domenica 26 marzo 2023

La storia infinita

Ancora una volta siamo costretti a cambiare gli orari.

Ancora una volta non modifico l'ora dei miei orologi meccanici.

Da quasi tre anni, grazie alla pensione, posso continuare a vivere con i miei orari di sempre, anche se sono ovviamente costretto ad adeguarmi all'orario di stato per ogni appuntamento.

Ancora una volta radio e televisione tubano ricordandoci il risparmio di 200 milioni perchè "abbiamo perso un'ora di sonno, ma guadagniamo un'ora di luce".

Una fesseria (il guadagno).

Basterebbe che si rispettassero i tempi naturali del sonno, del lavoro e del tempo libero per non perdere una lira in consumi elettrici.

Le ore di luce sono sempre le stesse, siamo noi che abbiamo distorto i tempi della vita facendo orari inutilmente tardi alla sera ed essendo quindi costretti a rinviare le aperture del mattino, prolungando i tempi di lavoro fin oltre il pomeriggio per sprofondare nella sera.

Me ne accorgo al mattino, quando mi godo la città senza avere appuntamenti particolari che non siano per il caffè o per il pranzo, dove i negozi, che non siano alimentari, bar o edicole, cominciano ad aprire, i più mattinieri, alle 9 - 9,30, per poi perdere l'intera mattinata aprendo anche alle 10,30 - 11, certe categorie merceologiche (come le gelaterie) persino alle 12.

Non c'è nessun risparmio con l'ora legale.

Ma solo la volontà di piegare la Natura ad orari che non ne rispettano i tempi.

E ricordo con nostalgia quell'autunno inverno del 1973, quando, complice l'embargo arabo sul petrolio, i programmi televisivi e cinematografici terminavano improrogabilmente alle 11, per mandarci tutti a letto, nel rispetto dei tempi di una vita sana, con la scusa, anche allora, di risparmiare sull'energia.

domenica 19 marzo 2023

Addio sogni di gloria

Con due pareggi ed una sconfitta in tre partite, il Bologna si avvia a tornare nei ranghi della parte destra della classifica, dopo averci illuso che, complici i quindici punti di penalità inflitti alla Juventus (e per me resta sbagliato punire sul piano sportivo le marachelle amministrative dei dirigenti), si potesse guardare ad un passaggio nelle coppe europee che avrebbe portato un po' di soldi in più e un po' di entusiasmo anche ad una presidenza che ha dato tanto, concede tranquilli campionati (con beneficio per le nostre coronarie) ma nulla più.

Inutile fare analisi tecniche, perchè ormai il Bologna, negli anni, ha cambiato presidenti, proprietari, dirigenti, allenatori, giocatori, ma il risultato se non è cambiato è cambiato molto poco.

L'unico elemento che non è cambiato siamo noi tifosi (e il colore dellla giunta comunale ...), mediamente più vecchi perchè i bambini che si avvicinano al calcio, anche se bolognesi doc, si appassionano naturalmente a quelle squadre che vincono, non ad un Bologna che fa soffrire.

Conosco persino uno che tifa Napoli, una rarità per uno del Nord.

Si sprecano i tifosi della Juventus, del Milan, dell'Inter.

Il prossimo anno, celebreremo il sessantesimo anniversario dello scudetto e diciamo "lo" scudetto e non "il settimo scudetto" (che poi sarebbe l'ottavo se il Bologna riuscisse a farsi valere come ci è riuscita l'Inter nel 2006) perchè probabilmente non ce ne sarà un altro.

Così, non so che giorno sarà il 7 giugno 2024, ma ho in caldo il dvd con lo spareggio Bologna Inter, di quel favoloso 7 giugno 1964.

E il naufragar sarà dolce con quei ricordi in bianco e nero.

 


domenica 12 marzo 2023

Ho scoperto l'e book

Chi mi conosce sa che sono da sempre un lettore assiduo e lo sono rimasto anche ai tempi di internet, nonostante la mia velocità di lettura sia diminuita.

In casa ogni stanza, tranne il bagno ma compresa la cucina, contiene almeno uno scaffale di libri.

Ho portato libri in montagna e in cantina, alla fine sono arrivato alla saturazione totale anche degli angoli più nascosti e marginali.

Preso atto del problema spazio, un anno fa ho ceduto al libro in formato elettronico.

Approfittando di una offerta ho acquistato un lettore e comprato il primo "libro".

