giovedì 24 dicembre 2015

Buon Natale

Anche se il tempo è grigio, nebbioso e dalla stampa non sanno fare altro che "allietarci" con notizie negative su clima, smog etc , il Natale resta (per me) la festa più bella dell'anno.
Certo, avrei preferito un bianco Natale che ormai risale ai tempi dei tempi ed è reso più bello dal velo della nostalgia e del tempo che passa.
Ma il Natale resta sempre quella festa che non ci rende migliori o più buoni, ma ci fa sentire meglio, ci rilassa, almeno un po' e, personalmente, amo vedere la città illuminata e soffermarmi ad osservare la frenesia degli acquisti dei ritardatari.
Martedì, ad esempio, sono andato a ritirare i tortellini che avevo ordinato per tempo e il negozio era stipato, segno di una Tradizione che non muore, per fortuna, nonostante l'autolesionistica rinuncia alle nostre Tradizioni più belle per non disturbare gli ultimi arrivati (peraltro non invitati).
Tanti auguri, dunque, di Buon Natale, festa della nostra Tradizione, anche precristiana (ricordo che per i critstiani la principale ricorrenza è Pasqua che appartiene non alla nostra ma alla tradizione ebraica) come già in passato abbiamo ricordato proprio su questo diario.
Una Tradizione che è bello conservare, rispettare e tramandare, per i suoi colori, i suoi sapori e, anche, per il suo significato di attesa fiduciosa nel futuro e di speranza per un domani migliore per tutti noi, come Individui e anche come Comunità unita dalle medesime Radici.
Questo, per me, è il significato del Natale e dell'augurio che rivolgo a tutti voi.

Buon Natale


domenica 20 dicembre 2015

Come sarebbe bella Bologna ...

... se la sua piazza principale fosse trattata con rispetto, come è accaduto nella settimana appena trascorsa.
Nessuna impalcatura, nessuna "baracchina" per propagandare questo o quel prodotto, questa o quella fiera.
Nessuna costruzione sul crescentone per trasmettere film improbabili.
Nessuno striscione di propaganda affisso sulla facciata di Palazzo d'Accursio.
La mattina alle 7,30 la piazza semivuota, con una nebbia alta che rende incerti i contorni dell'Orologio è pienamente godibile in tutta la sua bellezza, ma anche alla sera, nel pieno del passeggio natalizio, la piazza, con le luci lontane dei negozi, dei portici e le illuminazioni dei suoi palazzi rende appieno la realtà di una città tra le più belle al mondo.
Peccato i lavori ancora in corso in Piazza Re Enzo (ma che cosa stanno a fare ? Tolgono, mettono, coprono e scoprono ...) e peccato ancora di più che, appena terminata la pavimentazione, mercoldì e giovedì, all'inizio di via Ugo Bassi, quasi all'angolo con Piazza del Nettuno, ci fossero di nuovo gli operai (sempre della solita cooperativa rossa che mi sembra navighi in cattive acque finanziarie) a manipolare i pietroni appena sistemati.
E peccato che vogliano chiudere i sottopassi, invece di riqualificarli ed usarli come luoghi dedicate alle fiere, con locali permanenti, invece di continuare a montare e smontare le strutture "mobili" con i relativi danni sia di immagine, che finanziari (non sarebbe meno costoso avere strutture fisse invece di montare e smontare ad ogni fiera ?).
Già, come sarebbe bella Bologna, come POTREBBE essere bella Bologna ...

domenica 13 dicembre 2015

Come rovinare una bella città

Da qualche giorno in Piazza della Mercanzia sono apparse delle pietre, più adatte al cimitero che ad una delle principali piazze del centro storico di una città come Bologna.
I privati (i commercianti) migliorando il godimento di tutti delle Due Torri hanno pagato un sistema di illuminazione permanente del simbolo di Bologna.
Il pubblico (la giunta comunale) ha sperperato per installare delle oscenità in pietra.
E' stato sottratto spazio (c'erano parcheggi ordinati per i motocicli) per introdurre un elemento completamente estraneo alla città.
Quando vogliamo fare una modifica nella nostra proprietà esclusiva, dobbiamo rendere una dichiarazione e conforntarci persino con i vicini per non danneggiare il "decoro" dell'immobile e della zona.
Chissà perchè quando un gruppo di burocrati, di funzionari di partito distaccati all'amministrazione di una città decidono di lascaire il proprio segno ai posteri, non devono risponderne a nessuno.
Questo accade quando si eleggono personaggi che, con Bologna, nulla hanno a che spartire tranne una (momentanea) residenza.

domenica 6 dicembre 2015

V come ...

Non appartengo al genio pontieri.
Quando ho detto che sarei stato in ferie anche il sette dicembre, qualcuno mi ha detto: è la prima volta.
Beh, forse no, ma c'è sempre una prima volta e avevo un giorno, che mi era rimasto dai lavori in casa, che dovevo piazzare e, allora, perchè no ?
Così ho un lungo fine settimana da venerdì a martedì.
Nel mezzo c'è una data che negli ultimi anni abbiamo sempre, qui, ricordato.
Allora sfrutto i portentosi meccanismi della rete e programmo questo post.
Buon compleanno, Valeria.

