domenica 28 settembre 2014

Orsi e lupi

In questi ultimi tempi abbiamo assistito a ridicole indignazioni per la morte "preterintenzionale" di un'orsa e addirittura una denuncia contro il sindaco di Verona per aver emesso un'ordinanza che autorizza l'abbattimento dei lupi che si avvicinassero minacciosi all'abitato.
Mi sembra un eccesso privo di qualsivoglia pregio.
L'orsa morta per reazione all'anestetico, era usa fare razzie nei pollai dei contadini e, in ultimo, aveva aggredito un cercatore di funghi che aveva avuto,  lui, la sventura di incrociarla in un bosco.
Certamente l'orsa ha reagito a quello che giudicava un pericolo per i suoi cuccioli, ma noi sappiamo che così non era e tutta la mia simpatia è per il cercatore di funghi che deve essersela vista molto, ma molto brutta.
Credo che a nessuno di noi piacerebbe trovarsi davanti un'orsa aggressiva durante una escursione in montagna.
Altrettanto dicasi per i lupi che fanno razzie tra gli animali e che, in branco, possono anche mostrare aggressività verso gli uomini.
Mi sembra che in ambedue i casi si sia cercato di difendere l'incolumità fisica delle persone e le proprietà, cioè il patrimonio perchè gli animali da fattoria sono il patrimonio degli allevatori, con il minimo necessario.
Nel caso dell'orsa il tentativo di addormentarla e spostarla in altre zone, nel caso dei lupi con una autorizzazione alla difesa e, personalmente, neppure sapevo che dovesse essere autorizzata la difesa dai lupi.
Se fossi armato e vedessi un lupo (o, peggio, una famiglia di lupi) entrare nella mia fattoria dove avessi bestiame vario, sparerei sicuramente, senza attendere timbri o autorizzazioni burocratiche.
Perchè credo che la vita e la proprietà di un Uomo valgano sempre e comunque più di quella di un lupo o di un orso.

domenica 21 settembre 2014

Ci risiamo

Guardare ieri la partita del Bologna mi ha ringiovanito.
Praticamente nulla è cambiato dal 2008, quando è tornato in serie A.
O dal 1982quando retrocesse per la prima volta.
Le squadre che il Bologna affronta, anche se oggi si chiamano Entella Chiavari e Crotone, sembrano corazzate come Milan e Juventus.
Nonostante si giochi in serie B il copione è sempre lo stesso: niente gioco, poche idee ma confuse, sterilità all'attacco e un allenatore che non ne azzecca una.
Ora, ditemi per quale ragione, dopo aver visto che Laribi ha giocato contro il Pescara un ottimo primo tempo a ridosso delle punte, come rifinitore, Lopez lo ha riportato a centrocampo, facendolo correre senza costrutto in interdizione.
Ma i perchè sarebbero tanti, del resto quando la telecamera riprende Lopez, sembra quasi un passante, capitato per caso in mezzo al campo, che non riesce a rendersi conto di quel che sta succedendo.
Qui ci vorrebbe una società, con un presidente di carattere e perfettamente in sella, invece di un Guaraldi che non vede l'ora di vendere.
E' il fallimento del modello di società ideata da Consorte: venti "nani" (anche se io vorrei essere economicamente "nano" come loro) che si opposero all'unico gigante (Zanetti) attorno al quale andava invece costruita la nuova compagine societaria.
E adesso le conseguenze le pagano (economicamente) loro e sportivamente tutti noi.
La nostra squadra di calcio come specchio di una citta in completa decadenza, che non sa più esprimere un sindaco che sia proprio figlio.
Ma queste sono cose che sappiamo tutti, basta andare a passeggio per la città, salire su un autobus, recarsi in un ufficio pubblico, ci troviamo sempre davanti a persone la cui loquela li fa manifesti di altre patrie natii.
E' il frutto avvelenato del meticciato o, se vogliamo scrivere politicamente corretto, del melting pot.
Che noi abbiamo in abbondanza, sin troppo !, interno ed esterno.
Tanto che per risollevarci (ma solo sportivamente, perchè per il resto ci vuole ben altro !) non possiamo che sperare nell'arrivo degli Americani, con un nome le cui origini sono ben chiare e per nulla bolognesi: Tacopina.


