Un articolo sul Carlino di oggi, quarta domenica agli arresti domiciliari, segnala che la perdurante mancanza di libertà di movimento potrà portare conseguenze emotive su circa il 50% degli Italiani.
Un altro articolo evidenzia come si siano esaurite le "balconate" della prima e della seconda settimana, prevalendo ora un senso di angoscia.
In effetti, anche da radio e televisione, era inizialmente tutto un proliferare di "ce la faremo", "andrà tutto bene", istruzioni su come impiegare il proprio tempo in casa.
Poi tutto si è scolorito, come i drappi ancora appesi a qualche balcone o finestra, sporchi, alcuni già laceri, altri non più stesi con cura.
Mentre si prospetta un ulteriore rinvio di due settimane e già ci dicono che la vita normale non potrà essere immediatamente ripresa, facciamo i conti con le conseguenze del passo da bersaglieri con il quale si era iniziata questa reclusione, probabilmente con gli stessi che cantavano e rilanciavano slogan che pensavano sarebbe stata di breve durata.
Invece occorre il passo del maratoneta, non del velocista.
E la preoccupazione resta sempre quella economica.
Il danno provocato dalle chiusure è immensoe richiederebbe decisioni molto forti.
Perchè il problema non è stare in casa oggi, ma ricominciare domani.