domenica 29 marzo 2020

Una corsa di resistenza

Un articolo sul Carlino di oggi, quarta domenica agli arresti domiciliari, segnala che la perdurante mancanza di libertà di movimento potrà portare conseguenze emotive su circa il 50% degli Italiani.
Un altro articolo evidenzia come si siano esaurite le "balconate" della prima e della seconda settimana, prevalendo ora un senso di angoscia.
In effetti, anche da radio e televisione, era inizialmente tutto un proliferare di "ce la faremo", "andrà tutto bene", istruzioni su come impiegare il proprio tempo in casa.
Poi tutto si è scolorito, come i drappi ancora appesi a qualche balcone o finestra, sporchi, alcuni già laceri, altri non più stesi con cura.
Mentre si prospetta un ulteriore rinvio di due settimane e già ci dicono che la vita normale non potrà essere immediatamente ripresa, facciamo i conti con le conseguenze del passo da bersaglieri con il quale si era iniziata questa reclusione, probabilmente con gli stessi che cantavano e rilanciavano slogan che pensavano sarebbe stata di breve durata.
Invece occorre il passo del maratoneta, non del velocista.
E la preoccupazione resta sempre quella economica.
Il danno provocato dalle chiusure è immensoe richiederebbe decisioni molto forti.
Perchè il problema non è stare in casa oggi, ma ricominciare domani.

domenica 22 marzo 2020

Terza domenica da reclusi

E siamo a tre.
Tre domeniche obbligati in casa.
Io in casa ci sto bene, l'ultima volta che ci siamo visti P.A.R. mi ha consegnato una decina di gialli di Rex Stout che aveva recuperato svuotando il solaio di casa e se molti li avevo già e già letti, comunque sono una piacevole rilettura.
Quello che non mi piace è che sia un obbligo.
Un consiglio che lasci però libertà individuale di scelta, lo accetterei e, probabilmente, resterei in casa.
L'obbligo a pena di sanzioni anche pesanti per il "reato" che si commette (e questa mattina per radio hanno detto che la procura di Milano starebbe studiando di addebitare un reato che comporterebbe l'arresto fino a sei mesi senza oblazione) non mi piace.
Ieri, in fila dal fornaio, ho assistito al primo scatto di nervi.
Due anzianotti, in coda rigorosamente distanziati, uno dietro all'altro, sono entrati e quando il primo è uscito il secondo gli ha gridato dietro "imbezèl" e il primo si è voltato e gli ha risposto "cretein".
Quando è stato il mio turno ho chiesto alla fornaia cosa fosse accaduto e, in breve, il secondo (con mascherina indossata) non aveva gradito che il primo tenesse la mascherina sul mento mentre ordinava.
E ci si prospettano almeno altre tre settimane uguali ...

domenica 15 marzo 2020

Seconda domenica di clausura

Non so se la scelta di bloccare tutto sia quella giusta.
Non avendo nè le competenze mediche, nè la conoscenza dei dati reali (non mi fido neanche un po' di quelli ufficiali strombazzati dai megafoni della stampa e televisione) non posso esprimermi.
Sono agnostico non solo sulla religione, ma per tutto quello che non riesco a verificare direttamente.
Guardo con interesse alla strada scelta dal Regno Unito, profondamente alternativa a quella dell'Italia.
Se fosse vero che per il coronavirus, senza cioè altre patologie, sono morti in Italia solo due contagiati, allora si potrebbe pensare che la strada di Johnson possa essere migliore, visto che non distrugge la produttività delle aziende.
Se fosse vero ...
Ho scaricato la tabella ufficiale dei contagi regione per regione (in immagine) e salta agli occhi come l'Emilia Romagna sia la seconda in Italia, ma con un numero di tamponi che è un quarto di quello della Lombardia e un terzo di quello del Veneto.
Ma su questo non ho letto nè ascoltato alcun commento.
In televisione appaiono giornalisti e politici "asintomatici", cioè trovati positivi al virus ma senza sintomi (forse sono i "portatori sani" di una volta ?) e questo mi porta a pensare che potremmo in gran parte essere positivi, ma senza sintomi e senza conseguenze.
Sarebbe un'ulteriore lancia a favore della scelta del Regno Unito.
La prossima potrebbe essere forse l'ultima settimana in cui mi recherò al lavoro, cedendo poi alle disposizioni sul lavoro da casa.
Non ne sono entusiasta ma, cresciuto nel rispetto dell'Autorità e della Gerarchia (anche se chi comanda adesso non lo vorrei neppure come amministratore del mio condominio di soli cinque condomini), mi adeguerò come gli altri colleghi già fanno.
Come ho sempre detto: se la Patria chiama, io rispondo, purchè chiami con precisione.
Questa mattina sono uscito per comprare i giornali e poichè l'edicola più vicina è a circa 1200 metri da casa mia, mi sono fatto una camminata, tra andata e ritorno, di una quarantina di minuti.
Un po' poco come "ora d'aria" se dovrò iniziare il lavoro da casa.
Poi ne usciremo e resterà nella memoria, come le biciclettate del 1973, seguite alla crisi petrolifera con l'embargo dell'opec contro l'Occidente che aveva sostenuto Israele nella guerra del Kippur.
E resteranno solo i ricordi piacevoli, le risate, i motti e le ironie.

domenica 8 marzo 2020

A porte chiuse

Pare che oggi potremo guardarci qualche partita, non del Bologna, che si giocherà a porte chiuse.
Il consiglio è di guardarcele tutte, perchè mi sa che poi sospenderanno il campionato.
Adesso recuperano il recuperabile (credo che dopo rimanga fuori solo Sampdoria Inter) e poi rinvio.
Il presidnete della figc lo ha già detto: al primo giocatore positivo, si ferma tutto.
Il presidente dell'associazione calciatori chiede lo stop totale già da una settimana.
Io non so cosa realmente stia accadendo.
Mi sembra però che se qualcuno, la Spectre di James Bond o il Grande Vecchio dei passati misteri d'Italia, voleva mettere in ginocchio (o peggio) l'Italia, non poteva agire con maggiore efficienza.
E non per il calcio che, pur essendo una parte importante della nostra vita sociale, resta pur sempre uno sport, ma per tutto il resto.
Il blocco di regioni e province (e mi domando perchè Modena sì e Bologna no), le limitazioni di ogni occasione di incontro, la psicosi aumentata dal quotidiano bollettino dei contagiati, dei morti e dei guariti.
Certo, oggi, la "normalità" si ridurrà a sedersi in poltrona e guardarsi una partita senza udire in sottofondo il rumoreggiare dei tifosi.

domenica 1 marzo 2020

L'ombelico del mondo

Con il coronavirus abbiamo scoperto l'ombelico del mondo: Codogno.
Pare che a Codogno, nota capitale mondiale di commerci e incontri, sia arrivato il virus cinese e da Codogno sia poi stato rilanciato in Italia (Padova, Piacenza e via andando) e nel mondo (sei paesi affermano di essere stati contagiati da persone provenienti da un'Italia in cui l'unico focolaio accertato è, ca va sans dire, a Codogno.
Questa mattina, leggendo il Carlino, ho imparato che anche i due casi che inaugurano il contagio di coronavirus a Bologna, hanno a che fare con Codogno.
Una ragazza di 25 anni che, con tutti i posti che ci sono in Italia, aveva un'amica proprio a Codogno con la quale si era recentamente vista e un impiegato di 42 anni che "per motivi personali" era andato a Codogno.
Sì, perchè tutti noi quando non sappiamo cosa fare, ci guardiamo in faccia e diciamo: facciamo un salto a Codogno.