lunedì 30 marzo 2009

MITI


Ragazzi, che meraviglia!

Stamane, mio giorno libero, ho accompagnato una classe all’ Alma Mater per un Convegno sulla Costituzione.

Tra i relatori, due professori con cui diedi diritto commerciale e diritto pubblico comparato (Galgano e De Vergottini) : che emozione!

Tanta emozione, ostentata con orgoglio ai miei studenti, mi ha portato a una riflessione amara: sto veramente invecchiando…

Nella mia mattinata, non solo i ricordi universitari, ma anche il famoso portico di apertura del nostro blog, il mitico portico del Galvani: è sempre meraviglioso ripercorrerlo e, comunque, stargli “vicino”.

Davvero: è incredibile come, quando ami qualcosa o qualcuno, la semplice vicinanza all’ oggetto amato sia così totalmente appagante.

Sempre legato al Galvani è lo spettacolo teatrale che ho visto ieri e che, se speravate che ve lo passassi sotto silenzio, vi siete sbagliati di grosso.

Innanzitutto, la protagonista che per ben due ore ha retto, sola, la scena è Lella Costa. Nello scriverlo assaporo già l’ aria di totale disgusto di Massimo F…:-)

In effetti, ho la caratteristica (o è un pregio?) di guardare uno spettacolo senza preclusioni ideologiche di sorta: Lella Costa mi fa ridere. Detesto la Littizzetto che non riesce MAI a farmi ridere, ma mi sganascio con la Costa e, ancora di più, con i fratelli Guzzanti, Corrado e Sabina

Quest’ ultima, con la parodia di Berlusconi,. è per me irresistibile..anche se, quando le guardo la faccia rifatta ( come mai una donna di sinistra è così legata all’ apparire?), sono molto soddisfatta del mio voto (meno, quando guardo la Santanchè)

“Ragazze” è il titolo dello spettacolo di ieri. Che mi ha fatto (ri?) scoprire che Italo Calvino ha scritto “L’ altra Euridice”. Partendo da questo racconto di Italo Calvino, appunto, Lella Costa prova a raccontare le donne, il loro andare, incerto ma inesorabile, il voler esplorare e partire e mettersi in gioco e capire, questo continuo sfidare e chiedere conto e pretendere rigore e rispetto e coerenza; la fatica e la leggerezza, il dolore, lo sgomento, la rabbia, i desideri, la testardaggine, l’autoironia, il magonismo terminale, la sorellanza che forse é perfino più inquieta della fratellanza… Euridice e le altre, nei secoli protagoniste o (e?) testimoni di uxoricidi impuniti e vessazioni quotidiane, di espropriazioni subdole e continue, di gesti eroici e delitti inauditi, e di quel costante, incoercibile, formidabile accanimento terapeutico nei confronti del futuro. Euridice e le altre, sicuramente non tutte -ma molte- le “ragazze senza pari” che abitano, e animano, la nostra vita e la nostra memoria. E che, compatibilmente con il mondo, riescono ad essere straordinariamente creative, e irresistibilmente simpatiche.

La tematica è sempre quella: le Donne.

Ma anche gli Uomini.

Ve la ricordate la storia dell’ amore tra Orfeo e Euridice?

Orfeo era un poeta e un musicista, suonava la lira e la cetra come nessun altro, e il suo canto aveva poteri magici; gli animali feroci lo seguivano mansueti, gli alberi si piegavano verso di lui per sentire più da vicino le sue note, i suoi versi potevano commuovere anche i più duri di cuore. La sua sventura cominciò con la morte della moglie Euridice, che calpestò un serpente velenoso e finì nel regno dei morti. Orfeo non si rassegnò, e decise di fare ogni possibile tentativo per riportarla al mondo dei vivi: scese agli Inferi e suonando la lira riuscì a farsi amici il temibile traghettatore Caronte e il mostruoso cane guardiano Cerbero; grazie alla potenza della sua arte e alla forza del suo amore disperato, riuscì persino a convincere Ade, il signore delle Tenebre, a far tornare Euridice tra i vivi, ma a una condizione: Orfeo avrebbe preceduto la donna nel cammino verso la luce e non si sarebbe mai girato a guardarla fino a quando non fossero arrivati sulla terra. Ma Orfeo non ci riuscì, era troppo preoccupato per quello che poteva succedere alle sue spalle, e si voltò per assicurarsi che Euridice lo seguisse: così la perse per sempre e, soprattutto, la ricacciò agli inferi...

Effettivamente, se io fossi stata Euridice mi sarei chiesta per l' eternità: ma perchè diavolo si è voltato?

Eppure, lui, Uomo, si voltò....

E non è che dovesse poi fare tanto: doveva semplicemente non voltarsi....

:-) Buona settimana!

7 commenti:

Massimo F. ha detto...

