Dopo 31 anni il Bologna ha sconfitto la Juventus a Torino.
Con buona pace e massima comprensione per gli amici tifosi juventini vincere a Torino contro la squadra degli Agnelli non ha prezzo, è una soddisfazione immensa e ieri sera con alcuni amici tifosi bolognesi è stato un fiorire di sms, pieni di esagerazioni (in realtà non sarei così sicuro di preferire il Bologna vittorioso contro la Juventus al posto di una settimana con Belen … ).
Trentun anni fa io c'ero e mi ricordo quel Bologna di Radice, penalizzato per il cosiddetto “calcio-scommesse” che disputò uno splendido campionato, salvo poi retrocedere, per la prima volta nella sua storia, l'anno successivo (contrappasso o congiura ?).
Spero di non dover aspettare altri 31 anni per la prossima vittoria a Torino, anche perchè fra 31 anni avrò un'età tale, che una simile emozione potrebbe risultare fatale ...
La mia avversione verso la Juventus risale alla maggiore età, quando compresi che la squadra bianconera non era forte perchè vinceva, ma era forte perchè di proprietà degli Agnelli.
Naturalmente non ho mai abbandonato la mia primaria avversione verso l'Inter, la squadra “nemica” per eccellenza di ogni bolognese che nel 1964 avesse dai 4 ai 12 anni.
E che soddisfazione se questo anno lo scudetto non lo vincessero né l'Inter, né la Juventus e, per altri motivi, neppure Milan, Napoli e Roma !
In fondo, sognare non è (ancora) vietato ...
Con buona pace e massima comprensione per gli amici tifosi juventini vincere a Torino contro la squadra degli Agnelli non ha prezzo, è una soddisfazione immensa e ieri sera con alcuni amici tifosi bolognesi è stato un fiorire di sms, pieni di esagerazioni (in realtà non sarei così sicuro di preferire il Bologna vittorioso contro la Juventus al posto di una settimana con Belen … ).
Trentun anni fa io c'ero e mi ricordo quel Bologna di Radice, penalizzato per il cosiddetto “calcio-scommesse” che disputò uno splendido campionato, salvo poi retrocedere, per la prima volta nella sua storia, l'anno successivo (contrappasso o congiura ?).
Spero di non dover aspettare altri 31 anni per la prossima vittoria a Torino, anche perchè fra 31 anni avrò un'età tale, che una simile emozione potrebbe risultare fatale ...
La mia avversione verso la Juventus risale alla maggiore età, quando compresi che la squadra bianconera non era forte perchè vinceva, ma era forte perchè di proprietà degli Agnelli.
Naturalmente non ho mai abbandonato la mia primaria avversione verso l'Inter, la squadra “nemica” per eccellenza di ogni bolognese che nel 1964 avesse dai 4 ai 12 anni.
E che soddisfazione se questo anno lo scudetto non lo vincessero né l'Inter, né la Juventus e, per altri motivi, neppure Milan, Napoli e Roma !
In fondo, sognare non è (ancora) vietato ...
5 commenti:
Che il Bologna abbia battuto la Juve non può che rendermi felice, però ci sono diverse cose del mondo del calcio che non mi piacciono e che da sportivo e da cittadino contribuente non riesco assolutamente a comprendere e ad accettare e che mi tengono tutto sommato lontano dal mondo del pallone. Proverò ad elencarle:
1)non riesco assolutamente ad accettare che ci siano degli imbecilli che non sono in grado di andare a vedere una partita di pallone senza azzuffarsi (perchè nei palazzetti dove si gioca a pallacanestro con le tifoserie molto più a contatto che allo stadio non succede mai nulla?);
2)non capisco perchè per tenere a bada questi idioti ogni domenica dobbiamo pagare Forze dell'Ordine che potrebbero essere invece utilizzate per la Pubblica Sicurezza mentre la vigilanza all'interno degli stadi dovrebbe essere fatta e pagata dalle società (come avviene da anni nel basket);
3)non riesco ad accettare e a comprendere l'identificazione politica che si danno alcune frange estremiste del tifo (che cosa c'entra la politica con lo sport?);
4)perchè in altri sport (automobilismo, sci, ciclismo, tennis ecc....) i tifosi non si azzuffano mai e si limitano a fare il tifo per i loro beniamini?
