domenica 27 dicembre 2020

Una lettura che mi ha sorpreso

Abitualmente leggo più romanzi nel tempo in cui leggo un saggio.

Poche pagine del saggio di turno e molti romanzi.

Raramente mi capita di appassionarmi ad un saggio, ma quando capita me lo leggo come un romanzo.

Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond è uno di quelli.

Mi era stato consigliato da un amico e lo avevo ordinato in libreria (si tratta di un saggio la cui stesura originale risale al 1997, poi aggiornato con un'ultima appendice del 2017).

E l'ho tenuto tra i libri da leggere fino a metà dicembre.

Quando l'ho cominciato ... l'ho finito.

Come un romanzo.

Si tratta di un saggio di antropologia che cerca di dimostrare che il motivo per cui siamo stati noi (euroasiatici, ci chiama l'Autore) a colonizzare le altre quattro macroregioni (le due Americhe, l'Africa e l'Australia) e non viceversa, è da attribuire ad un complesso (che si sforza di illustrare) composto da motivi geografici ed ambientali.

Una tesi come le altre, con la stessa valenza delle altre.

Quello che mi ha colpito non è tanto la tesi (opinabile) quanto l'esposizione di tredicimila anni di storia umana, in modo divulgativo, facile da comprendere e che lascia comunque spazio a riflessioni che possono
portare anche a tesi non conformi con quelle dell'Autore.

Non sono mai molto propenso a consigliare saggi o, in genere, libri perchè ognuno ha i suoi gusti, le sue preferenze, le sue passioni, ma questo, per me che non avevo mai letto nulla di antropologia, è stata una piacevole sorpresa che mi sento di segnalare a chi potrebbe esserne interessato.

domenica 20 dicembre 2020

Un Natale mai visto

Se per me il Natale 2020 sarebbe comunque stato diverso, essendo il primo da esodato/pensionato dopo 38 anni di lavoro, il virus cinese lo ha reso diverso per tutti.

A parte lo slalom interpretativo delle norme imposte dal governo che, come sempre quando si vuole regolamentare tutto, hanno vuoti e sono spesso impraticabili, il virus cinese incide profondamente sull'atteggiamento delle persone, facendo prevalere un brutto sentimento: la paura.

Da alcuni giorni sono in montagna, nella "seconda casa", dove negli ultimi anni trascorrevo anche Natale e Capodanno.

Quest'anno no, martedì o mercoledì rientrero a casa, fondamentalmente per due motivi.

Gli amici che ugualmente hanno una casa da queste parti, non verranno.

Restano in casa, a Bologna.

La zona rossa istituita proprio per Natale e Capodanno impone restrizioni draconiane e se sembra ammesso trasferirsi nella seconda casa purché in regione, nulla si dice circa gli spostamenti nel comune dove ci si può recare.

Poiché sono vietati in genere tranne quelli dettati da urgenze etc., immagino che dovrei stare in casa e, allora, tanto vale restare a Bologna.

Senza contare la seccatura di dover eventualmente attestare il possesso di una seconda casa nel caso (troppo probabile) di un accertamento.

Oggi, domenica, è giorno di mercato, solitamente affollato di locali e "turisti".

I parcheggi sono semideserti e in giro tra le bancarelle siamo pochissimi.

Gli ambulanti augurano buon Natale e buon Anno Nuovo, perché, causa i divieti, quello di oggi è l'ultimo mercatino dell'anno, se ne riparlerà il 10 gennaio 2021 (Conte permettendo).

Almeno ho fatto un po' di scorta di Parmigiano.

Fra cinque giorni sarà Natale, un Natale diverso, mai visto.

domenica 13 dicembre 2020

Attenzione all'automobilista con mascherina

Ricordo che, tra i tanti sketch degli anni sessanta, alcuni prendevano di mira gli automobilisti con il cappello.

Gino Bramieri e Walter Chiari ne realizzavano descrizioni esilaranti e nelle scenette tale personaggio, che ancora oggi percorre le strade italiane, era spesso rappresentato da Paolo Panelli che, per gestualità, espressioni e fisico, ne rappresentava perfettamente il prototipo.

Se oggi Bramieri e Chiari fossero in vita, probabilmente rivolgerebbero la lor attenzzione agli automobilisti che, da soli in macchina, continuano imperterriti a respirare la propria anidrite carbonica tenendo indossata la famigerata mascherina (inutile, secondo l'informativa ufficiale anche dell'oms, a marzo e aprile, obbligatoria persino per camminare in strada adesso).

Ho notato che l'automobilista con mascherina è la versione 2020 dell'automobilista con cappello del 1960.

Procede con una lentezza esasperante, rallenta quando arriva nei pressi di un semaforo verde (pronto - e forse speranzoso - ad inchiodare se arrivasse il giallo) e circola immancabilmente a cavallo di due corsie.

Non so come faccia a guidare con mascherina e occhiali.

Ma soprattutto, mi domando perchè, da solo in macchina, uno deve tenere la mascherina indossata ?

domenica 6 dicembre 2020

Finalmente gialli !

Dopo tre settimane, l'Emilia Romagna torna gialla e finisce il confinamento comunale.

In concomitanza arriva una perturbazione intensa con esondazione di fiumi, ponti chiusi e frane.

Sembra che gli Dei ci abbiano presi di mira, anche se c'è chi, veramente, subisce direttamente queste intemperie, mentre noi, al massimo, prolunghiamo il confinamento comunale.

La mia curiosità è relativa alla apertura o meno dei rifugi all'inizio delle piste sul nostro Appennino.

Come bar e ristoranti potrebbero riaprire anche se si affollerebbero di gente che, come me, potrebbe accontentarsi di stare al sole (quando ci sarà ...) mangiando un tigellone con lardo e parmigiano.

Comunque non ho letto nulla che indichi un divieto per la loro apertura, la chiusura riguarda gli impianti e se qualcuno volesse usufruire del parco giochi per i bambini (dove non ci sono impianti di risalita) non vedo perchè non dovrebbe farlo e quindi gustarsi una prelibatezza locale.

E pare che quest'anno la neve sia arrivata bene e ne arrivi ancora, tanta ...

domenica 29 novembre 2020

Correre con gli amici

Non sono uno che corre per strada.

