Ragazzi, che meraviglia!
Stamane, mio giorno libero, ho accompagnato una classe all’ Alma Mater per un Convegno sulla Costituzione.
Tra i relatori, due professori con cui diedi diritto commerciale e diritto pubblico comparato (Galgano e De Vergottini) : che emozione!
Tanta emozione, ostentata con orgoglio ai miei studenti, mi ha portato a una riflessione amara: sto veramente invecchiando…
Nella mia mattinata, non solo i ricordi universitari, ma anche il famoso portico di apertura del nostro blog, il mitico portico del Galvani: è sempre meraviglioso ripercorrerlo e, comunque, stargli “vicino”.
Davvero: è incredibile come, quando ami qualcosa o qualcuno, la semplice vicinanza all’ oggetto amato sia così totalmente appagante.
Sempre legato al Galvani è lo spettacolo teatrale che ho visto ieri e che, se speravate che ve lo passassi sotto silenzio, vi siete sbagliati di grosso.
Innanzitutto, la protagonista che per ben due ore ha retto, sola, la scena è Lella Costa. Nello scriverlo assaporo già l’ aria di totale disgusto di Massimo F…:-)
In effetti, ho la caratteristica (o è un pregio?) di guardare uno spettacolo senza preclusioni ideologiche di sorta: Lella Costa mi fa ridere. Detesto
Quest’ ultima, con la parodia di Berlusconi,. è per me irresistibile..anche se, quando le guardo la faccia rifatta ( come mai una donna di sinistra è così legata all’ apparire?), sono molto soddisfatta del mio voto (meno, quando guardo
“Ragazze” è il titolo dello spettacolo di ieri. Che mi ha fatto (ri?) scoprire che Italo Calvino ha scritto “L’ altra Euridice”. Partendo da questo racconto di Italo Calvino, appunto, Lella Costa prova a raccontare le donne, il loro andare, incerto ma inesorabile, il voler esplorare e partire e mettersi in gioco e capire, questo continuo sfidare e chiedere conto e pretendere rigore e rispetto e coerenza; la fatica e la leggerezza, il dolore, lo sgomento, la rabbia, i desideri, la testardaggine, l’autoironia, il magonismo terminale, la sorellanza che forse é perfino più inquieta della fratellanza… Euridice e le altre, nei secoli protagoniste o (e?) testimoni di uxoricidi impuniti e vessazioni quotidiane, di espropriazioni subdole e continue, di gesti eroici e delitti inauditi, e di quel costante, incoercibile, formidabile accanimento terapeutico nei confronti del futuro. Euridice e le altre, sicuramente non tutte -ma molte- le “ragazze senza pari” che abitano, e animano, la nostra vita e la nostra memoria. E che, compatibilmente con il mondo, riescono ad essere straordinariamente creative, e irresistibilmente simpatiche.
La tematica è sempre quella: le Donne.
Ma anche gli Uomini.
Ve la ricordate la storia dell’ amore tra Orfeo e Euridice?
Orfeo era un poeta e un musicista, suonava la lira e la cetra come nessun altro, e il suo canto aveva poteri magici; gli animali feroci lo seguivano mansueti, gli alberi si piegavano verso di lui per sentire più da vicino le sue note, i suoi versi potevano commuovere anche i più duri di cuore. La sua sventura cominciò con la morte della moglie Euridice, che calpestò un serpente velenoso e finì nel regno dei morti. Orfeo non si rassegnò, e decise di fare ogni possibile tentativo per riportarla al mondo dei vivi: scese agli Inferi e suonando la lira riuscì a farsi amici il temibile traghettatore Caronte e il mostruoso cane guardiano Cerbero; grazie alla potenza della sua arte e alla forza del suo amore disperato, riuscì persino a convincere Ade, il signore delle Tenebre, a far tornare Euridice tra i vivi, ma a una condizione: Orfeo avrebbe preceduto la donna nel cammino verso la luce e non si sarebbe mai girato a guardarla fino a quando non fossero arrivati sulla terra. Ma Orfeo non ci riuscì, era troppo preoccupato per quello che poteva succedere alle sue spalle, e si voltò per assicurarsi che Euridice lo seguisse: così la perse per sempre e, soprattutto, la ricacciò agli inferi...
Eppure, lui, Uomo, si voltò....
E non è che dovesse poi fare tanto: doveva semplicemente non voltarsi....
:-) Buona settimana!