domenica 15 novembre 2015

Zoo

Su Rai4, ogni lunedì, è trasmesso un doppio episodio (ma forse ormai è alla fine) di Zoo, uno sceneggiato tratto da un romanzo di James Patterson.
La trama consiste in una rivolta degli animali, le cui conoscenze e abitudini vengono modificate da una sostanza prodotta da una ditta farmaceutica e presente in tutte le medicine di tale casa.
I leoni si organizzano e asslgono i turisti dei safari, i cani aggrediscono in branco gli uomini dopo averli intelligentemente isolati, gli uccelli attaccano dall'alto.
E poi ancora orsi e cammelli, tigri e cavalli.
La vicenda è vista attraverso gli occhi di cinque soggetti casualmente coinvolti e poi scientemente organizzati in una specifica squadra per scoprire le origini del male.
Il tema degli animali contro l'Uomo non è nuovo, basti ricordare Il Pianeta delle scimmie con Charlton Heston (lasciamo perdere i sequel e prequel alquanto scadenti) o la vetta inarrivabile de Gli Uccelli di Hitchcock.
Tutto sommato questo sceneggiato tiene anche alla distanza e sono cusrioso di vedere come riusciranno a chiudere la stagione, lasciando aperta una porta per la continuazione, ma anche dando una risposta  tutte le domande sollevate.

domenica 8 novembre 2015

L'estate di San Martino

Sembra proprio che le leggende popolari si facciano beffe del clima e confermino la loro validità.
Non capita spesso di arrivare quasi a metà novembre e poter ancora girare senza soprabito, almeno nelle ore centrali della giornata.
L'escursione termica resta abbastanza alta, ma quella di oggi è stata una domenica piacevolissima.
Come non ricordare la poesia di Carducci che, credo, tutti noi imparammo a memoria alle elementari e che ancora, sicuramente, ricordiamo ?

« La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale,
 E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar; 

Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini 
Va l'aspro odor de i vini 
L'anime a rallegrar. 
Gira su' ceppi accesi 
Lo spiedo scoppiettando: 
Sta il cacciator fischiando 
Su l'uscio a rimirar 
Tra le rossastre nubi 
Stormi d'uccelli neri, 
Com'esuli pensieri, 
Nel vespero migrar. »
Se non sbaglio San Martino cade l'11 novembre: ancora tre giorni.
Come dice il proverbio: l'estate di San Martino dura tre giorni e un pochino.
Godiamocela !

domenica 1 novembre 2015

Scena da una partita di calcio

Il giocatore A si lancia, palla al piede, verso l'area avversaria e il giocatore B cerca di contrastarlo.
I due si sfiorano.
Il giocatore A si esibisce in una piroetta che neanche Klaus Di Biasi ai tempi degli ori olimpici e, contemporaneamente, emette un grido disperato che neanche gli indiani abbattuti da John Wayne in Ombre Rosse.
Il giocatore B si ritrae con le mani in alto con una espressione eloquente: io non ho fatto nulla, sono un agioletto, non vedete l'aureola ? Io così buono che mi sono spostato per non fargli del male.
Il giocatore A, intanto è a terra che si contorce dal dolore e tutti gli spettatori pensano che ormai sia azzoppato definitivamente e non si possa fare altro che abbatterlo, come i cavalli.
Arriva l'arbitro e con fiero cipiglio estrae un cartellino.
Variante colpevolista:  all'indirizzo del giocatore B per il fallo commesso.
Variante innocentista: all'indirizzo del giocatore A per simulazione.
La palla viene rimessa in gioco e i due si stringono la mano, il giocatore A torna a correre come Mennea e il giocatore B a picchiare come Benetti.

domenica 25 ottobre 2015

Paride Tumburus

E cinque.
Il tempo, inesorabilmente, porta via quelli che furono gli eroi della nostra infanzia e che vorremmo restassero immutati negli anni.
Paride Tumburus era lo stopper (oggi sarebbe, a grandi linee, uno dei "centrali") del Bologna dello scudetto.
Portava il numero quattro.
Era forse uno dei meno appariscenti, dei gregari della squadra, ma come tutti i gregari fu un elemento essenziale del grande Bologna.
Un cognome forse ancora più strano del nome (chissà perchè Paride ..) , uno dei friulano che aiutarono il Bologna a vincere il suo ultimo scudetto.
Non accendeva la fantasia di noi bambini, che idolatravano i goals di Nielsen e Pascutti e le giocate giocate di Haller e Bulgarelli, mentre prestavamo meno attenzione ai difensori, tranne forse al portiere.
E così Tumburus , raggiunge Bulgarelli, Haller, Furlanis e Nielsen che , naturalmente agli ordini del Dottore,  calcano il rettangolo verde in cielo.

sabato 24 ottobre 2015

Il ritorno dei Morti di Sonno

L'hanno detto anche questa volta.
Questa mattina, al termine della trasmissione iniziale rai delle 6, ci hanno ricordato che nella notte si torna all'ora solare e, quindi, recupereremo l'ora di sonno che avevamo perso a marzo.
Così si spiega perchè, per sette mesi, siamo tutti imborniti e capiamo fischi per fiaschi: ci mancava un'ora di sonno.
Da domani saremo tutti pimpanti ... almeno fino a marzo.
Chissà poi perchè si ostinano a toglierci per sette mesi un'ora di sonno ... magari perchè torna comodo avere una massa di rintronati cui raccontare la rava e la fava senza che capiscano nulla ?