Vedo molti che si infilano tute elegantissime e corrono per le strade della città.

Abitando in prima collina, vedo anche persone stravolte che si inerpicano per le salite.

Ieri ho visto questa scena.

Un gruppetto si ferma al termine di una prima salita per attendere uno che andava più lentamente e che, finalmente li raggiunge (stravolto) proprio nel momento in cui passavo anche io (camminando in senso opposto verso il centro).

Non ha fatto in tempo a raggiungere gli amici che uno ha detto: "bene, ci siamo tutti, proseguiamo".

Non gli ha dato neppure il tempo per rifiatare che sono tutti ripartiti verso (presumo) la Capannina.

Inevitabilmente il poveraccio rimarrà di nuovo indietro ... 😈


domenica 22 novembre 2020

I carbonari del caffè e brioche

Bologna, zona arancione.

I bar possono solo fare asporto e consegna.

A differenza di marzo e aprile, vedo molti bar aperti che offrono il "servizio" di asporto.

Asporto, tecnicamente, significa prendere cibo e bevande e portarsele a casa o in ufficio.

In realtà assistiamo ad una incredibile sceneggiata, con il cliente che prende il suo bicchierino di plastica e il sacchetto della brioche, esce dal locale e si appoggia ad una colonna o al bordo di una finestra appena fuori dal bar e beve e mangia.

Analogamente fanno colleghi di ufficio e amici che si mettono in cerchio e chiacchierano allegramente mentre bevono il caffè come al soliti.

Sarebbe ovviamente vietato, ma è la dimostrazione plastica dell'ipocrisia e della inutilità di alcuni divieti assunti probabbilmente per fare scena.

Che differenza ci sarebbe se fosse stato consentito di prendere il caffè al banco ?

 

domenica 15 novembre 2020

Arancioni

Una volta gli arancioni erano i giocatori della nazionale olandese.

Poi arancioni furono gli Hare Khrisna che pensavano di poter eternamente ballare e cantare.

Adesso gli arancioni siamo noi e non è un bel vedere.

Poichè i colori cambiano repentinamente non posso escludere che nel tempo necessario a scrivere e pubblicare queste righe, l'Emilia Romagna cambi nuovamente colore, come un camaleonte.

Oggi primo giorno da arancioni, dunque ma, a parte i bar chiusi e la rinuncia alla colazione, non vedo grandi differenze.

Ieri pomeriggio Bologna ha visto una grande concentrazione di cittadini in centro dimostrando che ormai sono in pochi a prestar fede a quello che ci dicono di fare.

Un po' come una volta, prima di un periodo di quaresima, ci si abbuffava di tutto ciò che ci avrebbero proibito nei giorni successivi.

Per chi ha un lavoro (pubblico o privato) garantito e per chi è in pensione, nulla cambia.

Cambia molto, invece, per chi consegue il proprio reddito dalla quotidiana attività commerciale.

Magari, per mettere tutti nelle medesime condizioni, non sarebbe sbagliato sospendere anche il pagamento di stipendi e pensioni sostituendoli con gli stessi importi dei "ristori" che saranno erogati ad autonomi, imprenditori e professionisti.


domenica 8 novembre 2020

Il servizio postale nell'era del virus cinese

In settimana sono stato costretto, per l'ennesima volta, a recarmi all'ufficio postale per il ritiro di una raccomandata la cui consegna, ancora una volta, è stata tentata l'unico giorno in cui ero fuori per pranzo.

Comincio a pensare che la postina, che mi accoglie sempre con urla belluine quando scendo le scale, per firmare la ricevuta, senza aver indossato la museruola , abbia capito che una volta alla settimana non ci sono e, allora, consegni la raccomandata in quella occasione, costringendomi a recarmi successivamente all'ufficio postale.

Non sarà vero, ma a pensare male ...

Intanto annoto che mentre una volta la raccomandata era disponibile sin dal giorno dopo, adesso la posso ritirare solo a partire dal secondo giorno successivo.

Un servizio più lento, quindi, comunque.

Mi reco all'ufficio e subito devo accodarmi.

Fanno entrare un numero di persone pari agli sportelli aperti (nel mio caso erano due), più uno che può restare in attesa all'interno.

Al mio turno entro e subito uno mi invita a provarmi la febbre, con il termoscanner che, appena avvicino gli occhi, emette un sonoro beep accompagnato da un lampeggio verde.

Prima prova superata.

Mi metto quindi in attesa di vedere quale sportello si liberi.

Da notare che sono l'unico in attesa per via delle disposizioni sul virus, quindi non c'è alcun dubbio che sia io ad aver diritto ad accedere allo sportello.

Finalmente si libera un addetto e mi avvicino con l'avviso della raccomandata e il documento di identità.

L'addetto mi chiede se ho preso il biglietto.

Il biglietto ?!?!?

Ma se sono l'unico in attesa in base ad un ordine preciso che si è formato in precedenza e ad un accesso filtrato !

Niente, sono costretto a prendere il biglietto per poi buttarlo immediatamente nel cestino.

Magari quei rotoli di biglietti "rompicoda" costano una inezia, ma moltiplicati per gli uffici postali fanno massa e mi sembra, finchè saranno vigenti le regole sugli accessi derivanti dal virus, uno spreco utilizzarli visto che non ci sarebbe alcuna contestazione sull'ordine di precedenza.

Tra termoscanner, biglietto, gel sanificatore (ma quante volte ci viene chiesto - a volte anche con toni che rasentano l'isteria - di usarlo, dopo che siamo magari entrati ed usciti da altri negozi in ognuno dei quali abbiamo usato il gel ?) mi sembra che anche il servizio postale sia peggiorato.

E' vero che non arriva più la marea di posta di una volta (sono sparite le cartoline, le lettere, persino la pubblicità) e che anch'io ho attivato una pec proprio per evitare che mi vengano notificate raccomandate da dover andare a ritirare, ma ci sono alcune spedizioni che non possono prescindere dalla consegna materiale.

Ad esempio i libri.

Con tutto quello che si spende per le poste, con i bilanci miliardari che hanno, non potrebbero curare meglio tali aspetti, riducendo la parte burocratica (e probabilmente spendendo meno e perdendo meno tempo) ?

domenica 1 novembre 2020

Sean Connery

Confesso.

