domenica 25 dicembre 2011
Ci sono parole che fan vivere / E sono parole innocenti / La parola calore la parola fiducia / Giustizia amore e la parola libertà / La parola figlio e la parola gentilezza / Certi nomi di fiori certi nomi di frutti / La parola coraggio la parola scoprire / E la parola fratello e la parola compagno / E certi nomi di luoghi e paesi / E certi nomi di donne e d' amici.
(Paul Eluard)
A tutti, il mio BUON NATALE!
sabato 24 dicembre 2011
In compenso questo Natale è l’ultimo prima di un anno al verde … ;-)
Quindi spero che tutti noi lo si possa godere al meglio, con i propri affetti, ricordi e speranze.
Poi il 2012, l’anno dei Maya …, sarà quel che sarà.
Magari non sarà così brutto come lo dipingono.
mercoledì 21 dicembre 2011
Il Natale e la neve
Sarà colpa della pubblicità sempre più ossessionante, delle cartoline natalizie e soprattutto dei film ambientati nel periodo natalizio (tutti immancabilmente pieni di neve), ma Natale senza la dama bianca non sembra neppure un Natale.
Eppure avere un Natale con la neve sembra una maledizione per noi.
Da noi in inverno nevica, l’inverno padano è molto simile, quasi uguale a quello dell’Europa Centrale (e molto più freddo, ad esempio, dell’inverno tipico dell’Europa occidentale atlantica), in ogni altra ricorrenza invernale (che so, Capodanno, Befana, S.Antonio,ecc.) i ricordi di nevicate antiche o recenti si sprecano, ma il Natale fa eccezione.
Sembra proprio che il dio della meteo abbia deciso che in Italia, anzi in Pianura Padana, anzi in Emilia-Romagna può nevicare indifferentemente in qualsiasi giorno dell’inverno, tranne che per Natale.
L’ultima nevicata natalizia vera risale all’ormai lontano 1963.
Grande inverno quell’inverno, col Bologna F.C. lanciato verso lo scudetto, con una nevicata epocale di più di 60 cm. fra il 14 e il 18 dicembre ed il bis, di ulteriori 30 cm. proprio fra il 24 e il 25.
Dopo di allora, però, più nulla.
A dire il vero nel 1984 nevicò la mattina del 24, ma si trattò solo di una spolverata ed entro sera la neve era già sciolta.
Nel 1990 cadde qualche fiocco di neve addirittura nelle prime ore della mattina del 25, quando era ancora buio, ma fu veramente ben poca roba e praticamente non attaccò.
Nel 1991 ci fu una bella nevicata di qualche centimetro il 23/12, ma era l’antivigilia: non la si può considerare una nevicata natalizia.
Per il resto, nient’altro.
E dire che tutte le altre ricorrenze delle feste natalizie sono sempre state generose di neve.
Qualche esempio ?
Per Santo Stefano ci furono almeno tre ottime nevicate di svariati centimetri nel 1980-1993-2001
Il 31 gennaio nevicò nel 1973, nel 1979 (immensa quella nevicata di quasi 40 cm.), nel 1985 (spolverata), ed ancora nel 1995 e 1996
Per Capodanno abbiamo le grandi nevicate del 1971 e 1979 (anche se, a dire il vero, iniziarono nella serata del giorno 1) e quelle più recenti del 1994 , 2006 e 2009
E allora perché S.Stefano,S.Silvestro,Capodanno,Befana sì e Natale no ??
Mistero.
E pensare che coloro che probabilmente hanno inventato il Natale con la neve, vale a dire gli Americani, la neve natalizia ce l’hanno immancabilmente tutti gli anni.
E non è che il loro clima sia poi così diverso dal nostro: certo, molti stati degli USA d’inverno sono delle autentiche ghiacciaie, ma in moltissimi altri (tutti gli stati del sud) l’inverno è molto più caldo che da noi, ma la neve a Natale non manca mai.
Un esempio ? Pochi anni fa, nel 2004 a Brownsville, la città più meridionale del Texas, ai confini col Messico, a soli 25,5° di latitudine nord, ci fu una eccezionale nevicata di quasi 20 cm. proprio la notte di Natale.
La neve in quei posti (oltretutto sul livello del mare, bagnati dalle calde acque del Golfo del Messico) è rarissima, con tempi di ritorno addirittura secolari (nella vicina Galveston, dove caddero 11 cm, era dal 1895 che non nevicava così).
Quindi un evento che succede una sola volta in un secolo quando sceglie di capitare ?
Ma la notte di Natale, perbacco !
Forse la differenza con noi è tutta qui.
domenica 11 dicembre 2011
Così si gioca solo in Paradiso
Però era da tempo che non vedevo un Bologna così tonico, concentrato, ben messo in campo.
Anche giovedì sera, contro la Juventus (che "odio" dalla maggiore età :-), le "riserve" avevano disputato una partita eccellente, ma il campionato è un'altra cosa.
Il Milan (che mi è simpatico da sempre a parte il periodo di Benetti dopo che spaccò Liguori) ha un organico e una struttura societaria di gran lunga superiore al Bologna.
Eppure abbiamo giocato alla pari.
Tutti bravi, ma permettetemi di sottolineare la prova di Crespo e Raggi che dopo aver giocato 120 minuti più recupero giovedì sera, hanno sopportato altri 96 minuti senza sbavature.
Finalmente una bella partita con il Bologna protagonista.
Se Pioli saprà tenere concentrati i calciatori anche con le "piccole", potremmo anche cambiare le prospettive funebri di qualche commento addietro (vero, Claudio ? :-).
martedì 6 dicembre 2011
La stagione degli auguri
Le “luminarie” sono state accese a Bologna il 25 novembre e il clima natalizio, di questo come di tutti i dicembre che io ricordi, già pervade anche il frettoloso e indaffarato passante.
E' un rito, quindi, non di maniera, bensì sincero, quello di iniziare il “nostro” periodo degli auguri con Valeria, perchè come il Natale, anche il compleanno, quando arriva, arriva.
Buon compleanno, Valeria :-)
giovedì 1 dicembre 2011
Un nuovo pc
giovedì 17 novembre 2011
http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/11/17/news/cacciatori-in-manette-sono-stati-sorpresi-col-fucile-artigianale-1.1678122
Ciao
lunedì 14 novembre 2011
Questo blog è una potenza
Questa mattina, passando per via Castiglione, davanti al Cavazza, ho constatato che un piccolo tratto di marciapiede era stato asfaltato.
In serata un altro piccolo tratto.
Se continuano così e riparano tutto il marciapiede il prossimo obiettivo saranno i "portoghesi" che circolano negli autobus a spese nostre ... :-)
18 novembre: tutto il marciapiede dalla porta a Pino è stato rifatto ... parola grossa ... hanno gettato asfalto, con la solita (pessima) tecnica di lasciare l'apertura in corrispondenza degli indicatori del percorso per ciechi. Con il risultato che pioggia, neve e ghiaccio li trasformeranno prima della prossima estate in buche. Ma intanto il marciapiede è praticabile.
sabato 12 novembre 2011
La Caduta
Le rane, abituate a girare liberamente nei loro stagni, con gran chiasso domandarono a Giove un re che con la forza reprimesse la maniera sregolata di vivere. Il padre degli dèi rise e diede loro un piccolo travicello che, appena gettato, atterrì con il suo tonfo e con il movimento improvviso dell'acqua la pavida genia. Le rane rimasero immerse nel pantano per un bel pò di tempo; quand'ecco che una, senza fare rumore, tira su la testa dallo stagno e dopo avere esaminato il re, chiama fuori tutte le altre. Quelle, lasciato ogni timore, a gara si precipitano nuotando e in massa, sfacciatamente, saltano sopra il pezzo di legno. Dopo averlo insozzato con ogni tipo di oltraggio, inviarono un'ambasceria a Giove per avere un altro re, perché quello che era stato dato era una nullità.
