Futuro RossoBlu è l'associazione che fu costituita alcuni anni fa, dopo il disastro derivato dalla presidenza Porcedda, per promuovere l'azionariato popolare.
Da buon bolognese, diedi il mio contributo e sono rimasto iscritto, quindi sono possessore, assieme ad altri cinquemila tifosi circa, di una quota del Bologna 1909 pari a ben lo 0,1%.
Non ero mai andato alle assemblee, ieri, per la prima volta, vi ho partecipato.
Si è svolta nel suggestivo ambiente della sala stampa dello Stadio Dall'Ara e ... beh, niente di che.
Interessanti i dati, i resoconti sul colloquio con Saputo.
Insomma una riunione simpatica ma che lascia il tempo che trova.
Fondamentalmente il calcio moderno si basa sui soldi (e questa è la scoperta dell'acqua calda).
I diritti televisivi fanno la parte del leone, i biglietti venduti (abbonamenti inclusi) rappresentano una percentuale marginale.
I costi per i calciatori e allenatori sono enormi.
Difficile chiudere in pareggio o in attivo un bilancio se non intervengono sponsor e commercializzazione di maglie e gadget vari (il cosiddetto merchandising).
Del resto non si può chiedere ai calciatori di ridursi, drasticamente, gli stipendi, visto che la loro carriera dura pochi anni e dopo, in teoria, non avrebbero altre opportunità per riciclarsi (e non tutti diventano allenatori di grido).
Forse una soluzione potrebbe essere tornare a prima delle legge Veltroni Melandri o, addirittura, a prima della trasformazione in spa delle società.
Insomma, meno controlli, meno burocrazia, anche nel calcio potrebbe dare un aiuto a rendere meno onerosa la gestione di una squadra e tornare "ai bei tempi" in cui anche un Cagliari, un Verona o una Sampdoria potevano vincere lo scudetto.