domenica 28 agosto 2016

Ancora un terremoto

La mattina del 24 agosto, accendendo la radio, invece della consueta musica estiva ho sentito un cronista paralre con la voce impostata agli eventi luttuosi.
Sul primo momento ho pensato che l'Isis avesse colpito in Italia o un bersaglio Italiano, invece era qualcosa di ugualmente atroce: il terremoto.
A memoria risalgo fino al 1968, al Belice, il primo terremoto con copertura nazionale, anche se negli anni precedenti la tragedia del Vajont e l'alluvione del 1966 sono ben radicati nella nostra memoria.
Dopo il Belice ricordo il Friuli del 1976, l'Irpinia del 1980, le Marche del 1997 ( o forse 1998) , l'Aquila del 2009 e il "nostro" del 2012.
Almeno sei di portata rilevante, praticamente uno ogni dieci anni.
C'è un libro di Tiziano Costa, "Epicentro Emilia Romagna", autore di e su Bologna, che ha trattato, proprio dopo il terremoto del 2012, il tema, facendo un "riassunto" di tutti i terremoti avvenuti a Bologna: mica pochi, anzi ! 
Segno evidente che con i terremoti hanno dovuto (i nostri Avi), dobbiamo (Noi)  e dovranno (i nostri Pronipoti) convivere.
Ogni volta ricette, ogni volta siamo punto e a capo con un unico filo conduttore: la grande generosità degli Italiani.
E' evidente che non è facile dare risposte quando si è nell'immediato e bisogna cercare di salvare tutti quelli che, rimasti sotto le macerie, sono ancora in vita.
E subito dopo c'è l'emergenza degli sfollati, che hanno diritto ad avere case vere, non container provvisori per anni quando non decenni.
Poi la ricostruzione, con costi ingenti che uno stato indebitato come il nostro non può sopportare, non almeno nei tempi desiderati da quanti hanno il legittimo desiderio di riavere la loro casa.
Parallelamente c'è la necessità di prevenire, con interventi sugli immobili esistenti, per lo più vecchi, quando non antichi.
Chi paga ?
Le risposte non sono mai facili.
Non è certo fattibile obbligare i singoli proprietari a imbragare con criteri antisismici le loro case, visto i costi ingenti.
Lo stato italiano ha spesso obbligato ad interventi, a spese dei proprietari, spesso (anzi, direi, sempre) per dare lavoro a cooperative, artigiani e imprese edili.
Ma a parte il fatto che a me è sempre sembrato un abuso, una violenza del pubblico sul privato, in questo caso non si tratta di poche migliaia di euro, ma di centinaia di migliaia di euro e anche l'estensione del 65% porterebbe a spalmare il ritorno fiscale su dieci anni, ma intanto dovremmo anticiparli, tutti.
E non è che di questo stato ci si possa fidare per lunghe prospettive, potrebbe anche decidere, dopo due o tre anni, che, basta, è troppo costoso per il debito pubblico e il 65 diventa 50 o 30 o zero.
Non c'è una conclusione, credo che ognuno di noi abbia la sua ricetta e, proprio perchè siamo Italiani, saranno tutte diverse le une dalle altre esattamente com'è la risposta data ai vari terremoti che ho ricordato, se non sperare (con poche possibilità) che il terremoto di mercoldì scorso sia l'ultimo.

domenica 21 agosto 2016

Finalmente il Campionato !

Ieri, con due anticipi, è ricominciato il Campionato di Calcio.
Troppo presto per commentare tranne il fatto che è una vergogna che nella prima partita (Roma -Udinese) non ci fosse dall'inizio un solo vero Italiano in campo (perchè, con buona pace del telecronista di Sky, uno che si chiama El Sharawi, proprio Italiano non è).
Mi limito quindi, nel nome della Tradizione, a scrivere:
F O R Z A   B O L O G N A !