domenica 18 ottobre 2015

I milioni non bastano

Credevamo di aver risolto i nostri problemi con l'avvento del magnate delle mozzarelle.
Invece no.
Il "povero" Saputo ogni tanto viene in Italia, a Bologna, porta qualche decina di milioni da depositare nelle casse del Bologna e se ne torna in Canada con un paio di sconfitte in più.
Credo che a fronte del centinaio di milioni messi per comprare la società, nuovi giocatori, restaurare il Littoriale/Comunale/Dall'Ara, abbia si e no visto un paio di pareggi e una vittoria.
Sette sconfitte in otto partite, ultimo posto in classifica.
Non che il Bologna giochi male, no.
Il problema è che gioca solo un tempo o, al massimo, fino al goal del vantaggio avversario.
Rossi non ha grandi colpe, ma l'unica soluzione è il cambio dell'allenatore, visto che non si può cambiare la squadra, almeno come frustata all'ambiente.
Ma la questione secondo me è più ampia.
Possibile che ogni anno, serie A o serie B, il Bologna abbia sempre gli stessi problemi ?
Giocatori osannati prima ancora di mettere le scarpette chiodate (vedi Destro e come è stato accolto) e che poi si rivelano, come avrebbe detto il vecchio Agnelli, dei "conigli bagnati".
Vedete qualche differenza tra Destro e Acquafresca ?
Io no.
Abbiamo una media di mezzo goal a partita: il peggior attacco del campionato e tre goals sono di Mounier (una mezza punta) e il quarto di Mancosu (un panchinaro).
Sarà l'aria della città o i tifosi troppo accondiscendenti o, forse, il destino di una città in declino spaventoso in ogni settore.
Ci sono ancora trenta partite e 90 punti in palio e potremmo ancora vincere lo scudetto ...

domenica 11 ottobre 2015

Simon Templar

Ricordate i telefilm con Roger Moore ?
Io sì, un bianco e nero ben curato, quell'ironia che accompagnava una trama leggera ma ben congeniata.
Preferisco dimenticare il rifacimento con Ian Ogilvy, neanche lontanamente paragonabile all'orginale.
Recentemente mi è capitato di parlarne e una collega mi ha prestato un vecchio (e delicatissimo) romanzo di Leslie Charteris, il creatore del "Santo".
Un tascabile della Garzanti, con le pagine ormai ingiallite un prezzo di altri tempi (£. 350) probabilmente reperibile solo nei mercatini.
Una lettura piacevole per un fine settimana caratterizzato dai lavori condominiali (che sollevano molta polvere) e dall'assenza del campionato di calcio (il Bologna questa domenica non perderà).
Una narrativa che, oggi, non ritroviamo, tutti presi, gli autori, a imbottire i loro racconti (anche con buone trame e idee originali) di sesso e perversioni, pensando che facciano vendere di più.


domenica 4 ottobre 2015

E' una tedesca !

Ricordate la pubblicità della Opel con una ancora splendida Claudia Schiffer che ammiccava "è una tedesca" ?
Chissà perchè non lo vedo più passare in televisione ... :-)


P.S.: Sia chiaro, dal 1993 guido una Volkswagen e se dovessi cambiare oggi, ne comprerei un'altra.

domenica 27 settembre 2015

La sciarpa

Fino ad oltre i trenta anni non ho portato sciarpe.
Poi, nel luglio 1986, divenne obbligatorio il casco per i motociclisti.
Scioccamente (prima in inverno indossavo un passamontagna che mi copriva anche il collo) non ho pensato che lo spazio scoperto tra la base del casco e il colletto della camicia era esposto.
Il vento preso mi arruolò, ottobre 1988, tra coloro che soffrono di cervicale.
Il medico disse che sì, si potevano fare dei massaggi ma ... meglio si compri una sciarpa.
Da allora sciarpa o foulard o anche, d'estate, una bandana per coprire il collo.
Ma la sciarpa deve piacermi (e non sono neppure di gusti difficili: nera e morbida).
Non che io ne compri tutti i giorni, in genere mi durano un decennio o anche più, così venerdì scorso, giunta al termine quella che usavo più spesso e rimasto con una sola che pure ha i suoi annetti, sono andato per comprarne una.
Ma adesso vendono solo sciarpe strane, troppo colorate, con disegnini orrendi o che sembrano le kefiah palestinesi (che non indosserei neppure se fosse l'ultimo indumento rimasto a disposizione) ?
Una bella sciarpa morbida, classica, senza fronzoli, non si trova più con facilità.
Ho girato più negozi e l'unico che ci è andato vicino è quello d' angolo Via D'Azeglio, Via IV Novembre.
Non ho trovato quella che volevo, ma ripasserò, mi è stato detto che arriveranno.
La sciarpa è solo un esempio.
Sempre più spesso vestirsi è un problema.
Da alcuni anni sono tornato dal sarto, perchè i vestiti già pronti o avevano colori impossibili oppure avevano un taglio che non mi sentivo addosso (soprattutto i pantaloni dal cavallo e vita bassi).
Sulle camicie ho scoperto che con la medesima misura esistono quella normali e quelle "small" (ma allora perchè non mettete una numerazione differente ?).
Delle scarpe non ne parliamo, i comodi mocassini che sono abituato a portare sono praticamente ridotti ad un unico modello, tanto che ormai quando ne compro sembra siano sempre gli stessi.
Anche sulle cravatte sono costretto a comprarne a pacchi quando trovo quelle che riesco a portare e non quelle con orrendi pupazzetti disegnati su  e con colori troppo sgargianti per i miei gusti.
Non c'è che dire ... mi avvio ai sessanta anni ... :-).

