domenica 25 agosto 2024

Helgoland 513

Quando vidi la prima pubblicità che anticipava la messa in onda di uno sceneggiato di produzione tedesca intitolato "Helgoland 513", mi segnai la data per poi scaricare dall'on demand di Sky tutti i sette episodi che compongono la prima (e probabilmente ultima) stagione.

Ho sempre avuto una particolare passione per le storie del "dopo catastrofe", a cominciare dalle opere di John Wyndham, che non è solo "Il giorno dei Trifidi" e, in televisione, da "I sopravvissuti", eccezionale serie inglese di fine anni settanta, solo da pochi anni disponibile anche in dvd per poterla rivedere quando si vuole.

Helgoland 513, dalla pubblicità, sembrava poter rinverdire quei fasti.

Solito virus micidiale, in un'isola si rifugiano delle persone sane in numero non superiore a 513 per poter essere in grado di attendere tempi migliori senza ristrettezze.

Notare che l'idea del virus è ricorrente (cito solo "Contagio" di Eric Maine molto simile, pur essendo stato scritto ai primi degli anni sessanta, a quello che abbiamo vissuto con il covid) e che era anche la causa della strage ne I sopravvissuti.

Anche l'isola è una idea ricorrente (veggasi il citato Wyndham ne "Il giorno dei Trifidi", ma anche nei "Trasfigurati" e ne "Il risveglio del Kraken") perchè viene vista come una zona, protetta naturalmente dal mare, all'interno della quale è più facile gestire una situazione di emergenza.

Mi sono quindi messo a guardare, con favorevole predisposizione d'animo, Helgoland 513.

Dire delusione è poco e penso che non ci sarà un seguito, tanto la buona, ancorchè non originale, idea iniziale è stata vanificata da una trama inconsistente, da una recitazione piatta, da una tristezza che pervade tutta la narrazione come solo i tedeschi possono sviluppare quando ripiegano su se stessi (peraltro molto meglio, per noi, di quando si sentono invincibili e padroni del mondo).

Per me rappresenta la decadente Germania di oggi che, oltre ad aver perso da tempo ogni Valore, da due-tre anni batte in testa nel motore dell'economia e perde così l'unica medaglia che può far brillare sul suo petto.

Ogni paragone con la serie inglese anni settanta è improponibile.

I sopravvissuti anno 1977 resta ancora il miglior esempio di racconto televisivo su una Terra ed una Umanità che devono ricominciare il loro cammino.


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