mercoledì 17 giugno 2020

Noi, invece, c'eravamo

"Che a suoi figli narrandole un giorno, dovrà dir sospirando: io non c'era; che la santa vittrice bandiera salutata quel dì non avrà" (Manzoni, Marzo 1821).
Noi, invece, c'eravamo quel giorno, anzi quella notte del 17 giugno 1970 quando una partita di calcio riscattò anni di dileggio e di sudditanza psicologica.
Erano i Campionati del Mondo di calcio in un Messico che aveva già ospitato nel 1968 le Olimpiadi.
L'Italia arrivava dai mondiali inglesi del 1966 con la umiliante sconfitta contro la Corea del Nord, mentre alla Germania ancora bruciava la sconfitta contro l'Inghilterra.
Noi per il riscatto, la Germania per affermare una supremazia che solo quello che consideravano un inganno aveva loro sottratto quattro anni prima.
Ci incontrammo in semifinale.
Fu epica.
Io (noi) eravamo impegnati negli esami di terza media.
Impegnati ... poco, perchè c'era lo sciopero dei professori che li aveva bloccati e che ci consentì di guardare le partite anche se si giocavano a tarda ora (poi gli esami furono ridotti alla sola prova scritta di italiano per tutti, latino per chi voleva essere ammesso al classico e ad un orale con contorno di prova di educazione fisica).
Ricordo la televisione in bianco e nero, neanche lontanamente immaginabile per chi è abituato alla qualità delle immagini di oggi.
Ricordo le pause, il caldo, il gelato mangiato con mio padre e la felicità finale.
Italia Germania 4 a 3 e diventammo "grandi".

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