lunedì 15 agosto 2016

Verso l'archiviazione anche dell'estata dei 60

Di ritorno da questo ultimo fine settimana lungo di questa estate, ascoltavo la radio che, come sempre, ha abbandonato le trasmissioni (spesso interessanti anche se la maggior parte degli interventi non sono da me condivisi) sull'attualità per dedicarsi interamente alle olimpiadi.
Devo dire che, a differenza che nel passato, da alcune edizioni non guardo e non sono più interessato alle olimpiadi.
Ieri, ad esempio, mi piaciuto guardare la partita di Premier League Arsenal - Liverpool (3-4) mentre non capisco che gusto ci sia a seguire tuffi o carabina a parte la legittima soddisfazione per le vittorie Italiane.
Mi sembra che ci sia un'inflazione di gare, di sport "olimpici" e non so neppure se siano tutti veri sport.
In contemporanea con le olimpiadi termina il campionato di baseball.
Se la Fortitudo vincesse, sarebbe la stella.
Il Bologna, dopo anni di magra, è riuscito a passare il primo turno della Coppa Italia, magari è un buon segno.
Bologna viene visitata sempre più da turisti.
In effetti è una bellissima città d'arte (se solo evitassero di deturpare Piazza Maggiore e il crescentone con lo schermo gigante e le sedie tipo spettatori della corazzata Potemkin !).
A mio avviso è seconda solo a Roma (perchè è Roma caput mundi, anche se oggi è più che altro caput immunditiae) e Venezia.
Credo che Firenze abbia meno di Bologna, anche se è più propagandata e da più tempo.
Ancora la prossima settimana (corta, quattro giorni lavorativi) in cui probabilemnte si riescono a preparare le batterie per la vera ripresa (spero non aver scritto le fatidiche ultime parole famose ...) e poi ci avvieremo velocemente verso il Natale.
Tempus fugit.

domenica 7 agosto 2016

Perdita di Identità

Dopo l'Inter anche il Milan diventa cinese e prima di loro il Bologna canadese, la Roma americana e il Vicenza inglese.
Probabilmente ve ne saranno altre e altre seguiranno.
I costi ormai proibitivi del calcio rendono l'investimento in una squadra poco remunerativo se non lo si guarda (e sfrutta) su dimensione planetaria.
Le stesse olimpiadi sono il più delle volte (mi sembra che l'eccezione sia Londra) un dissanguamento per l'intera nazione che le ospita (Atene deve ancora pagare quelle del 2004).
Se guardiamo all'aspetto economico si andrebbe molto lontano tra chi ritiene uno scandalo il livello degli stipendi dei calciatori e chi, invece, ritiene che se quelle sono le cifre pagate, allora quella è la giusta remunerazione stabilita dal Mercato.
Io mi limito a constatare che la perdita di Identità di una Nazione, di un Popolo, è favorita anche dalle piccole cose, come una squadra di calcio che viene acquistata da una società straniera e, ancor più, da una squadra di calcio imbottita di stranieri, tanto che, come abbiamo ripetutamente visto nello scorso campionato, almeno tre squadre (Inter, Fiorentina e Napoli) sono state spesso schierate in campo senza nessun Italiano.
Come tifoso del Bologna, esulto per ogni goal della mia squadra, ma preferisco un goal di Destro ad uno di Donsah e questo senza voler richiamare alla memoria le "bandiere" come Giacomo Bulgarelli che rifiutò il trasferimento al Milan caldeggiato dal suo amico Rivera e che lo avrebbe ricoperto di milioni, per restare nel suo Bologna.
Oggi non è così, non più.
Sì, c'è Totti rimasto alla sua Roma, ma quanti sono gli Higuain che (peraltro legittimamente: perchè chiedere ad un argentino, la cui carriera duro lo spazio massimo di una dozzina di anni, di rinunciare a gratificazioni e vittorie per restare fedeli alla squadra di una città che non è la sua città ?) cambiano bandiera e maglia senza alcuna remora ?
La soluzione, però c'è.
Mandare a quel paese le stupide regole europee e stabilire che ogni squadra debba giocare con almeno nove Italiani veri (non stranieri cui magari si è concessa la cittadinanza dopo aver inventato una improbabile ascendenza italiana).
Andranno a giocare in altri campionati gli Higuain del momento ?
E chissenefrega, le bandiere delle nostre città acquisteranno più colore e il campionato italiano sarà ancora più avvincente e, magari, con società alla portata anche dei portafogli di presidenti "ricchi e scemi", come erano una volta e come vorrei tornassero ad essere.