5)perchè gli scudetti come diceva Cesco li vincono sempre e solo quelle 3 o 4 squadre? (forse perchè il calcio non è sport.....)
6)chi è che paga i debiti delle società di calcio? Perchè nessuna fallisce come invece avviene negli altri sport professionistici?
Comunque al di là di tutto la cosa che mi infastidisce di più è che una famiglia con bambini non possa andare ad assistere tranquillamente a quello che dovrebbe essere un semplice spettacolo sportivo. Non credo che abbiamo molto da imparare dagli Americani data la manifesta inferiorità culturale che questi hanno nei nostri confronti, ma nello sport credo abbiano molto da insegnarci:
su come gestire i giovani atleti,
su come fare sport a livello formativo per i giovani e soprattutto,
su come realizzare uno spettacolo di sport professionistico.
Infatti alle partite che siano di football, di baseball o di basket in America ci vanno soprattutto le famiglie coi loro bambini passando un bel pomeriggio di sport e di spettacolo sgranocchiando pop corn, mangiando un gelato ecc...
Scusatemi per questo sfogo in un momento che dovrebbe essere solo di gioia per la vittoria del Bologna ma proprio per i motivi che vi ho detto sopra non riesco a godere come qualcuno di voi e poi vi devo dire che a me lo sport è sempre più piaciuto praticarlo che vederlo.
Non vorrei rubare la scena a Max, giustamente in attesa di commenti pertinenti in senso sportivo, ma il commento di Andrea sposta la discussione su altri piani.
A me del calcio non interessa alcunché, come presumibilmente accade alla stragrande maggioranza delle donne: riesco a provare un po’ di interesse per i mondiali, ma qui entra in ballo lo spirito nazionale, non certo quello sportivo e se nutrirò qualche interesse per le sorti del Bologna, da ora in poi, lo dovrò al nuovo Presidente onorario o a un post di Cesco...
Trovo però che il calcio unisca migliaia di italiani e anche tante persone che alla domenica riescono (ancora) ad andare indisturbate alle partite. Riunisce un padre col figlio, un fratello con un altro, un gruppo di amici ed è per questo che appoggerei qualunque provvedimento serio venisse adottato contro i delinquenti facinorosi.
In primis, bisognerebbe ripristinare regole di mercato "normali"...Credo che sarebbe il vero punto di partenza. Invece, gli interessi economici che ci sono dietro difficilmente potranno arginare le degenerazioni cui si assiste.
Il calcio, poi, ha una forte matrice campanilistica, legata a tifoserie della stessa città o di città spesso limitrofe: in tale clima inserire dei disordini è facile. Il basket è più di nicchia, anche con riguardo a chi lo segue da spettatore; e l’ automobilismo è strutturato in maniera diversissima, scevro com’è dalle tifoserie locali: mi vengono in mente gli inni nazionali dei piloti e delle case automobilistiche che, per forza di cose, non possono allontanare, semmai uniscono...
In quanto popolare , inoltre, il calcio è un po’ lo specchio della società , la cui qualità - è sotto gli occhi di tutti - va rapidamente deteriorandosi.
I nuovi modelli di riferimento (benessere, vizi, poco sacrificio, danaro, bella vita, comodità varie) sono assai poco formativi: gli stessi calciatori rappresentano ormai non lo sport e basta, ma uno status symbol di per sé vuotoe criticabile. Ometti semianalfabeti, strapagati, frequentanti balere ed excort di alto livello, spesso privi di qualsivoglia valore... Vi ricordate la canzoncina che quest’ estate i tedeschi (quegli odiosi) dedicarono ai nostri calciatori? Li prendevano in giro, ma vi era una frase assai veritiera: "Catenine e scarpette d'oro; creme e gel, sembrate delle squillo"...(meglio così che ispiratori di hooligans, ovviamente, ma niente a che fare con l’ immagine dello sportivo privo di "fichi" e temprato dal sacrificio della nostra infanzia!)