domenica 20 settembre 2015

La tangenziale delle biciclette

Con dispendio di articoli e rullo di tamburi, ieri, presente una vecchia gloria del ciclismo italiano (Felice Gimondi) è stata inaugurata la tangenziale delle biciclette.
In pratica hanno diviso con il gesso (come facevamo noi da bambini, solo che a noi costava molto meno ...) i marciapiedi e dove non potevano hanno ridotto la carreggiata della strada, già ridotta in molti punti per le demenziali iniziative del civis .
Peccato che non tutti i ciclisti usino la loro "tangenziale".
Questa mattina ho invitato uno di loro, nei pressi del cimitero, a usarla invece di circolare sulla strada e quello mi ha sostanzialmente risposto che di là era ostacolato dai ciclisti della domenica (madri con bambini, anziani etc.) così ha pensato bene di ostacolare le automobili.
Avessi avuto voglia di discutere gli avrei chiesto "ma lei chi è, Nibali ?".
Ho preferito lasciar perdere, tanto non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Per non parlare della infausta idea di usare il marciapiede in promiscuità tra ciclisti e pedoni, con questi ultimi (categoria alla quale appartengo ...) sempre più penalizzati e costretti a dare la precedenza non solo ad auto e moto, ma adesso anche alle biciclette che circolano (e ti suonano pure !) sul marciapiede, una volta rifugio quasi sicuro per tutti i pedoni.
E che dire della folle striscia color campo da tennis che unisce le varie parti della divisoria sui viali all'altezza delle porte ?
Dove, immancabilmente, hanno regolato i semafori in modo penalizzante per gli automobilisti che devono svoltare attraversando quella specie di santuario per ciclisti.
Ma il colmo del ridicolo lo si vede in Viale XII Giugno (e forse anche altrove) dove hanno tirato una striscia bianca delimitando un metro di spazio sulla destra con l'immagine della bicicletta.
Come se fosse una protezione.
Così abbiamo, partendo da destra: il marciapiede, il parcheggio per auto, la striscia per le biciclette e, finalmente, la carreggiata per le automobili.
Dicono che vogliono incentivare l'uso della bicicletta.
Bravi, e per chi abita ad un chilometro in salita dalla porta ?
La biciletta elettrica ?
No, perchè ne ho provata una di un collega e non arriva alla fine dell'ultima salita verso casa.
E adesso c'è pure qualcuno che vorrebbe chiudere definitivamente al traffico via Rizzoli e via Ugo Bassi al grido di "perchè rovinare il lavoro appena fatto" ?
Evidentemente non hanno molta fiducia sulla qualità del lavoro e temono che ai primi autobus i pietroni tornino ad essere sconnessi.
Ma, in fondo, anche quello è utile, visto che consente di affidare nuovi lavori di manutenzione ...

domenica 13 settembre 2015

Lezione da Flushing Meadows

Una finalissima tutta italiana di un torneo del Grande Slam è un evento straordinario, per cui ieri sera ho eccezionalmente fatto uno zapping sistematico tra la partita della Juventus e la finale di Flushing Meadows.
Brutte partite entrambe (ma il Chievo avrebbe meritato qualcosa in più ...) tanto che sono rimasto sveglio giusto grazie allo zapping.
Mi è invece piaciuta la scelta della Pennetta di annunciare il ritiro dal tennis.
Una scelta intelligente da parte di un'atleta che sa di aver ottenuto il massimo (e forse più) di quanto avrebbe mai potuto aspettarsi dalla sua carriera agonistica e quindi decide di abbandonare senza ridursi ad un progressivo scivolamento verso le parti basse delle classifiche.
Una lezione per quei tanti che continuano a pretendere di tenere la scena quando ormai hanno solo "un grande avvenire dietro le spalle".
Penso, evidentemente, ad attori e cantanti, con la loro velleità di mostrarsi (con qualche rara eccezione) sempre giovani (mi vengono in mente Sharon Stone, Madonna, Mick Jagger, ad esempio).
E mi vengono in mente anche Greta Garbo e Mina che, ognuna a modo suo, si sono ritirate dalla mondanità lasciando il ricordo della loro bellezza senza dover anche abbandonare troppo giovani questa valle di lacrime, come accadde a Marilyn Monroe o James Dean.
Brava, dunque, alla Pennetta che oltre ad aver vinto, prima tra gli Italiani, il secondo più importante torneo di tennis del mondo, ha anche impartito una lezione a tanti tromboni dello sport, del cinema e della musica che farebbero meglio a seguirne l'esempio.

domenica 6 settembre 2015

Reclamo pubblico e privato

Il 12 maggio scorso, avevo inoltrato un reclamo alla TPER (già ATC e prima ancora, quando eravamo bambini, ATM) .
C'è un bellissimo format in internet per questo adempimento.
Dal 12 maggio ad oggi, la mia segnalazione è ancora in "stato validazione".
Sono passati 117 giorni senza che qualcuno l'abbia preso in esame.
Nel mio lavoro seguo i ricorsi all'Arbitro Bancario Finanziario e uno dei requisiti per la loro ammissibilità è l'aver presentato un reclamo il cui riscontro non abbia soddisfatto o che sia pervenuto oltre i termini sanzionabili che sono di trenta o novanta giorni a secondo della natura dell'operazione oggetto di reclamo.
Ancora una volta si vede come vigano due regole differenti per il privato, oggetto ad ogni tipo di restrizioni e sanzioni e il pubblico dove le regole ... sì, ci sarebbero, ma non vengono applicate o mancano di ogni sanzione quando vengono violate.
Privatizzare il trasporto pubblico non sarebbe una cattiva idea.
Risparmieremmo e forse otterremmo più efficienza.





