Allora Giove mandò loro un serpente che con i suoi denti aguzzi cominciò ad afferrarle a una a una. Incapaci di difendersi, le rane cercano invano di sfuggire alla morte; la paura toglie loro la voce. Infine, di nascosto, affidano a Mercurio l'incarico di pregare Giove che le soccorra nella calamità. Ma il dio risponde: "Poiché non avete voluto sopportare il vostro bene, rassegnatevi a sopportare questo male". "Anche voi, cittadini", disse Esopo, "tollerate questo male, perché non ne venga uno maggiore".
Sarà contento il mio amico/collega Massimo
un saluto a tutti
sabato 5 novembre 2011
Perchè, Bologna ?
Nonostante tutto è cominciata ad entrare nel circuito delle città d'arte e lo possiamo constatare tutti i giorni nel vedere il nostro centro storico meta di plotoni di turisti stranieri.
E allora ...
Perchè l'illuminazione pubblica periferica (tra l'altro dove non ci sono marciapiedi) viene spenta quando al mattino è ancora buio (intorno alle 6, alle 7 quando c'era l'ora legale) così che non si vedono le buche laterali visto che non viene curata la manutenzione delle strade ?
Perchè i marcipiedi, dove ci sono, non sono curati (veggasi davanti all'Istituto per ciechi Cavazza !!!) ?
Perchè rovinano una bella, larga via come Via Marconi, con corsie e pensilline per un civis che non vedrà mai la luce ?
Perchè la polizia municipale si limita alle multe contro gli automobilisti e motociclisti e non si vede mai un vigile urbano che interrompa l'abituale questua di una strana fauna che popola i vicoli del centro (tre volte in duecento metri ieri intorno alle 14 !!!) ?
Perchè chi, anche per motivi apparentemente nobilissimi, raccoglie firme e offerte deve importunare i passanti che, se vogliono firmare o donare, lo farebbero, in piena libertà, alla vista dei manifesti e del banchetto, mentre quando viene loro chiesto con arrogante insistenza vi si rifiutano giustamente ?
Perchè i proprietari di cani minuscoli usano guinzagli chilometrici, soprattutto nei portici affollati, tanto da far inciampare le persone e non chiedono neppure scusa, anzi sbuffano seccati quando devono avvolgere il guinzaglio per farci passare ?
Perchè se vado in un ufficio pubblico sento ogni dialetto (da Roma in giù) ma non quello bolognese ?
Perchè il quotidiano della nostra città deve essere costretto a pubblicare lettere come quella riprodotta (7 giugno 2011) e che trascrivo:
"“Possibile che una città così bella puzzi in modo vergognoso ? Ho soggiornato tre giorni a Bologna, tre giorni di nausea. E’ normale che per andare al museo civico, bellissimo, occorra tapparsi il naso ? Pipì ovunque, un odore terribile. Così anche in via Castiglione, via Ugo Bassi, via San Felice, E gente ubriaca, a petto nudo, anche fuori dell’Università (l’ho visitata al mattino). Vomito, spazzatura e soprattutto pipì in ogni angolo ... e le Torri pendenti di fianco a piazza Maggiore ? Allagate, che schifo ! E mendicanti ovunque ... ce n’è persino uno che va in giro, in centro, con un topo sul braccio ! Avete palazzi e chiese meravigliose, la più bella biblioteca che io abbia mai visto ma, detto tra noi, non ci tornerei.” ?
domenica 30 ottobre 2011
Spes ultima Dea
Vincere due partite contro due concorrenti pur giocando peggio di loro per larga parte dell'incontro può dare morale.
La squadra è scadente, ma se i giocatori continueranno a dare il 100% delle loro capacità, forse riusciamo a trovarne tre peggio di noi.
Intanto essere in classifica davanti all'Inter ... non ha prezzo !!! :-)))
domenica 23 ottobre 2011
Pensiero laterale
Tra i vari momenti, anche la classica serie di indovinelli la cui soluzione andava individuata con il "pensiero laterale".
Il tutto era finalizzato a fornire un metodo o, almeno, degli spunti, ciò non toglie che vi siano anche dei testi divertenti e per me il più simpatico, la cui soluzione è stata peraltro individuata da quasi tutti, era questo:
"Un signore abita al decimo piano di un palazzo.
Tutti i giorni, quando esce di casa, prende l'ascensore al decimo piano e scende fino al pianterreno.
Quando invece rientra in casa, sale con l'ascensore dal pianterreno fino al settimo piano e sale il resto delle scale a piedi per raggiungere il suo appartamento.
Quel signore non è superstizioso, non è uno sportivo e odia salire le scale a piedi. Come mai allora si comporta cosi?".
Con internet la soluzione è facilissima, ma senza richiede un minimo di fantasia che, poi, altro non è che il "pensiero laterale" che, da che mondo è mondo, ha sempre consentito all'Umanità di darsi quella spinta in più per crescere che la sola razionalità non può dare.
Anche se poi la soluzione è logica.
E anche questa considerazione è una scelta di campo ...
P.S.: Per bieca scaramanzia non ho scritto sulla vittoria del Bologna contro il Novara. Spero di mantenere il "silenzio stampa" anche dopo la partita contro la Lazio di stasera e così via fino a maggio ...
domenica 9 ottobre 2011
Censimento:una inutile e costosa schedatura
Così occupo il tempo che vi avrei dedicato, per scrivere due righe contro questa ennesima vessazione del Moloch stato verso i cittadini.
Leggo, infatti, che chi non compila il questionario è passibile di sanzione da 200 a 2000 (e spiccioli) euro.
Ma anche chi lo consegna "errato".
Ma come, non è ammesso l'errore ?
E poi leggo che devono compilarlo anche gli immigrati, ma solo quelli regolari, gli illegali no.
Così finisce a ramengo l'unica utilità di questa liturgia: individuare quanti e dove sono gli stranieri illegalmente residenti in Italia.
Una volta il questionario era compilato alla presenza di un incaricato che girava casa per casa in modo da compilare accuratamente lo stato della nazione.
Oggi, presumo per risparmiare, i questionari sono arrivati via posta e possono essere restituiti agli uffici postali o nei comuni, ma anche compilati via web (se il sito funzionasse ...).
Ma a leggere le domande, l'impressione è che tutti, ma prorpio tutti, i dati richiesti sono reperibili incrociando in via informatica le sin troppe banche dati che spiano la nostra esistenza.
Allora perchè spendere seicento milioni di euro, ma fossero anche seicento euro, perchè sprecarli in questo modo ?
Per un ossequio al passato ?