Sono uno dei pochi che preferisce Roger Moore nei panni di 007.

Non è però possibile ignorare che Connery fu il primo e al più famoso agente segreto del mondo, diede quelle caratteristiche che poi obbligarono i successivi interpreti ad adeguare la loro recitazione.

Ma Connery non fu solo 007, lo ricordo negli Intoccabili, nel Nome della Rosa e quale padre di Harrison Ford in Indiana Jones.

E' morto a 90 anni, credo una bella età per dire: ho vissuto.

domenica 25 ottobre 2020

Folla anonima

Da quando c'è l'obbligo delle mascherine anche per circolare in strada, non riconosco più chi incontro e mi saluta.

Una collega mi ha detto che mi riconosce dalla pelata, chissà come farà quando la temperatura mi imporrà di indossare anche un cappello (provate ad immaginare: cappello, occhiali da sole, mascherina, sciarpa e cappotto con il bavero rialzato).

Ho preso l'abitudine di salutare chiunque accenni un saluto verso di me e alla domanda "chi era" che talvolta chi è con me mi rivolge, rispondo "non lo so, mi ha salutato ed ho risposto per cortesia".

E' un altro aspetto della vita quotidiana che ci è stato sottratto, poter vedere chi incrociamo, la sua espressione, salutare in piena consapevolezza chi si conosce.

Dopo l'isolamento fisico, arriva anche l'isolamento in mezzo alla folla, una folla di persone rese tutte uguali dalla mascherina.

domenica 18 ottobre 2020

La partita delle 12,30

Oggi il Bologna gioca alle 12,30.

Il peggior orario possibile.

Proprio quando uno si prepara o prepara lui stesso il pranzo.

Che si fa ?

Pranzo frugale (alla domenica !!!) o pizzette con cui ingozzarsi davanti alla televisione come quando avevamo quattordici anni ?

Beh, quattordici anni non li abbiamo più e mangiare un cabaret di pizzette seduto in poltrona poi lo scontiamo nel prosieguo della giornata.

Allora si pensa ad una mela e un paio di clementine, rimandando qualcosa di più consistente alla cena, così da potersi vedere la partita senza addromentarsi.

E' dura arrivare poi alle otto di sera !

Allora la soluzione è un pugno di trenette con un po' di pesto già pronto.

Preparazione veloce, limitando la quantità si riduce la pesantezza ma non si rinuncia al gusto.

Poi stasera vedremo ...


domenica 11 ottobre 2020

I "tutorial"

Nei giorni scorsi ho comprato un elettrodomestico e, poco soddisfatto dalle istruzioni (si sono preoccupati di allegare un poderoso volume in decine di lingue, ma con scarne spiegazioni, spesso solo disegni senza didascalia) ho cercato in internet qualche notizia o manuale in più.

E sono entrato nel mondo dei "tutorial".

Nella fattispecie giovani signore perfettamente acconciate, unghie laccate, che mettevano le mani (senza guanti) in aspirapolveri usate e sporche per far vede come si smontano e si puliscono, riuscendo comunque a fornire indicazioni certamente più utili del manuale di istruzioni allegato al prodotto.

Ho provato a fare ulteriori ricerche ed ho trovato di tutto.

Come si accende la pipa, prove di tabacchi vari, come scaricare gratuitamente le suonerie del telefono, prove tra decine di televisori.

C'è poi un certo Aranzulla che ha una risposta pronta per ogni problematica di carattere informatico.

Tutto gratis.

Gratis ?

Dopo un paio di giorni ho cominciato a ricevere sulla posta elettronica offerte di ferri da stiro, aspirapolveri, forniture di vino, di tabacco, cellulari di ultima generazione a prezzi stracciati, torce militari potentissime vendute per pochi centesimi ...

E io che ho cura di pagare tutto quello che posso con i contanti proprio perchè così non vengo segnalato come interessato a questo o quel prodotto, diventando preda della pubblicità di internet !


domenica 4 ottobre 2020

A Lucca, mai !

Si narra che, dopo aver sostituito Monicelli alla direzione di Urania, Fruttero&Lucentini respingessero tutti i romanzi proposti da autori italiani (ma anche francesi e tedeschi) per prediligere gli angloamericani.

Fu motivo di polemica e loro risposero: ma vi pare che un disco volante possa atterrare in Italia ? A Lucca, mai ! Per dire che l'ambientazione casareccia non sembrava loro credibile.

Mi è venuto da pensare altrettanto leggendo un paio di romanzi di Alicia Gimenez-Bartlet che mi ha prestato una collega perchè avevo apprezzato la trama (non i dialoghi e i rumori di fondo) del telefilm giallo "Petra" tratto da tali romanzi.

Il telefilm è stato ambientato a Genova, i romanzi sono collocati in Spagna, a Barcellona.

Mi è sembrata più credibile e solida la sceneggiatura dei telefilm piutoosto che degli originali dei romanzi.

Che sia da dire anche "A Barcellona, mai !" ?

domenica 27 settembre 2020

Perchè non ripristinare il sottopasso di via Rizzoli ?

Mercoldì ero a pranzo con gli ormai ex colleghi e, al termine, mentre loro, al riparo dei portici, tornavano in ufficio, io mi sono incamminato sotto la pioggia verso piazza Cavour dove avevo lasciato la vespa.

Sotto i miei piedi sapevo che c'era il vecchio sottopasso che era stato realizzato negli anni cinquanta per consentire ai pedoni di attraversare la strada al sicuro dalle macchine che, allora, potevano liberamente passare da via Rizzoli (e anche da piazza Maggiore).

Un sottopasso che, nei miei ricordi, era anche un rifugio dalla pioggia e collegava il portico di via Ugo Bassi con quello di Via Rizzoli.

Era un sottopasso con servizi vari, negozi (ricordo "Rade" e "La fonte dell'oro"), base per i dipendenti dell'Atc, oggi Tper e allora Atm.

Fu chiuso e sbarrato perchè divenne rifugio di barboni e tossici.

Chissà perchè preferirono chiuderlo anzichè provvedere a mantenerne l'ordine.

Eppure sarebbe bastato spostare un presidio di vigili urbani e/o di Polizia/Carabinieri per impedirne il degrado.

