni di vita).
Il Bologna poi perse, ma la "minuzzaglia" oggi a Bergamo ha impartito una lezione all'arrogante produttore.
Mi auguro che, d'ora in poi, la "minuzzaglia" quando dovrà giocare contro il Napoli lo faccia come l'Atalanta, con il coltello tra i denti.