E, poi, non siamo già abbastanza spiati e schedati persino nei nostri conti correnti ?
domenica 2 ottobre 2011
Prosegue la striscia perdente del Bologna
Meritatamente.
Con una costanza meritevole di ben altra causa il Bologna incassa altri due goals e si mantiene in media: due subiti a partita.
Con altrettanta costanza il duo Guaraldi-Setti colleziona l'ennesima sconfitta e mantiene vergine la colonna delle vittorie da quando sono divenuti presidente e vice del Bologna.
Sui giocatori, nulla da dire.
Si sono impegnati, non è colpa loro se sono mediocri e li hanno assemblati nella stessa squadra.
Le critiche al tecnico del precedente post sono confermate.
Manca un'idea di gioco, una tattica, un modulo.
Abbiamo due settimane per trovarne uno, ma dubito che Bisoli possa farcela.
Guaraldi e Setti se non vogliono essere ricordati come la dirigenza che non vinse mai una partita, devono mettere mano al portafogli e chiedere a Delio Rossi, finchè è libero, se vuole prendere a mano la patata bollente (se si rfiutasse sarebbe come un pronostico di retrocessione).
Naturalmente ho scritto questo post dopo aver mangiato alcuni cioccolatini ... per addolcire lo scritto ... :-)
domenica 25 settembre 2011
Ottimismo fuori luogo
Per fortuna il tassista non era interessato al Bologna, per cui, arrivato a casa, ho potuto guardare la partita, che avevo programmato in registrazione, senza conoscere il risultato, come se fosse in diretta.
Doppia amarezza.
Perdere e perdere contro l'Inter che è la squadra a me meno gradita (eufemismo).
Leggo poi oggi sul Carlino articoli intonati all'ottimismo per la prova della squadra.
Mi pare un ottimismo fuori luogo.
E' vero che, a differenza che contro Fiorentina e soprattutto Lecce, come a Torino contro la Juve, i giocatori hanno tirato fuori gli attributi, ma senza "l'aiutino" di una espulsione (ieri contro di noi) non bastano.
Manca la visione di gioco, mancano le idee, mancano gli schemi, oltre a mancare tecnica e fortuna.
Non può portare risultati affidare la palla ora a Morleo, ora a Diamanti, ora a Ramirez perchè corrano avanti saltando uno, due, tre avversari, finiscano sul fondo e poi mettano la palla in mezzo all'area sperando che qualcuno la incroci di testa o di piede mandandola dentro.
Perez e Mudingai sono bravissimi a contrastare l'avversario, ma quando c'è da "vedere" il gioco sono una frana.
La difesa ha subito otto goals, una media di due a partita (continuando così alla fine saranno 76 !!!).
Di Vaio è l'ombra di se stesso e poichè non può essere diventato improvvisamente un brocco, è evidentemente bloccato da troppe responsabilità: qualche giornata di panchina non potrebbe fare altro che bene sia a lui che ad Acquafresca giocare da titolare fisso.
Abbiamo poi una serie di infortuni che rendono l'infermeria del Bologna stipata come quella del Milan, senza però averne i ricambi per quantità e tanto meno per qualità.
Segno di una fortuna che, dopo averci sorriso per tre anni sorreggendoci in serie A, pare ci abbia voltato le spalle.
A proposito di fortuna.
Da quando sono diventati presidente e vice, Guaraldi e Setti non hanno vinto una sola partita, le hanno perse tutte tranne i due pareggi con il Parma, la penultima del campionato 2010-2011, a maggio scorso, e con la Juve domenica scorsa.
Napoleone, quando gli caldeggiavano la nomina a generale di ufficiali del suo esercito, diceva sempre: d'accordo è bravo, ma è ANCHE fortunato ?
Napoleone sapeva che la fortuna ha una alta percentuale nei successi e negli insuccessi della vita.
Guaraldi e Setti forse saranno bravi, sicuramente non sono fortunati.
Napoleone non li avrebbe mai fatti generali.
martedì 20 settembre 2011
W l'Italia
http://www.youtube.com/watch?v=ufwwxeOmeD8&feature=share
domenica 18 settembre 2011
Sofferenza rossoblu
Perdere in casa contro il Lecce, no.
Nessuna attenuante, contro questo Bologna persino il Lecce sembrava il Milan.
E nei prossimi otto giorni avremo: Juventus, Inter e Palermo (non ricordo se in questa sequenza) per cui non è infondato il timore di ritrovarsi a zero punti dopo cinque giornate.
Ho visto una squadra abulica, senza gioco, senza tecniche individuali (a parte Diamanti e Ramirez almeno per le due palle due che l'uruguagio ha toccato) ma soprattutto senza carattere.
La difesa ferma, con due cariatidi in attesa della pensione.
Di Vaio che è l'ombra di quello visto negli ultimi tre anni, anche lui ormai con il tragurado della pensione.
L'allenatore ?
Ma l'avete visto prima dell'inizio che deambulava in campo da solo, quando avrebbe dovuto caricare e istruire i giocatori ?
Aveva l'espressione del perdente nato e dopo il secondo goal non si agitava, non urlava, ma guardava perso il campo con i troppo caritatevoli i commentatori che dicevano che "rifletteva" mentre a me sembrava più la faccia di un pugile suonato che non sa dove andare.
Ma non è colpa loro ma di quelle due dozzine di signori che si sono messi assieme per gestire il Bologna.
Non si pretende che si mettano a spendere e spandere come possono fare solo Berlusconi, Moratti e Agnelli, ma che almeno sappiano scegliere i giocatori, pur risparmiando, come fanno i Pozzo, i Zamparini, anche i Lotito e i Preziosi.
Intanto l'Atalanta, partita a meno sette, è già a meno due.
Questo anno la vedo molto dura.
La sofferenza rossoblu sarà ancora maggiore ...
domenica 11 settembre 2011
11 settembre
Non posso evitare di proporre un ricordo di quell'11 settembre 2001, con l'attentato a New York e Washington. Nel rispetto delle sensibilità di ciascuno evito il merito della questione e mi limito a ricordarne l'orrore. Un pensiero alle vittime di quei massacri la cui memoria può essere onorata ricordando e agendo perchè un tale evento non accada mai più.
mercoledì 31 agosto 2011
Che la terra sia loro lieve
martedì 30 agosto 2011
I furbi e i fessi
A presto amici
Capitolo I – Dei furbi e dei fessi [modifica]I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.
Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia; non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente sulla magistratura, nella pubblica istruzione, ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. – questi è un fesso.
I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.
Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.
Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.
Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.
I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.
Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.
L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.
Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido, avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.
Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.
Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandare via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.
Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l'associazione con altri briganti alla guerra contro questi.
Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo sopratutto a quello della distribuzione.
L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente – che non si trova nei libri – insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.
L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono
lunedì 29 agosto 2011
Domenica senza pallone
Da allora molte cose sono cambiate.
La partita di pallone non si gioca più solo alla domenica, ma anche al sabato, all’ora di pranzo della domenica, magari al lunedì o al venerdì, mentre nei giorni centrali della settimana è il turno delle coppe europee che una volta erano così poche che ogni volta diventavano un evento.
Che io preferisca il vecchio sistema al nuovo è ovvio, ma sarebbe assurdo combattere contro i mulini a vento.