Oggi insistono ad occupare piazza maggiore con ogni sorta di manifestazione, salvo poi spostarla altrove (come il CiokoShow).

Il sottopasso, restaurato e presidiato, potrebbe tornare ad essere un luogo di ritrovo al riparo da pioggia e sole.

In fondo in Canada, mi sembra a Vancouver e non solo, esiste una città sotterranea proprio per consentire di vivere la città anche quando fuori ci sono svariati gradi sottozero e la neve si tramuta subito in ghiaccio.

Perchè a Bologna non potremmo recuperare quel vecchio sottopasso ?

domenica 20 settembre 2020

Rinnovare la patente

 La legge dice che dopo i cinquanta anni la patente debba essere rinnovata ogni cinque anni.

Mi tocca.

La legge dice anche che si può procedere al rinnovo nei quattro mesi antecedenti la scadenza, che rimarrà sempre la stessa in quanto adesso è stata adeguata al giorno di nascita.

Poichè la mia patente scadrà il 31 dicembre, sono andato nei giorni scorsi, unicamente per informarmi sui documenti, presso l'ambulatorio usl della stazione, dove alle precedenti scadenze ho sempre rinnovato il documento.

Ricordavo che era estremamente pratico, con un tavolino dove c'erano i moduli e un ciclostilato con l'indicazione di quello che si doveva presentare, per poi ritornare con la documentazione necessaria e mettersi in coda per la visita medica.

Non c'è più il tavolino con i moduli.

Bisogna fare la fila prima di poter chiedere solamente delle informazioni, previa misurazione della temperatura.

A fatica mi hanno datto una striscia di ciclostilato con l'indicazione di quel che avrei dovuto portare:

una fotografia recente, patente, tessera sanitaria e le ricevute di due bollettini postali per 16 e 10,20 euro.

Avrei dovuto prendere appuntamento per la visita medica.

L'impiegata ha subito messo i puntini sulle "i":

- adesso non prendo appuntamento per lei perchè prima dobbiamo esaurire le scadenze precedenti e comunque sono impegnata fino al 15 ottobre.

E allora ?

Come può sapere se ci sono scadenze antecedenti ancora in attesa di rinnovo ?

E la legge che dice che io posso rinnovare nei quattro mesi antecedenti la scadenza, come può, una impiegata, arrogarsi il diritto di non prendermi appuntamento all'interno di tale termine ?

Ma andiamo avanti:

- pagamento di 45 euro, solo con bancomat, carta prepagata o carte di credito.

Come si permette un ufficio pubblico di rifiutare (come esplicitamente scritto) il contante ?

In ultimo alla richiesta dei bollettini postali: deve andarli a prendere in posta.

Non c'è che dire, il servizio, in poco meno di sei anni (il mio precedente rinnovo risale al febbraio 2015, sono stato "beneficiato" nella scadenza dal suo adeguarsi alla data di nascita), è nettamente peggiorato.

Risultato: andrò all'Aci.

Si paga di più ma fanno tutta la pratica loro, anche i bollettini postali.


 

domenica 13 settembre 2020

Immortale Nero Wolfe

Alcuni anni fa scrissi un post sulla nuova serie di Nero Wolfe interpretato da Pannofino e Sermonti nel ruolo di Archie Goodwin.

La nuova serie non ha avuto un seguito, mentre resta viva la memoria di quella con Tino Buazzelli e Paolo Ferrari.

Grazie al determinante contributo di Pietro sono riuscito a completare la raccolta dei romanzi di Rex Stout pubblicati, anche in anni lontani, in Italia.

E mi è venuta voglia di riguardarmi il Nero Wolfe in bianco e nero del 1970 71.

Ho ritrovato la stessa freschezza e lo stesso piacere come ogni volta che guardo i nostri sceneggiati storici, mai vecchi.

Soprattutto è apprezzabile la dizione, perfetta, tanto da poter abbassare il volume della televisione, mentre negli sceneggiati moderni (ultimissimo "Petra" con Paola Cortellesi) la pessima abitudine di conservare i rumori di fondo e di insistere con la colonna sonora, rende l'ascolto più complesso..

Se poi aggiungiamo che alcuni attori sono dei cani in dizione con il loro marcato accento regionale, allora certi programmi diventano inguardabili (poi c'è chi mi chiede perchè io guardi sono telefilm inglesi o americani: perchè sono doppiati e il doppiaggio cancella i rumori di fondo della presa diretta).


domenica 6 settembre 2020

Gatto, cane o ... niente ?

Per lungo tempo mi ero convinto che, una volta in pensione, avrei comprato un cane.
Ne ero così convinto che, man mano che si avvicinava la scadenza, avevo cominciato a leggere articoli sulle varie razze, su come curarli, quali adempimenti burocratici, quali vaccinazioni.
Poi ... ho cambiato idea.
Questa mattina mi sono rinfrescato il perchè.
Ho incontrato una "bambina" degli anni sessanta che, come me, non si è mai trasferita da qui e ci siamo fermati a chiacchierare.
Aveva un cane, da cinque giorni.
Ad un certo punto, pur essendo di piccola taglia, si è "liberato" (il cane, ovviamente !).
Ed ho avuto conferma del perchè, al dunque, non ho nessun cane (ed ho anche rinunciato al gatto che mi avrebbe casalinghizzato più del necessario). 😉

domenica 30 agosto 2020

Vecchio è meglio

Sono stato costretto a portare l'automobile a sostituire la serratura del portellone posteriore perchè qualcuno l'aveva rotta cercando di forzarla.
A parte la considerazione su cosa pensava di trovare (l'oro di Dongo ? un cadavere ?) e l'interpretazione benevola (mia, mi dicono però che sono ancora troppo ottimista sulla natura umana) di un errore (ho una macchina molto comune per colore e sagoma), devo dire che sono stato fortunato perchè conservo i mezzi per molti anni.
A parte la primissima cinquecento, ho avuto una 127 dal 1977 al 1993, una Golf dal 1993 al 2011 e adesso ho una Tiguan da quasi dieci anni.
Perchè è un bene avere una macchina vecchia ?
Perchè quando ho telefonato all'assistenza prima, mi hanno detto che potevano prendere appuntamento solo dopo il 18 settembre (!!!) poi di portare la macchina che l'avrebbe inserita qualora qualche appuntamento fosse saltato.
Perchè, a loro dire, dovevano guardare a fondo e fare un controllo completo.
Perplesso, ho portato la macchina e quando ho insistito perchè, almeno, un tecnico venisse a vedere, l'addetto all'assistenza ha accettato e ... si è illuminato dicendomi: ah, ma è un vecchio tipo ! Allora è solo un problema meccanico, dovrei avere la serratura da sostituire in magazzino.
Così è stato.
Se avessi avuto una macchina nuova, tutta elettronica, avrei dovuto attendere una "visita" completa per individuare il danno.
In sostanza, vecchio è meglio.

