Parlo del Giallo, del racconto o del telefilm seriale poliziesco, ovviamente.
E' una riflessione che mi è venuta guardando la programmazione dei vari canali ospitati da Sky sul satellite (comprensivo delle reti generaliste).
Il Giallo inglese ha sempre una marcia in più rispetto a quello francese (dove i protagonisti manifestano una finta esuberanza giovanilistica e femminista), a quello tedesco (tetragono, ma che faticaccia lavorare in Polizei !), a quello scandinavo (una totale deriva woke), a quello americano (troppo aggressivo, violento, basato sugli effetti speciali e sull'azione invece che sul ragionamento e la deduzione di una sana investigazione) e persino a quello italiano che, una volta, rappresentava in pieno il carattere nazionale (pensiamo solo alle splendide interpretazioni nel Nero Wolfe di Buazzelli e Ferrari o all'Ubaldo Lay del Tenente Sheridan o, ancora, al miglior Maigret degli schermi: Gino Cervi) ma oggi è ridotto a trame interrotte troppo da deviazioni intimiste e introspettive ed è malamente recitato tramite sussurri, spesso meno comprensibili persino dei soporiferi borbottii di Prodi.
Ultimamente si sono affacciati anche prodotti del nuovissimo mondo, australiani e neozelandesi, che hanno un po' dell'inglese e un po' troppo dell'americano, probabilmente affineranno lo stile e potrebbero diventare i prodotti del futuro.
Ma il Giallo inglese, per ora, è il numero uno, purtroppo viene prodotto in pochi episodi per stagione, a differenza degli americani che ne sfornano una ventina e più per ogni stagione e questo è indice di quel che già è accaduto per altri generi, con la mancanza di finanziamenti, anche i prodotti più accurati devono essere centellinati per evitare di sprecare denaro.
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