domenica 31 maggio 2020

Il ritorno dei puritani

Sul Corriere online di giovedì hanno esposto i dieci comandamenti dei dpcm, su cosa, anche dopo il 3 giugno, NON si potrà fare.
Tralasciando gli altri nove, evidenzio il punto 3:
" 3. Baci e abbracci
Niente baci e abbracci con chi non è «congiunto»: e anche con i parenti non conviventi (soprattutto anziani) vanno evitati i contatti fisici.".
Dove non sono riusciti i preti (a reintrodurre le pene per non pratica morigeratezza e castità) ci sono riusciti i dpcm.

domenica 17 maggio 2020

Profumo di normalità

Con la trasmissione della partita tra Borussia Dortmund e Schalke 04, la ripresa del campionato di calcio tedesco ci spinge verso un ritorno (troppo lento) alla normalità.
Domani andrò a bere un caffè al bar dopo oltre due mesi e spero che non vi siano troppi vincoli, nè code da fare.
Per il ristorante si può attendere, perchè non mi ispirano molto le barriere e tutte le "precauzioni" che vengono descritte nei servizi "giornalistici", ma comunque è un primo passo (anche questo tardivo e lento, troppo lento) verso il ritorno alla normalità.
Non sono tra quelli che schifano la "vita precedente" e gioiscono nel pensare che "niente sarà come prima", al contrario mi auguro che passata la paura, tutto torni come prima.
Intanto prendiamo quello che viene, con il calcio domenicale, anche se la Bundesliga non mi ha mai entusiasmato.

domenica 10 maggio 2020

Il campionato deve ricominciare

Sono stupito (fino ad un certo punto ...) dalla stolidità del governo che ancora non ha deciso se autorizzare la ripresa del campionato di calcio.
Se una certa giustificazione nel rimandare di mese in mese il "decreto aprile", cioè l'epocale iniziezione denaro nella nostra economia (che peraltro esiste solo sulla carta, trattandosi essenzialmente di garanzie e non di liquidità) può essere comprensibile visto che tutte le categorie hanno giustificati motivi per accapparrarsi una fetta della torta, sulla ripresa del campionato non ne esistono.
Il calcio è (era) una fiorente industria che muoveva miliardi.
L'interruzione comportarebbe lo stato di crisi e quindi la necessità per lo stato (cioè per noi) di rifinanziarlo, al pari di qualsiasi altra attività economica.
Ma il calcio è ed ha molto di più.
Il calcio è spettacolo che coinvolge milioni di Italiani e rappresenta una valvola di sfogo dalle tensioni quotidiani, una parentesi dalle angosce e dai problemi dei cittadini e in quanto tale svolge una importante funzione sociale.
Ma, dicono, la sicurezza ...
Il calcio è praticato da giovani atleti, allenati, controllati e in salute, non si tratta di anziani già debilitati da diverse patologie e se un calciatore fosse contagiato è molto probabile che non manifesterebbe neppure sintomi rilevanti e, alla fine, si possa risolvere tutto con una guarigione che rappresenterebbe un rafforzamento del presidio immunitario per tutti.
E se non ripartisse il calcio, perchè dovrebbero ripartire altre attività dove la sicurezza dei lavoratori sarebbe ancor meno garantita ?

domenica 3 maggio 2020

Il buio oltre il "lockdown"

Ricordate quando eravamo all'inizio della reclusione ?
Molti l'avevano affrontata con animo lieve, quasi come un benefit improvviso.
I pubblicitari si erano data molto da fare tra canti al balcone di cui non è rimasta neppure l'eco, scritte "andrà tutto bene" che, scolorite e impoverate, danno l'impressione di abbandono.
E i video, le vignette, le battute che giravano vorticosamente in internet.
Ormai è tutto un ricordo, due mesi di reclusione hanno cancellato l'effervescenza della novità.
Ho il timore che per riprendere il ritmo e ritrovare la spinta che ci consentirà di uscire dalla depressione (economica) ci vorrà molto più di un "dpcm" con il corollario delle faq perchè incomprensibile.