domenica 23 agosto 2020

Astuzie editoriali

Il periodo che stiamo vivendo è caratterizzato da una cosiddetta infodemia, cioè un eccesso di notizie (vere e false) sul virus cinese che aumentano la relativa psicosi.
Ma c'è anche chi approfitta di questo clima per proporre o riproporre qualcosa in tema, che conferma come la fantascienza sia, valutandola ex post, sempre più letteratura di anticipazione.
La casa editrice Fanucci ha cosi, in luglio, dato alle stampe un corposo romanzo di oltre 600 pagine di Connie Willis (vincitrice di Nebula e Hugo) intitolato "L'anno del contagio" dove, forse con un eccesso di stile e di verbosità, ci propone non uno, ma due contagi in parallelo grazie ai viaggi nel tempo.
Oltre non dico.
Ma il romanzo che non conoscevo, anche se da almeno 50 anni conoscevo l'autore (Charles Eric Maine) che mi colpi, ragazzino, con il suo Il vampiro del mare, è Il grande contagio, anche questo uscito in luglio, per gli Oscar Mondadori.
Il romanzo della Willis risale al 1992, quello di Maine al 1961 e rientra nel filone apocalittico in cui autori inglesi come lo stesso Maine e John Wyndham (Il giorno dei Trifidi, I trasfigurati, Il risveglio del'abisso, Il lichene cinese etc.) furono e restano maestri ineguagliabili.
Il romanzo di Maine (ricordo:1961) avvince e convince anche oggi, soprattutto quando si leggono i provvedimenti che vengono assunti per fermare il contagio da virus misterioso: mascherine, isolamento, igiene.
L'allarme febbre a 38, non a 37,5.
L'inizio dell'epidemia in Cina.
Sembrerebbe che Maine abbia lui preso una macchina del tempo e tratto spunto dagli eventi dei giorni nostri.
Come nel vampiro del mare il finale è ... agrodolce e anche qui non dico di più, ma questo romanzo mi sento di consigliarlo per uno o due pomeriggi coi brividi, anche se fuori ci sono 30 gradi.

domenica 16 agosto 2020

Primo Ferragosto da esodato

Per la prima volta da 38 anni, il mio Ferragosto non è stato condizionato dal "ritorno" in ufficio.
Forse potrei anche dire che, per la prima volta nella vita, non ho condizionamenti di ritorni, più o meno imminenti, ad una qualche attività specifica (che sia scuola, università o ufficio).
In realtà non me ne sono ancora reso conto.
Forse perchè ho iniziato il primo luglio, forse perchè i tre mesi che hanno preceduto il 30 giugno sono stati caratterizzati da quel "lavoro da casa" che è stato un antipasto dell'attuale situazione o forse perchè devo ricredermi, io che ho sempre preso in giro chi, andando in pensione, mi diceva "oggi non posso, sono impegnatissimo", constatando come siano gli impegni che vengono a noi, anche senza cercarli.
Mi sembra di essere in ferie e l'unico sapore differente è che mi sposto con maggiore frequenza (e in base alle previsioni del tempo) tra Bologna e l'Appennino.
Quattro giorni da una parte, poi altri otto dall'altra, poi di nuovo a Bologna per un paio di giorni e via andando.
Molto piacevole, anche se spero di poter vedere il momento in cui sarà realizzato il famoso teletrasporto di Star Trek, così da evitarmi di dover guidare e poter fare il pendolo anche più volte nella medesima giornata a seconda delle mie personali esigenze.
Non so come saranno l'autunno e l'inverno, ma al momento lo status di esodato (che è pensione a tutti gli effetti) mi piace molto più di quanto prevedessi.
E' proprio vero che a stare meglio ci si abitua subito  ...

domenica 9 agosto 2020

Agosto = repliche

Da moltissimi anni agosto è sinonimo di repliche.
Quando eravamo bambini c'erano trasmissioni televisive confezionate con spezzoni di vecchie trasmissioni, ed era anche piacevole.
Oggi non hanno neppure il buon gusto di presenterci le repliche con una forma elegante di trasmissione della memoria.
Particolarmente in radio, di cui sono sempre stato un abituale ascoltatore, maggiormente adesso da esodato sulla via della pensione, propongono repliche di intere puntate di trasmissioni precedenti.
Quando, per semplificarsi la vita, non risolvono tutto con una sequela infinita di canzonette inframmezzate dalla verbosità sconclusionata e inconcludente di uno pagato (presumo assunto dalla rai) appositamente per sparare fesserie (ed è uno che non è uno solo, ma uno che si alterna con una miriade di altri "uno" tutti pagati per il medesimo motivo).
Posso accettare la replica da quelle stazioni che mi offrono programmi gratuitamente, dove è mia la scelta di sorbirmi anche la pubblicità che le mantiene.
Mi piacerebbe invece, ma purtroppo il Bertoldino di Rignano sull'Arno ci ha incastrato tutti con il canone rai addebitato direttamente sulla bolletta elettrica, se si potesse rispondere: tu mi proponi repliche ? 
E io ti pago con la la fotocopia del bollettino del canone dell'anno scorso.
Riempi il tempo con canzonette ?
E io ti pago con la registrazione del tintinnare delle monete e il fruscio delle banconote.