Purtroppo domenica scorsa, mentre ci accingevamo a gustarci la prima di campionato con il posticipo serale di Bologna-Roma, l’Italia è rimasta senza pallone, con gli stadi desolatamente vuoti.
I calciatori hanno scioperato.
Due gli argomenti che hanno provocato la rottura tra le parti.
Il trattamento ai “fuori rosa” e la ventilata addizionale irpef.
Che i calciatori scioperino fa sorridere amaro.
Ma ne hanno diritto perchè, stoltamente, quando hanno trasformato le società di calcio in spa (e poi rincarato la dose con l’ammissione in borsa e la possibilità della finalità di lucro) i calciatori, anche quelli più pagati, sono a tutti gli effetti lavoratori dipendenti, con un loro contratto collettivo e con tutti i diritti del caso.
Si potrebbe dire che fanno la bella vita, ma anche che hanno una carriera limitata nel tempo e che non tutti guadagnano le iperboliche cifre che leggiamo sui giornali per i migliori.
Resta il fatto che la resistenza delle società è tardiva e destinata ad essere sconfitta.
Se, infatti, i contratti dei calciatori prevedono la retribuzione fondata su una cifra netta, di diritto ogni alterazione delle aliquote fiscali deve essere posta in capo alle società.
Peggio per loro se hanno accettato tali condizioni, come è stato peggio per l’industria italiana (e per tutta la nostra economia) quando Agnelli, nei primi anni settanta, calò le braghe davanti alla triplice sindacale.
Pacta sunt servanda.
Diverso il discorso dei “fuori rosa”.
Un lavoratore dipendente non può interferire sull’organizzazione aziendale, in questo caso sulla formazione e sugli allenamenti.
Se poi consideriamo quanto siano svelti di lingua certi “campioni”, non si può negare alle società il diritto di esercitare il potere disciplinare, come in qualsiasi azienda.
Sarebbe quindi giusto se le società pagassero l’eventuale addizionale irpef (che potrebbe anche non esserci più nel testo definitivo), ma conservassero la possibilità di gestire i “fuori rosa”.
Scommettiamo però che si accorderanno sul contrario ?
Comunque sia, come ad ogni inizio Campionato:
domenica 14 agosto 2011
Feriae Augusti
E, come scrisse Massimo lo scorso anno, dal 16 si comincerà a pensare al Natale ... :-)
sabato 16 luglio 2011
la fine di un'era
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Con la missione di Atlantis STS 135, attualmente in corso, si chiude l’era degli Space Shuttle, esattamente a 30 anni dal suo inizio (12 aprile 1981)
Lo Shuttle ha rappresentato un’evoluzione fondamentale nell’astronautica, in quanto si è passati dalle più o meno rudimentali capsule a perdere installate nell’ogiva di un missile ad un’astronave vera e propria, interamente riutilizzabile: insomma, un mezzo di trasporto con la stessa identica dignità di tutti gli altri mezzi di trasporto costruiti dall’uomo per muoversi sulla superficie terrestre e sull’acqua, nell’aria e sotto l’acqua….
La storia dei mezzi di trasporto è caratterizzata dalla continua, costante evoluzione della macchina, sempre più perfetta, efficace e sofisticata; non si è mai verificata nemmeno una stasi, una battuta d’arresto nello sviluppo tecnologico, figuriamoci addirittura un’involuzione !!
Invece è esattamente quello che succedendo in campo spaziale.
L’amministrazione Obama è in pieno marasma per quanto riguarda il settore spaziale: senza idee, senza programmi, senza lo straccio di un piano concreto e credibile per il futuro.
Ad essere sinceri non è tutta colpa di Obama: il danno lo aveva già fatto l’amministrazione Bush quando decise di abbandonare il programma Shuttle (era prevista la costruzione degli shuttle di nuova generazione, i c.d. “Shuttle-C”) per tornare ai razzi a perdere con le capsule nell’ogiva: un salto all’indietro di ben 40 anni !!
Ma almeno, nelle intenzioni di Bush c’era il ritorno sulla Luna: il nuovo programma spaziale varato dalla sua amministrazione, denominato “Constellation” prevedeva la costruzione di razzi e capsule del tutto simili ai mitici “Saturno” e “Apollo” per poter tornare sul ns.satellite (cosa che lo shuttle non era in grado di fare)..
Purtroppo però il programma era partito male, con finanziamenti troppo scarsi per un obiettivo così ambizioso e poi il fatto di abbandonare la sofisticata tecnologia degli Shuttle per tornare indietro di 40 anni era piaciuto a pochi: c’era poco entusiasmo (e tante critiche) negli ambienti della Nasa..
Così, all’arrivo di Obama, la Nasa era già in piena crisi: di idee e di finanziamenti.
A questo punto sarebbe stata necessaria una decisione politica forte e vigorosa per lanciare definitivamente il programma verso il suo ambizioso obiettivo, proprio come fece Kennedy nel suo famoso discorso nel 1961 quando annunciò la decisione di andare sulla Luna.
Ma non siamo più negli anni ’60, è tramontata da un pezzo l’entusiastica, positivista fiducia nei progressi della tecnologia che caratterizzava quel decennio, non c’è più la guerra fredda, non c’è più l’URSS con cui competere, non c’è più Kennedy.
C’è soltanto un’amministrazione senza più idee, in pieno marasma, con ben altre priorità che non l’esplorazione spaziale.
Tutti i programmi spaziali prima o poi finiscono, ma vengono sempre sostituiti da nuovi programmi più ambiziosi ed evoluti:
dopo la capsule Mercury ci furono le Gemini, dopo le Gemini gli Apollo, dopo gli Apollo gli Shuttle (e la Stazione Spaziale), ma dopo gli Shuttle non c’è più nulla.
Di fatto il programma spaziale americano “manned” (da non confondere con l’”unmanned” che –almeno quello- gode ancora di ottima salute) sembra virtualmente cessato.
O meglio, è cessato quello pubblico, governativo: d’ora in poi lo sviluppo del programma, anche se sempre sotto la supervisione della Nasa, è demandato ai privati
Sono da tempo già nate numerose agenzie spaziali private, che, esattamente come le compagnie aeree, si occuperanno del trasporto di persone e materiali da e per la stazione spaziale.
Contrariamente alle compagnie aeree, però, queste nuove agenzie progettano, sviluppano e costruiscono anche le proprie navi spaziali.
E’ questa l’unica speranza che ci rimane per lo sviluppo futuro dell’astronautica “manned”.
Ma i privati sono ancora agli inizi, bisogna di fatto ricominciare la storia dell’astronautica da capo; passeranno molti anni prima che possano raggiungere un livello paragonabile a quello della Nasa dell’era Shuttle.
E poi i privati debbono rigorosamente rispondere ad una logica commerciale, di profitti e perdite: debbono avere dei ritorni economici, non possono certo permettersi bilanci in perdita per periodo troppo lunghi.
Così, addio sogni ambiziosi, addio ritorno sulla Luna (per non parlare di Marte): tutto quello che ci si aspetta è continuare a viaggiare in orbita bassa e sarà già un miracolo se la stessa ISS (la Stazione Spaziale) riuscirà a sopravvivere senza quella manutenzione che soltanto un veicolo come lo Shuttle poteva permettere.
