domenica 27 febbraio 2022

Chi nulla rischia, Jeffrey Archer

Ho appena terminato di leggere l'ultimo romanzo di Jeffrey Archer, Chi nulla rischia, 415 pagine, edito da HarperCollins.

A me piace la narrazione di Archer, sin dai tempi di Caino e Abele, ma negli ultimi anni (adesso ha più di ottanta anni) ha affinato non tanto lo stile, che già c'era, quanto i contenuti, con una giusta dose di ironia tipicamente inglese e senza cadere nell'errore di tanti scrittori (un nome per tutti: Camilla Lackberg) di voler trasformare una bella storia di fantasia in un messaggio sociale.

In questo caso Chi nulla rischia, è frutto di una brillante intuizione di Archer che, dopo aver scritto i sette volumi della saga familiare dei Clifton (consigliabile a chi si è appassionato nel passato ai Buddenbrok di Thomas Mann e alla Saga dei Forsythe di John Galswarthy) ha pensato di scrivere quello che nella saga era solo la serie di successo inventata dal protagonista, scrittore di professione.

Così Archer ha fatto sì che le "Indagini del detective William Warwich" non fossero solo una invenzione funzionale ad un romanzo che trattava di altro, ma vedessero realmente la luce.

Qualcuno potrebbe definirlo un "legal thriller", perchè molto è ambientato nei tribunali, spesso in punta di legge, il che tradisce la base professionale di Archer (laureato a Oxford, parlamentare e sottosegretario nei governi conservatori di Margareth Thatcher, sindaco di Londra), ma la trama poliziesca c'è tutta e si legge bene.

E soprattutto non ci sono messaggi sociali dietro l'angolo, il che ci lascia solo il piacere della lettura di una trama ben costruita con il pronosticabile lieto fine.

domenica 20 febbraio 2022

Il ciclista solitario

Stamattina sono partito presto per recarmi qualche giorno in montagna, sperando di evitare, vista la bella giornata che si profilava, il codazzo dei ciclisti della domenica.

Ci sono in parte riuscito.

Con mia grande sorpresa ho superato e incrociato ciclisti solitari che probabilmente erano partiti prima delle otto per poter raggiungere una qualche meta collinare.

Più agevole, ovviamente, passare un singolo ciclista che non una mandria di dieci-venti tutti vestiti uguale, che pedalano anche affiancati (persino in tre) con il capo branco che, alla fine della giornata, avrà sicuramente il torcicollo visto che più che guardare la strada si erge sui pedali per guardarsi alle spalle se qualche pecorella smarrita è andata a farfalle.

Mi sono sempre chiesto "chi glielo fa fare" ?

Posso capire l'uscita in gruppo, chiacchiere e, magari, un bel pranzo prima del rientro (in discesa) innaffiato da un buon vino rosso.

Ma la pedalata solitaria mi porta tanta tristezza, pensando che anche una bella bevuta di vino, se in compagnia porta allegria, se solitaria solo malinconia.

domenica 13 febbraio 2022

Il trolley

La settimana scorsa sono stato costretto ad andare al mercato in centro più tardi del solito.

E l'ho trovato intasato, non di persone, ma di trolley (se si scrive così).

Quello strumento, che ho cominciato ad odiare quando andavo per lavoro a Milano e in stazione  vedevo (e subivo) sempre più persone che se lo tiravano dietro e, appena terminate le scale, lo lasciavano cadere incuranti di fare attenzione se ci fossero piedi di altri passanti, ha ormai preso ... piede, in tutti i sensi.

Capisco la comodità di un carriolino con le ruote per portarsi dietro la spesa, ma possibile che siano così tante le persone che non sono in grado di usare normalissime sporte ?

Il trolley è un inciampo per chi cammina e un ostacolo quando il proprietario è in coda, in attesa del suo turno (andate a vedere in via Drapperie davanti alle pescherie !) e lo lascia per terra, senza avere quella creanza che a noi fu insegnata sin da bambini, quando i genitori ci dicevano di tenere cartella o zaino tra le gambe in autobus, per evitare di disturbare il prossimo.

Pollice verso.


domenica 6 febbraio 2022

Evoluzione dei tempi

In questi giorni in montagna, ho notato che le automobili con gli sci sul tetto sono diventate mosche bianche.

Anni fa, in questo periodo, erano innumerevoli le automobile con il portasci e, avviandosi verso le località di montagne, quasi tutte trasportavano sci (a volte sistemati al contrario ...).

Oggi, da qualche anno, non è più così.

L'arrivo di suv e minisuv con interni spaziosi, consente, a meno che - sempre meno - non si abbia per famiglia una tribù, di posizionare gli sci all'interno.

E se proprio uno non vuole caricarsi di troppa roba, il noleggio sci non conosce crisi (se non quella indotta dai divieti) e vedo sempre più persone che, invece di portarsi dietro i propri sci, preferisce noleggiarli per una settimana o giorno per giorno.

Tutto sommato, non mi sembra una cattiva idea.