Nonostante le mie riserve mi sono trovato bene e, dopo un anno, ho una trentina di libri in formato elettronico e mi porto in giro solo il lettore e non i due/tre o più volumi di un tempo.

Sicuramente di positivo c'è il grande guadagno di spazio (nel lettore le istruzioni indicano la capienza in 8-10mila volumi) ma anche la possibilità di una lettura comoda senza dover tenere a portata di mano gli occhiali da vista che, pur non essendovi costretto, a volte preferisco utilizzare quando trovo testi stampati con caratteri più piccoli del solito.

Mi piace, inoltre, la possibilità di acquistare e avere il volume immediatamente disponibile subito dopo il pagamento (eletronico anche quello), oltre a prezzi "stracciati", con tanti romanzi venduti a 0,99 centesimi, ma con le stesse traduzioni dei libri cartacei.

Sicuramente manca il piacere dello sfogliare la carta, il suo profumo, il suo fruscio, l'uso del segnalibro, tutte cose che fanno amare (di più) un libro cartaceo.

Mi sono così trovato nella situazione di invertire il mio comportamento abituale.

Fino ad un anno fa, guardavo in internet le novità librarie, poi andavo una volta alla settimana in libreria, giravo per guardare quali fossero quelle esposte e compravo (rigorosamente in libreria).

Adesso giro prima in libreria, poi in internet e se c'è il volume di mio interesse in formato eletronico lo acquisto immediatamente, diversamente torno in libreria per acquistare quello cartaceo.

Non so se sia un progresso il passaggio dal cartaceo all'elettronico, sicuramente è una opzione in più a nostra disposizione.

domenica 5 marzo 2023

Il troppo che stroppia

Nel 1977, quando uscì nelle sale italiane StarWars, la fantascienza era relegata nei cinema d'essai e anche in televisione, quando non era negli spazi dei programmi per ragazzi, veniva dietro allo sport e persino ai pettegolezzi su attori e cantanti.

Star Wars cambiò le cose, la percezione della fantascienza e contribuì a far arrivare in Italia anche una serie di grande successo negli Stati Uniti, con tre stagioni sul finire degli anni sessanta: Star Trek.

Il successo di entrambi è stato tale che ha arricchito i rispettivi ideatori che ne hanno venduto i diritti alle maggiori compagnie cinematografiche in cambio di decine di milioni che renderanno la vita facile a loro , ai loro figli, ai figli dei loro figli ed oltre.

Entrambi i programmi hanno avuto, ognuno nel suo ambito, continuazioni di successo, dando anche vita a quelli che si chiamano "spin off", cioè programmi derivati da quello iniziale che prendono in esame la vita e le azioni di personaggi marginali o appena abbozzati nella sceneggiatura principale.

Così è stato per Star Wars e, sotto un certo profilo, è stato per Star Trek che ha cercato inizialmente di dare un orientamento temporale alla storia.

Però adesso la voglia, direi l'avidità, di sfruttare il filone ha ecceduto, dando luogo a continue intersezioni di nuove serie, destinate a chiudersi presto e a non lasciare traccia ma, anzi, a compromettere la bellezza del ricordo di quella iniziale.

In ultimo è uscito o, meglio, è in corso di trasmissione, "Star Trek Picard" che narra la vicenda di un Picard fortemente invecchiato e con la patetica riesumazione di altri personaggi di "Star Trek Nex Generation", ugualmente (e spesso malamente) invecchiati come Numero Uno (Jonathan Frakes nella parte di William Rykard) o la dottoressa di bordo Beverly Cruscher che ricordavo come una bella donna dai capelli rossi e che appare come probabilmente è oggi l'attrice che la interpreta, come una anziana signora più adatta a sfornare torte di mele che a viaggiare per lo spazio.

Paradossalmente il personaggio che sembre conservato meglio è Wolfe, il klingoniano capo della sicurezza, che può giovarsi di un abbondante trucco che maschera l'invecchiamento dell'attore che lo interpreta.

Star Trek Picard mi sembra rappresenti il simbolo dei tempi moderni, con una generazione che non vuole lasciare, e ripete, stancamente, sempre se stessa, in un crepuscolo senza gloria, sottolineato dalla mancanza di colori vivaci e dalla prevalenze di ombre e oscurità nella pellicola giunta venerdì al suo terzo episodio.