Sembra quasi di essere tornati all’era dello Sputnik, ma senza i sogni, le speranze e la fiducia di quegli anni.
venerdì 8 luglio 2011
cenni storici di un ragguardevole POF
Cari amici,
rispondo all’ invito di Giando e scrivo questo post, sperando non vi siano gli errori che, con l’ età che avanza, per noi del Galvani, sono sicuramente collegati a minor vista e attenzione, entrambe vieppiù mancanti, non ad altro… A dire la verità, un’ acca di troppo, immediatamente addebitata ai motivi di cui sopra, è stata però per me oggetto di accurata indagine: “sarà vicinissima alla a, nella tastiera, mi sono detta”. Invece no, è lontanissima :-)!
Vabbè, chissà se questo scherzo lo avete capito, magari no, ma io, da “prof”, mi sono divertita…
A proposito, visto che il post di Cesco "destra e sinistra" è andato pressoché deserto, mentre io speravo di potere fare sfoggio di commenti ad hoc, non rinuncio a dirvi che, a seguito di -anomala- indagine del commissario di italiano su chi provenisse da un classico e mia risposta affermativa al reiterato appello solo dopo ben tre formulazioni della medesima domanda, sono stata incastrata nella sottocommissione di correzione dei temi! Solo uno studente aveva svolto la traccia “Destra o sinistra” e da quel momento è diventato il mio beniamino. Per la cronaca: gli abbiamo assegnato il punteggio finale in assoluto maggiore, 95/100! Dopo avere fatto, obtorto collo, un’ abbuffata di “bulimia” e di Andy Warhol, mi ha assai gratificato avere contribuito a premiare l’ originalità …
Piuttosto, siamo sicuri che la curva gaussiana c’ entri qualcosa? Per me, no. E sono certa che Massa mi darebbe (come sempre) ragione…
A proposito, visto che il nostro comune denominatore è un illustre Liceo, vi erudisco su alcune curiosità
La storia dell’ attuale Liceo L.Galvani si può far iniziare nel 1551 anno in cui i Gesuiti istituirono a Bologna due classi in modesti locali accanto alla piccola Chiesa Santa Lucia, che era stato il primo nucleo della presenza dell’ Ordine in città.
I collegi dei Gesuiti costituivano una realtà educativa fra le più qualificate in Italia e rispondevano a programmi di studio attentamente elaborati; la loro egemonia culturale nel settore educativo pre-universitario si espresse nel Seicento, quando ebbero la direzione del collegio dei nobili e del Collegio dei Cittadini (borghesi).
Nel 1752, usufruendo dei lasciti di Mons. Zambeccari, venne costituita la Biblioteca che, prima in città, concesse libero accesso a tutti gli studiosi.
Nel 1773 l’ Ordine fu soppresso e i suoi beni passarono ai Barnabiti che continuarono nell’ educazione dei giovani. L’ 11 febbraio 1860 nacque a Bologna il primo Liceo con sede nel “Palazzo delle Scuole”, che attualmente ospita la Biblioteca dell’ Archiginnasio.
Le leggi del 1860 tolsero ai Barnabiti chiese e scuole e, in clima di laicizzazione della cultura e dell’ istruzione scolastica, nell’ edificio si trasferì il primo Liceo-Ginnasio Statale bolognese che assorbì il Ginnasio “Guinizzelli” e prese il nome di Liceo Ginnasio Luigi Galvani
Il Liceo Galvani è stata la scuola di Carducci, Panzacchi, Don Olinto Marella, Della Volpe, Arcangeli,Baccelli, Pasolini
Beh, non male, che ne dite?
Ho trovato queste notizie nel POF del Liceo
POF, per la cronaca, significa Piano dell’ Offerta Formativa ovvero è il documento costitutivo dell’ identità culturale e progettuale di ogni scuola, in cui vengono esposte tutte le attività e i servizi offerti nell’ ambito della propria autonomia.
Nel Liceo Minghetti, antico antagonista sul territorio, non v’è alcun cenno storico. Il che la dice lunga su come debba essere risolto l’ eterno conflitto sulla superiorità dell’ uno o dell’altro…
Comunque, con le scuole, nell’ a.s. 2010-2011 ho chiuso! Si riprenderà a settembre…
La mia maturità si è svolta brillantemente e poiché non abbiamo bocciato nessuno posso non temere ricorsi al TAR… Senonchè, la sera prima dell’ultimo giorno, avevo 38,7 ! Sì, a causa di infiammazione a un dente del giudizio mai nato… Finito l’ incubo, ne è così iniziato un altro: quello dell’ antibiotico, con me che mi aggiravo per casa avvolta da un pile!
Pile, ragazzi, PILE.
Sono a terra, però ho deciso di partire, per assaporare le qualità rigeneratrici dell’ acqua su cui tutti (o quasi) concordiamo.
I proponimenti per l’ a.s. 2011-2012?
Molte letture: comincio da subito.
Minor senso del dovere e maggior senso del divertimento.
In quest'ultimo, includerei un incontro con gli amici del Blog: l’ anno scorso eravamo in cinque, il prox saremo sicuramente almeno dieci
Cominciamo a pensare di fissare una data, che ne dite?
N.B. La partecipazione è sottoposta a un duplice requisito: essere iscritti come blogger in questo blog e avere scritto almeno un post!
Baci e buona estate
Vale
domenica 3 luglio 2011
LATOK I: impresa in corso
Quando Jim Donini, Michael Kennedy, Jeff e George Lowe si arrampicarono per la prima volta lassù in stile alpino, anzi in stile capsula, tentarono qualcosa che come pietre di paragone forse (e non è detto) aveva soltanto il Changabang di Pete Boardman e Joe Tasker o l’Ogre di Doug Scott e Chris Bonington. Semplicemente impossibile immaginare qualcosa di più complicato, di più difficile sul piano squisitamente tecnico, e a una quota del genere poi. Come non bastasse, nessuna cordata era mai rimasta prima in parete per ventisei giorni filati avendo con sé cibo solo per quattordici, un po’ per la scelta di non mollare e un po’ per il fatto che a non mollare, e ciascuna per una settimana, erano state anche due spaventose bufere. «Sopravvivenza non scontata» ammise tornando devastato al campo base Donini, al quale una frase del genere era stata ispirata prima solo da un’altra montagna molto ma molto più famosa: il Cerro Torre. Quella squadra straordinaria schierava il meglio che il Nuovo Mondo potesse esprimere in una stagione memorabile del verticale. Gente visionaria capace di appendersi ai palloncini della sua fantasia e di credere possibile il più folle dei sogni, gente però anche concreta proprio come concreti sono il ghiaccio e la roccia, capace anche di mettersi alle spalle cento durissimi tiri di corda prima di rassegnarsi. Epica la scalata, epica la ritirata lanciata a duecento metri dalla vetta, con più solo le energie per tentare di salvarsi. Era il luglio del 1978 e se non sembra ieri è perché da allora è scivolata via una giovane vita. La montagna era il Latok 1, 7145 metri alti e magnifici sul ghiacciaio Choktoi, Karakorum, Pakistan. Una cima scovata grazie a una vecchia foto dei pionieri Eric Shipton e Bill Tillman. La via? La meravigliosa e infinita cresta Nord. Sono passati trentatré anni, ma la montagna e la sua linea magica naturalmente sono sempre lì. La prima, salita una volta soltanto: dal versante Sud, blitz della squadra giapponese di Naoki Takada nell’estate del ’79. La seconda, la cresta, passata indenne attraverso il tiro incrociato e l’assedio di non meno di venti spedizioni. Ci ha provato invano la meglio gioventù alpinistica di mezzo mondo e di più generazioni, ma il risultato non è cambiato. Tutti respinti: altri americani, e poi francesi, polacchi, austriaci, canadesi, norvegesi, inglesi, neozelandesi, argentini, giapponesi. Di più: nessuno è riuscito di salire più in alto della prima cordata, il che già di suo è stupefacente visti i vertiginosi progressi conosciuti da tecnica di scalata e materiali. Mancavano giusto gli italiani, all’appello, ma è arrivato anche il loro momento, e per la squadra che in gran segreto si è coagulata attorno al progetto muovendo da quattro diverse vallate alpine l’aria si è fatta elettrica. E’ stato Ermanno Salvaterra, il trentino indiscusso re del Cerro Torre, uno che sceglie le sue pareti come farebbe un cercatore d’oro, anzi di diamanti, ad essere folgorato da quel nuovo bagliore qualche mese fa (…)
Questa spedizione al Latok, nata “di nascosto” e dall’esito tutt’altro che scontato, comunque difficilmente finirà sulle pagine dei giornali, ma rappresenta lo “sport” (estremo) allo stato più puro. Per questo la seguirò, come seguo Salvaterra da tempo nel suo blog (da cui ho copiato il pezzo di Spreafico) augurandomi che possa riuscire nel duro compito.
