Ancora una volta siamo costretti a cambiare gli orari.
Ancora una volta non modifico l'ora dei miei orologi meccanici.
Da quasi tre anni, grazie alla pensione, posso continuare a vivere con i miei orari di sempre, anche se sono ovviamente costretto ad adeguarmi all'orario di stato per ogni appuntamento.
Ancora una volta radio e televisione tubano ricordandoci il risparmio di 200 milioni perchè "abbiamo perso un'ora di sonno, ma guadagniamo un'ora di luce".
Una fesseria (il guadagno).
Basterebbe che si rispettassero i tempi naturali del sonno, del lavoro e del tempo libero per non perdere una lira in consumi elettrici.
Le ore di luce sono sempre le stesse, siamo noi che abbiamo distorto i tempi della vita facendo orari inutilmente tardi alla sera ed essendo quindi costretti a rinviare le aperture del mattino, prolungando i tempi di lavoro fin oltre il pomeriggio per sprofondare nella sera.
Me ne accorgo al mattino, quando mi godo la città senza avere appuntamenti particolari che non siano per il caffè o per il pranzo, dove i negozi, che non siano alimentari, bar o edicole, cominciano ad aprire, i più mattinieri, alle 9 - 9,30, per poi perdere l'intera mattinata aprendo anche alle 10,30 - 11, certe categorie merceologiche (come le gelaterie) persino alle 12.
Non c'è nessun risparmio con l'ora legale.
Ma solo la volontà di piegare la Natura ad orari che non ne rispettano i tempi.
E ricordo con nostalgia quell'autunno inverno del 1973, quando, complice l'embargo arabo sul petrolio, i programmi televisivi e cinematografici terminavano improrogabilmente alle 11, per mandarci tutti a letto, nel rispetto dei tempi di una vita sana, con la scusa, anche allora, di risparmiare sull'energia.