   

sabato 29 agosto 2015

Derby calcistici in Emilia Romagna

Fra meno di tre ore il Bologna giocherà contro il Sassuolo.
Per radio descrivono la partita come "il derby emiliano".
Io mi ricordo quando il "derby emiliano" era quello contro il Modena o la Spal.
Bologna, Modena e Ferrara, sempre rivali, il nucleo dell'Emilia.
Poi Modena e Spal decaddero e si perdettero nei campionati minori e dopo qualche tempo in cui il Bologna era in beata solitudine regionale, apparve, illudendosi di essere Venere, dalle onde del mare il Cesena.
I romagnoli, da sempre tifosi più della Juventus che del Bologna, riuscirono a piazzare abbastanza stabilmente una squadra in serie, al punto che la cittadina venne poi premiata affiancandosi, nella denominazione della provincia, a Forlì.
Poco dopo la stagione del Parma, pompato dai soldi di Tanzi (poi venimmo a sapere che i soldi erano quelli di chi aveva creduto in Tanzi ... ma questa è un'altra storia) che divenne rapidamente la squadra emiliana meglio organizzata e con i migliori risultati, approfittando di un Bologna ampiamente decaduto, soprattutto a livello dirigenziale.
Ma anche la parabola del Parma pare essersi conclusa.
Adesso è il turno del Sassuolo, la squadra che beneficia del ruolo da presidente degli industriali del suo patron e del Carpi (per me candidato numero uno alla retrocessione).
Avrei preferito rinverdire le sfide con Modena e Spal, con Modena e Ferrara.
Mi sembra che affrontare il Sassuolo (e il Carpi) sia un declassamento, a prescindere dal risultato che potrebbe anche non sorridere al Bologna.
E continuo a sostenere che vadano cambiate le regole.
Una serie A non in base a retrocessioni e promozioni, ma in base alla storia delle società, al loro bacino di utenza, ai loro stadi, ai loro bilanci.
Solo così si potranno programmare le stagioni, senza la preoccupazione di un risultato immediato e crescere giovani calciatori che, adesso, non trovano spazio, non fanno esperienza e portano ad impoverire il patrimonio calcistico dell'Italia.

sabato 22 agosto 2015

Si ricomincia a soffrire

22 agosto 2015, ore 20,45.
Roma, stadio olimpico.
I tifosi del Bologna riprendono il loro cammino verso la santità.

sabato 15 agosto 2015

Il Bologna gattopardo

Pare non ci sia nulla da fare.
Cambia la proprietà.
Cambiano i dirigenti.
Cambia il direttore sportivo.
Cambiano l'allenatore e i giocatroi, ma il risultato è sempre lo stesso.
Dopo la partita di ieri persa contro il Pavia (Lega Pro) ma, soprattutto, giocata come al solito senza schemi, senza idee e senza gambe, mi sa che dovremo attrezzarci per un altro campionato di estrema sofferenza.

domenica 9 agosto 2015

Lo sballo e gli sballati

Mi domando chi sia più "sballato".
Chi plaude alla chiusura del Cocoricò, come se chiudere una discoteca sopperisse alla mancanza di Valori e di Ideali di una società nichilista e relativista che porta a rifugiarsi nelle realtà virtuali e immaginarie, oppure chi, magari dopo aver applaudito tale chiusura, presenta una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis.

domenica 2 agosto 2015

Da Roswell a Star Crossed

Da giovedì 30, su Sky Fox, è trasmessa una nuova serie di fantascienza: Star Crossed.
La vicenda è classica.
Un gruppo di alieni precipita sulla Terra mentre cerca di fuggire ai padroni del loro pianeta.
Per un disguido si verifica uno scontro a fuoco con le truppe terrestri e gli alinei hanno la peggio e vengono catturati e rinchiusi in un settore.
Dieci anni dopo si cerca una integrazione attraverso l'immisione al college di una decina di ragazzi alieni.
La vicenda si dipana (presumo) attraverso le vicissitudini di questi adolescenti, gli scontri tra chi cerca gli accordi tra le due razze e gli estremisti di entrambe le parti che soffiano sul fuoco.
I primi due episodi mi sembrano scarsi, banali e prevedibili.
Mi è subito tornata alla mente la serie Roswell, di una ventina di anni fa, dove ugualmente un gruppo di bambini alieni precipita sulla Terra e viene allevato da famiglie terrestri.
Altra qualità, idee più fresche e trama più veloce, senza alcuna pretesa di inviare "messaggi" cosa che non sopporto nei programmi di intrattenimento.
Non può che venire alla mente anche Superman o, come nei fumetti della nostra infanzia, Nembo Kid, arrivato da Krypton, allevato dai Kent e divenuto poi il timido giornalista Clark Kent (ma poi avrà sposato Louise Lane o Lana Lang ? Dubbio amletico che toglie il sonno ...).
Tornando a Star Crossed, ho letto che la serie non sembrerebbe avere una seconda stagione e, da quel che ho visto sinora, mi sembra più che giusto.
Del resto se hanno soppresso dopo la prima stagione la bellissima Terranova, non vedo quali meriti possa avere Star Crossed per proseguire.

lunedì 27 luglio 2015

La Terra bis

Come nei romanzi di fantascienza: nel 2015 fu scoperto, a 1400 anni luce di distanza, un pianeta del tutto simile alla Terra, dove  la vita è possibile nei termini a noi conosciuta.
Furono subito approntati piani ed enormi astronavi, dotate di un innovativo sistema di propulsione, furono costruite.
 Il 7 maggio del 2024 la Flotta Astrale prese la via dello spazio, ma dopo un anno perdemmo i contatti.
Ed oggi sta tornando ... amici o nemici ?
In pace o in guerra ?




