Cari amici vi avevo promesso storie di altri animali ed eccomi qua a palare della new entry in provincia: l’orso bruno europeo. La presenza dei grandi carnivori negli ultimi anni sta aumentando un po’ su tutto il territorio nazionale. Pensate che alcuni miei colleghi che, per ovvio conflitto di interessi non possono andare a caccia in provincia di Belluno, vengono a cacciare a Bologna in una azienda faunistico venatoria a Calderino , durante un appostamento al capriolo, hanno avvistato alle porte della città il lupo. Il progressivo abbandono delle campagne e della montagna ha portato negli ultimi anni ad un aumento degli ungulati (cervi, caprioli, cinghiali e da voi i daini) che hanno richiamato sul territorio nazionale i loro predatori naturali: lupo, lince e orso. Il lupo nelle nostre zone non è ancora stato avvistato (sono state rinvenute solo delle feci, in terminologia tecnica “fatte”, di qualche individuo isolato in dispersione), mentre due miei colleghi, durante un servizio notturno, hanno avvistato la lince, la cui presenza era già certa per il ritrovamento di alcune carcasse di caprioli predati da questo meraviglioso felino. Infatti da come un carnivoro si nutre di una carcassa è possibile risalire anche alla specie che se ne è cibata. La lince ad esempio stacca la carne dalle ossa con abilità chirurgica, il lupo rompe anche le ossa per mangiarne il midollo, l’orso invece macina ed ingurgita tutto. La lince è un vero fantasma: infatti si muove esclusivamente di notte e caccia prevalentemente all’agguato nutrendosi esclusivamente di animali da lei predati, ignorando le carcasse degli animali morti per altre cause, sempre alla ricerca fra le prede degli individui più deboli, la cui cattura comporta un minor dispendio energetico. Per poter trovare un numero sufficiente di prede ha bisogno di un territorio immenso: si calcola che su tutto il nostro territorio provinciale non possano sopravvivere più di 3 o 4 coppie di questi magnifici animali. Sicuramente la lince, il lupo e più recentemente l’orso provengono dalla vicina Slovenia dove la fauna selvatica ha a disposizione un territorio ben più vasto che da noi. Era gia stata rilevata a metà anni 90 la presenza di un esemplare di orso che vagava nel territorio di nostra competenza ed un collega era stato incaricato di seguirne le tracce e raccogliere gli indizi di presenza: pensate che aveva recuperato una trentina di campioni di fatte per poter studiare l’alimentazione del plantigrado e tramite l’analisi del DNA risalire al ceppo di animali da quale proveniva. Vi lascio immaginare la scena quando sua mamma si accorse di avere in freezer diversi campioni di merda d’orso congelati dentro dei sacchetti di plastica…….
A differenza degli altri predatori sopra citati, l’orso che appartiene alla famiglia dei plantigradi (perché cammina appoggiando la pianta del piede e non sulla punta delle dita) è un onnivoro che, durante il periodo estivo ha bisogno di ingurgitare il numero maggiore possibile di calorie per accumulare grasso a sufficienza per il letargo invernale, periodo nel quale tra l’altro la femmina partorisce. Quindi l’alimentazione del nostro amico è basata su tutto ciò che è commestibile privilegiando gli alimenti particolarmente calorici; nel nostro ambiente a primavera ha a disposizione le carcasse degli ungulati morti di stenti nel periodo invernale che riesce a scovare grazie al suo olfatto finissimo. Nel periodo estivo si nutre di bacche, radici, miele degli alveari, bestiame al pascolo (soprattutto pecore e capre), ecc…. Sono già due estati che abbiamo sul nostro territorio alcuni esemplari di questo plantigrado provenienti dalla Slovenia di sesso maschile ed età giovane che, scacciati dai loro territori dai maschi dominanti, cercano di ricongiungersi con le circa 10 femmine presenti in Trentino per potersi accoppiare. Purtroppo non possiamo dire di avere una popolazione di orsi stabile sul nostro territorio fintanto che non avremo la presenza di femmine con cuccioli; resta comunque il fatto che l’anno scorso 3 orsi hanno scorrazzato nel nostro territorio dove hanno fatto razzia di alveari, pollai, 8 pecore, diverse carcasse di capriolo e cervo ecc….. Essendo questi animali inclusi dalla Legge sulla caccia 157/92 fra le specie particolarmente protette, la Regione tramite le Province rifonde i danni causati da questi animali e nostro compito è, oltre che vigilare sulla loro incolumità, rilevare ed accertare i danni da questi provocati. Tornando ai nostri 3 amici sono stati avvistati da diverse persone e da alcuni anche fotografati. Noi abbiamo piazzato vicino agli animali razziati