domenica 23 agosto 2020

Astuzie editoriali

Il periodo che stiamo vivendo è caratterizzato da una cosiddetta infodemia, cioè un eccesso di notizie (vere e false) sul virus cinese che aumentano la relativa psicosi.
Ma c'è anche chi approfitta di questo clima per proporre o riproporre qualcosa in tema, che conferma come la fantascienza sia, valutandola ex post, sempre più letteratura di anticipazione.
La casa editrice Fanucci ha cosi, in luglio, dato alle stampe un corposo romanzo di oltre 600 pagine di Connie Willis (vincitrice di Nebula e Hugo) intitolato "L'anno del contagio" dove, forse con un eccesso di stile e di verbosità, ci propone non uno, ma due contagi in parallelo grazie ai viaggi nel tempo.
Oltre non dico.
Ma il romanzo che non conoscevo, anche se da almeno 50 anni conoscevo l'autore (Charles Eric Maine) che mi colpi, ragazzino, con il suo Il vampiro del mare, è Il grande contagio, anche questo uscito in luglio, per gli Oscar Mondadori.
Il romanzo della Willis risale al 1992, quello di Maine al 1961 e rientra nel filone apocalittico in cui autori inglesi come lo stesso Maine e John Wyndham (Il giorno dei Trifidi, I trasfigurati, Il risveglio del'abisso, Il lichene cinese etc.) furono e restano maestri ineguagliabili.
Il romanzo di Maine (ricordo:1961) avvince e convince anche oggi, soprattutto quando si leggono i provvedimenti che vengono assunti per fermare il contagio da virus misterioso: mascherine, isolamento, igiene.
L'allarme febbre a 38, non a 37,5.
L'inizio dell'epidemia in Cina.
Sembrerebbe che Maine abbia lui preso una macchina del tempo e tratto spunto dagli eventi dei giorni nostri.
Come nel vampiro del mare il finale è ... agrodolce e anche qui non dico di più, ma questo romanzo mi sento di consigliarlo per uno o due pomeriggi coi brividi, anche se fuori ci sono 30 gradi.

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