domenica 19 luglio 2015

Estate

D'estate, si sa, in televisione non c'è nulla di interessante, salvo le repliche che, però, preferisco scegliermi da solo realizzando il mio personale palinsesto nel quale non possono mancare i film di John Wayne.
Un posto d'onore merita la Trilogia della Cavalleria, che non mi stanca mai.
Rappresentazione di un'America che, forse, mai fu così, ma che è quella che ho amato, ben diversa dall'attuale.
Ho così scoperto che su You Tube si possono trovare tante canzoni dell'epopea western che conosciamo dai film.
She wore a yelow ribbon è, in italiano, I Cavalieri del Nord Ovest.
Ed ecco la canzone che richiama quel "nastro giallo", ancora oggi simbolo dell'attesa di un ritorno, come per i nostri Marò sequestrati in India.
Un nastro giallo che, per inciso, è il foulard della Cavalleria non solo degli Stati Uniti, ma anche Italiana (tranne alcune eccezioni come i Lancieri di Aosta il cui colore è il bianco).
Buon proseguimento di vacanze.


sabato 11 luglio 2015

40 anni dopo

Quaranta anni fa, in questi giorni (il mio turno accadde ... ieri) stavamo completando il nostro ciclo di studi al Galvani, sostenendo l'esame di maturità.
Quaranta anni sono tanti, il doppio del lungo periodo che Dumas fece intercorrere tra le avventure giovanili dei suoi eroi moschettieri e gli stessi, divenuti adulti.
Due di noi non ci sono più ed è a loro che, prima di tutto, dedico questo breve ricordo.
Di altri due ho completamente perso le tracce e nessuno sa dirmi nulla.
Di tutti gli altri, bene o male, abbiamo notizie e recentemente ci siamo ritrovati, in tanti , attovagliati , come piace dire a Roberto, in un locale che, sono venuto a sapere dal Carlino di due giorni fa, con il 30 giugno ha chiuso i battenti perchè l'affitto era diventato insostenibile.
Peccato che ci siamo ritrovati solo noi maschi, praticamente tutti quelli rintracciabili e presenti a Bologna al sabato e mi è tornata alla mente una battuta del nostro professore di Greco e Latino che osservò come la componente maschile, al di là delle differenze individuali, fosse più unita di quella femminile (e questa è la mia provocazione odierna, rivolta alle nostre compagne - tali rigorosamente ed esclusivamente in riferimento alla classe del Galvani ! - perchè partecipino ai prossimi ritrovi).
In quaranta anni il mondo è cambiato e noi con loro, necessariamente anche se, magari, ritrovandoci, abbiamo tutti ripreso un po' lo spirito ed il ruolo di quei primi anni settanta.
L'augurio che mi piace fare è che a settembre si possa riprendere, con ancora più partecipazione, la bella abitudine di ritrovarci a pranzo tutti assieme una volta al mese e così per arrivare a celebrare il CINQUANTESIMO dalla maturità, senza esserci troppo estranei, gli uni con gli altri .

domenica 5 luglio 2015

Vivere a Bologna

Rientrato da poco a Bologna dal fine settimana in montagna, appena sceso dall'automobile ho capito perchè si dice che per vivere a Bologna ci vuole il fisico.
Il caldo afoso è così penetrante che verrebbe voglia di riprendere a guidare fino a sera.
Eppure mi ero rinfrancato vedendo dal termometro dell'auto che dai 38 gradi di Viale Aldini ero passato ai 35 del cortile di casa.
Ma era così anche quando eravamo più giovani ? 
Non me lo ricordo proprio, eppure dicono che un'estate del genere ci fu anche nel 1967.
Altri tempi.

domenica 28 giugno 2015

Leonida e Tsipras

Un accostamento molto ardito.
Abbiamo tutti studiato che dalle Termopili a Maratona dove fu messo in rotta Dario, a Salamina e Platea, dove il figlio di Dario, Serse, fu sonoramente sconfitto e ricacciato in Asia, la Grecia salvò l'Occidente dalla persianizzazione, permettendo la nascita e la crescita di Alessandro Magno e, più in Occidente, la crescita di Roma.
Dicono i sacri testi che fu tutto il popolo ateniese ( e non solo) a schierarsi contro l'ultimatum persianoi, anche se tutto "diceva" contro i Greci.
Oggi il novello Leonida (absit iniuria verbis) sembra voler essere Tsipras, un giovanotto levantino che dopo aver inchiodato le consorterie finanziarie internazionali in estenuanti trattative, per guadagnare ancora qualche giorno è ricorso alla chiamata al voto popolare.
Un esempio di democrazia, si direbbe.
Un espediente, dicono altri.
Sicuramente è giusto che i Popoli, nella loro assoluta Sovranità, decidano della loro sorte.
E mi piacerebbe che si votasse anche in Italia, se restare in ginocchio davanti alla Merkel, se continuare con l'euro, se rinunciare alla nostra Sovranità e Indipendenza per un qualcosa che porta solo tasse, clandestini e povertà.
Ma nel pieno rispetto del voto greco credo che i Greci debbano anche dirci come intendono ripagarci dei soldi che abbiamo loro prestato.
Noi Italiani, poveri come siamo, abbiamo crediti per 40 miliardi di euro, praticamente, con quei soldi, si potrebbero abolire Imu, Tasi e dimezzare le tasse sui risparmi e quelle sui redditi.
Come intendono i Greci restituirci i nostri soldi che loro hanno ben utilizzato per vivere al di sopra delle loro possibilità ?
Sì, perchè i debiti vanno pagati, sempre, senza se e senza ma.

P.S.: Conosciamo tutti la Storia. La resistenza alle Termopili consentì ai Greci di organizzare un esercito e sconfiggere Dario a Maratona. Ma Leonida, alle Termopili, fu sconfitto e perse la vita ...

domenica 21 giugno 2015

I debiti vanno pagati ?