delle foto trappole e la foto che vedete è stata scattata proprio da una di queste lo scorso agosto. Uno dei tre orsi è stato catturato in Trentino e munito di radio-collare per seguirne gli spostamenti ed è stato chiamato Dino in onore del maggiore scrittore bellunese: Dino Buzzati. Questo animale si è poi spostato fino in Germania dove, dopo aver predato alcuni animale domestici, è stato purtroppo abbattuto da cacciatori autorizzati perché ritenuto pericoloso. In realtà l’orso bruno europeo non è assolutamente pericoloso per l’uomo perché tende sempre ad evitare l’incontro con la specie dominante sulla Terra. Anche gli altri grandi carnivori tendono ad evitare il contatto con gli esseri umani anche se negli ultimi 20 anni il fenomeno del randagismo canino (fenomeno dovuto all’abbandono dei nostri migliori amici) ha portato alla formazione di branchi di cani inselvatichiti che non ci temono ed anzi possono diventare veramente pericolosi oltre che dannosi. Purtroppo i pregiudizi della specie umana sono veramente pericolosi per questi meravigliosi animali, la cui presenza è invece un indice di integrità ambientale, essendo questi all’apice della piramide alimentare. Non devono quindi assolutamente essere considerati dei nocivi perché tendono a selezionare gli individui più deboli e migliorare il patrimonio genetico degli animali selvatici.
A differenza degli altri predatori sopra citati, l’orso che appartiene alla famiglia dei plantigradi (perché cammina appoggiando la pianta del piede e non sulla punta delle dita) è un onnivoro che, durante il periodo estivo ha bisogno di ingurgitare il numero maggiore possibile di calorie per accumulare grasso a sufficienza per il letargo invernale, periodo nel quale tra l’altro la femmina partorisce. Quindi l’alimentazione del nostro amico è basata su tutto ciò che è commestibile privilegiando gli alimenti particolarmente calorici; nel nostro ambiente a primavera ha a disposizione le carcasse degli ungulati morti di stenti nel periodo invernale che riesce a scovare grazie al suo olfatto finissimo. Nel periodo estivo si nutre di bacche, radici, miele degli alveari, bestiame al pascolo (soprattutto pecore e capre), ecc…. Sono già due estati che abbiamo sul nostro territorio alcuni esemplari di questo plantigrado provenienti dalla Slovenia di sesso maschile ed età giovane che, scacciati dai loro territori dai maschi dominanti, cercano di ricongiungersi con le circa 10 femmine presenti in Trentino per potersi accoppiare. Purtroppo non possiamo dire di avere una popolazione di orsi stabile sul nostro territorio fintanto che non avremo la presenza di femmine con cuccioli; resta comunque il fatto che l’anno scorso 3 orsi hanno scorrazzato nel nostro territorio dove hanno fatto razzia di alveari, pollai, 8 pecore, diverse carcasse di capriolo e cervo ecc….. Essendo questi animali inclusi dalla Legge sulla caccia 157/92 fra le specie particolarmente protette, la Regione tramite le Province rifonde i danni causati da questi animali e nostro compito è, oltre che vigilare sulla loro incolumità, rilevare ed accertare i danni da questi provocati. Tornando ai nostri 3 amici sono stati avvistati da diverse persone e da alcuni anche fotografati. Noi abbiamo piazzato vicino agli animali razziati delle foto trappole e la foto che vedete è stata scattata proprio da una di queste lo scorso agosto. Uno dei tre orsi è stato catturato in Trentino e munito di radio-collare per seguirne gli spostamenti ed è stato chiamato Dino in onore del maggiore scrittore bellunese: Dino Buzzati. Questo animale si è poi spostato fino in Germania dove, dopo aver predato alcuni animale domestici, è stato purtroppo abbattuto da cacciatori autorizzati perché ritenuto pericoloso. In realtà l’orso bruno europeo non è assolutamente pericoloso per l’uomo perché tende sempre ad evitare l’incontro con la specie dominante sulla Terra. Anche gli altri grandi carnivori tendono ad evitare il contatto con gli esseri umani anche se negli ultimi 20 anni il fenomeno del randagismo canino (fenomeno dovuto all’abbandono dei nostri migliori amici) ha portato alla formazione di branchi di cani inselvatichiti che non ci temono ed anzi possono diventare veramente pericolosi oltre che dannosi. Purtroppo i pregiudizi della specie umana sono veramente pericolosi per questi meravigliosi animali, la cui presenza è invece un indice di integrità ambientale, essendo questi all’apice della piramide alimentare. Non devono quindi assolutamente essere considerati dei nocivi perché tendono a selezionare gli individui più deboli e migliorare il patrimonio genetico degli animali selvatici.
