
Interessantissimo spunto, davvero, quello di Valeria, che più che un commento merita un post. A mio avviso la scienza non dovrebbe mai fermarsi. Un fisico deve avere non solo il diritto ma il dovere morale di lavorare a tutto ciò che è progresso. Anche se non immagina le conseguenze. L’etica poi è una bella cosa ma che nei fatti storici cede sempre il passo alla politica. C’è stato fortunatamente un solo momento in cui nella storia dell’umanità fu usata la bomba atomica: su Hiroshima e Nagasaki . Perché poi? Da un punto di vista strettamente militare: "Il Giappone era già militarmente sconfitto e l'uso della bomba era completamente inutile." Queste non sono le parole di uno storico revisionista postumo o di uno scrittore di sinistra. Certamente non sono le parole di qualcuno preso dall'odio per gli Stati Uniti. Sono le parole di Dwight Eisenhower, allora comandante in capo delle forze alleate e poi presidente Usa. Dopo la distruzione della flotta giapponese nel golfo di Leyte nell'ottobre del 1944, gli Stati Uniti potevano bombardare incontrastati le città del Giappone, come fecero con gli infernali bombardamenti incendiari di Tokyo e Osaka. Senza una propria marina militare, un Giappone povero di risorse aveva perso la capacità di importare il cibo, il carburante e i rifornimenti industriali necessari a portare avanti una guerra mondiale. L'ammiraglio Nimitz, comandante in capo della flotta USA del Pacifico, scriveva che "I giapponesi avevano già chiesto la pace. La bomba atomica non ebbe alcun ruolo decisivo, da un punto di vista puramente militare, nella sconfitta del Giappone." I giapponesi erano già sconfitti e pronti alla resa. Ma se l'impiego delle bombe non fu dettato da necessità militari, allora perché furono usate? La risposta emerge quando si considera l'atteggiamento degli USA nei confronti dei russi. Nel febbraio del 1945, gli Stati Uniti non sapevano se la bomba avrebbe funzionato oppure no ma è fuor di dubbio che avevano bisogno dell'aiuto della Russia per portare a termine sia la guerra in Europa che quella nel Pacifico. Stalin concordò a Yalta che una volta finita la guerra in Europa avrebbe fatto trasferire le sue forze dall'Europa all'Asia per entrare entro 90 giorni in guerra nel Pacifico contro il Giappone. La guerra in Europa finì l'otto maggio del 1945. L'otto maggio più 90 giorni fa l'otto agosto. Per impedire l'occupazione russa di territorio nell'Asia orientale così come aveva occupato i territori dell'Europa orientale, gli americani dovevano finire la guerra nel più breve tempo possibile. C’è anche da considerare la situazione cinese: piena guerra civile fra i nazionalisti guidati dal generale Chiang Kai-Shek e i comunisti guidati da Mao. Se la Russia avesse conquistato altro territorio nell'Asia orientale, avrebbe messo la sua potenza militare a disposizione di Mao, con quel che ne sarebbe conseguito. (La storia poi ci dice che Mao arrivò comunque al potere, ma questa è un’altra complicata faccenda, e la responsabilità americana è enorme). Una volta dimostrato a Los Alamos a metà luglio che la bomba funzionava, la situazione precipitò. Non c'era più il tempo per negoziare con i giapponesi. Ogni giorno di ritardo voleva dire altra terra ceduta alla Russia e, quindi, una maggiore probabilità di una vittoria comunista nella guerra civile cinese. L’America doveva arrivare alla fine della guerra non in mesi, neanche in settimane, ma in giorni. Per questo il 6 agosto 1945, due giorni prima che spettasse ai russi di dichiarare guerra al Giappone, gli Stati Uniti sganciarono la bomba su Hiroshima e da allora il mondo non fu più lo stesso. La storia della necessità militare, messa in piedi in fretta e furia dopo la fine della guerra, non può reggere di fronte alla realtà della situazione dell'epoca dei fatti.
6 commenti:
Mi sembra una buona interpretazione. Personalmente ritengo quella decisione di Truman dolorosa, ma necessaria. Anche perchè non sono certo che gli Americani avrebbero potuto occupare il Giappone senza colpo ferire, anche dopo una resa. Così, invece, il Giappone è stato, proficuamente, occidentalizzato con perdite minime tra gli Americani e con la possibilità di dedicarsi al pericolo allora emergente: il comunismo.