La domanda mi viene spontanea leggendo sul tira e molla della Grecia.
Ma, mi domando, i Greci i soldi li hanno presi (anche da noi Italiani) ?
Sì, li hanno presi e pure spesi per le loro comodità.
Allora devono restituirceli.
Con gli interessi.
Un principio di sanità economica che riguarda e deve essere applicato a chiunque, persona fisica o giuridica, individuo o stato.
Quando eravamo piccoli ci hanno insegnato il valore del denaro, erogandoci una "paghetta" che dovevamo farci bastare per le nostre piccole e grandi "voglie".
Il fatto che chi viene eletto a cariche pubbliche spenda e spandi a piene mani, significa solo che non ha una educazione sufficiente per rispettare il prossimo, perchè è del suo prossimo il denaro che spende.
Allora dovremmo fare come facevano i nostri genitori: chiudere il rubinetto.
Scommettiamo che le spese verrebbero incanalate sulle reali necessità e non in tanti rivoli di sprechi clientelari ?

domenica 14 giugno 2015

La Fortitudo dopo il Bologna

Settimana fortunata per i colori sportivi di Bologna.
Martedì sera, dopo una sofferta partita, il ritorno, dopo una sola stagione, nella serie A del calcio.
Ieri sera la Fortitudo basket agguanta la promozione in serie A2 contro un'altra nobile decaduta, Siena.
Non sono un appassionato di basket, per cui non saprei fornire giudizi tecnici, posso solo esprimere soddisfazione per questo nuovo risultato che, con fatica, sta riportando agli onori delle cronache sportive una società che ricordo con affetto sin dai tempi delle medie.
Mi sembra però eccessiva la reazione dei tifosi.
Per il Bologna si tratta di un ritorno in una serie A la cui permanenza dovrebbe essere il "minimo sindacale" per il blasone della città e non riesco proprio ad essere più che semplicemente contento della promozione, ma mi aspetto molto, molto, molto, di più.
Tutto sommato se anche non vedrò il Bologna raggiungere la Juventus come numero di scudetti, credo di avere ancora il tempo per vedere il Bologna fregiarsi di una bella stella sulla maglia.
E non mi aspetto alcuna ambizione che sia inferiore a questa.
E' diverso per la Fortitudo, quando cominciai a tifare per la Fortitudo (sostanzialmente per antipatia verso un giocatore della Virtus che fu mio insegnante di ginnastica alle medie) era una squadra che vivacchiava tra la prima e la seconda serie.
Gli scudetti furono un "di più", tutto sommato il nostro scudetto era sempre nel battere la Virtus, quando ci si riusciva, per cui la A2 mi sembra un risultato migliore per la Fortitudo di quanto non sia la A per il Bologna ed un eventuale ritorno nella massima serie sarebbe, per la Fortitudo, qualcosina in più del "minimo sindacale".
Ad ognuno il suo compito e il suo ruolo.

mercoledì 10 giugno 2015

Per AsperA Ad AstrA

E' fatta.
Ad un certo punto (dopo l'espulsione di Mbaye) non ci credevo più.
Ma fortuna audaces iuvat.
Magari non siamo stati proprio audaci, ma fortunati sì.
Come diimostrano le traverse decisive con Avellino e Pescara.
Bene così.
Adesso speriamo che la nuova dirigenza che sembra ben dotata finanziariamente possa costruire una squadra degna di difendere il suo blasone nella massima serie.
Possibilmente senza troppe sofferenze.
Forza BolognA !

domenica 7 giugno 2015

Bologna, ultimo atto

Martedì 9 giugno intorno alle 22,30 sapremo se il Bologna tornerà in paradiso o resterà all'inferno.
Serie A o serie B in novanta minuti.
Se siamo giunti a questo "dentro o fuori" senza appello la responsabilità è di tanti, dirigenti, giocatori e allenatore esonerato troppo tardi.
Cinquantuno anni fa, oggi sette giugno, il Bologna vinceva il suo ultimo scudetto e se fino a dicembre si poteva pensare che non ne avremmo visto un altro, i soldi di Mr. Mozzarella, Joey Saputo, adesso ci fanno sperare o, almeno, sognare.
Ma il Bologna deve tornare, prima di tutto,in serie A.
E non sarà facile.
Il nove a tarda sera festeggeremo o dovremo rimandare i nostri sogni di gloria.

domenica 31 maggio 2015

Rischio domenicale

Alla domenica non resto spesso a Bologna, ogni volta, però, mi sembra che circolare per strada sia sempre più pericoloso .
Anche questa mattina i viali liberi vedevano autisti ("della domenica" ?) saltare da una corsia all'altra e svoltare repentinamente credendo che l'indicatore di direzione ("freccia") sia un optional.
Quello per la svolta a sinistra, perchè quello per svoltare a destra sembra perennemente disabilitato visto che quasi nessuno più lo usa.
Che dire poi di coloro che si fermano ai semafori esattamente al centro, impedendo ad un'altra autovettura di affiancarsi, pur essendoci lo spazio per due mezzi in parallelo ?
E che dire dei parcheggi ?
L'abbondanza domanicale degli spazi induce molti (troppi !) a parcheggiare in modo tale da occupare, con un solo mezzo, due posti.
Ma non solo gli automobilisti.
I ciclisti non sono da meno, soprattutto adesso che hanno a disposizione le corsie centrali degli spartitraffico dei viali.
Attraversamenti senza prudenza, senza rallentare, semafori rossi ignorati, sensi unici contromano e marciapiedi usati come pista da percorrere a tutta velocità sfruttando la mancanza delle asperità del fondo stradale e usando i pedoni come paletti per lo slalom.
Ma anche i cursori della domenica ci mettono del loro.
Arrivano sui colli (vicino a casa mia) già sfiancati e in salita danno gli "ondoni" che rendono incerta la loro traiettoria.
Ci sono poi quelli in forma che sfrecciano sull'asfalto (più spianato rispetto ai marciapiedi) e quando invece corrono sul marciapiede se trovano un ostacolo (un altro pedone) lo scartano scendendo velocemente e senza guardare sulla strada.
Speriamo di arrivare anche questa domenica alla fine senza danni ...