domenica 2 agosto 2020

ultima giornata di Campionato

Nonostante qualche uccellaccio del malaugurio che profetizzava il contrario, il Campionato di calcio è regolarmente terminato anche in Italia (solo la Francia vi ha rinunciato, sbagliando clamorosamente).
Oggi (finalmente ad un orario decente, le 20,45) anche il Bologna giocherà la sua ultima partita, già salvo da tempo, tenuto in riga solo dalla fame di vittoria del tecnico e nostro neo concittadino Sinisa Mihailovic.
Come sempre: si poteva fare di più, ma non sono completamente deluso.
Si sono visti giovani interessanti che potrebbero, se Saputo non si farà ingolosire dalle plusvalenze, costituire una valida ossatura del Bologna per molti anni a venire.
Sicuramente abbiamo subito troppi goals e, quindi, un portiere, un centrale e un jolly alla Tomyasu (che sappia cioè interpretare il ruolo di centrale e di esterno arretrato)  dovranno essere le priorità del mercato e, a ruota, un centravanti vero, sogno uno alla Nielsen o alla Boninsegna, non un tuttofare che si spolmona per rientrare e poi cicca sotto porta.
Il centrocampo mi sembra già a posto con due "vecchi" come Poli e Medel a fare da chioccia ai vari Schouten, Dominguez, Svamberg, Baldursson.
Sulle mezze punte insisterei su Skov Olsen che mi ricorda (caratterialmente) il "pulcino bagnato" come fu definito Baggio da Agnelli.
Imprescindibile la presenza di Soriano.
Da recuperare Sansone e da valorizzare Barrow.
Orsolini non mi è mai piaciuto, troppo egoista, tropo accentratore, troppo confusionario, troppe volte per terra.
Discorso analogo per Juvara che però vorrei vedere con più continuità, magari Mihailovic riesce a renderlo disciplinato.
Mi auguro che decidano di ricominciare il 12 settembre, in fondo si sono già riposati per due mesi ...

domenica 26 luglio 2020

C'è posta per te

No, non mi riferisco alla post@ elettronica, ma a quella, oggi sempre più rara, cartacea.
Sono anni che non spedisco e non ricevo cartoline, lettere o biglietti di auguri e la vecchia buchetta della posta si riempie - sempre più raramente - solo di pubblicità (per me è tale anche quella con la quale si richiedono offerte e versamenti per cause apparentemente nobilissime), neanche più di bollette da pagare, ormai tutte dirottate sulla casella di posta elettronica.
Ma con la posta eletronica, non si riesce a ricevere vino, olio, amaro, libri.
Ed è la fortuna dei corrieri.
Che, però, la fanno da padroni.
Sono dovuto rientrare per andare all'ufficio postale a ritirare (dopo 40 minuti di coda all'esterno, sotto il sole a causa delle restrizioni di accesso con la scusa del virus cinese) un libro che non avevo richiesto.
Appena ripartito sono nuovamente rientrato perchè ho ricevuto l'avviso di consegna di una fornitura (che invece avevo richiesto) e che dovrebbe essermi consegnata lunedì 27.
Ottimo, poi proseguo nella lettura della e mail e vedo che l'orario indicativo di consegna è tra le 9 e le 18.
Tra le 9 e le 18 ?!?!?
Non so chi sia il corriere (lo vedrò domani) ma è il peggior servizio (dopo quello di poste italiane che neanche preavvisa) che viene offerto, visto che di solito vengono date, al massimo, indicazioni per quattro ore al mattino e quattro al pomeriggio, così da consentirci di non occupare tutta la giornata in attesa.
Magari, qualche consegna in meno in cambio di orari più precisi, sarebbe cosa buona e giusta.

domenica 19 luglio 2020

Accumulatore seriale

La prima attività cui pensavo di dedicarmi una volta andato in pensione, era lo sgombero ed il riordino della cantina, per consentirmi di avere nuovo spazio ove portare oggetti al momento stipati negli armadi di casa e quindi poter ampliare le biblioteche (ormai ricavate in ogni stanza, tranne il bagno).
Ci ho provato, ma al dunque ho cominciato con il conservare questo e quello, come "ricordo" oppure perché "potrebbe tornare utile".
Per la cronaca: ho ancora i volantini distribuiti al Galvani.
Al di là di ogni ragionevole dubbio, sono un accumulatore seriale.
Probabilmente la cosa migliore è chiamare uno sgombero cantine che porti via tutto, ma il dubbio è che, dopo venti anni che quel partkcolare oggetto o documento non mi serviva, mi metta a cercarlo il giorno dopo lo sgombero.
Ho rimandato l'attività all'autunno ...

domenica 12 luglio 2020

La prossima volta ...

La sconfitta di mercoldì con il Sassuolo, ha riportato il Bologna con i piedi per terra dopo la vittoria contro l'Inter.
Ieri, poi, il Sassuolo ha vinto contro la Lazio, dimostrandosi una delle squadre più in forma di questa seconda e ultima parte del campionato.
Paradossalmente la Lazio, che aveva solo un punto di distacco dalla Juventus al momento della reclusione forzata e che aveva più di ogni altra società spinto per la ripresa, si trova ora in piena crisi di risultati e rischia persino di vedersi sfuggire il piazzamento in Coppa dei Campioni (che oggi si chiama "Champions", ma che preferisco continuare a chiamare con la terminologia italiana di sempre).
Il Bologna, noi tifosi, abbiamo sperato in un guizzo che ci portasse dal gruppo dei mediocri a quello del secondo livello, cioè tra coloro che aspirano ad un posto nelle coppe europee.
Rimandati.
Al prossimo anno, speriamo.
Già, ogni anno ci sentiamo dire "ma la prossima volta ...".

domenica 5 luglio 2020

E' complicato convivere paificamente e senza disturbi

Durante la reclusione che ci hanno imposto con la scusa del virus cinese, qualcosa a Bologna è cambiato nella viabilità.
Sono spuntate una miriade di corsie preferenziali per le biciclette, sistematicamente NON utilizzate dai ciclisti che preferiscono circolare nella corsia (sempre più ristretta) dedicata ad auto e moto.
E poi s arrabbiano pure se li si invita a circolare nelle apposite corsie che, invece dei ciclisti, vedono la presenza di quelli che fanno jogging.
Con uno, civile, con cui mi sono fermato a parlare (io ero a piedi, si intende) mi ha detto che corrono sull'asfalto perchè più liscio e rischiano meno storte e cadute a causa della pavimentazione sconnessa dei marciapiedi.
Posso capirli, ma, alla fine, tutto si trasforma in un danno per gli automobilisti che se anche solo sfiorano un ciclista o un pedone, si ritrovano con una sequela di disturbi.
Molto divertenti anche coloro che fulminano (per ora solo con uno sguardo severo) il passante, singolo e "distanziato" che non usa la mascherina.
Poi andiamo a guardare e costoro (quasi tutti) la indossano lasciando completamente scoperto il naso.