7 commenti:
Dalle Dolomiti, il nostro inviato A.G
Mi sembra di essere al cinema e di vedere un documentario...
Bello, bello, Andrea, proprio bello quello che ci descrivi!
Un sogno.
Oggi, ferma ad un semaforo, ci pensavo.
Non so gli altri compagni, ma di sicuro tu sei molto realizzato e si sente dal tuo "tono" che compiangi noi poveri cittadini, stressati e immersi nello smog, nervosi per lavori routinari e insalubri, con la testa fumante e l’ occhio spento...
Carina la "new entry" in provincia: altrochè Belen !
Gli orsi mi sono simpatici da sempre per alcune affinità: come me sono onnivori e come me hanno bisogno di ingurgitare il numero maggiore possibile di calorie per accumulare grasso, privilegiando gli alimenti particolarmente calorici; come me hanno un poderoso fondoschiena (in gergo raffinato, si chiama così :-)); come me amano il miele e l’ assoluto far niente...
Adesso poi che anche tu, Andrea, mi garantisci che sono innocui e che sono necessari all’ equilibrio naturale mi piacciono ancora di più.
Domandina: che faresti se uno di loro ti si parasse davanti in tutta la sua stazza?
Il tuo bel racconto, funestato altresì dalla triste storia di Dino (identificare, seguire e dare un nome agli animali li rende più vicini e umani), mi ha però colpito in senso negativo per i tuoi colleghi: per lavoro difendono gli animali e poi, per conflitto di interessi, li vengono a cacciare qui?
LI CACCIANO??
Tu, che ne pensi? Non ti dà fastidio tanta incoerenza?
Scommetto di sì...
Piccola precisazione noi non è che difendiamo gli animali, semplicemente cerchiamo di far rispettare la Legge e ciò che essa sottintende. Vale io non sono di principio contrario alla caccia se questa viene fatta nel rispetto delle regole che nella nostra zona (Alpi) è riservata ai residenti ed è limitata ad un determinato numero di capi da abbattere (numero che viene stabilito in base ai censimenti). Io personalmente non vado a caccia perchè è un ambiente che non mi piace in quanto pieno di invidie e probabilmente, se non avessi proprio fame, non sarei capace di sparare ad un animale sano che sta pascolando (non mi faccio assolutamente problemi a mangiarla la selvaggina se ben cucinata). Purtroppo invece capita spesso di dover abbattere animali feriti gravemente per cause varie (incidenti stradali soprattutto)che, sempre che ciò fosse possibile, non avrebbe nessun senso curare perchè, tralasciando il costo per la comunità, se restituiti al loro ambiente sarebbero comunque morti il primo giorno di caccia. Infatti un animale selvatico che si fa avvicinare dall'uomo è un animale finito perchè se potesse scaperebbe. Mi è capitato varie volte di arrivare su incidenti stradali e trovarmi di fronte un capriolo con le zampe rotte o la spina dorsale spezzata e magari la signora che lo accarezzava e che si aspettava lo portassi dal veterinario. E' difficile far capire a chi non sa, ma ama gli animali, che toccare un selvatico gli si provoca uno stress inimmaginabile: un capriolo non è un cane. Tra l'altro c'è una Legge contro il maltrattamento degli animali che ci impone, per il benessere di questi, di abbatterli. Comunque un cervo abbattuto in caccia (tra l'altro la carne è squisita) vive e muore molto meglio di quanto non faccia un manzo o un maiale allevati in stalla e portati al macello (ho visitato anche un paio di macelli alcuni anni fa ed evito la descrizione); quindi o diventiamo tutti vegetariani oppure dobbiamo accettare l'idea di sopprimere una qualche vita animale per alimentarci. Tornando al nostro orso questo cerca sempre di evitare il contatto con l'uomo e se per caso lo si incontrasse nel bosco (magari!!!!!!) non bisogna aver paura anche se questo si rizzasse sulle zampe posteriori. Infatti assume questo atteggiamento non per aggressività ma semplicemente perchè, essendo ipovedente, cerca di posizionare il suo organo più raffinato (il naso) in posizione tale da potergli consentire di capatare meglio gli odori di chi ha davanti e cercare di capire le sue intenzioni. Quando l'orso ha attegiamenti aggressivi infatti non si rizza mai su due zampe ma cerca di attaccare la preda col miglior appoggio possibile (4 zampe). Personalmente mi diverto molto a scrivere questi brevi resoconti perchè mi permettono di parlare di ciò che amo di più cioè la natura e li scrivo di getto senza stare troppo a pensarci su. Spero siano scritti in una forma sufficientemente chiara e riescano a trasmettere le emozioni che provo; mi permettono inoltre di descrivervi ciò che sono attualmente perchè ritengo che questo sia il vero scopo di questo blog. Vorrei parlarvi inoltre di quelli che sono gli altri miei interessi ed attività (il basket, la subacquea, il mio cane, l'alpinismo, lo sci ecc) ma abbaimo tempo e poi non vorrei monopolizzare lo spazio. Un abbraccio a tutti.