domenica 14 settembre 2014

Obliterazione permanente

La nuova frontiera dell'azienda (pubblica ... sin troppo !) dei trasporti bolognese è la timbratura continua del biglietto, degli abbonamenti e delle tessere.
Dicono che serva contro l'abusivismo e, anche, per "migliorare il servizio" con la rilevazione del traffico sulle varie linee nelle varie ore del giorno.
A me sembra più un modo per arrivare a giustificare un servizio più costoso per i cittadini e meno frequente.
Intendiamoci: sono dell'idea che qualunque servizio debba essere svolto, se non per guadagnarci, almeno a saldo zero, sennò il disavanzo dovrebbe comunque essere coperto, come sempre dai cittadini e anche da chi quel servizio non utilizza.
Quindi ben venga una riorganizzazione che porti il bilancio in pareggio.
Ma non ci raccontino la grandissima balla dell'evasione al pagamento del biglietto.
Anche per controllare che uno abbia timbrato ripetutamente, deve esserci un "accertatore" (i vecchi controllori, ma forse tale denominazione era troppo sovietica e allora, abituati a cambiare nome - ma non sostanza - hanno preferito "accertatatori") che io continuo a non vedere, mentre continuo a vedere persone (soprattutto stranieri ...) che salgono senza timbrare nulla, quindi evidentemente senza pagare o senza certificare l'uso nei 75 minuti di una seconda o terza corsa.
Se veramente volessero fare la guerra a chi non paga il biglietto, dovrebbero riempire gli autobus di "accertatori" o, meglio ancora, installare i tornelli, così sale nel mezzo solo chi timbra il biglietto.
E se, ancora meglio, privatizzassero il servizio, avremmo un interesse certo al guadagno che stringerebbe (e di molto) le maglie degli accertamenti ed azzererebbe l'evasione.
In fondo, nel pubblico, essendoci sempre Pantalone che paga, chi glielo fa fare di rischiare reazioni violente per controllare se un passeggero ha o no pagato il biglietto ?
Lo stipendio, comunque, arriva sempre ...

domenica 7 settembre 2014

Eureka !

Dopo una lunga rincorsa, motus in fine velocior e con il mese di agosto sono riuscito, grazie ai mercatini di paese, ma anche alle moderne e-bay ed Amazon, a completare le collane della vecchia e defunta (dal 1982) Libra Editrice di Bologna.
Sono 183 volumi con copertina rigida e sovracopertina con tempera di Allison, editi dal 1967 al 1982 e che abbracciano tutta la fantascienza, da quella spaziale a quella sociologica, ai primi fantasy (genere che ha oggi ampiamente soppiantato la fantascienza classica, anche se a me non piace) fino alle affascinanti storie del dopopomba o del dopo catastrofe.
A questi vanno aggiunti di diritto i 96 volumi delle due case editrici che hanno ereditato il testimone: la (defunta) Perseo e l'attuale (e viva) Elara.
Ci sono anche le riviste Nova SF* e Futuro Europa (dove ho tutti i racconti ivi pubblicati sotto pseudonimo - parziale - dalla "nostra" Lucia P.) anche se dubito che qualcuno, di una rivista, rilegga poco più di un articolo.
Non avrò la raccolta di fantascienza più vasta, ma credo che, per la produzione italiana, le tre case editrici citate rappresentino, sotto il profilo della completezza di argomenti trattati, autori e generi, oltre alla qualità del prodotto (sicuramente da libreria a differenza dei fascicoletti da edicola) un vertice difficilmente ripetibile in considerazione della situazione critica in cui versa l'editoria in genere.
L'immagine è quella dell'ultimo volume che ho acquisito, il primo di due della quarta e finale collana, dedicata ai narratori italiani di fantascienza.
Non so se si riesce a vedere, ma il volume (che ho pagato al prezzo in euro di quello originario in lire: £. 4.000 - €. 2,20è ancora incellofanato, copertura che toglierà quando mi deciderò di leggerlo.
Per ora lo tengo così, intonso.