
Anche oggi sono stata a teatro…
“Copenaghen” è ormai considerato un classico del teatro contemporaneo. La vicenda, tratta dal testo del drammaturgo inglese Michael Frayn, ricostruisce, nella Copenaghen del 1941 (occupata dai nazisti) l’incontro tra due premi Nobel per
Bohr, uomo umbratile e umorale, una sera riceve, assieme alla moglie Margrethe, la visita del suo ex allievo. Una visita veramente insolita quella di Heisenberg e nei padroni di casa si instaura la certezza che essa non sia casuale. Ma quali sono allora i veri motivi della sua visita? Nella più solida tradizione anglosassone, il dubbio è amletico: forse il fisico tedesco, in nome della vecchia amicizia, vuol far sapere a Bohr - ormai schierato con la ricerca Alleata - che ancora non possiede (e con lui quindi il Terzo Reich) la formula della bomba; oppure è lì per cercare di trovare con lui un accordo per bloccare o rallentare, in maniera bilaterale, le ricerche sulle armi nucleari?; o ancora, è semplicemente lì per offrirgli protezione, magari in cambio di qualche segreto? Tutte ipotesi lecite e tutte in parte con un fondo di verità che non troveranno una risposta univoca, nemmeno nelle considerazioni che i tre personaggi esprimono oggi supponendo di tornare a parlare come spiriti del passato…
Attraverso un dialogo calibratissimo i tre sollevano domande cruciali sul rapporto fra potere, politica, scienza e morale ed in particolare: "Ha un fisico il diritto morale di lavorare alla bomba atomica?Quali devono essere i rapporti fra potere politico e scienza? Può il progresso venire condizionato da scelte etiche? Quali sono i limiti e le responsabilità morali di chi si dedica alla ricerca scientifica?"
Sono interrogativi che segnano momenti importanti della nostra storia e che continuamente cercano risposte ...
Ho pensato di raccontarvi il tutto perché Claudio è un amante delle armi, Massimo F. è un convinto assertore di convinzioni politiche, Massimo P. è uno storico e Roberto un filosofo... Insomma, ce n’è per tutti...
O no?
4 commenti:
Interessante tema ... da sviluppare con calma, anche se la mia idea l'ho ben definita :-)
Buona settimana.
Sono d'accordo con Massimo F.: per sviluppare bene l'argomento ci vuole calma e ponderazione. Nel frattempo, un piccolo aneddoto: Niels Bohr è sempre stato il mio idolo. Perchè ?
Bohr è stato un dei più grandi fisici del XX secolo, sicuramente non inferiore ad Einstein, però era lentissimo a comprendere le cose: doveva pensarci, rifletterci, rimuginare; dava l'impressione (alle persone che non lo conoscevano) di essere una persona poco intelligente, perfino un ritardato mentale. Ed ecco l'aneddoto: Bohr andava al cinema sempre in compagnia di una persona che gli spiegasse il film, perchè da solo non ci capiva niente !!!
Le scene del film, la sua trama erano troppo veloci per lui: la sua mente era geniale, ma lentissima a mettersi in moto.
Bello l'aneddoto :-)
Fino a che punto può spingersi la scienza ?
E c'è un limite da non superare ?
Io credo che se poniamo un limite per legge, il mondo si fermerà e nel momento in cui il mondo si fermerà, comincerà la nostra fine.
D'altronde lasciare campo libero agli scienziati che, spesso, non hanno sufficiente coscienza etica e morale, può creare delle aberrazioni (e già ne vediamo in giro), visto che nel nome della scienza (come, del resto, della religione) si commettono atroci delitti.
Gli atei - tra i quali proliferano moltissimi scienziati o pseudo tali - sono fondamentalisti religiosi quanto e più dei khomeinisti e di quelle frange integraliste del cattolicesimo.
Allora che fare ?
Credo che la risposta non possa che essere nella libertà concessa ai singoli, che rispondono alla loro coscienza, coniugata con il contrappeso che esercitano forze uguali e contrarie alle quali non si può proibire di esercitare la loro influenza.
In sostanza, piena libertà di ricerca, ma anche piena libertà di contestarne le strade, le scelte e le applicazioni.
Da questa combinazione di frenate e accelerazioni, esce necessariamente un punto di mediazione che è una accettabile risultante, grazie alla quale il mondo non si ferma, ma, neppure, si procede allo sbaraglio, fuori da ogni binario etico e morale.
Vi ricordate quel bellissimo film "A beautiful mind" con Russel Crowe, che interpretava il matematico e premio Nobel John Forbes Nash jr.? Il protagonista era un genio, affetto da schizofrenia, che solo dopo dure lotte e grazie alla sua forza mentale riuscì ad uscire dal tunnel della malattia e a diventare docente fino a quando venne insignito, nel 1994, del Premio Nobel per l' economia.
Evidentemente il genio va spesso a braccetto con delle anomalie! Per Massimo P., Bohr è stato un idolo; io ricordo che per mesi la figura di John Forbes Nash jr., che suscitò la mia più profonda ammirazione, accompagnò i miei pensieri...Da notare che, grazie alle sue intuizioni, divennero obsolete le teorie economiche di Adam Smith!
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