Lella Costa ? Mai seguita.
Littizzetto: mai sopportata (per fortuna la guardo solo sul breve dello spot e solo perchè non sono un patito dello zapping).
Guzzanti: da un padre che faceva una trasmissione intitolata "rosso di sera" ... :-D

Donne: ce ne sarebbe da scrivere, accendendo la miccia su un colossale "erudito cazzeggio" ... ;-)

claudio ha detto...

Io penso che Orfeo non si sia voltato solo per precauzione ma anche per quella voglia di sapere tipica dell'uomo (non appannaggio solo del maschio s'intende), quella "curiosità" che sempre lo ha spinto davanti all'ignoto. Orfeo un po' come Ulisse insomma: uno doveva oltrepassare le colonne d'Ercole, l'altro doveva voltarsi a vedere cosa succedeva.
Grazie Valeria di avermi ricordato le mie impolverate Metamorfosi di Ovidi: lì c'è tutto il mito di cui abbiamo bisogno. E' una lettura che mi affascinò e in certi punti mi commosse diversi anni fa, bisognerebbe farle leggere a tutti.
Neanch'io seguo Lella Costa, ma la Litizzetto mi fa sorridere. Appena, se non è troppo volgare.
Che dire della donna, infine, che tu descrivi così "totalmente" bene.
Beh ha ragione Massimo, ce ne sarebbe da scrivere...

valeria ha detto...

Claudio, Massimo, e blogger tutti,
CONSIDERATEMI UNA DI VOI!

Non abbiate riguardo, non fatemi sconti: ascolto volentieri quello che vi piacerebbe dire sulle donne... In fondo, i miei migliori amici sono maschi e le donne non mi stanno poi così tanto simpatiche, le cose belle su di loro le ha dette Lella Costa, non io.

Certo: mi piace fare battute su alcune innegabili caratteristiche maschili, ma non disdegnerei affatto il vostro pensiero sulle donne...

Ma ora non me ne vorrete se vi racconto una storiella…

"IL PREZZO DEL CERVELLO"
In ospedale si trova un paziente gravemente malato.
I familiari si riuniscono nella sala d'attesa e, alla fine entra un medico, stanco e desolato:
"Mi dispiace d'essere portatore di brutte notizie", disse guardando le loro facce preoccupate.
"L'unica speranza per il vostro familiare è un trapianto di cervello.
E' qualcosa di sperimentale, è rischioso, ed anche economicamente del tutto a vostre spese".
I familiari restano seduti, ascoltando le gravi notizie.
Alla fine, uno domanda: "Per informazione, quanto costa un cervello?"
"Dipende", risponde il medico,
"15.000 euro un cervello di uomo; 200 euro uno di donna".
Un lungo momento di silenzio invade la stanza, mentre gli uomini presenti cercano di non ridere ed evitano di guardare le donne negli occhi, anche se qualcuno accenna un sorriso.
Infine, la curiosità fa domandare ad uno di loro: "Dottore, a che si deve la differenza di prezzo?"
Il medico, sorridendo a una domanda così innocente,risponde: "Quelli femminili costano meno perchè sono gli unici ad essere stati usati, gli altri sono come nuovi".

Molti saluti a tutti gli uomini che hanno sorriso a metà del racconto; ma anche alle donne (qualcuna che ci legge ci sarà pure...!) e ai miei amici Blogger (a cui, pur essendo uomini, l'uso del cervello non fa difetto...) che hanno sorriso alla ...FINE!

BUON PESCE D'APRILE!

claudio ha detto...

Grande. Ho sorriso a metà e alla fine Valeria. Tu SEI una di noi e non credo ti facciamo sconti di nessun genere. E' che ne avrei da dire tanto sulle donne, così diverse l'una dall'altra, così uguali, così imperscrutabili, così irrinunciabili, così dominanti, vero sesso forte forse, anche se da millenni cerchiamo di tenerle a bada in ogni modo, così semplicemente meravigliose e così crudeli, mai prevedibili, sfingi senza segreto, mai comprensibili per come "ragioniamo" noi uomini. E come non amarvi, madri, sorelle, mogli, amanti, maestre, amiche, compagne più per una notte che per una vita intera.
Ma non accendiamo la miccia,come consiglia Massimo, tanto non riuscirò mai a capire il pensiero femminile fino in fondo. Solo queste poche righe ora perché comunque siete "l'altra metà del cielo".
Buon primo aprile a tutti, occhio agli scherzi.

valeria ha detto...

Poche righe, ma significative...Grazie, Claude!:-)a nome dell' altra metà del cielo...

valeria ha detto...

...a ripensarci, quell' "occhio agli scherzi" è peraltro inquietante...

claudio ha detto...

No, quell'"occhio agli scherzi" non c'entra con quanto ho scritto, non avevo nemmeno pensato a possibili dubbi!