domenica 31 maggio 2015

Rischio domenicale

Alla domenica non resto spesso a Bologna, ogni volta, però, mi sembra che circolare per strada sia sempre più pericoloso .
Anche questa mattina i viali liberi vedevano autisti ("della domenica" ?) saltare da una corsia all'altra e svoltare repentinamente credendo che l'indicatore di direzione ("freccia") sia un optional.
Quello per la svolta a sinistra, perchè quello per svoltare a destra sembra perennemente disabilitato visto che quasi nessuno più lo usa.
Che dire poi di coloro che si fermano ai semafori esattamente al centro, impedendo ad un'altra autovettura di affiancarsi, pur essendoci lo spazio per due mezzi in parallelo ?
E che dire dei parcheggi ?
L'abbondanza domanicale degli spazi induce molti (troppi !) a parcheggiare in modo tale da occupare, con un solo mezzo, due posti.
Ma non solo gli automobilisti.
I ciclisti non sono da meno, soprattutto adesso che hanno a disposizione le corsie centrali degli spartitraffico dei viali.
Attraversamenti senza prudenza, senza rallentare, semafori rossi ignorati, sensi unici contromano e marciapiedi usati come pista da percorrere a tutta velocità sfruttando la mancanza delle asperità del fondo stradale e usando i pedoni come paletti per lo slalom.
Ma anche i cursori della domenica ci mettono del loro.
Arrivano sui colli (vicino a casa mia) già sfiancati e in salita danno gli "ondoni" che rendono incerta la loro traiettoria.
Ci sono poi quelli in forma che sfrecciano sull'asfalto (più spianato rispetto ai marciapiedi) e quando invece corrono sul marciapiede se trovano un ostacolo (un altro pedone) lo scartano scendendo velocemente e senza guardare sulla strada.
Speriamo di arrivare anche questa domenica alla fine senza danni ...

domenica 24 maggio 2015

Non passa lo straniero



Il 24 maggio 1915, cento anni fa, l'Italia entrava in guerra contro l'Austria e la Germania.
Dopo tre anni e mezzo di guerra, il 4 novembre 1918, si celebrò l'unica vittoria bellica, contro potenze europee, della nostra storia moderna.
Siamo di una generazione che quelle vicende ha studiato ed il cui spirito abbiamo conosciuto, ci è stato illustrato e, almeno alcuni di noi, hanno compreso, recepito e custodiscono con onore e gratitudine verso i seicentocinquantamila Caduti che hanno onorato la Patria (a differenza di chi disertò e di chi, nelle retrovie, faceva propaganda disfattista).
Allora il nemico era il nostro vicino austriaco che occupava territori italiani, che sarebbero, in gran parte, stati liberati dopo quei quattro anni di guerra.
Ma allora i Valori fondanti di un Popolo, di una Nazione, le Virtù, la Tradizione, lo spirito patriottico erano vivi e aiutavano a superare lutti, miserie e povertà.
Quei Valori, quelle Virtù, quelle essenze spirituali che trasformano un uomo in un Uomo, oggi non le vedo tanto diffuse.
Siamo rammolliti e distratti da egoistici obiettivi e non ci accorgiamo che stiamo spalancando le porte ad un vicino ben più pericoloso di quello che i nostri Nonni hanno combattuto e vinto nella Grande Guerra.
Allora fa bene ricordare i cento anni dell'entrata in guerra dell'Italia, chissà che non aiuti a risvegliare le coscienze assopite e ad iniettare un po' di combattività in chi, ormai, sembra aspettare triste e senza speranza la fine annunciata dal crollo dei Valori che resero grande la nostra Civiltà.






domenica 17 maggio 2015

Zingari e ipocrisia

Mi piace oggi evidenziare l'editoriale del direttore del Carlino Andrea Cangini che ha saputo mettere per iscritto quel che tanti di noi pensano sui cattivi maestri che predicano accoglienza e buonismo, ma solo perchè gli oneri vengono scaricati sul prossimo.

domenica 10 maggio 2015

Per un Carpi in serie A ...

... un Cesena che scende in B.
La qual cosa rende meno amaro il campionato del Bologna ...

domenica 3 maggio 2015

Agghiacciante l'inno stravolto

L'inno di Mameli non è un capolavoro.
Allevi aveva cercato di renderlo più solenne rallentando i tempi musicali, poi in radio hanno preferito la versione di Abbado e della Filarmonica di Berlino che, forse con un retroprensiero freudiano, ci ha messo alla ... berlina, trasformandolo ancora di più in una marcetta da Pulcinella.
Più solenni sono le parole.
Niente di trascendentale, ma con un significato patriottico ed educativo.
Il primo maggio guardavo il telegiornale ed hanno trasmesso un pezzo della inaugurazione dell'expo milanese durante la quale veniva stravolto l'inno, rendendolo, se possibile, ancor meno solenne, quasi un karaoke, e cambiando persino una delle espressioni più significative.
Eravamo pronti alla morte, ora non più.
Il politicamente corrotto ha colpito anche l'inno nazionale e adesso siamo pronti alla vita.
Che non significa proprio nulla, anzi.
Adesso dobbiamo solo aspettare che le orde di clandestini che stiamo noi stessi portando in Italia ne acquisiscano consapevolezza per venire cacciati dalla nostra terra.
Senza combattere, ovviamente, perchè non siamo più pronti alla morte, evidentemente neanche per comandare a casa nostra.