domenica 28 giugno 2020

William Negri

Continua, inesorabile, l'addio ai miti di una infanzia felice.
E' infatti morto, dopo una lunga malattia, William Negri, il portiere del Bologna dello scudetto.
Mi ricordo che Negri aveva l'abitudine di portare un berrettino da baseball, per ripararsi dal riflesso del sole e quel berrettino divenne per molti di noi bambini un accessorio assolutamente necessario quando ci "toccava" giocare in porta, anche se si giocava all'ombra.
Negri non ebbe una carriera lunga e fortunata come altri portieri, ma rappresentò un baluardo che dava garanzie e fiducia a tutta la difesa e fu un elemento essenziale per lo scudetto del 1964.
Con la scomparsa di Negri, restano con noi solo in due (Fogli e il capitano Pavinato) di quella squadra, tre se contiamo anche Capra che, partito titolare, fu poi relegato al ruolo di riserva per la "esplosizone" di Furlanis, ma che comunque giocò lo spareggio del 7 giugno 1964, sostituendo Pascutti c'è chi dice per un infortunio dell'ala sinistra, chi per geniale scelta tecnica di Bernardini.
Qualcuno in più con le riserve (mi sembra di aver letto di Rado, il secondo portiere, Cimpiel, terzo portiere, Lorenzini e Corradi).

mercoledì 17 giugno 2020

Noi, invece, c'eravamo

"Che a suoi figli narrandole un giorno, dovrà dir sospirando: io non c'era; che la santa vittrice bandiera salutata quel dì non avrà" (Manzoni, Marzo 1821).
Noi, invece, c'eravamo quel giorno, anzi quella notte del 17 giugno 1970 quando una partita di calcio riscattò anni di dileggio e di sudditanza psicologica.
Erano i Campionati del Mondo di calcio in un Messico che aveva già ospitato nel 1968 le Olimpiadi.
L'Italia arrivava dai mondiali inglesi del 1966 con la umiliante sconfitta contro la Corea del Nord, mentre alla Germania ancora bruciava la sconfitta contro l'Inghilterra.
Noi per il riscatto, la Germania per affermare una supremazia che solo quello che consideravano un inganno aveva loro sottratto quattro anni prima.
Ci incontrammo in semifinale.
Fu epica.
Io (noi) eravamo impegnati negli esami di terza media.
Impegnati ... poco, perchè c'era lo sciopero dei professori che li aveva bloccati e che ci consentì di guardare le partite anche se si giocavano a tarda ora (poi gli esami furono ridotti alla sola prova scritta di italiano per tutti, latino per chi voleva essere ammesso al classico e ad un orale con contorno di prova di educazione fisica).
Ricordo la televisione in bianco e nero, neanche lontanamente immaginabile per chi è abituato alla qualità delle immagini di oggi.
Ricordo le pause, il caldo, il gelato mangiato con mio padre e la felicità finale.
Italia Germania 4 a 3 e diventammo "grandi".

domenica 14 giugno 2020

Con il virus cinese abbiamo imparato a stare in coda

Il proverbio dice: non tutto il male vien per nuocere.
E' l'antesignano popolare della tanto osannata "resilienza" che da alcuni anni ci hanno propinato in ogni corso aziendale.
Beh, la saggezza popolare, ancora una volta, ha visto giusto.
Da quando c'è il virus cinese, noi Italiani, sempre poco propensi a metterci in fila, siamo ordinatamente e rispettosamente in coda quando entriamo nei supermercati, nei negozi ed ovunque ci sia richiesto di farlo con ordine e rispettando il numero di ingressi previsto per evitare contagi.
Di questo virus cinese credo sia da archiviare al più presto ogni cosa (anche l'obbligo delle "mascherine") ma non questa bella novità che ci vede rispettare, senza tentare furbizie, chi è pacificamente e serenamente in coda prima di noi, venendo a nostra volta rispettati da chi è arrivato dopo.
Ho molti dubbi, ma spero che non sia un fuoco fatuo.

domenica 7 giugno 2020

7 giugno 1964

Oggi il fascicolo sportivo del Resto del Carlino ricorda, con una intervista a Romagno Fogli, l'anniversario del mitico spareggio del 7 giugno 1964, quando il Bologna conquistò il suo ultimo scudetto, battendo senza se e senza ma l'Inter, dopo una stagione che avremmo dovuto vincere senza storie, ma che fu inquinata dalla vicenda del doping, costringendo il Bologna ad affermare la sua superiorità in uno spareggio a Roma.
La fotografia, scansionata dalla pagina del Carlino, a scanso di equivoci, è quella della squadra tipo di quella stagione, non della partita scudetto quando, con una geniale mossa tattica, Bernardini lascò fuori Ezio Pascutti, inserendo Capra.
Una giornata memorabile.
Forza Bologna, sempre !