La politica? Non c’ entra assolutamente nulla, ma se le curve degli ultrà issano bandiere politiche è solo ed esclusivamente per ignoranza e vuoto culturale, alla ricerca di un’ identità mancante...
Il discorso, qui, si farebbe più ampio...
Comunque, ragazzi, se anche l’ acculturato e tutto d’ un pezzo Max baratterebbe la vittoria del Bologna con una settimana con Belen , come possiamo pretendere di non essere preda di... invasioni barbariche?
Ad ogni buon conto, grazie al digitale, su Rai Premium mi sono vista uno sceneggiato che mi ero persa: "Eravamo solo mille". Ho pianto calde e disperate lacrime...
BUONA SETTIMANA!
Lo sfogo di Andrea ha fondamento su una realtà oggettiva, ma un fatto bello non me lo rovina quello che c'è dietro, sopra, sotto: vincere a Torino è una soddisfazione impagabile e resta tale nonostante l'elencazione di Andrea :-)
Per venire all'OT, riservandomi eventualmente un secondo passaggio, brutalmente:
1)Ci sono ed è inutile farsi il sangue amaro perchè si vorrebbe che non ci fossero. Poi ricordo che di recente sono stati condannati per violenze alcuni tifosi, ahimè, Fortitudo Pallacanestro, sia pur per fatti accaduti una decina di anni fa.
2)Perfettamente d'accordo. Sono convinto che si debba fare di tutto e in ogni campo per privatizzare i rapporti, quindi anche quello della sicurezza. Naturalmente è necessario autorizzare e dotare il servizio d'ordine organizzato dalle società di idonei strumenti di dissuasione e repressione.
3)E' un modo per marcare una identità. Del resto se in un gruppo non ti vogliono perchè sei biondo o pelato, allora cerchi di metterti assieme ad altri biondi o pelati.
4)Ogni sport ha caratteristiche particolari, come ha già scritto Valeria e, comunque, nel loro piccolo hanno le loro magagne. Ricordo il tifoso della Graf che colpì con un coltello Monica Seles.
5)Perchè sono guidate da uno (e uno solo) con tanti soldi e quelli fanno la differenza non perchè "comprino" le partite (ma un condizionamento psicologico sugli arbitri ci sarà sempre) ma perchè possono comprare e retribuire i giocatori migliori.
6)Il Perugia è fallito, il Bologna quasi. Mi sembra che anche il Rimini sia fallito. Piuttosto io ribalterei il discorso: le società sportive NON DEVONO fallire, ma devono fallire i loro presidenti. E' profondamente ingiusta la punizione sportiva (penalizzazione, retrocessione etc.) quando sono state delle persone a combinare i disastri. Io tornerei a prima del 1998 (legge Melandri che ha portato le spa calcistiche allo stesso livello delle spa ordinarie) o anche prima della trasformazione delle società sportive in spa, quando a rispondere dei debiti societari erano i presidenti.
L'educazione allo sport è un aspetto di una concezione civile del vivere, ma per trasformare questo è necessario cambiare l'anima stessa di un popolo.
E' un processo lungo e se alcuni aspetti possono essere positivi (vedi partecipazione alle manifestazioni sportive) non so se complessivamente sarebbe bello avere una società di automi, tutti uguali, tutti compassati, senza passioni ...
Buona giornata.
1) Li manderei tutti in Afghanistan per un po' a vedere se fanno i grossi anche lì
2) D'accordo completamente
3) D'accordo completamente
4) I tifosi di calcio sono molti di più, quindi ci sono più imbecilli. Gli sport citati sono individuali e lì è più difficile aggregare i suddetti imbecilli.
Gli stessi calciatori appartengono spesso alla stessa categoria e visti gli esempi che danno in campo cosa possiamo mai aspettarci.
5) Il calcio è diventato un affare enorme, gestibile solo da magnati un po' scialacquatori. Posso affermare con sicurezza che il Bologna non vincerà mai più un campionato.
6) Falliscono eccome le squadre minori. Rimane un mistero perché per esempio non fallisce la Roma...
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