giovedì 7 ottobre 2010

Come siamo (diventati)

Ecco il minacciato post.
Riflessioni in libertà (e con grande affetto) su come baldi adolescenti si ritrovano oggi allegri cinquantenari ...

I recenti commenti di Valeria al post del mio omonimo sul 1° ottobre e alcuni colloqui con Roberto, mi hanno indotto ad una riflessione su “come siamo”.
Rectius: come siamo ... diventati.
Certo, qui scriviamo in cinque, anche se dal contatore degli accessi desumo che questo blog venga regolarmente aperto anche da qualcuno che non si palesa, quindi rappresentiamo un microcosmo del nostro microcosmo di cinquantenari, per cui siamo necessariamente un campione limitato.
Ma credo che quelle caratteristiche che erano appena accennate nei noi stessi di 40 anni fa, oggi siano state accentuate ma (veltronianamente …) anche ribaltate e in questo le esperienze hanno avuto una incidenza determinante.
Massimo P. è sempre stato persona affidabile, taciturna, riflessiva.
Infatti trovava la sua apoteosi nei temi in cui riusciva ad esprimere quelle riflessioni, talvolta amare, che lo caratterizzavano.
Oggi dai suoi post emerge che in lui ha prevalso l'anima leopardiana, un forte disincanto, un realismo spietato e, consentitemi una divagazione leggera, gli pesa la disillusione di quel 1982 quando gli crollarono addosso certezze decennali con la retrocessione, la prima della storia (poi ne seguirono purtroppo altre e peggiori), del nostro Bologna.
Claudio potenzialmente aveva le stesse caratteristiche, pur se meno accentuate, di Massimo P, ma ha avuto un percorso differente.
Si è dedicato alla conoscenza diretta del mondo, si è divertito (una volta si sarebbe detto “ha saltato la cavallina), ora lavora nel solco della tradizione paterna e mi sembra gratificato da quel che fa, se non – forse: non mi permetterei mai di fare i conti in tasca agli altri ! – sul piano economico, almeno su quello professionale.
Roberto è l’unico tra noi che abbia figli ... e si vede !
Non è più completamente il Roberto che conoscemmo, spensierato, un po’sbruffone, “animale” (absit iniuria verbis:-) da compagnia.
La responsabilità della paternità si tocca con mano nel “non possum” che pronuncia spesso alla domenica quando gli propongo di guardare la partita assieme, ma rimane di lui l’ambizione culturale (noterai, Roberto, che ho appellato “culturale” e non “intellettuale” che, come noto, io ritengo termine dispregiativo) , quella che gli fece estrapolare la famosa frase sul “conformismo ribellistico esteriorizzato con monotona pervicacia dalle varie gradazioni antiborghesi del nostrano estremismo populista” che, come vedete, ho imparato a memoria tanto è affascinante nella sua totale inconsistenza ... :-)
Tra tutti Roberto è però anche l’unico afflitto da berlusconite acute e si rovina le giornate (e il fegato ...) tutte le volte in cui apre il giornale e immancabilmente legge il nome o vede una fotografia del nostro Presidente preferito (coraggio, fra una ventina d'anni Silvio Nostro passerà la mano … alla figlia Marina ... :-).
Infine Valeria, last but non least direbbero gli Inglesi.
A differenza degli altri citati non la vedo da anni, per cui solo dai suoi scritti ritrovo la Valeria allegra e ottimista della nostra adolescenza, oggi donna soddisfatta e convinta del suo ruolo nella società e probabilmente insegnante severa e premurosa.
Con, però, alcuni ... feticci (mi consenta, Prof ... :-) che la istituzionalizzano, come peraltro deve essere per una persona chiamata a trasmettere cultura e che sono rappresentati da un eccesso di sudditanza verso norme scritte, a volte anche in altre epoche e quindi non più attuali e verso certa vulgata storica che in troppi, anche pro bono pacis, accreditano come unica verità possibile.
Ma resta, inequivocabilmente la First Lady del nostro blog.
So che Valeria, a questo punto, dirà: “e tu”?
Io, no.
Io sono l’autore del post, colui che osserva e racconta ... :-)))

sabato 2 ottobre 2010

1 ottobre 2010: primo giorno di scuola

Oggi 1 ottobre: primo giorno di scuola.

Me lo ha fatto ricordare stamattina una collega, di quasi 10 anni più giovane di me: “ti ricordi quando le scuole cominciavano il primo ottobre ?”

La stessa collega lo ha chiesto anche a tutti gli altri impiegati della filiale, che come età potrebbero essere tranquillamente miei figli: nessuno ha iniziato ad andare a scuola il primo ottobre ed alcuni addirittura non sapevano neanche che una volta s’iniziasse in ottobre.

E’ l’ennesima prova dell’inesorabile trascorrere del tempo.

Tanto per fare un esempio, non passerà molto tempo,vedrete, che la maggior parte delle persone non saprà nemmeno cosa fossero le lire e la guerra fredda e il muro di Berlino saranno conosciuti soltanto grazie ai libri di storia.

Leggevo qualche anno fa, su un libro dedicato alla storia dell’abbattimento delle mura di Bologna, un accorato articolo scritto nel 1929 da Riccardo Bacchelli, in cui il celebre scrittore si lamentava che erano ormai poche le persone che si ricordavano di quando le mura erano ancora in piedi.

Tempus fugit.