martedì 2 giugno 2020

Il Dragone nello spazio

In questi giorni (che dico giorni: settimane, mesi...) in cui la drammatica l'emergenza Covid (sanitaria prima ed ora economica) ha monopolizzato tutta l'informazione può sembrare strano parlare di imprese spaziali: quanta differenza con gli anni '60 in cui ogni impresa spaziale, anche la più modesta  occupava le prime pagine dei giornali e veniva data come notizia d'apertura nei TG !
Ma l'impresa della Dragon  della Space X è stata veramente epocale.
Negli anni '50, '60 e primissimi '70 era tutto epocale in quanto ogni impresa spaziale o quasi rappresentava una primizia. Poi venne la lunga crisi della seconda metà degli anni '70 quando per ben 6 anni nessuna astronauta USA tornò nello spazio e la luna venne presto dimenticata.
Ma nel 1981, con il lancio del primo Shuttle lo spazio si riprese per qualche tempo un posto di primo piano negli organi d'informazione. Ed era più che giusto: un aereo spaziale, un'astronave vera e propria, non un razzo a perdere con una capsula più o meno angusta che non poteva essere riutilizzata nel viaggio successivo.
Ma anche gli splendidi shuttle dopo un po' divennero routine e i loro lanci non facevano più notizia tranne, purtroppo quanto si verificarono i due terribili incidenti mortali del Challenger e del Columbia.
 E poi venne la decisione di abbandonare quelle splendide astronavi e ritornare ai razzi a perdere: decisione forse discutibile, ma con un obiettivo grandioso: tornare finalmente sulla Luna.  Ed invece ci pensò l'amministrazione Obama a cancellare anche questo sogno: niente più shuttle e neanche più ritorno sulla Luna, se gli USA volevano continuare a volare nello spazio dovevano pensarci le società spaziali private che a quei tempi erano ancora alle prime armi.
C'era da mettersi le mani nei capelli di fronte a una simile decisione.
Ma alla fine le società private ce l'hanno fatta. La più veloce di loro (ma ce ne sono altre in dirittura d'arrivo) facente capo al geniale Elon Musk è riuscita nell'impresa dopo 9 anni di duro lavoro.
L'astronave sembra uscita dai migliori film di fantascienza: è vero, pare una capsula del tutto simile ai razzi a perdere delle missioni americane anni 60 e a quelle russe della veterana Soyuz tuttora in servizio, ma non è così: intanto è tutta riutilizzabile: il razzo, dopo aver sganciato la capsula in orbita è atterrato dolcemente e con precisione millimetrica nella stazione a terra. L'astronave, poi, al suo interno è ultramoderna, fantascientifica  con due schermi touch screen con sfondo blu: niente leve, manopole, pulsanti. E le tute spaziali ? veramente fantastiche, incredibili, lontane anni luce dai pesanti scafandri a cui siamo abituati e che ancora si utilizzano nei lanci delle Soyuz. sembrano uscite dai migliori film di fantascienza (ed in effetti ho letto che Elon Musk per il loro design ha ingaggiato un noto stilista).
Il futuro dello spazio sembra essere veramente sempre più in mano alle imprese private.

domenica 31 maggio 2020

Il ritorno dei puritani

Sul Corriere online di giovedì hanno esposto i dieci comandamenti dei dpcm, su cosa, anche dopo il 3 giugno, NON si potrà fare.
Tralasciando gli altri nove, evidenzio il punto 3:
" 3. Baci e abbracci
Niente baci e abbracci con chi non è «congiunto»: e anche con i parenti non conviventi (soprattutto anziani) vanno evitati i contatti fisici.".
Dove non sono riusciti i preti (a reintrodurre le pene per non pratica morigeratezza e castità) ci sono riusciti i dpcm.

domenica 17 maggio 2020

Profumo di normalità

Con la trasmissione della partita tra Borussia Dortmund e Schalke 04, la ripresa del campionato di calcio tedesco ci spinge verso un ritorno (troppo lento) alla normalità.
Domani andrò a bere un caffè al bar dopo oltre due mesi e spero che non vi siano troppi vincoli, nè code da fare.
Per il ristorante si può attendere, perchè non mi ispirano molto le barriere e tutte le "precauzioni" che vengono descritte nei servizi "giornalistici", ma comunque è un primo passo (anche questo tardivo e lento, troppo lento) verso il ritorno alla normalità.
Non sono tra quelli che schifano la "vita precedente" e gioiscono nel pensare che "niente sarà come prima", al contrario mi auguro che passata la paura, tutto torni come prima.
Intanto prendiamo quello che viene, con il calcio domenicale, anche se la Bundesliga non mi ha mai entusiasmato.

domenica 10 maggio 2020

Il campionato deve ricominciare

Sono stupito (fino ad un certo punto ...) dalla stolidità del governo che ancora non ha deciso se autorizzare la ripresa del campionato di calcio.
Se una certa giustificazione nel rimandare di mese in mese il "decreto aprile", cioè l'epocale iniziezione denaro nella nostra economia (che peraltro esiste solo sulla carta, trattandosi essenzialmente di garanzie e non di liquidità) può essere comprensibile visto che tutte le categorie hanno giustificati motivi per accapparrarsi una fetta della torta, sulla ripresa del campionato non ne esistono.
Il calcio è (era) una fiorente industria che muoveva miliardi.
L'interruzione comportarebbe lo stato di crisi e quindi la necessità per lo stato (cioè per noi) di rifinanziarlo, al pari di qualsiasi altra attività economica.
Ma il calcio è ed ha molto di più.
Il calcio è spettacolo che coinvolge milioni di Italiani e rappresenta una valvola di sfogo dalle tensioni quotidiani, una parentesi dalle angosce e dai problemi dei cittadini e in quanto tale svolge una importante funzione sociale.
Ma, dicono, la sicurezza ...
Il calcio è praticato da giovani atleti, allenati, controllati e in salute, non si tratta di anziani già debilitati da diverse patologie e se un calciatore fosse contagiato è molto probabile che non manifesterebbe neppure sintomi rilevanti e, alla fine, si possa risolvere tutto con una guarigione che rappresenterebbe un rafforzamento del presidio immunitario per tutti.
E se non ripartisse il calcio, perchè dovrebbero ripartire altre attività dove la sicurezza dei lavoratori sarebbe ancor meno garantita ?

domenica 3 maggio 2020

Il buio oltre il "lockdown"

Ricordate quando eravamo all'inizio della reclusione ?
Molti l'avevano affrontata con animo lieve, quasi come un benefit improvviso.
I pubblicitari si erano data molto da fare tra canti al balcone di cui non è rimasta neppure l'eco, scritte "andrà tutto bene" che, scolorite e impoverate, danno l'impressione di abbandono.
E i video, le vignette, le battute che giravano vorticosamente in internet.
Ormai è tutto un ricordo, due mesi di reclusione hanno cancellato l'effervescenza della novità.
Ho il timore che per riprendere il ritmo e ritrovare la spinta che ci consentirà di uscire dalla depressione (economica) ci vorrà molto più di un "dpcm" con il corollario delle faq perchè incomprensibile.