Andrea, grazie di cuore per questo splendido post sull'orso (che mi avevi peraltro preannunciato) io ho sempre fin da bambino avuto una grande passione per il regno animale e l'ambiente che lo circonda. Mi affascina poi enormemente la lince, in tutte le sue specie, un animale evasivo e dal sapore "mitologico" che non credevo potesse trovarsi ancora sui nostri monti. La difficoltà nel vederla è pari a quella di quasi tutti i grandi felini ad eccezione del leone. E visto che mi sembra dai commenti che siamo in tanti sul blog ad amare la natura vi prometto, appena avrò più tempo (siamo partiti oggi con la nuova grafica del Carlino e c'è un gran casino di cose da fare ancora, tanto che dopo l'influenza sono già al dodicesimo giorno/notte ininterrotto di lavoro senza turno di riposo!) di postare qualcosa del genere anch'io, magari partendo dalla mia esperienza africana degli anni '90. Ciao per ora
Incredibile: la neve! Tanto più bella quanto da me totalmente inaspettata...
Ho un po'(ma solo un po') di solidarietà per te, Claudio, che in questo periodo sei oberato e la neve non ti ci voleva...
Andrew, può darsi che tu abbia ragione, ma io invece un conflitto di interessi non solo legale, ma anche e soprattutto morale, lo vedo, eccome.
Questo non significa che io sia contro la caccia, anche se non ho mai capito l’ ebbrezza che provi un cacciatore ad alzarsi di notte per andare a sparare a degli animali inermi. Non credo che la molla sia la necessità di alimentarsi nè una buona mangiata, perché molti cacciatori non amano mangiare la selvaggina e inondano amici e conoscenti del loro bottino.
Deve essere qualcosa d’ altro, comunque di inquietante.
Perché dici che ci sono invidie in quell’ ambiente?
N.B. Secondo me scrivi molto bene (il modo in cui descrivi l' olfatto dell' orso è stato molto efficace, ma è solo uno dei possibili esempi...). Questo però è un dato comune a tutti noi, ho notato. La Cingoli, forse, qualcosa di buono fece...oppure eravamo noi i veri dotati!
Buona giornata, Amici!
Non ho capito, Andrea: quei tuoi amici cacciatori hanno avvistato un lupo a Calderino ?
Si Massimo i lupi sono a Caderino dato che già da anni erano presenti sull'Appennino con diversi avistamenti attendibili e non come quelli sugli UFO....... comunque il lupo selvatico, anche quando è in branchi, è assolutamente inoffensivo per l'uomo di cui ha una paura atavica causata da secoli di caccia indiscriminata e motivata solo dal fatto che ogni tanto qualche pecora o qualche agnello ci lasciava le penne. Altro problema da non confondere coi lupi e quello dei cani randagi inselvatichiti che, non avendo le paure verso l'uomo che hanno i loro cugini selvatici, possono essere veramente pericolosi.
grazie della risposta, Andrea: mi sembrava impossibile e troppo bello che i lupi fossero tornati nel ns.appennino e per giunta così in basso (Calderino è alle porte della pianura).
Ed invece.. è vero !!!
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