venerdì 11 febbraio 2011

Le vite degli altri



Il film, a cui l’ altra sera avevo dedicato un post, era “Le vite degli altri”: stava per andare in onda su Rai 2 e ve ne volevo caldeggiare la visione, se per caso ve lo foste persi al cinema.
Giustamente premiato in ogni dove (con Oscar americani, europei, tedeschi...), il film racconta una storia che si svolge a a Berlino Est, alla metà degli anni 80, prima della caduta del Muro. La trama, per sommi capi, è questa: un esperto funzionario della Stasi è incaricato di sorvegliare un drammaturgo di successo che il Ministro della Cultura vorrebbe in odore di dissidenza. In realtà, si tratta di una “macchinazione” ai danni dello scrittore, cui il politico intende sottrarre la bella compagna attrice.
Il film è particolarmente avvincente, perchè riesce a descrivere in modo magistrale i climi opprimenti fra delazioni, persecuzioni, suicidi che pesavano sulla DDR, ossia sulla repubblica Democratica tedesca, nel periodo di dominazione della Stasi, ma, con riferimento all’ attualità, richiama il tema sempreverde di come le notizie possano essere utilizzate a piacimento a favore di una o di altra tesi e di come sia difficile trovare il limite a ciò che sia o debba essere “ riservato”…
Che il tema sia di grande attualità, lo pensa anche il nostro Premier, che ieri, nella edizione online del Foglio, nel denunciare, come sempre, «la lobby antiberlusconiana» (composta da procure, giornali e talk show) che «si muove di concerto per eliminarlo», ha spiegato che lo farebbe con inchieste «farsesche, inaccettabili» e dando vita a «una caccia spionistica ‘alle vite degli altri’ che si faceva nella Germania comunista». Si vede che l’ altra sera ha guardato la tv e non ha festeggiato con le sue amiche escort….
Mi ha colpito, poi, una recensione che descrive la Stasi come “ la terribile polizia segreta che spiava tutto e tutti, in una sorta di Grande Fratello, esatto contraltare ideologico del Big Brother capitalistico: là, nel comunismo, nessuno avrebbe voluto essere controllato, visto, sezionato, bloccato; qui, nel decadente Occidente, c'è la fila per farsi notare, rinchiudersi in case, isole, fattorie, stalle, ville affollate di pupe e di secchioni, music farm e via”…
E’ vero che il Grande Fratello è di pessimo gusto e che attraverso di esso si “guardano” le vite degli altri , ma anche il solo “affiancarlo” allo spionaggio della Stasi mi sembra un po’ azzardato, non foss’ altro che per un piccolissimo dettaglio che fa l’ enorme differenza: chi si sottopone e chi guarda il Grande Fratello è “libero” di farlo e sa che, se vuole, può sempre desistere dalla pur folle impresa....
O no?

2 commenti:

Massimo F. ha detto...

Forse la recensione che paragonava la Stasi al Grande Fratello non si riferiva al programma televisivo, ma all'originale orwelliano di "1984" :-)

valeria ha detto...

Forse...:-)