venerdì 29 aprile 2011

Diritto al tempo libero e ricerca della felicità

Avete letto che la corte di cassazione ha negato l'esistenza di un diritto al tempo libero, ritenendolo un diritto immaginario ?
Il caso è finito alla corte di cassazione per la testardaggine di un utente che reclamava dalla Telecom un danno per non aver fornito adeguata assistenza per la linea adsl, compromettendo quindi l’utilizzo del suo “diritto” al tempo libero.
Se la pretesa del cittadino appare anche a me eccessiva nel caso specifico, la decisione di negare un diritto al tempo libero mi sembra rappresenti una pericolosa involuzione e un passo indietro rispetto anche al famoso “8+8+8” (8 ore di lavoro, 8 di riposo e 8 per se stessi) del secolo scorso.
Eppure già nel 1776, con la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America si riconosceva uno scopo nella ricerca della felicità … :
Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. “.
Non vi pare un concetto sempreverde ?

6 commenti:

valeria ha detto...

Certo che il diritto alla felicità è un concetto sempreverde!
E mi ha sempre affascinato questo diritto espressamente riconosciuto dalla Costituzione Americana
Secondo me, la nostra Costituzione lo riconosce implicitamente in tutti i suoi risvolti e in particolare nei vari diritti inviolabili della persona, nei diritti di libertà e nei principi di uguaglianza, democrazia e solidarietà e tutte le volte in cui parla di "dignità della persona"...
Quanto alla Cassazione, non mi sembra che nella fattispecie (e con riferimento al solo dispositivo che riferisci, perché la sentenza non l’ ho letta) abbia introdotto un principio di "pericolosa involuzione".
La Cassazione applica le leggi;
se il ricorrente avesse chiesto un danno per mancate ferie, allora si sarebbe potuto parlare di diritto al tempo libero violato!
Ma gli avvocati,si sa,ci provano!

Massimo F. ha detto...

Qualcosa mi dice che non abbiamo la medesima considerazione della costituzione del 1948 (che io archivierei, perchè credo più semplice scriverne una nuova e più agile che rattoppare la presente:-).

gaggio ha detto...

Io credo invece che la nostra Costituzione sia una delle migliori possibili: ricordo che ha permesso al nostro Paese di superare anni bui come quelli "di piombo" senza eccessivi conflitti. E poi chi la dovrebbe riscrivere nei suoi principi fondamentali quei quattro politici da operetta che ci ritroviamo? Erano a mio avviso molto meglio i Padri Costituenti. Io, ovviamente senza polemica con chi non la pensa come me, archivierei piuttosto chi la vuole cambiare a prescindere...... Sulla felicità invece credo sia insito nella natura umana la sua ricerca; resta comunque a mio parere una ricerca personalissima difficilmente codificabile.

Massimo F. ha detto...

Sulla costituzione del 1948 avrei almeno 132 motivi (la differenza tra i suoi 139 articoli e i SETTE articoli della costituzione americana ...) per contestarne la validità. Approfitto però dell'assist di Andrea che scrive che la costituzione del 1948 avrebbe permesso di superare gli "anni di piombo" senza tanti conflitti. A parte il fatto che il conflitto ci fu, è vero che le brigate rosse furono liquidate con il pentitismo e con i governi della "non sfiducia". Ma proprio questo fatto denuncia la carateristica essenziale della costituzione del 1948 nata dal compromesso tra l'ideologia comunista e l'anima cattolica della Nazione e, quindi, per funzionare ha bisogno di ampia concordanza. Ma una ampia concordanza non si può raggiungere se non dopo innumerevoli discussioni, chiacchiere, assemblee, votazioni e compromessi. Significherebbe annacquare qualsiasi provvedimento, rendendolo inefficace, ma anche spendere più del necessario come denuncia il debito pubblico nato proprionegli anni in cui doveva essere accontentato chiunque, quindi un po' a te, un po' a me, un po' a lui ... Nel mondo moderno, invece, tutto è più rapido e anche in politica e nel governo c'è bisogno di rapidità di decisioni e univocità di comando. Come in una società per azioni. Con questa costituzione del 1948, piena di paletti, di contrappesi, siamo condannati a faticare cento volte più delle altre nazioni per raggiungere una decisione o un obiettivo. Oppure, come spesso accade, siamo condannati all'immobilismo come quando si riesce a fare una legge e poi interviene un altro potere a cassarla. I politici che scrissero la costituzione del 1948 non dovevano misurarsi con i tempi di risposta richiesti oggi. Se non si cambia, radicalmente, la vedo grigia per le generazioni future. Per fortuna ho già 54 anni ... :-)

gaggio ha detto...

Non sono d'accordo. Io ho giurato fedeltà per ben tre volte nella mia vita a questo Stato e a questa Costituzione che ritengo proprio per quelli che Cesco definisce contrappesi e laccioli ottima e migliore di quella americana data la superiorità culturale manifesta di chi l'ha promulgata. E' ovvio che ci sono degli aspetti che possono essere aggiornati e modificati ma non certamente i fondamenti che restano tuttora validi. Rammento inoltre che il terrorismo non fu solo rosso....... o no?

Massimo F. ha detto...

E' ovvio che ognuno la pensa come vuole, ma che il sistema costituzionale italiano favorisce l'inefficienza e l'immobilismo è un dato di fatto. Se nel 1946-1948, quando fu scritta la costituzione in vigore, rappresentava il tempo (lento) dell'epoca, oggi è sorpassata. Paradosslamente (perchè io sono contrario all'unione europea) le uniche norme che trovano applicazione univoca sono le direttive europee. In sostanza una entità "superiore" che decide senza contrasti. Ma quella entità "superiore" io la vedo meglio elettiva, scelta dal Popolo di una Nazione, e soggetta a periodici esami che si chiamano elezioni.