In settimana sono stato costretto, per l'ennesima volta, a recarmi all'ufficio postale per il ritiro di una raccomandata la cui consegna, ancora una volta, è stata tentata l'unico giorno in cui ero fuori per pranzo.
Comincio a pensare che la postina, che mi accoglie sempre con urla belluine quando scendo le scale, per firmare la ricevuta, senza aver indossato la museruola , abbia capito che una volta alla settimana non ci sono e, allora, consegni la raccomandata in quella occasione, costringendomi a recarmi successivamente all'ufficio postale.
Non sarà vero, ma a pensare male ...
Intanto annoto che mentre una volta la raccomandata era disponibile sin dal giorno dopo, adesso la posso ritirare solo a partire dal secondo giorno successivo.
Un servizio più lento, quindi, comunque.
Mi reco all'ufficio e subito devo accodarmi.
Fanno entrare un numero di persone pari agli sportelli aperti (nel mio caso erano due), più uno che può restare in attesa all'interno.
Al mio turno entro e subito uno mi invita a provarmi la febbre, con il termoscanner che, appena avvicino gli occhi, emette un sonoro beep accompagnato da un lampeggio verde.
Prima prova superata.
Mi metto quindi in attesa di vedere quale sportello si liberi.
Da notare che sono l'unico in attesa per via delle disposizioni sul virus, quindi non c'è alcun dubbio che sia io ad aver diritto ad accedere allo sportello.
Finalmente si libera un addetto e mi avvicino con l'avviso della raccomandata e il documento di identità.
L'addetto mi chiede se ho preso il biglietto.
Il biglietto ?!?!?
Ma se sono l'unico in attesa in base ad un ordine preciso che si è formato in precedenza e ad un accesso filtrato !
Niente, sono costretto a prendere il biglietto per poi buttarlo immediatamente nel cestino.
Magari quei rotoli di biglietti "rompicoda" costano una inezia, ma moltiplicati per gli uffici postali fanno massa e mi sembra, finchè saranno vigenti le regole sugli accessi derivanti dal virus, uno spreco utilizzarli visto che non ci sarebbe alcuna contestazione sull'ordine di precedenza.
Tra termoscanner, biglietto, gel sanificatore (ma quante volte ci viene chiesto - a volte anche con toni che rasentano l'isteria - di usarlo, dopo che siamo magari entrati ed usciti da altri negozi in ognuno dei quali abbiamo usato il gel ?) mi sembra che anche il servizio postale sia peggiorato.
E' vero che non arriva più la marea di posta di una volta (sono sparite le cartoline, le lettere, persino la pubblicità) e che anch'io ho attivato una pec proprio per evitare che mi vengano notificate raccomandate da dover andare a ritirare, ma ci sono alcune spedizioni che non possono prescindere dalla consegna materiale.
Ad esempio i libri.
Con tutto quello che si spende per le poste, con i bilanci miliardari che hanno, non potrebbero curare meglio tali aspetti, riducendo la parte burocratica (e probabilmente spendendo meno e perdendo meno tempo) ?