Telefilm specchio della società
Anche perchè la continua riproposizione dei suoi telefilm (a braccio direi che siamo ad una dozzina di passaggi ...) lo rende più vivo che mai ... nel nostro immaginario.
Prendo invece spunto da una trasmissione radiofonica di questa mattina (non ricordo il titolo, ore 8,30 circa su Radio Uno) nella quale si proponeva la tesi dei telefilm come specchio della società, più e meglio dei film e della letteratura.
Naturalmente a sostenerlo era un "esperto" del settore che, come ogni oste, dichiara che il suo vino è il migliore.
Ma qualcosa di vero c'è e credo lo possiamo verificare grazie a Fox Retro che, da circa un anno, su Sky propone le vecchie serie di telefilm: Attenti a quei due (Tony Curtis e Roger Moore), Arsenio Lupin, Charlie's Angels, Hazzard, Happy Days, Colombo e tanti altri.
Come non notare la differenza tra il linguaggio di allora e quello dei telefilm odierni sicuramente più sboccati, spesso senza alcuna connessione con la storia ?
E le stesse scene di violenza sono rappresentate con discrezione, per quanto essenziale alla trama, mentre oggi vediamo telefilm, che pure sono piacevoli come CSI, indulgere un po' troppo nella rappresentazione visiva dell'autopsia.
Possibile che una simile decadenza alla perdita di valori della società contemporanea, alla scomparsa della percezione del Bene e del Male, ad una tendenza nichilista che avendo portato a relitivizzare tutto, manca di coscienza del limite al proprio piacere ed interesse.
Spero di sbagliarmi, ma la vicenda emersa la settimana scorsa di quel ragazzo che - dichiarando di non sapere perchè l'avesse fatto - ha ucciso l'amico e, dopo averla legata al letto e torturata, la sorella di lui e sua ex fidanzata, mi sembra tratta, pari pari, da Criminal Minds.
domenica 26 giugno 2011
Destra e sinistra
Anni formidabili secondo qualcuno, anni di piombo per la Storia.
Anni comunque indimenticabili, quelli della nostra adolescenza, per noi.
I maturandi che hanno scelto quella traccia – pare una esigua minoranza – hanno illustri predecessori che si sonocimentati nel tema e cito Bobbio sul versante sinistro e Veneziani su quello destro.
Bobbio e morto, Veneziani, nostro coetaneo, è vivo e vegeto ed ha commentato il tema , allineandosi, lui che solitamente è una voce stonata, ad una pletora di personaggi che ritengono superata, finita la distinzione tra destra e sinistra.
Che ne pensate ?
E' ancora attuale una distinzione tra destra e sinistra ?
domenica 19 giugno 2011
Vacanze..................
E' il benessere che pervade, è l'aumento della pressione su tutto il corpo, o forse la tridimensionalità dei movimenti; certo la netta percezione dei nostri confini, dove finisce la nostra essenza ed inizia tutto ciò che ci circonda.
Sarà la densità dell'acqua che trasmette le vibrazioni vitali più velocemente, plasmandoci in maniera profonda ma dinamica a tutto ciò che è animato ed inanimato. O ci invia segnali di ritorno come nei nostri vicini delfini.
Ma soprattutto ciò che è vivo, che pulsa lo percepiamo prima, meglio, in maniera più viscerale. Già il nostro respiro vedendolo ci trasmette la vita. E' viaggiare in una dimensione senza tempo, come un film che regala l'intimità delle nostre emozioni. E liberarle ci fa crescere ed apprezzare le diversità negli altri quale miniera importantissima di preziosa ed incontrollabile energia.
L'unica certezza è il suo richiamo, e come una dolce melodia ci rapisce regalando ogni volta un fotogramma in più della nostra verità.”
Max
domenica 12 giugno 2011
Pensione a settanta anni
E' la proposta del presidente dei giovani industriali, formulata al convegno di Santa Margherita Ligure.
Noi abbiamo 54/55 anni ed abbiamo iniziato a lavorare in una epoca in cui calcolando i 35 anni di anzianità necessari per arrivare alla pensione, adesso saremmo in lista di (breve) attesa.
Se venisse accolta la proposta suddetta, avremmo invece ancora una quindicina di anni di attività.
Cosa ne pensate ?
giovedì 2 giugno 2011
Millennium in versione cinematografica
Ieri ho terminato di guardare il terzo film, tratto dal terzo romanzo.
Un breve riepilogo per chi non c’era.
Uno (o sono già due ?) anni fa, Claudio ci suggerì la lettura della trilogia di Larsson.
Non la conoscevo e, nonostante di solito non segua i consigli altrui ma acquisti i libri in base alla mia ispirazione, avendo già avuto modo di conoscere la narrativa gialla svedese, soprattutto con Mankell e il suo Commissario Wallander, comprai il primo volume della trilogia: Uomini che odiano le donne.
Un tomo di oltre 600 pagine che, peraltro, ho letto con piacere e senza sforzo.
Bravo Claudio, ho pensato, ottimo suggerimento.
Ho così acquistato gli altri due volumi : La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta.
Sono rimasto deluso.
Scaduti nella morbosità sessuale, contorti, più il secondo del terzo e, con macabra battuta, si potrebbe dire che Larsson, pur morto giovane, poteva “terminare” quando ha scritto la parola “fine” al primo volume.
La trilogia cinematografica ha accentuato la mia impressione, coinvolgendo anche il primo episodio.
