giovedì 14 aprile 2011

All Blacks


Quel che ha detto Andrea nel suo post è sacrosanto, ma sono sempre più convinto che un motivo del perché tutti gli altri sport di squadra abbiano tifosi più "educati" sia anche nella diffusione planetaria senza paragoni del calcio stesso e del suo indotto. Per un tifoso di basket ce ne saranno migliaia nel calcio: vedete anche voi che se si prendono tot persone a caso è facile che siano tutte ok, se sono mille volte tante i cretini ci scappano per forza. Poi la cultura dello sport, ad esempio, anglosassone è tutt'altra, non c'è dubbio. Io sono da anni assolutamente per il rugby, che seguo costantemente attraverso le telecronache di Sky e devo dire che lì la sportività è ai massimi livelli: sugli spalti e soprattutto in campo (anche perché trattandosi di uno sport di una durezza pazzesca sarebbe la fine se i giocatori trascendessero ai livelli di certe reazioni che vediamo magari la domenica negli stadi). L'arbitro è rispettato come in nessun altro sport e addirittura solo il capitano può rivolgersi a lui per delle precisazioni. Le azioni di meta sono decise nei casi dubbi dal TMO (television match officer) un arbitro aggiunto che rivedendo l'azione dubbia da varie angolazioni riferisce all'arbitro capo la decisione da prendere. E finisce lì, anche nei casi dubbi (e ce ne sono) nessuno recrimina mai. La massima espressione del rugby sono a pieno titolo gli All Blacks, la nazionale della Nuova Zelanda. In quel paese si vive per il rugby, i ragazzini lo giocano come da noi il calcio, e da sempre sfornano campioni inarrivabili per competenza tecnica e fantasia. Hanno un solo tabù: quello della Coppa del mondo. Hanno vinto la prima edizione in casa nel 1987 e da allora non si sono più ripetuti. Ogni volta si presentano come strafavoriti, dominano gli anni precedenti la Coppa con delle squadre pazzesche, poi toppano. Ricordate il '95 in Sudafrica? Allora c'era un certo Lomu negli All Blacks che sembrava inarrestabile. Ma persero. (Guardate il bellissimo film Invictus di Clint Eastwood su quella Coppa, su Mandela, su cosa significò per il Sudafrica, a proposito di razzismo). E persero nel '99 in semifinale dalla Francia una partita impossibile da perdere, sempre con Lomu in campo. Nel 2003 avevano ridicolizzato nel Tri Nations durante l'estate Australia e Sudafrica, le altre due superpotenze della palla ovale, le uniche che ogni tanto li battono. Ma in semifinale l'Australia ebbe la meglio contro ogni logica. Pensate quello che vuol dire per il popolo neozelandese questa serie di sconfitte, per loro sono veri e propri lutti nazionali! Nel 2007 non potevano perdere, avevano una squadra mostruosa con i due (tuttora) giocatori più forti del mondo: il mediano di apertura Carter e il capitano Richie McCaw, tre volte eletto giocatore più forte del mondo. Durante il secondo tempo del quarto di finale contro la Francia (squadra comunque validissima e storica bestia nera degli All Blacks) con la partita in equilibrio, né l'arbitro né il giudice di linea rilevano un evidente, incredibile passaggio in avanti (nel rugby è un fallo) dei francesi che così riescono a spuntarla contro ogni pronostico. Un'ingiustizia pazzesca. Ma nessun giocatore né lo staff tecnico recriminò mai su quell'episodio che distrusse il morale a una nazione intera. Non dico a distanza di tempo, ma nemmeno a caldo, alla fine della partita, l'allenatore dei neozelandesi, con sulle spalle tutto il peso dell'enorme delusione dell'intera Nuova Zelanda, disse una parola contro l'arbitro che aveva così clamorosamente sbagliato. Né un giocatore si lamentò di quella decisione. Anche questa è sportività: saper perdere, anche ai massimi livelli, senza recriminazioni. Anni luce da tutti i nostri "processi del lunedì"...
A novembre quest'anno ci sono di nuovo i mondiali e si svolgono di nuovo in Nuova Zelanda dopo 24 anni. Io li seguirò tutte le mattine, tiferò Italia con simpatia, ma soprattutto tiferò All Blacks. Perché se lo meritano.

5 commenti:

Massimo F. ha detto...

Qualche giorno fa, mi sembra proprio nel Carlino online, era riportata la notizia che in America si era verificato un accoltellamento durante una partita di un loro sport principale (non ricordo se pallacanestro, football o baseball). Non sono convinto che sia il tipo di sport a creare disordini o meno. Credo che Claudio abbia centrato il punto quando, all'inizio del suo post (ma perchè un post a parte e non un commento a quello di Andrea ?) ha scritto della diffusione del calcio a livello planetario. Più circoscritta è la base, meno interessi circolano. Lo sport, di suo, è ... sportivo per default e tutti gli sport hanno pari significato e valore. Poi c'è quella disciplina che piace di più (e ci sarà un motivo) e che suscita maggiori entusiasmi e passioni. Con tutte le conseguenze. Ma non tutto il male vien per nuocere. Se ci si appassione, anche trascendendo, vuol dire che ci interessa. Ed è comunque un bene.

gaggio ha detto...

Amo molto anche il rugby per la sua grande sportività superiore a tutti gli altri sport...... soprattutto perchè i bambini che praticano questa dura ma onesta disciplina vengono fin da piccoli abituati a giocare il famoso terzo tempo, così come nella pallavolo o nel basket vi è la regola non scritta di salutare sempre gli avversari a fine partita e vi assicuro che per un ragazzo che ha appena perso andare a stringere la mano di chi lo ha appena battuto ha un grande valore educativo purtroppo sempre più raro nella nostra società.

claudio ha detto...

Massimo, ero partito col rispondere ad Andrea poi però mi sono dilungato a parlare di rugby, sport a cui da tempo volevo dedicare un post, e così ne ho approfittato subito.

Massimo F. ha detto...

Assolto :-)

valeria ha detto...

Claudio, tienimi edotta sugli All Blacks: da adesso hanno una simpatizzante in più.
N.B. favoloso il film Invictus: mi è piaciuto moltissimo!