Due settimane fa, in occasione della inutile, dispendiosa e irritante (per i cittadini) chiacchierata ecoambientalista delle terze e quarte file di politici, almeno un elemento positivo ero riuscito a trovarlo: dopo due anni avevano rimosso il cantiere in Piazza Re Enzo, davanto al "Modernissimo" (che per noi era l'Arcobaleno se non sbaglio).
Finalmente erano tornati i taxi e il passaggio pedonale era sgombro.
Non sono passate due settimane ed ecco, come da fotografia che ho scattato personalmente, riapparire il cantiere.
Un po' ridotto (è vero) ma allora, visto che a pensare male ormai non si fa più neanche peccato e sempre più spesso ci si azzecca, i lavori non erano finiti ed è stata tutta un mossa all'italiana (nel senso peggiore dell'espressione) più levantina che italiana, peraltro, per dare l'impressione che tutto fosse a posto.
Un po' come le inaugurazioni di opere pubbliche non terminate o l'avviso sui treni che "stiamo entrando nella stazione di Bologna in perfetto orario" ma prima che il treno si fermi ed apra le porte passano almeno altri quindici minuti, ma con l'annuncio, probabilmente programmato per quando si arriva al primo cartello che indica la stazione, si blocca l'orologio per i rimborsi della carta del viaggiatore.
O forse ancora, sempre più pensando male con quel che segue, i lavori vengono fatti male, così si rende necessario un intervento di manutenzione e relativo appalto ... con soldi nostri ?