Con oltre dieci anni di ritardo, ho visto tutte le stagioni e gli episodi di una serie televisiva che "fece epoca": Lost.
Non ricordo per quale motivo non la guardai quando uscì, ma ho approfittato della sua presenza nello Sky Box Set per scaricare tutte le sei stagioni e gli oltre cento episodi, quindi guardarli durante l'estate.
La serie tratta della lotta per sopravvivere in un'isola nell'oceano di un gruppo di superstiti di un aereo precipitato.
Il tema è stimolante per uno a cui piacciono i film del genere "catastrofico" e sicuramente le prime due stagioni sono state appasiosnanti, ben condotte e con una trama sostenibile.
La terza stagione cominciava a mostrare la corda.
Le ultime tre stagioni sono andate in calando, con versioni sempre più inverosimili e proiettando l'impressione che si volesse allungare il brodo perchè, serie di successo, non la si doveva terminare.
E non è un buon servizio per una serie televisiva che vive il suo successo nel futuro sul ricordo di chi l'ha vista.
Il finale è penoso, non lo riassumo perchè non sia mai che qualcuno volesse guardare la serie (ancora su Sky Box Set) e quindi, come è capitato a me, continuasse a guardare anche le ultime stagioni, proprio per "vedere come va a finire".
Posso dire che è un finale che non so se costruito in corso d'opera o previsto sin dall'inizio, che contrariamente allo scopo di un telefilm di intrattenimento, vorrebbe sconfinare nella filosofia.
Ed è l'errore che fanno spesso certi sceneggiatori e registi, rovinando un prodotto ben fatto.
Mi vengono in mente altre due produzioni che mi hanno lasciato con un brutto finale, tale da rovinare il ricordo dell'intera serie.
Ambedue di fantascienza, ambedue poco (o per nulla) ritrasmesse, ambedue composte di cinque stagioni, con le prime appassionanti e le ultime, soprattutto l'ultima, alla ricerca di motivazioni di "alta filosofia", per "lanciare messaggi" di cui facciamo volentieri a meno in una serie di intrattenimento, di pura evasione.
Si tratta di Babylon 5 e di Andromeda (da non confondersi con la nostra, in bianco e nero, A come Andromeda, di tutt'altro genere).
Anche in quel caso due belle idee, brillantemente svolte all'inizio, so sono concluse con pretenziosi messaggi del regista, che forse capisce solo lui.
Quasi quasi preferisco le serie che non hanno conclusione, ma che si interrompono, così come sono, lasciando negli spettatori la possibilità di fantasticare su come potevano proseguire e su loro eventuali, future riproposioni.
Serie come, ad esempio, UFO o Attenti a quei due ...