domenica 31 gennaio 2021

Viale del tramonto

Con tutti quelli che, tra noi, sono in esodo o pensione o che ci andranno a breve, pur sapendo che ad alcuni non è gradita l'immagine, non mi viene altra espressione che viale del tramonto.

E' il destino di ogni generazione, poi il tramonto può essere lungo o breve, grigio o dorato anche in base a quello che si è fatto ed ottenuto nel corso della vita.

Iniziammo il liceo a 14 anni ed oggi ne sono passati altri cinquanta.

Lasciando da parte ogni considerazione personale, credo che la nostra sia stata una vita più privilegiata di quella delle generazioni che ci hanno preceduto e, probabilmente, anche di quelle che ci seguono a breve/medio termine.

Abbiamo avuto e abbiamo tuttora di più, più oppportunità, più ricchezza, più benessere.

A livello generazionale, quindi, direi che il nostro sia un viale del tramonto auspicabilmente molto lungo e dorato.

domenica 24 gennaio 2021

Innovare o conservare ?

 Non ho dubbi, preferisco la "vecchia" bolognesità alla "nuova".


La "nuova bolognesità":


La "vecchia bolognesità":



domenica 17 gennaio 2021

Eravamo quattro amici al bar

Da quanto tempo non ci godiamo un caffè e una brioche al bar ?

L'ultima volta, per me, è stata venerdì 8 gennaio, quando, per due giorni, siamo stati "gialli" ed ho incontrato un collega (ex) al Canton dei Fiori, una volta sempre pieno e quel venerdì con un solo avventore, oltre a noi, al banco.

Vedo scene tristi di persone che entrano di soppiatto nei bar che hanno porte semichiuse e ne escono quasi subito con il sacchettino della brioche e un caffè nel bicchierino di plastica.

E chi è abituato a bere il caffè zuccherato ha pure la bustina e il cucchiaino, sempre di plastica.

La plastica, che si voleva eliminare in un afflato ecologista, adesso è diventata la salvezza di tante attività (mi dicono che anche negli hotel portino la cena in camera, con tutta la posateria in plastica).

A me non è mai piaciuto il caffè di asporto, perchè impedisce quella parte del piacere del caffè (e della brioche) al banco, ascoltando le chiacchiere del barista e degustando senza fretta.

In piedi per la strada (a zero gradi come in questi giorni) ... beh, meglio aspettare di tornare a casa e farselo in proprio.

E meglio anche la brioche del fornaio, almeno è fresca e non scongelata.

Certo è che quando firmai per accettare l'uscita anticipata, non avrei mai pensato di venir privato di una delle attività connaturate all'essere pensionati: il ritrovo al bar.

domenica 10 gennaio 2021

Senza centravanti si finisce in serie B

Dopo cinque pareggi consecutivi, tre dei quali in affannoso recupero, il Bologna ha perso contro l'ultima in classifica, sprofondando verso la zona retrocessione.

Non c'è una gran differenza tra le partite pareggiate e questa persa, perchè il gioco c'è, Mihailovic le ha provate tutte, variando schemi e uomini e tutti fanno il loro dovere, con qualche errore umanamente comprensibile.

Tutti tranne uno: il centravanti che non c'è.

Invece di uno che metta dentro il pallone stazionando nei pressi della porta avversaria, abbiamo un arzillo trentanovenne che produce tanto fumo e niente arrosto.

Praticamente fa quello che dovrebbero fare le ali, ma non quello che dovrebbe fare un centravanti.

Non segna e, ormai, non riesce più neppure a saltare l'uomo o scattare per arrivare per primo su una palla in profondità.

Non mi riesce di fargliene una colpa (alla sua età altri starebbero già in tribuna a criticare chi è in campo e ricordare le passate stagioni) ma il Bologna non può pensare di salvarsi senza un centravanti vero, che faccia goal e tenga impegnati in area un paio di difensori avversari, aprendo così gli spazi a mediani ed ali.

Non so cosa porterà il mercato di gennaio, ma mi domando perchè altri abbiano due, tre punte (persino il Genoa !) e noi, rotto Santander, abbiamo solo un ragazzo della primavera al quale non si può chiedere di accollarsi il peso del nostro attacco (e, infatti, Miahilovic non glielo chiede, facendo giocare Palacio).

E le prossime tre partite saranno contro Verona, Juventus e Milan.

Quest'anno la vedo molto grigia.

domenica 3 gennaio 2021

Una domenica di nostalgia

Una o due volte durante il Campionato, accade un fenomeno che induce alla nostalgia: tutte le partite alla domenica.

Vero è che una volta, in inverno, si giocava alle 14,30 e i primi contatti li avevamo alle 15,30 con la radio cronaca del secondo tempo di "Tutto il calcio minuto per minuto" e tutte le partite erano alla stessa ora, mentre oggi tre partite si giocheranno in orari diversi (12,30 - 18 e 20,45) e che possiamo guardarcele in televisione sin dal primo minuto (se in possesso di apposito abbonamento).

Però resta sempre un piacevole tuffo nel passato che ci è solitamente inibito dagli interessi economici delle televisioni e delle società calcistiche.

Ciliegina sulla torta, la partita Fiorentina-Bologna, una volta definito il "derby dell'Appennino" tra due città che, a differenza di Torino, MIlano, Genova, Roma e persino Verona, non hanno un vero derby.

Una partita che sa tanto di antiche rivalità di campanile che riportano indietro negli anni, quando in porta c'erano Negri per il Bologna e Albertosi per la Fiorentina, loro avevano Hamrin e noi Nielsen.

Una partita che, per me, fa ricordare anche un caro amico di infanzia, anzi di tutta la vita, tifoso della Fiorentina e grande appassionato di calcio, venuto meno nell'aprile scorso.

Tornando alla partita, è un peccato che, a leggere le formazioni annunciate sui giornali, di giocatori Italiani (non dico fiorentini o bolognesi !) ne abbia contati solo 4 (tre il Bologna: De Silvestri, Orsolini e Soriano che peraltro è un italotedesco ed uno solo la Fiorentina: Castrovilli) con altri 11 (sei la Fiorentina e cinque il Bologna) in panchina.

In pratica non si riuscirebbe a giocare una partita undici contro undici schierando solo giocatori Italiani. 

E' un problema che si può risolvere solo con un limite normativo non al numero di tesserati stranieri, bensì al numero di quelli che possono giocare contemporaneamente.

Se fosse, ad esempio, fissato in tre, ci sarebbero sempre in campo otto Italiani per ciascuna squadra.

E per me, stranieri, sono anche quelli, dai nomi esotici, che hanno impropriamente ottenuto la cittadinanza e vengono pure schierati in Nazionale.

E sarebbe anche questo un bel ritorno al passato.