domenica 10 maggio 2020

Il campionato deve ricominciare

Sono stupito (fino ad un certo punto ...) dalla stolidità del governo che ancora non ha deciso se autorizzare la ripresa del campionato di calcio.
Se una certa giustificazione nel rimandare di mese in mese il "decreto aprile", cioè l'epocale iniziezione denaro nella nostra economia (che peraltro esiste solo sulla carta, trattandosi essenzialmente di garanzie e non di liquidità) può essere comprensibile visto che tutte le categorie hanno giustificati motivi per accapparrarsi una fetta della torta, sulla ripresa del campionato non ne esistono.
Il calcio è (era) una fiorente industria che muoveva miliardi.
L'interruzione comportarebbe lo stato di crisi e quindi la necessità per lo stato (cioè per noi) di rifinanziarlo, al pari di qualsiasi altra attività economica.
Ma il calcio è ed ha molto di più.
Il calcio è spettacolo che coinvolge milioni di Italiani e rappresenta una valvola di sfogo dalle tensioni quotidiani, una parentesi dalle angosce e dai problemi dei cittadini e in quanto tale svolge una importante funzione sociale.
Ma, dicono, la sicurezza ...
Il calcio è praticato da giovani atleti, allenati, controllati e in salute, non si tratta di anziani già debilitati da diverse patologie e se un calciatore fosse contagiato è molto probabile che non manifesterebbe neppure sintomi rilevanti e, alla fine, si possa risolvere tutto con una guarigione che rappresenterebbe un rafforzamento del presidio immunitario per tutti.
E se non ripartisse il calcio, perchè dovrebbero ripartire altre attività dove la sicurezza dei lavoratori sarebbe ancor meno garantita ?

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