domenica 24 maggio 2015

Non passa lo straniero



Il 24 maggio 1915, cento anni fa, l'Italia entrava in guerra contro l'Austria e la Germania.
Dopo tre anni e mezzo di guerra, il 4 novembre 1918, si celebrò l'unica vittoria bellica, contro potenze europee, della nostra storia moderna.
Siamo di una generazione che quelle vicende ha studiato ed il cui spirito abbiamo conosciuto, ci è stato illustrato e, almeno alcuni di noi, hanno compreso, recepito e custodiscono con onore e gratitudine verso i seicentocinquantamila Caduti che hanno onorato la Patria (a differenza di chi disertò e di chi, nelle retrovie, faceva propaganda disfattista).
Allora il nemico era il nostro vicino austriaco che occupava territori italiani, che sarebbero, in gran parte, stati liberati dopo quei quattro anni di guerra.
Ma allora i Valori fondanti di un Popolo, di una Nazione, le Virtù, la Tradizione, lo spirito patriottico erano vivi e aiutavano a superare lutti, miserie e povertà.
Quei Valori, quelle Virtù, quelle essenze spirituali che trasformano un uomo in un Uomo, oggi non le vedo tanto diffuse.
Siamo rammolliti e distratti da egoistici obiettivi e non ci accorgiamo che stiamo spalancando le porte ad un vicino ben più pericoloso di quello che i nostri Nonni hanno combattuto e vinto nella Grande Guerra.
Allora fa bene ricordare i cento anni dell'entrata in guerra dell'Italia, chissà che non aiuti a risvegliare le coscienze assopite e ad iniettare un po' di combattività in chi, ormai, sembra aspettare triste e senza speranza la fine annunciata dal crollo dei Valori che resero grande la nostra Civiltà.






domenica 17 maggio 2015

Zingari e ipocrisia

Mi piace oggi evidenziare l'editoriale del direttore del Carlino Andrea Cangini che ha saputo mettere per iscritto quel che tanti di noi pensano sui cattivi maestri che predicano accoglienza e buonismo, ma solo perchè gli oneri vengono scaricati sul prossimo.

domenica 10 maggio 2015

Per un Carpi in serie A ...

... un Cesena che scende in B.
La qual cosa rende meno amaro il campionato del Bologna ...

domenica 3 maggio 2015

Agghiacciante l'inno stravolto

L'inno di Mameli non è un capolavoro.
Allevi aveva cercato di renderlo più solenne rallentando i tempi musicali, poi in radio hanno preferito la versione di Abbado e della Filarmonica di Berlino che, forse con un retroprensiero freudiano, ci ha messo alla ... berlina, trasformandolo ancora di più in una marcetta da Pulcinella.
Più solenni sono le parole.
Niente di trascendentale, ma con un significato patriottico ed educativo.
Il primo maggio guardavo il telegiornale ed hanno trasmesso un pezzo della inaugurazione dell'expo milanese durante la quale veniva stravolto l'inno, rendendolo, se possibile, ancor meno solenne, quasi un karaoke, e cambiando persino una delle espressioni più significative.
Eravamo pronti alla morte, ora non più.
Il politicamente corrotto ha colpito anche l'inno nazionale e adesso siamo pronti alla vita.
Che non significa proprio nulla, anzi.
Adesso dobbiamo solo aspettare che le orde di clandestini che stiamo noi stessi portando in Italia ne acquisiscano consapevolezza per venire cacciati dalla nostra terra.
Senza combattere, ovviamente, perchè non siamo più pronti alla morte, evidentemente neanche per comandare a casa nostra.

domenica 26 aprile 2015

Vulcani e terremoti

Dai vulcani che eruttano spaventosamente, ma che possono essere tenuti sotto controllo e, comunque, gli avvisi possono essere utili per limitare i danni umani, ai terremoti che colpiscono all'improvviso, senza preavviso e con conseguenze catastrofiche.
Come leggiamo del Nepal.
Non ho ben capito la magnitdine (ho letto 7.9 ma anche 8.1), certo è che la magnitudine di una scossa di "assestamento" a 6.7 mi fa dire: alla faccia dell'assestamento.
La scossa a Bologna nel maggio 2012 fu, se ricordo bene, quasi a 6.0 (anche qui mi sembra di ricordare differenti versioni tra 5.8 e 6.0).
Leggo di manufatti, fragilissimi, che in Nepal sono andati distrutti per sempre e mi viene da pensare che se erano tanto fragili vuol dire che non era zona sismica.
Ma leggo anche che il terremoto sarebbe stato provocato dallo spostamento della placca indiana, che è lì da sempre e, quindi, altri terremoti dovrebbero aver pur colpito il Nepal.
Allora quei manufatti di anctica civiltà non erano poi così fragili.
Tremendo deve essere stato l'impatto per chi era sulle montagne, con valanghe di neve che si sono abbattute sui campi e sui turisti.
Vulcani e terremoti, insomma, che sono lì a ricordarci come Armageddon non è solo il titolo di un film (spettacolare), ma anche un evento possibile che può colpire all'improvviso e davanti al quale siamo ancora senza difese.