Pellicola scura, una trama fondata sulle perversioni sessuali cui viene dato grande risalto sin dal primo episodio, una recitazione cupa, praticamente priva di ironia o di una qualsivoglia battuta di spirito.
L’attrice che interpreta la Salander somiglia troppo a quelle ragazze dai capelli unti (e lasciamo stare il resto) che chiedono l’elemosina agli angoli delle strade solo perchè tentano due passi di danza, credendosi Shakira nel waka-waka, al suono di una chitarra stonata, quindi non mi ispira alcuna simpatia.
L’attore protagonista, che interpreta il giornalista Blomqvist, mi sembra legnoso e inespressivo.
Ne abbiamo già parlato, ma se la Svezia è quella triste e debosciata che appare dai romanzi e dai loro film e telefilm (l’estate scorsa trasmisero l’intera serie televisiva del Commissario Wallander e l’ambientazione e i contenuti erano analoghi !) penso che non abbia davanti un futuro cui guardare con ottimismo e capisco il perchè sia una delle nazioni con il più alto numero di suicidi.
martedì 24 maggio 2011
Talebani
"New York, 24 maggio 2011 - Fumare oggi una sigaretta a Madison Square, a New York, può costare fino a 50 dollari di multa. E’ entrata infatti in vigore la nuova legge approvata lo scorso febbraio dal Consiglio comunale, che ha esteso il divieto di fumo ai 1.700 parchi della città, alle zone pedonali della città, come Times Square, e lungo i 22,5 chilometri di spiaggia. Nella Grande Mela è in vigore dal 2003 il divieto di fumo nei bar e nei ristoranti, così come sui luoghi di lavoro.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle nuove norme, il dipartimento della Sanità ha annunciato il lancio di una campagna in televisione, sulla metropolitana e sui media. In prima fila il sindaco Michael Bloomberg, ex fumatore diventato un nemico implacabile della sigaretta: a suo dire, gli spazi pubblici saranno da subito “più piacevoli, più sani, più appropriati”.
“I fumatori passivo corrono un grande rischio e diminuire l’esposizione dei newyorkesi al fumo è un passo importante per rendere la nostra città una città in migliore stato di salute”, ha aggiunto Bloomberg. La sigaretta è responsabile di un terzo dei decessi evitabili in città, secondo il sindaco."
E' un comportamento civile non fumare nei luoghi chiusi e privi degli idonei aspiratori, ma all'aperto ...
Questa mattina, durante la trasmissione radiofonica "Istruzioni per l'uso" in onda su RadioUno tra le sei e le sette, hanno anche detto che, sempre a New York, in certi condomìni è vietato fumare anche nel proprio appartamento.
Francamente mi sembra che gli ecoambientalisti stiano sbroccando a tutto andare ...
lunedì 23 maggio 2011
Salvi, ma senza gloria
Per uno che, a neppure otto anni di età, fu emotivamente coinvolto dallo scudetto del 1964 (con tutta la storia del “doping”, la morte del Presidente dopo un litigio con Moratti, lo spareggio ...) la permanenza in serie A del Bologna (una delle squadre più titolate d’Italia, direi quinta o sesta dopo Juventus, Milan, Inter e Genoa, alla pari con il Torino con il quale la differenza dovrebbe farla lo scudetto del 1927, vinto dal Toro, revocato però mai assegnato al Bologna come invece accadde per quello del 2006 revocato alla Juve e assegnato a tavolino all’Inter arrivata terza sul campo) non può suscitare entusiasmi.
Alla Catalano si può dire comunque che è meglio giocare in serie A che in serie B, ma giocare come ?
Leggo sul Carlino che le sei sconfitte e due pareggi degli ultimi due mesi di campionato, a Bologna ormai salvo, sono costate tre milioni e trecentomila euro per via dei bonus attribuiti in base alla classifica finale.
Posso capire che le vicende societarie (cinque presidente in nove mesi !!!) abbiamo influenzato negativamente una volta raggiunto l’ obiettivo (?!?) della salvezza.
Ma la “ciliegina”della sconfitta in casa, per quattro a zero, nell’ultima giornata di ieri, contro l’ultima e già retrocessa, rovina quanto di bello fatto nel corso dei mesi precedenti.
Salvi, ma senza gloria.
E insistono nella cooperativa dei proprietari, quando tutti sanno che ogni società, anche di calcio, funziona quando a comandare è uno e uno solo.
San Massimo (Zanetti), pensaci tu !
martedì 10 maggio 2011
lunedì 9 maggio 2011
Vent'anni dopo ... allo stadio
Erano venti anni (più o meno) che non ci andavo e mi limitavo a guardare le partite per televisione.
L’ultima volta fu ... un altro pareggio, un Bologna-Vicenza vista, più o meno dalla stessa visuale, con mio padre, prima che i problemi di vista gli impedissero anche questo piacere.
Devo dire che mi è sembrato di non aver mai smesso di andarci.
Lo stadio di Bologna è un piccolo gioiello.
Non capisco proprio, se non sotto un profilo essenzialmente speculativo, chi vorrebbe costruirne uno nuovo: non ne abbiamo bisogno.
Il prato verde sembra perfetto e la visuale è ugualmente ottimale.
Da qualunque posizione si può vedere bene il campo.
L’ambiente, il “sapore” di una partita di calcio vista dal vivo è sicuramente più gradevole delle partite viste da casa, anche in compagnia degli amici.
Sicuramente a favorire questa impressione era la giornata, splendida: dubito avrei avuto la medesima sensazione durante una delle tante domenica di pioggia o neve dell’inverno scorso.
Ho incontrato alcune persone di mia conoscenza, tra le quali, seduto nella fila davanti ad appena due poltroncine di distanza, un fratello del nostro Massimo, Francesco che mi ha detto di aver conservato la passione per il Bologna.
Il sistema dei posti numerati e dell’acquisto dei biglietti in prevendita mi sembra funzionale (sono arrivato alle 14.40-14.45, praticamente poco prima dell’inizio della partita) mentre mi sembrano eccessivi ben quattro controlli agli accessi (al momento in cui si entra allo stadio, con biglietto e carta di identità in mano; poco prima del tornello, quindi il tornello e infine prima di salire nel settore).
L’uscita è abbastanza veloce.
Insomma, tutti gli elementi di contorno, comodità, ambiente, meteo, hanno segnato un bel “più” a favore della gradevolezza del pomeriggio domenicale allo stadio.
Purtroppo la partita non è stata all’altezza dello stadio e del clima.
Il Bologna è irriconoscibile rispetto alla squadra che ci diede l’immensa soddisfazione di battere la Juve a Torino e i giocatori (anche del Parma, peraltro) sembravano appena dimessi dal Cottolengo.
A metà del secondo tempo, a sostituzioni già completate, mezza squadra si tastava cosce e ginocchia e zoppicava.
Non è questa la sede per una analisi tecnica e, quindi, chiudo domandandomi se vale la pena tornare allo stadio.
La risposta è comunque “sì”.
Certo l’abbonamento è altra cosa e francamente una squadra così non merita il sacrificio (economico e “fisico” in inverno) dell’abbonamento (cioè di un impegno costante, a domeniche alterne, per 19 partite da settembre a maggio!) anche se la speranza di tornare a vedere un Bologna quanto meno decoroso, non morirà mai.
