Il 24 maggio 1915, cento anni fa, l'Italia entrava in guerra contro l'Austria e la Germania.
Dopo tre anni e mezzo di guerra, il 4 novembre 1918, si celebrò l'unica vittoria bellica, contro potenze europee, della nostra storia moderna.
Siamo di una generazione che quelle vicende ha studiato ed il cui spirito abbiamo conosciuto, ci è stato illustrato e, almeno alcuni di noi, hanno compreso, recepito e custodiscono con onore e gratitudine verso i seicentocinquantamila Caduti che hanno onorato la Patria (a differenza di chi disertò e di chi, nelle retrovie, faceva propaganda disfattista).
Allora il nemico era il nostro vicino austriaco che occupava territori italiani, che sarebbero, in gran parte, stati liberati dopo quei quattro anni di guerra.
Ma allora i Valori fondanti di un Popolo, di una Nazione, le Virtù, la Tradizione, lo spirito patriottico erano vivi e aiutavano a superare lutti, miserie e povertà.
Quei Valori, quelle Virtù, quelle essenze spirituali che trasformano un uomo in un Uomo, oggi non le vedo tanto diffuse.
Siamo rammolliti e distratti da egoistici obiettivi e non ci accorgiamo che stiamo spalancando le porte ad un vicino ben più pericoloso di quello che i nostri Nonni hanno combattuto e vinto nella Grande Guerra.
Allora fa bene ricordare i cento anni dell'entrata in guerra dell'Italia, chissà che non aiuti a risvegliare le coscienze assopite e ad iniettare un po' di combattività in chi, ormai, sembra aspettare triste e senza speranza la fine annunciata dal crollo dei Valori che resero grande la nostra Civiltà.
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