Pure per me quanto scritto da Claudio è condivisibile (anche perché non sono uno specialista di quel periodo storico e quindi non posso dire più di tanto). Effettivamente anch'io ritengo che la conquista del Giappone non sarebbe stata indolore: guardiamo cosa è successo per la Germania. Certo, il Giappone era destinato comunque a perdere, ma avrebbe venduto carissima la pelle ed inoltre gli USA furono sempre da soli, per tutta la guerra, nel sostenere lo sforzo bellico contro i giapponesi. Piuttosto mi rattrista molto sentire molte persone oggi, spesso in perfetta buonafede (evidentemente condizionati dalla vulgata sinistrorsa antiamericana), considerare gli americani dei criminali guerrafondai ed imperialisti per aver lanciato senza ragione due bombe atomiche contro i poveri giapponesi (i quali erano alleati dei nazifascisti, ma questo è un dettaglio secondario che forse ignorano del tutto).
Anche se molti credono che uno sbarco in Giappone avrebbe causato enormi perdite di soldati Usa(1.000.000?), nessun documento conferma questa tesi. La verità è che non ce ne sarebbe stto bisogno: la data prevista per l'inizio delle operazioni era novembre, il primo mi sembra, ma i giapponesi si sarebbero arresi molto prima senza bisogno di un'invasione.Come rivelano trasmissioni decodificate dall'intelligence Usa erano mesi che i giapponesi cercavano un modo di arrendersi onorevolmente e da agosto sarebbero bastate poche settimane, quindi ben prima dell'inizio di un eventuale sbarco in Giappone. La bomba accelerò drammaticamente questa inevitabile resa.
Sul fronte Europeo il proclama di Roosevelt a Casablanca nel '43 in cui si ribadì il concetto di "resa incondizonata" della Germania ebbe le sue belle conseguenze sulla durata del conflitto impedendo di fatto ogni possibile trattativa e prolungando oltre il necessario la più sanguinosa delle guerre.
Noto con molto interesse che in questo dibattito, mentre le posizioni dei precedenti commenti, pur con le necessarie precisazioni, sostengono la scelta americana come pressoché ineludibile, Claudio ha solo trasmesso dei dati, rigorosamente astenendosi da qualunque giudizio.
C'è un motivo?
Il mio pensiero è che da un punto di vista morale non si dovevano sganciare le atomiche dopo aver sperimentato quello che potevano fare. Nè da un punto di vista militare circoscritto a quel momento. Solo da un punto di vista politico non fu un errore. Probabilmente l’aver provato l’effetto “sul campo” delle esplosioni nucleari ci ha risparmiato un olocausto nucleare in Europa negli anni della guerra fredda. Pensate solo a quello che abbiamo rischiato nel novembre ’83 durante l’esercitazione Able Archer (mi vengono i brividi). E prima ancora, ma non eravamo nati, al tempo del blocco di Berlino. Ecco, forse senza aver visto Hiroshima americani e russi non ci avrebbero pensato due volte a scatenare le loro atomiche. Ma da un punto di vista etico fu una grossa porcata, pari a quelle del bomber command inglese su Colonia, Amburgo, Dresda… Uccisioni di civili a scopo terroristico più che militare. Non molto più nobili di certi rastrellamenti delle SS. La guerra si vinceva ugualmente distruggendo "solo" ponti, fabbriche, stazioni, caserme, aeroporti, porti ecc... Per finire notate bene che io sono schierato comunque dalla parte degli alleati e non sono contrario totalmente all’uso di armi nucleari tattiche. Probabilmente le avrei accettate in Corea per fermare la calata dei cinesi, come voleva McArthur, e se sapessi con certezza che in una qualche valle pakistana o afgana si nasconde Bin Laden…
Anche Claudio, riconoscendone la valenza politica, ha qui ceduto alla cocretezza delle necessità politiche nei rapporti di forza ... :-).
Mi permetto di aggiungere una domanda. Quand'anche il Giappone si fosse arreso senza resistere, senza le due atomiche avrebbe così integralmente e rapidamente accettato una costituzione occidentale e l'assimilazione dei nostri costumi, mentalità e principi liberali ?
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