Ma l’ambiente dello stadio in una giornata di sole primaverile è sempre piacevole e, indipendentemente dal risultato, salutare.
Ci tornerò e qualcosa mi dice che tornerò presto anche al Gianni Falchi ...
venerdì 6 maggio 2011
Registro delle opposizioni
Pubblicità telefonica.
Da alcuni mesi è in vigore il cosiddetto “registro delle opposizioni” per chi non vuole più ricevere telefonate con un interlocutore che, a tutti i costi, vuole farti il favore di farti risparmiare.
Non avevo intenzione di iscrivermi, perchè meno “registro” i miei dati in qualsivoglia elenco, più mi ritengo libero nonostante tutta la marea di controlli cui siamo sottoposti.
Ma anche perchè in passato ebbi modo di apprezzare i prodotti di un paio di aziende vinicole friulane che avevano fatto una telefonata pubblicitaria.
Ma un mesetto fa la situazione era divenuta intollerabile.
Tornando a casa constatavo che durante la giornata arrivavano almeno quattro o cinque telefonate e la coda proseguiva anche fino alle nove di sera.
Avevo preso l’abitudine di non rispondere quando appariva “chiamata anonima” o “numero privato”.
Ma anche il “nemico” si è fatto furbo e adesso appariva il numero chiamante.
Così mi sono deciso: www.registrodelleopposizioni.it e ho seguito la procedura indicata.
Avevo molti dubbi sull’efficacia, ma mi devo ricredere.
Nel giro di due giorni (le indicazioni parlavano entro quindici giorni, perchè le aziende devono organizzarsi per raccogliere i dati ogni quindici giorni) sono cessate del tutto le telefonate pubblicitarie.
Stop alla pubblicità indesiderata, anche se ho dovuto “registrarmi” in un pubblico registro, sia pur delle opposizioni, facendo un altro passo all’interno del grande fratello contemporaneo.
venerdì 29 aprile 2011
Diritto al tempo libero e ricerca della felicità
Il caso è finito alla corte di cassazione per la testardaggine di un utente che reclamava dalla Telecom un danno per non aver fornito adeguata assistenza per la linea adsl, compromettendo quindi l’utilizzo del suo “diritto” al tempo libero.
Se la pretesa del cittadino appare anche a me eccessiva nel caso specifico, la decisione di negare un diritto al tempo libero mi sembra rappresenti una pericolosa involuzione e un passo indietro rispetto anche al famoso “8+8+8” (8 ore di lavoro, 8 di riposo e 8 per se stessi) del secolo scorso.
Eppure già nel 1776, con la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America si riconosceva uno scopo nella ricerca della felicità … :
“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. “.
Non vi pare un concetto sempreverde ?
mercoledì 20 aprile 2011
AUGURI....
…Cara giovane amica voglio essere molto franco con te: non deve essere affatto divertente venir fuori da quel posto così comodo e caldo e le modalità potrebbero essere decisamente imbarazzanti. Purtroppo è un passaggio inevitabile: abbandonare i posti comodi e caldi è l'unico modo per vedere le cose più interessanti.
Imparerai presto a giocare, ma a un certo punto, diventata grande, continuare a farlo sembrerà una cosa inopportuna, da bambini appunto.
Sono i più pericolosi, purtroppo sono molti.
BUONA PASQUA a tutti voi !
giovedì 14 aprile 2011
All Blacks
Quel che ha detto Andrea nel suo post è sacrosanto, ma sono sempre più convinto che un motivo del perché tutti gli altri sport di squadra abbiano tifosi più "educati" sia anche nella diffusione planetaria senza paragoni del calcio stesso e del suo indotto. Per un tifoso di basket ce ne saranno migliaia nel calcio: vedete anche voi che se si prendono tot persone a caso è facile che siano tutte ok, se sono mille volte tante i cretini ci scappano per forza. Poi la cultura dello sport, ad esempio, anglosassone è tutt'altra, non c'è dubbio. Io sono da anni assolutamente per il rugby, che seguo costantemente attraverso le telecronache di Sky e devo dire che lì la sportività è ai massimi livelli: sugli spalti e soprattutto in campo (anche perché trattandosi di uno sport di una durezza pazzesca sarebbe la fine se i giocatori trascendessero ai livelli di certe reazioni che vediamo magari la domenica negli stadi). L'arbitro è rispettato come in nessun altro sport e addirittura solo il capitano può rivolgersi a lui per delle precisazioni. Le azioni di meta sono decise nei casi dubbi dal TMO (television match officer) un arbitro aggiunto che rivedendo l'azione dubbia da varie angolazioni riferisce all'arbitro capo la decisione da prendere. E finisce lì, anche nei casi dubbi (e ce ne sono) nessuno recrimina mai. La massima espressione del rugby sono a pieno titolo gli All Blacks, la nazionale della Nuova Zelanda. In quel paese si vive per il rugby, i ragazzini lo giocano come da noi il calcio, e da sempre sfornano campioni inarrivabili per competenza tecnica e fantasia. Hanno un solo tabù: quello della Coppa del mondo. Hanno vinto la prima edizione in casa nel 1987 e da allora non si sono più ripetuti. Ogni volta si presentano come strafavoriti, dominano gli anni precedenti la Coppa con delle squadre pazzesche, poi toppano. Ricordate il '95 in Sudafrica? Allora c'era un certo Lomu negli All Blacks che sembrava inarrestabile. Ma persero. (Guardate il bellissimo film Invictus di Clint Eastwood su quella Coppa, su Mandela, su cosa significò per il Sudafrica, a proposito di razzismo). E persero nel '99 in semifinale dalla Francia una partita impossibile da perdere, sempre con Lomu in campo. Nel 2003 avevano ridicolizzato nel Tri Nations durante l'estate Australia e Sudafrica, le altre due superpotenze della palla ovale, le uniche che ogni tanto li battono. Ma in semifinale l'Australia ebbe la meglio contro ogni logica. Pensate quello che vuol dire per il popolo neozelandese questa serie di sconfitte, per loro sono veri e propri lutti nazionali! Nel 2007 non potevano perdere, avevano una squadra mostruosa con i due (tuttora) giocatori più forti del mondo: il mediano di apertura Carter e il capitano Richie McCaw, tre volte eletto giocatore più forte del mondo. Durante il secondo tempo del quarto di finale contro la Francia (squadra comunque validissima e storica bestia nera degli All Blacks) con la partita in equilibrio, né l'arbitro né il giudice di linea rilevano un evidente, incredibile passaggio in avanti (nel rugby è un fallo) dei francesi che così riescono a spuntarla contro ogni pronostico. Un'ingiustizia pazzesca. Ma nessun giocatore né lo staff tecnico recriminò mai su quell'episodio che distrusse il morale a una nazione intera. Non dico a distanza di tempo, ma nemmeno a caldo, alla fine della partita, l'allenatore dei neozelandesi, con sulle spalle tutto il peso dell'enorme delusione dell'intera Nuova Zelanda, disse una parola contro l'arbitro che aveva così clamorosamente sbagliato. Né un giocatore si lamentò di quella decisione. Anche questa è sportività: saper perdere, anche ai massimi livelli, senza recriminazioni. Anni luce da tutti i nostri "processi del lunedì"...