Come, credo, tutti gli Italiani, sono rimasto sbigottito per la eliminazione dell'Italia già al turno preliminare contro la Macedonia.
Temevo la partita contro il Portogallo (che davo vincente, come è stato, contro la Turchia) ma giovedì sera mi sono seduto davanti alla televisione convinto che l'Italia avrebbe passato il turno.
Così non è stato e, alle tante opinioni, aggiungo la mia.
Troppi stranieri.
Le squadre di serie A entrano in campo ogni domenica con undici calciatori, la cui maggioranza è straniera, a volte di italiani ne riusciamo ad individuare appena uno o due.
E questo accade anche nelle giovanili ed in squadre minori come il Bologna, dove giocano prevalentemente giovani prelevati dalla Finlandia, dalla Polonia o dall'Africa.
La soluzione è ovvia.
Per rispettare le normative internazionali ogni società può comprare tutti gli stranieri che vuole, ma che in campo possa schierarne contemporaneamente solo un paio.
Così, in passato, arrivarono i Rivera, i Bulgarelli, gli Antognoni, i Baggio, così torneremo ad averli.
Una piccola appendice.
Quattro anni fa fummo eliminati dopo aver affrontato un girone molto più difficile (c'era la Spagna) e alla seconda partita di spareggio contro la Svezia.
Il presidente federale Tavecchio e il CT Ventura vennero virtualmente crocefissi sulle pubbliche piazze, costretti alle dimisssioni ed a scomparire dai radar del calcio.
Gravina e Mancini hanno fatto molto peggio, venendo eliminati in un girone facile (la Svizzera come avversaria più temibile !!!) e alla prima partita di spareggio, eppure sembra che siano coccolati e protetti in base a non capisco quale ragionamento.
Se quattro anni fa fu d'obbligo cambiare, oggi l'obbligo sarebbe ancora più stringente e Gravina e Mancini dovrebbero avere la sensibilità di capirlo e di fare, loro, il gesto onorevole di lasciare.